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Servono sostegni strutturali per salvare le edicole

10 Maggio 2023

“Se non vogliamo che le edicole diventino tutte simili a cabine telefoniche abbandonate” è necessario che le misure di sostegno proposte negli ultimi anni siano “mantenute e incrementate”, meglio ancora se si andasse verso un “sostegno permanente” che garantisca la sopravvivenza e il rilancio della rete di vendita della carta stampata. È quanto afferma in un’intervista su Economy Andrea Innocenti, Presidente di SNAG, il sindacato dei giornalai aderente a Confcommercio.

I giornalia sono un presidio di civiltà e di cultura che va difeso e "siccome - incalza Innocenti - la vendita dei giornali cartacei è necessaria per la liberta di stampa che fa parte dell’art. 21 della Costituzione, così come viene dato ad alcuni editori un sostegno permanente, anche noi vorremmo arrivare ad un credito d’importa strutturale” in grado di arginare l’emorragia in atto.

Le edicole in Italia erano 15.243 nel 2018 e nel 2022 si sono ridotte a 11.904 ma sarebbero state molte meno se dal 2019 in poi non fossero state erogate forme di sostegno diretto alla rete di vendita. Tali misure hanno contribuito in maniera sostanziale a frenare il trend di chiusure ma non ad arrestarlo. Senza sostegni, precisa il Presidente di SNAG, “nel giro di pochi anni si va a far sparire centinaia di edicole, ognuna delle quali occupa in media due persone”.

Il pericolo di desertificazione è concreto. Il 25% dei comuni italiani già oggi non ha un’edicola mentre il 30%, pari a circa 2.500 comuni, ne ha solo una e questo porta ad una generale mancanza di servizi per i cittadini. Per esempio, evidenzia Innocenti, “tanti comuni dell’Appennino sono completamente sguarniti. Manca il servizio postale, quello bancario, le Asl: è un bel dire che si vuole ripopolare i borghi, ma se non si portano i servizi, i giovani scappano”.

Certo è che la categoria ha bisogno di rinnovarsi: “dobbiamo ristrutturare i manufatti, investire in tecnologia, rendere le edicole più moderne per farne punti di aggregazione per i cittadini”, sottolinea il Presidente di SNAG. Non solo: oltre ai giornali le edicole “devono vendere anche altri prodotti e in particolare dare servizi inclusi certificati anagrafici e catastali. Stiamo lavorando - anticipa Innocenti - anche con alcune Asl per attivare le prenotazioni delle visite mediche in alcune città, in via sperimentale”.

L’obiettivo è incrementare le entrate delle edicole, che di soli giornali non riescono più a vivere. Dalla vendita di un giornale l’edicolante guadagna “il 18,62% lordo, che al netto diventa l’11-12%. Senza sostegni diventa molto dura. Anche perché - aggiunge Innocenti - bisogna considerare che l’andamento dell’economia è quello che è, prima di spendere 1,70 euro per un giornale, tanti magari preferiscono prendere il pane, per poi sbirciarlo gratis al supermercato”.

Tra le priorità dello SNAG c'è anche quella di portare i ragazzi in edicola e avvicinarli alla lettura dei giornali cartacei. “Diamo un sostegno anche di tipo economico a questa attività - esorta Innocenti - per cercare di riportare i giovani a informarsi su carta e meno su smartphone e tablet. Anche perchè l'attenzione dei ragazzi è scesa molto: in un'ora il ragazzo ha un'attenzione pari a 15-16 minuti, una cosa molto grave" conclude il Presidente di SNAG.

Cresce anche a marzo la pubblicità sulla carta stampata

08 Maggio 2023

Dopo un 2022 in frenata, la raccolta pubblicitaria sulla carta stampata chiude il primo trimestre 2023 in crescita. Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio Stampa FCP, a marzo il fatturato pubblicitario sul mezzo stampa ha registrato un incremento dello 0,4% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.

In particolare, gli investimenti sui quotidiani nel loro complesso hanno registrato un aumento del fatturato dell’1% rispetto all’analogo periodo del 2022. Anche a marzo, a fare da traino sono stati gli investimenti della pubblicità Legale ( 10,4%) e quella Commerciale nazionale ( 5%), mentre è continuata la contrazione della pubblicità Classified (-13,9%), Finanziaria (-12,1%) e locale (-0,4%).

Sono apparsi invece in contrazione gli investimenti pubblicitari sui periodici, con una flessione in termini di fatturato dell’1,5%: Mensili giù del 5,7%, Settimanali giù dell’1,5%, Altre Periodicità più 75,3%.

Buona tenuta per i quotidiani

Il dato positivo (più 0,4%) di marzo segue l’aumento del 5,2% di febbraio e porta ad un andamento positivo nei primi tre mesi dell’anno per gli investimenti pubblicitari, mostrando soprattutto una buona tenuta per gli investimenti sui quotidiani.

Nei primi mesi dell’anno sembra dunque essere stato recuperato quasi interamente il calo del 5,8% del fatturato pubblicitario con cui la carta stampata aveva archiviato il 2022. L’anno scorso, però, gli investimenti sui quotidiani erano stati quelli a subire la perdita maggiore con una flessione del 6,1%, contro il calo del 4,9% dei periodici. Ora invece sembra che sia proprio la pubblicità sui quotidiani a sostenere la rimonta.

Il Pil italiano cresce più delle stime nel primo trimestre

Oltre al credito d'imposta sugli investimenti pubblicitari incrementali rinnovato anche per il 2023 (la domanda andava inoltrata da 1 al 31 marzo di quest'anno), la spesa in pubblicità ha beneficiato dell’andamento migliore del previsto dell’economia italiana nel primo trimestre.

La stima preliminare dell’Istat indica che nel periodo gennaio-marzo 2023 il Pil è cresciuto dello 0,5% rispetto al trimestre precedente e dell’1,8% rispetto all’analogo periodo del 2022. Si tratta di un dato migliore delle attese che lascia sperare in una crescita 2023 vicina a quella stimata dal Governo.

"Dopo la lieve flessione congiunturale dell’ultimo trimestre del 2022, la ripresa di inizio 2023 - commenta l'Istat - prospetta un tasso di crescita acquisito per il 2023 stimato allo 0,8%", valore molto vicino al stima di crescita dell'1% avanzata dall'esecutivo.

Il rilancio delle edicole passa dal ricambio generazionale

05 Maggio 2023

Incentivare il ricambio generazionale delle edicole e avvicinare i giovani ad un lavoro che sta profondamente cambiando è una delle sfide che impegnano lo SNAG, nella ferma convinzione che per rallentare il fenomeno della desertificazione della rete di vendita sia fondamentale poter contare sull’energia innovatrice di una rinnovata forza lavoro disposta a “rivoluzionare” il mestiere di edicolante.

I dati sulle vendite di giornali cartacei sono un’efficace sintesi della crisi in atto: nel 2018 in Italia si vendevano mediamente poco più di 2 milioni di quotidiani al giorno. Nel 2022 le vendite giornaliere si sono attestate in media a 1,33 milioni di copie (dati Agcom). In pratica, le vendite si sono quasi dimezzare in cinque anni. Un declino che prosegue inesorabile, anche se all’orizzonte c’è la speranza di essere in prossimità di uno zoccolo duro di lettori, sotto il quale non si potrà andare.

In attesa che le vendite della carata stampata si assestino, è evidente a tutti che le edicole pure, quelle che hanno come unico business la vendita di giornali e riviste, non sono più in grado, nella maggioranza dei casi (le eccezioni, per fortuna, esistono!) di garantirsi entrate economiche sufficienti al proseguimento dell’attività.

o chiudere o ampliare l'attività

Due sono le alternative. La prima è quella di arrendersi alla crisi di mercato e abbassare la saracinesca: un ulteriore colpo al ridimensionamento della rete di vendita.

La seconda, invece, è quella di sperimentare nuovi servizi e aprirsi alla vendita di nuovi prodotti, ovviamente tenendo in considerazione la posizione dell’edicola e le possibili esigenze o richieste del bacino di cittadini che copre. Avviare un nuovo business richiede iniziativa, capacità organizzative, spesso anche tecnologiche: tutte qualità che è più facile facciano parte del bagaglio personale di un giovane.

Da tempo SNAG afferma che ogni edicolante deve, oggi più che mai, diventare imprenditore di se stesso e deve ampliare gli orizzonti della propria attività confermando la centralità della propria edicola, non solo come rivendita della carta stampata ma come centro pluriservizi per la popolazione.

Una trasformazione, peraltro, condivisa anche dagli editori della FIEG e dall'Anci e che è stata formalizzata un anno fa in uno specifico protocollo d’intesa in cui tutte le parti, ossia editori, comuni e associazioni sindacali degli edicolanti, si impegnavano ad incentivare e sostenere questa evoluzione dell'edicola.

La scelta di Davide: aprire un'edicola a 21 anni

Gli scettici ci saranno sempre, ma SNAG crede profondamente in questa evoluzione e non può che applaudire scelte come quella di Davide (foto in alto), un giovane di 21 anni che a Rubano, in provincia di Padova, ha deciso di rilevare il chiosco ubicato in centro paese. Il suo obiettivo è quello di rilanciare l’attività, che i precedenti proprietari non erano più in grado di condurre, ampliando gli orari di apertura e introducendo nuovi servizi e prodotti.

“I clienti sono felicissimi che l’edicola rimanga aperta. Mi hanno fatto tanti complimenti e mi hanno promesso una presenza costante. Il miglior modo per cominciare”, afferma Davide fiducioso in un’intervista sulle pagine dell’edizione odierna del Corriere del Veneto.

“So che l’editoria sta vivendo una grossa crisi. Ma sono convinto - afferma Davide, che all’impegno in edicola intende affiancare gli studi all’università in Scienze psicologiche - che i giornali cartacei non spariranno. Conosco tanta gente che non potrebbe rinunciarci e gli stessi bar, senza quotidiani da sfogliare, non dico che non avrebbero ragione di esistere, ma di sicuro perderebbero un pilastro della loro attività”.

Davide sta dunque per coronare il suo sogno: “É una scelta che ho voluto fortemente e che ho inseguito a lungo”, “un lavoro che mi ha sempre attratto, a contatto con le persone. Si diventa un punto di riferimento”. E ha anche le idee chiare su come rilanciare la sua edicola: “ho già un piano d’azione, voglio riaprire tutti i pomeriggi e anche la domenica”, “l’attività è in una posizione centrale, davanti alla chiesa e vicina alle scuole. Voglio dotarla di tanti servizi, anche di un’assistenza per la riparazione di computer, pc e hardware in generale. Poi voglio mettere un punto di ritiro Amazon, dare la possibilità di pagare le bollette, mettere giochi per i bambini. Insomma, voglio trasformarla in un punto di ritrovo sociale del paese. E voglio rinnovare anche la libreria”.

Liso (m-Dis): e-commerce e prodotti non editoriali per rilanciare le edicole

Le scelte di Davide vanno nella giusta direzione. Ne è convinto anche un esperto del settore come Andrea Liso, amministratore delegato di m-Dis (gruppo Rcs), il maggiore distributore nazionale di prodotti editoriali ed extra editoriali che opera attraverso l’importante piattaforma Prima Edicola. “Gli edicolanti - afferma in un'intervista sull'edizione odierna del Corriere del Veneto- oggi si reinventano in due modi: vendendo anche prodotti non editoriali ma soprattutto con la crescita dei servizi e-commerce”.

“Abbiamo - precisa Liso - circa 5.000 referenze che consentono all’edicolante di offrire al suo lettore prodotti in più” - tra cui giocattoli, articoli da regalo, prodotti e accessori per smartphone, caramelle e biscotti - mentre sul fronte dei servizi, i clienti stanno sempre più apprezzando il ritiro pacchi in edicola preferendo “essere liberi di scegliere dove e quando ritirare il proprio ordine”.

Grazie a Prima Edicola, che è stata scelta come partner da Amazon, "i pacchi Amazon arrivano in 2.500 edicole in Italia e dalla settimana prossima - afferma Liso - partiremo con un test in Puglia per aggiungere la possibilità di effettuare la consegna dei resi in edicola”.

I servizi di e-commerce, sottolinea Liso, presentano interessanti prospettive per gli edicolanti: “da un sondaggio di Amazon su 13.000 utenti del servizio Amazon Counter sappiamo che chi passa in edicola a ritirare il pacco, nel 24% dei casi non ha mai messo piede in edicola e, di questi, il 30% rimane in edicola e compra un prodotto editoriale fino a 5 euro”.

Peggiora la libertà di stampa nel mondo, ma l'Italia risale in classifica

03 Maggio 2023

Con un balzo di 17 posizioni, l’Italia passa dalla 58esima posizione alla 41esima posizione nella nuova classifica World Press Freedom Index che misura la libertà di stampa in 180 nazioni del mondo e che, come ogni anno, Reporters Sans Frontières pubblica il 3 maggio, in occasione della giornata internazionale della libertà di stampa.

Nonostante l’avanzamento nella classifica mondiale, la situazione nel nostro Paese appare critica, come evidenziamo i dati del Viminale e da quelli diffusi dalle Associazioni non governative che monitorano la libertà di stampa.

Tante le iniziative previste oggi in Italia per celebrare questa giornata (un riepilogo è disponibile sul sito della Federazione nazionale della stampa italiana). Una giornata che vuole ricordare ai Governi di tutto il Pianeta l’importanza di tutelare la libera informazione e di respingere ogni forma di propaganda, censura e minaccia verso chi ha scelto come lavoro quello di raccontare la verità.

La situazione in Italia tra autocensura e cause per diffamazione

Per quanto riguarda l’Italia, “la libertà di stampa - si legge nel rapporto presentato da Reporters Sans Frontières - continua ad essere minacciata dalla criminalità organizzata, in particolare nel sud del Paese, oltre che da vari gruppi estremisti violenti. Questi sono notevolmente aumentati durante la pandemia e continuano a ostacolare il lavoro dei professionisti dell'informazione, soprattutto durante le manifestazioni”.

Pur apprezzando il panorama mediatico italiano caratterizzato da “un'ampia gamma di media che garantiscono una diversità di opinioni”, il report avverte che i giornalisti italiani “a volte cedono alla tentazione di autocensurarsi, sia per conformarsi alla linea editoriale della propria testata giornalistica, sia per evitare una causa per diffamazione o altra forma di azione legale, sia per paura di rappresaglie da parte di gruppi estremisti o della criminalità organizzata”.

Tra gli altri limiti del giornalismo italiano, Reporters Sans Frontières evidenzia che “la paralisi legislativa sta frenando l'adozione di vari disegni di legge” tra cui quello sulla diffamazione deve ancora essere depenalizzata. E inoltre avverte: “a causa della crisi economica, i media nel loro complesso dipendono sempre più dagli introiti pubblicitari e dai sussidi statali, mentre anche la carta stampata sta affrontando un graduale calo delle vendite. Il risultato è una crescente precarietà che mina pericolosamente il giornalismo, il suo dinamismo e la sua autonomia”.

La situazione nel resto del mondo

Al di fuori dell’Italia, nel complesso la libertà dei media resta molto preoccupante. Il World Press Freedom Index ha rilevato uno sconcertante calo, con 31 Paesi ritenuti in una "situazione molto grave", un record negativo che non ha precedenti e che si raffronta con il dato di due anni fa, quando i paesi in “situazione molto grave” erano 21 paesi.

Disinformazione, propaganda e intelligenza artificiale rappresentano minacce crescenti per il giornalismo, avverte Reporter Sans Frontières, alle quali si aggiunge l’aumento dell'aggressività da parte dei governi autocratici, e anche di alcuni governi che sono considerati democratici.

Fare giornalismo è dunque sempre più complesso e l’Onu avverte: l’85% delle persone vive in paesi in cui la libertà dei media è diminuita negli ultimi cinque anni.

Ai primi posti della classifica si conferma la Norvegia, seguita dall'Irlanda che guadagna 4 posizioni e dalla Danimarca che perde 1 posizione mentre la Russia, che era già precipitata in classifica lo scorso anno dopo l’invasione dell’Ucraina, è scesa di altre nove posizioni: dalla 155esima alla 164esima.

Bonus una tantum edicole 2022: pubblicato elenco beneficiari

03 Maggio 2023

É stato pubblicato sul sito del Dipartimento dell’editoria e dell’informazione l’elenco dei soggetti aventi diritto al BONUS UNA TANTUM EDICOLE 2022 per le domande inviate tra il 15 febbraio e il 15 marzo 2023.

Tutti i beneficiari hanno ricevuto la somma di 2.000 euro.

Per consultare l’elenco dovete scaricare e salvare il file che trovate qui sotto in formato pdf.

Una volta aperto il file, dovete cliccare in alto sulla voce "Modifica" e selezionare dal menu a tendina il comando "Trova". Digitando la vostra Partita IVA, Codice Fiscale o Ragione Sociale potete verificare se siete tra i beneficiari.

Vendite quotidiani cartacei: il 2022 chiude a -10%

02 Maggio 2023

Prosegue inesorabile il calo delle vendite di quotidiani, che nel 2022 ha coinvolto anche le copie digitali. Un chiaro segnale, quest’ultimo, per editori e Governo: la transizione dal cartaceo al web di cui si parla da tempo si sta rivelando un processo più difficoltoso e lungo del previsto.

Come emerge dai dati dell’ultimo Osservatorio sulle comunicazioni dell’Agcom, l’anno scorso le vendite di quotidiani cartacei si sono attestate su una media giornaliera di 1,33 milioni, con un ulteriore decremento di quasi il 10% (-9,9%) rispetto al dato di 1,48 milioni di copie del 2021.

Dal 2018, anno in cui le vendite giornaliere erano in media poco sopra i 2 milioni giornalieri, il calo è stato del 36,4%. In pratica, in cinque anni le vendite di quotidiani cartacei si sono ridotte di circa un terzo: circostanza che ha contribuito in maniera considerevole all’impoverimento reddituale delle edicole e alla conseguente decisione di molte edicole di chiudere definitivamente i battenti.

Copie digitali a passo di gambero

A sorpresa, il 2022 ha consacrato anche la frenata dei quotidiani sfogliabili online. Sono state 210 mila in media le vendite di copie digitali giornaliere, il 6% in meno rispetto al 2021. In questo caso, però, il bilancio degli ultimi cinque anni resta positivo con un incremento complessivo del 12,5% rispetto al 2018, quando le copie erano pari a circa 190 mila unità giornaliere.

La copia digitale fatica dunque a sfondare, e questo nonostante gli abbonamenti a forte sconto messi in campo dagli editori per attrarre nuovi abbonati e nuovi lettori. E nonostante le difficoltà oggettive imposte dagli editori a coloro che intendono cancellare il proprio abbonamento.

Nel complesso, considerando sia le copie cartacee che quelle digitali, il 2022 è terminato in media con vendite giornaliere per 1,54 milioni di copie di quotidiani, il 9,4% in meno rispetto al corrispondente valore del 2021 e il 32,4% in meno rispetto ai corrispondenti livelli di vendita del 2018.

Quotidiani locali calano più di quelli nazionali

Altra novità emersa dai dati del 2022 è la flessione delle vendite di quotidiani locali più accentuata rispetto a quella dei quotidiani nazionali.

La stampa locale resta molto importante nel nostro Paese e dal 2020 in poi, ossia dall’avvento del Covid, le copie vendute superano, anche se di poco, quelle dei quotidiani nazionali.

L’anno scorso, però, le copie di quotidiani locali hanno segnato una battuta d’arresto del 9,8% rispetto al 2021 superiore in raffronto al calo dell’8,9% dei quotidiani nazionali.

Per quanto riguarda però l’intero periodo analizzato da Agcom (2018-2022), le vendite dei quotidiani nazionali si sono ridotte in misura superiore a quanto osservabile per quelli a diffusione locale: -35,7% contro -29,1%.

Le testate sportive resistono meglio

Tra i vari generi considerati da Agcom, nel 2022 le testate nazionali sportive sono quelle che presentano il calo minore di vendite di copie cartacee (grazie anche ai mondiali di calcio e agli altri importanti eventi sportivi): -2,9% rispetto all’anno precedente, contro il -11,9% dei quotidiani economici.

Per quanto riguarda invece i principali cinque quotidiani a diffusione nazionale considerati “generalisti” (in ordine di diffusione: Il Corriere della Sera, La Repubblica, La Stampa, L’Avvenire e Il Messaggero), lo scorso anno la flessione di copie cartacee è stata pari all’11,1% rispetto al 2021, mentre la flessione di copie in formato digitale è stata pari al 7,9%.

Appare inoltre opportuno osservare - precisa Agcom - come la distribuzione delle vendite di copie digitali appaia maggiormente concentrata rispetto a quella cartacea: le prime cinque testate del segmento digitale rappresentano il 59,4% delle copie complessivamente vendute nel 2022, mentre il corrispondente valore per la versione cartacea scende al 34,3%.

Gedi resta il principale gruppo editoriale

Relativamente al campione preso in considerazione da ADS-Accertamenti Diffusione Stampa, l’analisi di Agcom per gruppo editoriale vede, in termini di copie complessivamente vendute da inizio anno, GEDI quale principale gruppo editoriale (20,2%) grazie alle sue 11 testate tra cui La Repubblica e La Stampa, nonostante la flessione del 15,3% delle vendite sia stata la più marcata tra i diversi operatori presi in considerazione.

Al secondo posto si conferma Cairo/RCS (18,0%) che include Il Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport, seguita da Caltagirone Editore (Il Messaggero, Il Mattino e altre tre testate) e Monrif Group (Il Resto del Carlino, Il Giorno, La Nazione) rispettivamente con l’8,8 e l’8,2%. A distanza, Gruppo 24 Ore ( 4,7%) e Gruppo Amodei (4,2%).

Libertà di stampa, i passi indietro dell'Italia

28 Aprile 2023

Voluta dall’Unesco nel 1991, la giornata mondiale per la libertà di stampa si celebra ogni anno il 3 maggio. Un appuntamento importante per affermare il diritto universale della libertà di parola e di informazione, ma anche quello del pluralismo e dell’indipendenza dei media oltre al diritto di tutti i cittadini ad essere informati in maniera affidabile per mezzo di giornalisti liberi di svolgere il loro lavoro senza subire intimidazioni e minacce.

La situazione in Italia

Le ultime indicazioni arrivate dal Ministero degli Interni indicano che l’anno scorso i giornalisti italiani hanno subito 111 atti intimidatori, con una diminuzione del 52% rispetto ai 232 atti subiti nel 2021. Un trend che sembra essersi consolidato e che prosegue anche nel 2023: nei primi due mesi sono infatti stati 14 gli atti denunciati, la metà rispetto ai 28 dello stesso periodo del 2022.

Considerando che nel 2021 si era registrato un aumento dei casi del 42% e che nel 2020 gli atti intimidatori erano aumentati dell’87%, si potrebbe pensare di essere di fronte ad un’inversione di tendenza. Il Ministero però mette in guardia dai facili entusiasmi ammettendo che il calo potrebbe essere dovuto ad “una possibile tendenza alla diminuzione delle denunce da parte delle vittime”.

Per questo motivo, come ha sottolineato il Ministro Matteo Piantedosi nel presentare i dati, “rimane alta l’attenzione delle Istituzioni a difesa dell’attività dei giornalisti, per tutelare la funzione fondamentale svolta dal mondo dell’informazione” e viene confermato “il massimo impegno del Viminale a rafforzare le azioni sul fronte della prevenzione e della repressione di ogni minaccia o intimidazione subita dai giornalisti”.

Contesto preoccupante

Diversamente dal Viminale, i dati di Ossigeno per l’informazione, l’osservatorio non governativo sui giornalisti minacciati, fotografano una preoccupante crescita delle intimidazioni ai giornalisti.

I dati di Ossigeno fanno infatti riferimento a tipologie di intimidazioni e minacce più ampie rispetto a quelle prese in considerazione dal Viminale e comprendono anche le querele e le cause per diffamazione promosse in modo temerario e strumentale e le violazioni del diritto di informazione codificato dall’Articolo 10 della Convenzione europea dei diritti dell’Uomo (libertà di espressione).

Tenendo in considerazione questi dati, solo nei primi 9 mesi del 2022 sono stati rilevai da Ossigeno 173 episodi di intimidazioni e minacce nei confronti di 564 operatori dei media (giornalisti, blogger, video operatori).

Querele temerarie: a che punto siamo

Nel parlare di libertà di stampa non si può ignorare il fenomeno delle “querele temerarie”, ossia la pratica di portare in Tribunale con l’accusa di diffamazione a mezzo stampa quel giornalista che scrive verità “scomode”, chiedendogli risarcimenti economicamente insostenibili. Una pratica che, come sostiene Ossigeno, è aumentata anche nel corso del 2022 ed è “frutto di una legislazione anacronistica e ingiusta”.

Una recente sentenza emessa dal Tribunale di Spoleto lascia però sperare in un cambio di rotta. Dopo aver accertato i fatti, i giudici della città umbra hanno prosciolto il cronista dall’accusa di diffamazione e, per la prima volta, hanno agito d’ufficio indagando il querelante per calunnia, condannandolo a 1 anno e 4 mesi di reclusione (sospesa) e al pagamento di una provvisionale di 10 mila euro oltre ad altri risarcimenti.

“Un importante precedente a tutela dell’articolo 21 della Costituzione e del diritto dei cittadini a essere informati”, hanno commentato con soddisfazione la Federazione nazionale stampa italiana e Associazione stampa umbra. L’auspicio è che questa sentenza - che può essere definita storica - possa rappresentare un deterrente per tutti coloro che intendano in futuro ricorrere allo strumento della querela temeraria per intimorire i professionisti dell’informazione.

Libertà di stampa, Italia scende al 58esimo posto

In attesa del nuovo World Press Freedom Index che verrà diffuso il prossimo 3 maggio, prendiamo atto che nell’edizione 2022 della classifica che valuta il grado di libertà del giornalismo in 180 Paesi del mondo, l’Italia è scivolata al 58esimo posto, perdendo ben 17 posizioni rispetto al 41esimo posto occupato nelle edizioni 2020 e 2021.

Tra le principali motivazioni di questa caduta spunta l’autocensura: “i giornalisti - si legge nel report - a volte cedono alla tentazione di autocensurarsi, o per conformarsi alla linea editoriale della propria testata giornalistica, o per evitare una denuncia per diffamazione o altre forme di azione legale”.

Si tratta di una brusca inversione di direzione per l’Italia: dal 2016 in poi il nostro Paese aveva compiuto un salto in avanti balzando dal 77esimo posto fino alla 41esima posizione nel 2021.

Le iniziative per celebrare il 3 maggio

Tante le manifestazioni varate per celebrare la giornata per la libertà di stampa.

Libertà di stampa, mai abbassare la guardia è il titolo dell'evento in programma mercoledì 3 maggio dalle 10:30 nella Sala del Consiglio del Comune di Conselice (via Garibaldi, 14), nel ravennate. Un seminario per i giornalisti, ma aperto al pubblico, ricco di testimonianze con la partecipazione, tra gli altri, della segretaria generale Fnsi, Alessandra Costante, e del presidente dell'Osservatorio sulla libertà di stampa, Paolo Berizzi.

Il 3 maggio, in occasione della Giornata mondiale per la libertà di stampa, l’Ordine dei Giornalisti della Lombardia organizza invece due corsi sul tema alla Fondazione Stelline di Milano. Il primo corso ha per titolo Mafie, enti locali e libertà giornalistica ed è dedicato al fenomeno dell’infiltrazione mafiosa in Lombardia, ai condizionamenti nei confronti degli amministratori locali e nei riguardi di chi fa informazione.

Il secondo corso ha per titolo Minacce alla libertà giornalistica: diffamazione e Slapp (Strategic Lawsuit Against Public Participation) e tratta della diffamazione e delle querele “temerarie” che minacciano e condizionano l’attività giornalistica. Il corso è anche l’occasione per approfondire il documento approvato il 29 marzo dal Consiglio nazionale dell’Ordine (Cnog) in cui si invita il legislatore ad adeguare la normativa nazionale in materia di diffamazione a mezzo stampa eliminando la previsione del carcere e riducendo le sanzioni pecuniarie che costituiscono una ingiustificata limitazione alla libertà di stampa, in linea con quanto sancito dalla Corte Costituzionale e dalla Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu).

Diffondere un'informazione pluralistica nelle scuole

27 Aprile 2023

Diffondere un’informazione pluralistica nelle scuole e avvicinare i giovani alla lettura dei giornali. E’ con questo duplice intento che il sottosegretario all’editoria Alberto Barachini ha avviato “una campagna di sensibilizzazione rivolta alle scuole secondarie di secondo grado affinché colgano l’opportunità di accedere ai contributi previsti dalla legge per abbonarsi a quotidiani, periodici e riviste scientifiche e di settore”, così come previsto dalle misure previste dalla legge 160 del 2019.

In base a tale legge viene riconosciuto un contributo a favore delle istituzioni scolastiche, statali e paritarie, di ogni ordine e grado, fino al 90 per cento della spesa sostenuta per l’acquisto di abbonamenti a periodici e riviste scientifiche e di settore. per il 2022 la dotazione finanziaria è stata pari a 2 milioni di euro.

La campagna ha preso il via oggi con una lectio magistralis del direttore di Limes, Lucio Caracciolo, al liceo Torquato Tasso di Roma, alla quale ha partecipato anche il senatore Barachini. E’ prevista una seconda tappa al Liceo Parini di Milano il 15 maggio dove si parlerà di Intelligenza Artificiale.

Limes è stata la prima rivista periodica a raccogliere l’invito del Dipartimento dell’informazione. “Ci auguriamo - è l’auspicio espresso dal Sottosegretario Barachini - che presto altri protagonisti dell'informazione italiana aderiscano alla nostra campagna di sensibilizzazione”.

“La Scuola è un luogo di confronto e un luogo spesso di scontro tra le idee ma quello scontro positivo che nasce dal difendere le proprie opinioni sulla base di elementi il più possibile concreti”, ha affermato Barachini parlando agli studenti del quinto anno e sottolinenado l'importanza di avere a disposizione gli strumenti giunti per poterlo fare.

Complimenti ad Antonio Besacchi, neo Presidente Ascom Varese

21 Aprile 2023

Antonio Besacchi è stato nominato all’unanimità Presidente di Confcommercio Ascom Varese: a lui vanno i più sinceri complimenti da parte di tutto lo SNAG.

Dal 1982 Besacchi (nella foto quarto da sinistra) è Presidente provinciale dello SNAG, l'Associazione dei giornalai aderente a Confcommercio, oltre ad aver avuto un ruolo importante nella storia dell’Associazione commercianti varesina, nella quale è entrato nel 1974 e per la quale ha ricoperto vari ruoli, ultimo in ordine di tempo quello di Vicepresidente vicario.

"Rilancio del commercio e dei centri storici. Presenza sui tavoli tecnici in materia urbanistica. Riaffermazione delle “castellanze” e massimo coinvolgimento dei settanta Comuni compresi nell’area di competenza di Ascom Varese" sono tra i principali obiettivi del suo mandato, oltre alla questione viabilità e posteggi.

Besacchi, che è titolare di un bar-tabacchi-giornali a Ghirla, prende il posto di Giorgio Angelucci (confermato all’interno dell’esecutivo), storico numero uno dell’Ascom Varese, che resterà al suo fianco nell'ambito di una nuova presidenza "all’insegna della continuità", come ha dichiarato il neoeletto Presidente.

 

 

Barachini rassicura sul decreto di assegnazione del Fondo Straordinario

21 Aprile 2023

Nell’ultima riunione del Consiglio Generale Fieg, il Presidente Andrea Riffeser Monti ha riferito di avere ricevuto rassicurazioni dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alberto Barachini, sui tempi e sulle modalità di emanazione del decreto di assegnazione delle risorse del Fondo Straordinario per gli interventi di sostegno all’editoria per il 2023 e che il provvedimento arriverà in tempi rapidi compatibilmente con la procedura di concertazione prevista.

Una rassicurazione importante che ridimensiona le preoccupazioni degli editori per il ritardo del Decreto, che doveva essere emanato entro il 31 marzo scorso, e per la relativa ripartizione delle risorse, una parte delle quali dovrebbe anche quest’anno essere destinata alle edicole.

Una parte del Fondo 2022 dirottata alla rete di vendita

Ricordiamo che una parte del Fondo Straordinario per l’Editoria stanziato per il 2022 era stata dirottata alla rete di vendita. In particolare, erano stati indirizzati 15 milioni di euro attraverso il Bonus edicole 2022 (le richieste dovevano essere inoltrate dal 15 febbraio al 15 marzo 2023).

Tornando alla riunione del Consiglio Generale della Fieg, una nota precisa che “gli editori prendono atto che il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ha più volte affermato, sin dalla sua nomina sei mesi fa, la necessità di reperire risorse significative per interventi per l’evoluzione ed il sostegno del settore per il triennio 2024-2026”.

Oltre al Fondo Straordinario, attese anche le risorse del PNRR

A sostegno del settore editoria non ci sono infatti solo le risorse del Fondo Straordinario. Il settore dovrebbe rientrare tra i destinatari di una parte dei fondi del PNRR.

Qualche settimana fa il Presidente della FIEG aveva espresso apprezzamento per le parole del Sottosegretario Barachini che, su sollecitazione del Presidente della Commissione Cultura della Camera Federico Mollicone (FdI), aveva chiarito che si “è avviato un percorso di verifica su una seconda fase di applicazione del PNRR, che preveda delle riforme a tutela del mercato editoriale e dell’industria culturale italiana. L’introduzione di tali norme del PNRR permetterebbe di rendere più efficace il sostegno del Dipartimento nei confronti del settore editoriale”.

Editoria tra taglio costi e rischi per sviluppo non controllato dell'IA

Un sostegno di cui il comparto ha urgente bisogno. "La grave crisi, sia in ambito nazionale sia in ambito internazionale, ha determinato la necessità di drastici interventi di riduzione dei costi, in particolare del lavoro, che possono essere attenuati dalle misure che prevedono liquidità necessaria per la sostenibilità delle imprese", dicono gli editori in una nota.

Il Consiglio Generale dela Fieg ha, infine, manifestato preoccupazione "per i rischi legati allo sviluppo incontrollato e non regolamentato dei sistemi di intelligenza artificiale generativa, in particolare sotto il profilo del loro impatto sulla produzione e lo sfruttamento dei contenuti protetti, nonché in relazione alla possibile diffusione di informazioni false, auspicando la massima attenzione possibile da parte delle istituzioni nazionali e internazionali".


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