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Si aggrava crisi Editoria. FIEG chiede ulteriori interventi di sostegno

24 Febbraio 2022

La FIEG esprime preoccupazione “per il permanere della crisi” del settore editoriale, “ulteriormente aggravata dall’incremento del prezzo della carta e dell’energia, per alcune voci più che raddoppiate, e da un andamento del mercato pubblicitario che stenta a recuperare il crollo registrato a seguito della crisi pandemica”.

Al termine del Consiglio Generale che si è riunito il 23 febbraio, in una nota gli editori chiedono un rafforzamento degli interventi di sostegno al settore e di accelerarne l’attuazione. In particolare, “sottolineano la necessità di ulteriori risorse, considerato che quelle stanziate saranno erose dai costi crescenti di carta ed energia”.

Gli editori prendono “atto con soddisfazione degli interventi già previsti per il settore dal Governo e dal Parlamento, nel confermare il loro impegno a garantire ai cittadini una informazione responsabile e corretta, svolgendo così un importante servizio di interesse pubblico”, ma allo stesso tempo “auspicano il rafforzamento delle misure di sostegno pubblico e la loro rapida attuazione”.

Il motivo è evidente: “in questa situazione di grave aumento dei costi di produzione, gli editori rilevano la difficoltà di mantenere i programmati investimenti per la transizione e lo sviluppo digitale e per la produzione d’informazione di qualità con le professionalità adatte”.

Pertanto “sottolineano la necessità di ulteriori risorse, considerato che quelle stanziate saranno erose dai costi crescenti di carta ed energia”.

Edicole da reinventare

22 Febbraio 2022

Le edicole hanno un unico modo per contrastare il continuo calo delle vendite di quotidiani e periodici, quello di diversificare la loro attività aprendosi a nuovi servizi per i cittadini e a nuove attività. In altre parole, devono reinventarsi.

Questo il tema conduttore di un articolo che giovedì 17 febbraio La Prealpina ha dedicato al mondo delle edicole intervistando il Presidente SNAG di Busto Arsizio e Valle Olona, Maria Rosa Naso (nella foto in alto), che, insieme al marito Alessandro Tagliabue, ha raccolto il testimone del mitico suocero Peppino, portando avanti l’edicola di famiglia e anche l’impegno nel sindacato.

Oggi tutte le edicole “cercano servizi per guadagnare qualcosa in più. Certo, bisogna essere all’avanguardia, anche a livello informatico. Non tutti lo sono. Ora per gestire quotidiani e settimanali devi avere un computer, la spunta a mano è impossibile. Devi essere veloce”, afferma Maria Rosa Naso.

Tra i nuovi servizi c’è la possibilità di stampare certificati in edicola grazie ad un accordo con l’Anagrafe comunale. Una sfida che a Busto Arsizio hanno raccolto nove edicole sulle 21 rimaste: di recente sono scomparsi due chioschi in città e altri cinque resistono.

Un giornale comunità che parla ai giovani

21 Febbraio 2022

“Un giornale che torna a esistere ha un sentore d’alba nel crepuscolo della carta stampata che accompagna la scia del post-Novecento”. Così il direttore de La Gazzetta del Mezzogiorno, Oscar Iarussi (nella foto in alto), saluta il ritorno in edicola del quotidiano, sabato 19 febbraio, dopo quasi sette mesi di assenza forzata.

“La «Gazzetta» - prosegue Iarussi, chiamato a dirigere il quotidiano dallo scorso novembre - proverà a essere un laboratorio di esercizi di realtà, privo sia della retorica delle «eccellenze meridionali» sia della nostalgia di un’arcadia fatta di sole e mare, rappresentazione speculare a quella del Sud come insanabile terra criminale. Le cronache, le inchieste, le storie e le analisi di approfondimento saranno affiancate da opinioni nitide e se necessario controcorrente”.

Non solo raccontare la realtà. L’altra sfida de La Gazzetta del Mezzogiorno “si chiama «comunità». Contribuire a formare una comunità di Lettori, giorno dopo giorno, nella complessità del lavoro di un quotidiano cartaceo e digitale, corrisponde al tentativo di irrobustire la trama fra istituzioni, cittadini, imprese, università, scuole, associazioni”, assicura il nuovo direttore.

Il terzo perno sono proprio i giovani. “Sappiamo tutti che chi ha meno di 40 anni legge poco o non legge”. Per questo, spiegava Iarussi in una recente intervista al sito Professione Reporter, La Gazzetta del Mezzogiorno punterà “moltissimo sul tentativo di concepire una comunità intorno alla testata con iniziative identitarie collaterali, appena sarà possibile farle. Con incontri, dibattiti, attività formative, prestando una fortissima attenzione alle scuole. Di questo ho fatto un punto qualificante del piano editoriale, che gli editori hanno accettato. Punteremo sulle scuole per fare molte attività non appena sarà possibile: in questo momento, purtroppo, nelle scuole non si può ancora entrare. Faremo poi delle attività esterne con associazioni di categoria, del volontariato”.

Verità e Affari, a marzo debutta il nuovo quotidiano economico di Belpietro

17 Febbraio 2022

In un mercato della carta stampata dominato da una costante contrazione delle copie vendute, spicca il balzo in avanti de La Verità, forse l’unico quotidiano che nel 2021 è riuscito a muoversi in controtendenza, guadagnando mese dopo mese nuovi lettori in edicola anziché perderli.

Un vantaggio che il fondatore e direttore, Maurizio Belpietro (foto in alto), intende giustamente cavalcare lanciando un nuovo quotidiano economico-finanziario. Le voci circolavano da un po’ e ora è arrivata la conferma. A marzo debutterà in edicola Verità e Affari.

A dirigere il nuovo quotidiano sarà Franco Bechis (già direttore di Milano Finanza e Italia Oggi), che lascia la direzione de Il Tempo per passare al nuovo incarico. La raccolta pubblicitaria, invece, dovrebbe rimanere “in casa” ed essere affidata alla concessionaria guidata da Stefano Fraschetti, Opq, che già si occupa della raccolta per le altre testate che fanno capo a Belpietro.

Con questa nuova iniziativa Belpietro consolida la galassia editoriale che fa capo alla SEI, la holding di cui il giornalista controlla oltre il 70% dopo che lo scorso anno ha rilevato la partecipazione dell’ex amministratore delegato Enrico Scio. Grazie al successo de La Verità - che in poco tempo è riuscita a erodere quote a Libero e a Il Giornale - SEI ha chiuso il 2021 con ricavi pari a 25 milioni di euro e una raccolta pubblicitaria di 5 milioni. E il 2022 promette ancora meglio considerando la recente acquisizione di Donna Moderna e CasaFacile e il lancio del nuovo quotidiano economico-finanziario.

Approfittando della fase di debolezza della carta stampata, nell'arco di pochi anni Belpietro ha saputo dare vita a un nuovo gruppo editoriale diversificato e in espansione che ruota attorno a La Verità. Il primo passo è stata l’acquisizione, nel 2018, del settimanale Panorama dalla Mondadori. L’anno successivo ha rivelato, sempre dal gruppo di Segrate, Sale e Pepe, Cucina Moderna, Confidenze, TuStyle e Starbene. L’anno scorso, infine, è stata la volta di Donna Moderna e CasaFacile, rilevate sempre dal gruppo Mondadori che ha deciso di uscire dal settore magazine per orientare sui libri il proprio core business.

Nel frattempo La Verità si è fatta largo tra i lettori di centro-destra, riuscendo a surclassare Libero e ad insidiare la supremazia de Il Giornale. Secondo gli ultimi dati ADS, a dicembre La Verità ha venduto in edicola 27.500 copie, molte di più rispetto alle 19.190 copie di Liberoavvicinandosi sempre più alle 31.547 copie de Il Giornale. 

Padova, un bando a sostegno delle piccole attività di vicinato

16 Febbraio 2022

Il Comune di Padova ha messo a disposizione un bando per l’assegnazione di contributi a sostegno delle piccole attività di vicinato per il miglioramento del decoro urbano esterno. Le domande possono essere inviate fino alle ore 19:00 del 28 febbraio 2022.

QUI è possibile trovare tutta la documentazione necessaria per partecipare al bando e i contatti utili. 

Obiettivi del bando

Il bando prevede contributi a fondo perduto per un ammontare di 600.000 euro messi a disposizione per sistemare o rifare insegne, targhe, tende, illuminazione vetrine, serrande, arredi esterni e simili, al fine di determinare un abbellimento della pubblica via.

Possono presentare domanda le micro e piccole imprese che abbiano sede operativa oggetto dell’intervento nel Comune di Padova. Possono partecipare anche gli operatori su area pubblica purché titolari di una concessione in corso di validità rilasciata dal Comune di Padova.

I contributi sono concessi per spese relative ad acquisti regolarmente fatturati a partire dal 1° gennaio 2022 fino al 31 luglio 2022. I contributi hanno un importo unitario minimo di 1.000 euro e massimo di euro 5.000 euro. La spesa minima per cui chiedere il contributo è di 2.000 euro esente IVA e quella massima di 10.000 euro o più esente IVA. 

Spese ammissibili

Nello specifico, il contributo può essere chiesto per i seguenti interventi inerenti il miglioramento del decoro urbano esterno dell’attività che determinano quali:
-Insegne e targhe di esercizio conformi ai regolamenti sulla pubblicità del Comune di Padova
-Tende parasole di copertura delle vetrine
-Illuminazione esterna delle vetrine dell’esercizio e/o spazio antistante
-Serrande e saracinesche dell’attività sull’esterno
-Arredi esterni per l’occupazione dell’area pubblica conformi al “Regolamento per l’arredo urbano e il decoro della città di Padova”
-Banchi, tende e coperture per lo svolgimento dell’attività di commercio in area pubblica conformi ai regolamenti del commercio in area pubblica
-Chioschi autorizzati dal Comune di Padova per attività di somministrazione di alimenti e bevande, vendita al dettaglio o rivendita di giornali e riviste

Modalità per partecipare al bando

La ricezione delle domande e la gestione di istruttoria e concessione del contributo vengono gestiti dalla Camera di Commercio di Padova, su delega e con la collaborazione del Comune di Padova.
Il bando sarà accessibile sulla piattaforma Web Telemaco a partire dalle ore 09:30 del 7 febbraio 2022 solo per consentire la precompilazione delle pratiche e il caricamento degli allegati. Mentre le domande potranno essere inviate SOLO a partire dalle 9:30 del 15 febbraio 2022 fino alle 19:00 del 28 febbraio 2022.

La Camera di Commercio si riserva la facoltà di chiudere anticipatamente i termini di presentazione delle domande, in caso di esaurimento delle risorse disponibili. Della chiusura anticipata verrà data comunicazione nel sito camerale. Saranno automaticamente escluse le domande inviate prima e dopo tali termini. Non saranno considerate ammissibili altre modalità di trasmissione delle domande di ammissione al contributo.

Modalità di assegnazione del contributo

È prevista una procedura valutativa a sportello (di cui all’art. 5 comma 3 del D.lgs. 31 marzo 1998, n. 123) secondo l’ordine cronologico di presentazione delle domande.

Contatti

Per informazioni e problemi tecnici di registrazione e caricamento delle domande contattare il numero 049 2015215 della società Infocamere s.c.p.a.

Per altre informazioni è possibile contattare:

Servizio Promozione e progetti di sviluppo del territorio
Camera di Commercio di Padova
e-mail: promozione@pd.camcom.it
tel: 049 8208268
PEC: promozione@pd.legalmail.camcom.it

Chiude l'unica edicola di Roccanova (PZ). Lo sfogo del consigliere regionale Leggieri

15 Febbraio 2022

I 15.000 abitanti del paesino in provincia di Potenza (foto in alto) restano senza una rivendita di giornali: perdono un luogo di aggregazione e un servizio di prossimità. Qui di seguito riportiamo la preoccupazione del Consigliere regionale della Basilicata, Gianni Leggieri.


Le edicole sono luogo di pluralismo e di sviluppo del civismo

Se è vero che in Italia, e soprattutto al Sud, i giornali cartacei hanno subito una drastica riduzione delle vendite negli ultimi quindici anni, è pur vero che tante edicole chiudono i battenti. Una crisi che non riguarda, quindi, solo il settore editoriale (giornali, riviste e libri) ma anche le edicole.

Secondo i dati forniti dal Sindacato nazionale autonomo giornalai (Snag), nel primo semestre del 2020 più di 14.000 edicole hanno chiuso e, tra queste, quelle più in difficoltà risultano essere quelle a conduzione familiare. Sempre secondo dati Snag, in Basilicata, negli ultimi quindici anni, chiuse il 45% delle edicole.
Presidi locali di tipo sociale e culturale che scompaiono per sempre. Ed è quello che è accaduto in un paesino della provincia di Potenza, Roccanova, dove il titolare di un’edicola storica aperta nel 1918 ha dovuto ‘abbassare definitamente la saracinesca’. In un paesino di poco più di quindicimila abitanti, dove un’intera comunità si trova senza uno ‘spazio partecipato’ e un ‘servizio di prossimità’, tagliata fuori dalla realtà e da quello che accade nella loro regione. All’interno di un quartiere o di un borgo, come è quello di Roccanova, un’edicola riveste un valore simbolico e culturale, ha la capacità di ‘tessere nuove reti’ di relazioni tra le persone, di proporsi come luogo di aggregazione: un’occasione per discutere di politica o dei problemi di quel centro abitato.

E l’edicola storica di Roccanova, presente sul territorio da oltre un secolo, ha certamente avuto una funzione sociale che gli è storicamente riconosciuta all’interno del piccolo centro lucano. Penso anche alla storica edicola di piazza Giustino Fortunato, a Rionero In Vulture, che, dopo quasi un secolo, ha chiuso i battenti poco prima della pandemia. È proprio vero che quando si chiude un’edicola va in crisi tutto quel sistema di reti di relazioni all’interno di un quartiere. Un’edicola che chiude non rappresenta solo la cessazione di un servizio ma anche la perdita di un luogo di interazione sociale e di relazioni di vicinato, di un luogo simbolo dell’informazione, della cultura e della socialità.

Sicuramente le abitudini dei lettori italiani e di quelli lucani sono mutate: si tende per una informazione digitale; occorre, pertanto, prendere atto del cambiamento delle abitudini di fruizione dell’informazione e ragionare sulle possibili soluzioni da adottare per salvaguardare le edicole dalla loro chiusura e contrastarne il declino, mettendo in atto misure ad hoc per evitare ulteriori danni. Considerare, ad esempio, anche forme di sostegno per coloro che, nel periodo dell’emergenza e mettendo a rischio la propria salute, hanno garantito ogni giorno il diritto all’informazione dei cittadini.

In questo contesto in cui, per tristi vicende locali, il giornalismo e il diritto di informazione sono messi a dura prova, auspico che gli interventi che la Regione Basilicata, in materia di sostegno alle imprese editoriali, sta approntando sortiscano effetti positivi anche per le edicole e per gli edicolanti. A questi ultimi va tutta la mia riconoscenza per il loro lavoro instancabile e appassionato.

Gianni Leggieri Consigliere regionale M5s Basilicata

Due giornali al prezzo di uno: un successo annunciato

15 Febbraio 2022

Unire le forze per sopravvivere alla crisi dell’editoria, anche se questo significa sacrificare un pezzettino di pluralismo dell’informazione. Lo hanno fatto qualche settimana fa uno storico giornale locale, La Voce di Rovigo, e QN-Il Resto del Carlino, uno dei quotidiani di punta del gruppo Riffeser.

I due giornali restano totalmente indipendenti e la loro unione avviene solo nelle edicole della provincia di Rovigo, Cavarzere e Chioggia, dove da un paio di settimane vengono obbligatoriamente venduti in abbinamento. Grazie ad un inedito accordo tra i due editori, dal primo febbraio i lettori che acquistano La Voce di Rovigo ricevono anche QN-Il Resto del Carlino al prezzo di 1,50 euro (30 centesimi in più rispetto al costo di 1,20 euro del quotidiano locale). E viceversa. Chi acquista QN-Il Resto del Carlino riceve, al solito prezzo di 1,50 euro, anche La Voce di Rovigo.

A prima vista si direbbe un matrimonio ben riuscito, da cui entrambe le parti escono rafforzate. E, soprattutto, in grado di portare vantaggi ai lettori. Non solo perché possono contare su due quotidiani al costo di uno, ma soprattutto perché possono avvalersi di un’informazione più ampia, completa e di qualità che spazia dalla cronaca locale ai grandi temi nazionali e internazionali.

L’accordo per l’abbinamento in edicola nasce dopo la decisione de Il Resto del Carlino di chiudere la sua edizione locale di Rovigo, presente da decenni nella zona del Polesine. Una decisione non indolore. Il pluralismo dell’informazione perde infatti un tassello, senza contare la perdita del lavoro per chi lavorava all’edizione locale di Rovigo. Da qui la nascita dell’unione con il giornale locale La Voce di Rovigo per una distribuzione in abbinamento obbligatorio.

Per una strana coincidenza, questo accordo tra un giornale nazionale e un giornale locale vede protagonisti due editori che sono anche ai vertici delle rispettive associazioni degli Editori. Andrea Riffeser Monti, a cui fa capo QN-Il Resto del Carlino, è presidente della FIEG-Federazione Italiana Editori Giornali. Dall’altra parte c’è Samuele Bertuccio, Direttore Generale della cooperativa Editoriale La Voce che edita La Voce di Rovigo, e anche Vice Presidente della FILE, la Federazione Italiana Liberi Editori che raggruppa i piccoli editori di giornali locali. Due editori sempre alla ricerca di nuovi modi per dare ossigeno e dignità alla carta stampata e dare un futuro sostenibile al mondo dell'informazione.

In scadenza il bando per le imprese storiche della Regione Lombardia

15 Febbraio 2022

Ancora pochi giorni prima della scadenza - alle ore 16:00 del 28 febbraio 2022 - del bando “Imprese storiche verso il futuro 2022” proposto dalla Regione Lombardia e Unioncamere per sostenere le attività storiche e di tradizione che investono per:
• ricambio generazionale e trasmissione di impresa
• riqualificazione dell’unità locale di svolgimento dell’attività
• restauro e conservazione
• innovazione

Per scaricare e consultare il bando e le FAQ: Bando Imprese storiche verso il futuro

Chi può partecipare

Il bando si rivolge a Micro, Piccole e Medie Imprese (MPMI) iscritte nell’elenco regionale delle attività storiche e di tradizione di cui all’articolo 148 ter della legge regionale 6/2010: negozi storici, locali storici e botteghe artigiane storiche.

Il bando mette a disposizione 4 milioni di euro, di cui:
• 3 milioni di euro a favore delle imprese del commercio
• 1 milione di euro a favore delle imprese dell’artigianato.

È previsto un contributo a fondo perduto pari al 50% delle spese considerate ammissibili, fino a un importo massimo pari a 30.000 euro. L’investimento minimo è di 5.000 euro.

Il contributo è concesso a fronte di un budget di spesa liberamente composto da spese in conto capitale e spese di parte corrente, con un minimo di spese in conto capitale pari al 50% del totale.

Come partecipare

Le domande devono essere presentate esclusivamente in modalità telematica con firma digitale sul sito http://webtelemaco.infocamere.it dalle ore 10:00 del 15 dicembre 2021 alle ore 16:00 del 28 febbraio 2022.

Le domande saranno selezionate tramite procedura valutativa a graduatoria.

Da lunedì anche La Stampa aumenta il prezzo a 1,70 euro

11 Febbraio 2022

Come era facile immaginare, il 2022 è iniziato con prezzi dei giornali in aumento. Il gruppo Gedi è stato tra i primi a muoversi ed è assai probabile che non sarà né l’unico né l’ultimo.

I rincari del costo della carta e dell’energia, uniti alle difficoltà di approvvigionamento della cellulosa, stanno mettendo in ginocchio l’intera industria editoriale. In settimana si sono mosse la Federazione Carta Grafica, l'Associazione Italiana Editori (Aie) e l'Associazione Nazionale Editoria di Settore (Anes). Insieme hanno lanciato un allarme sulla tenuta della filiera editoriale annunciando possibili ripercussioni sui tempi di consegna e sui prezzi al pubblico delle pubblicazioni, chiedendo al Governo un intervento urgente attraverso un credito d'imposta sull'acquisto della carta.

D'altronde, di fronte a costi di produzione sempre più alti che comprimono i già esigui margini, a volte non resta altro che scaricare in avanti la maggiorazione sul consumatore finale. Ed è quello che hanno iniziato a fare gli editori di giornali.

Tra i grandi quotidiani, si diceva, il primo a muoversi è stata La Repubblica, che già dallo scorso 1° gennaio 2022 ha deciso di innalzare da 2,50 a 3,00 euro il prezzo del quotidiano nel fine settimana, quando esce in abbinamento obbligatorio con D e Robinson il sabato e con L’Espresso la domenica.

Una decisione presa senza alcun preavviso e alcuna spiegazione ai lettori: una modalità su cui anche il direttore Maurizio Molinari ha fatto autocritica. Per questo, l’errore non è stato più commesso quando il gruppo Gedi ha deciso di aumentare il prezzo del quotidiano delle edizioni durante la settimana. Da lunedì 7 febbraio, infatti, acquistare La Repubblica in edicola costa 1,70 euro, 20 centesimi in più rispetto agli 1,50 euro pagati in precedenza. Il venerdì, invece, quando il quotidiano esce con il supplemento obbligatorio il Venerdì, il costo è di 2,50 euro.

“È una decisione – ha spiegato il gruppo anticipando la notizia - su cui abbiamo riflettuto a lungo, che arriva a distanza di 6 anni dall'ultimo aumento del prezzo di Repubblica, e che è figlia del macroscopico aumento dei costi dell'energia e della carta, entrambi fattori essenziali della produzione e distribuzione di un quotidiano. Un giornale con i conti in equilibrio è un giornale libero e in grado di garantire un'informazione di qualità. Chiedervi dunque questo piccolo sforzo quotidiano aggiuntivo significa per noi rinnovare con voi quel patto di fiducia e lealtà che ci lega dal 1976 e che ogni giorno ci impegniamo ad onorare”.

Esattamente una settimana dopo La Repubblica, tocca all’altro quotidiano targato Gedi: La Stampa ha annunciato che da lunedì 14 febbraio aumenterà il prezzo del giornale da 1,50 a 1,70 euro. Il sabato e la domenica, quando il quotidiano esce rispettivamente con Tuttolibri e con Specchio, il prezzo sarà invece di 2,00 euro.

Per ora i rincari riguardano solo le testate nazionali del gruppo Gedi. Per il Secolo XIX e gli altri quotidiani locali non sono state al momento annunciate variazioni di prezzo, che non sono comunque da escludere. Come non è da escludere che altri editori decidano di adeguare il prezzo di copertina, come ha ad esempio già fatto il gruppo Panini.

Vale la pena ricordare che l'aumento del prezzo di copertina si traduce automaticamente in un aumento della quota che l'editore riconosce alle rivendite. Bisognerà però quantificare l’impatto che l'aumento del prezzo di copertina avrà sulla domanda finale. Chi vuole un’informazione di qualità sarà disposto a pagare 20 centesimi in più al giorno per il quotidiano? Forse sì, considerando il particolare periodo storico in cui stiamo vivendo e il proliferare di fake news a cui stiamo assistendo. Questo è quello che ci auguriamo, ben consapevoli di un pericolo: quello che l'aumento del prezzo del quotidiano cartaceo possa avvicinare un numero crescente di lettori verso le edizioni digitali.

Allarme rincari carta e energia. A rischio la tenuta del settore editoriale

10 Febbraio 2022

La Federazione Carta e Grafica, insieme a AIE (Associazione Italiana Editori) e ANES (Associazione Nazionale Editoria di Settore) esprimono in un comunicato stampa congiunto (di seguito il testo integrale) preoccupazione per la tenuta del settore editoriale, fortemente minacciato dal rincaro della carta e dell'energia che dura ormai da diversi mesi. Per questo motivo, le tre associazioni chiedono al Governo la possibilità di poter usufruire di un credito d'imposta per l'acquisto della carta.

La forte impennata dei costi delle materie prime e dell’energia mette a dura prova la tenuta della filiera editoriale: si rischiano una minore offerta di libri e riviste, ritardi nelle consegne, possibili aumenti dei prezzi per il pubblico dei lettori, gravi problemi per l’editoria scolastica.

Appello al Governo per un credito d’imposta per acquisto carta

L’allarme è lanciato congiuntamente dall’Associazione Italiana Editori (AIE), dall’Associazione Nazionale Editoria di Settore (ANES) e dalla Federazione Carta e Grafica che, di fronte alla grave emergenza, chiedono al Governo un credito di imposta sull’acquisto di carta grafica per fini editoriali. Una misura urgente a favore della sostenibilità dell’industria editoriale e necessaria per contribuire alla resilienza della filiera, di primaria importanza per il Paese e già faticosamente impegnata a gestire le delicate sfide del mercato.

Oltre al caro prezzi peesano le difficoltà a reperire la carta

“I rincari energetici stanno già mettendo a rischio di stop alcuni segmenti produttivi come quello delle riviste stampate in rotocalco. Ma per tutti i settori della stampa editoriale e commerciale l’incremento del costo della carta ha assunto dimensioni tali da erodere ogni marginalità, date le ovvie difficoltà a trasferire a valle tali rincari. A questo scenario si aggiungono le problematiche legate a una scarsa reperibilità della materia prima, anche a causa del processo in atto di riconversione della produzione verso le carte per imballaggi”, afferma Emanuele Bona, Presidente di Federazione Carta Grafica.

Soffre l'industria del libro. Editoria scolastica la più colpita

“Dopo due anni molto positivi, l’emergenza carta pesa come una grave minaccia sul mondo del libro – afferma Ricardo Franco Levi, Presidente di AIE –. Gli insopportabili aumenti del prezzo schiacciano i margini di tutti gli editori traducendosi per quelli di varia (saggi e romanzi) nel rischio di aumenti di prezzo di copertina, una strada che non è nemmeno percorribile per gli editori scolastici soggetti a tetti di spesa imposti per legge. Agli aumenti del prezzo si aggiungono le difficoltà di approvvigionamento che rendono ancora più difficile programmare la produzione e assicurare una puntuale distribuzione. Di nuovo, con una particolare attenzione per l’editoria scolastica impegnata a garantire alla scuola e alle famiglie la disponibilità dei libri di testo nelle scadenze legate al calendario dell’anno scolastico”.

In difficoltà anche il comparto della comunicazione tecnica e scientifica

“L’energia e le materie prime rappresentano il cuore della produttività - afferma Ivo Alfonso Nardella, Presidente di ANES - L’aumento di energia e carta mette in seria difficoltà anche il comparto della comunicazione tecnica scientifica e più in generale di settore. Diminuire o peggio interrompere il flusso di informazioni e aggiornamento professionale nuoce gravemente al tessuto industriale e professionale italiano che sta iniziando a riprendersi. Tagliare la cultura significa creare un danno alla produzione interna che ha sempre più bisogno di aggiornamento per affrontare le sfide che questa epoca di transizioni ci impone”.


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