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Da lunedì anche La Stampa aumenta il prezzo a 1,70 euro

11 Febbraio 2022

Come era facile immaginare, il 2022 è iniziato con prezzi dei giornali in aumento. Il gruppo Gedi è stato tra i primi a muoversi ed è assai probabile che non sarà né l’unico né l’ultimo.

I rincari del costo della carta e dell’energia, uniti alle difficoltà di approvvigionamento della cellulosa, stanno mettendo in ginocchio l’intera industria editoriale. In settimana si sono mosse la Federazione Carta Grafica, l'Associazione Italiana Editori (Aie) e l'Associazione Nazionale Editoria di Settore (Anes). Insieme hanno lanciato un allarme sulla tenuta della filiera editoriale annunciando possibili ripercussioni sui tempi di consegna e sui prezzi al pubblico delle pubblicazioni, chiedendo al Governo un intervento urgente attraverso un credito d'imposta sull'acquisto della carta.

D'altronde, di fronte a costi di produzione sempre più alti che comprimono i già esigui margini, a volte non resta altro che scaricare in avanti la maggiorazione sul consumatore finale. Ed è quello che hanno iniziato a fare gli editori di giornali.

Tra i grandi quotidiani, si diceva, il primo a muoversi è stata La Repubblica, che già dallo scorso 1° gennaio 2022 ha deciso di innalzare da 2,50 a 3,00 euro il prezzo del quotidiano nel fine settimana, quando esce in abbinamento obbligatorio con D e Robinson il sabato e con L’Espresso la domenica.

Una decisione presa senza alcun preavviso e alcuna spiegazione ai lettori: una modalità su cui anche il direttore Maurizio Molinari ha fatto autocritica. Per questo, l’errore non è stato più commesso quando il gruppo Gedi ha deciso di aumentare il prezzo del quotidiano delle edizioni durante la settimana. Da lunedì 7 febbraio, infatti, acquistare La Repubblica in edicola costa 1,70 euro, 20 centesimi in più rispetto agli 1,50 euro pagati in precedenza. Il venerdì, invece, quando il quotidiano esce con il supplemento obbligatorio il Venerdì, il costo è di 2,50 euro.

“È una decisione – ha spiegato il gruppo anticipando la notizia - su cui abbiamo riflettuto a lungo, che arriva a distanza di 6 anni dall'ultimo aumento del prezzo di Repubblica, e che è figlia del macroscopico aumento dei costi dell'energia e della carta, entrambi fattori essenziali della produzione e distribuzione di un quotidiano. Un giornale con i conti in equilibrio è un giornale libero e in grado di garantire un'informazione di qualità. Chiedervi dunque questo piccolo sforzo quotidiano aggiuntivo significa per noi rinnovare con voi quel patto di fiducia e lealtà che ci lega dal 1976 e che ogni giorno ci impegniamo ad onorare”.

Esattamente una settimana dopo La Repubblica, tocca all’altro quotidiano targato Gedi: La Stampa ha annunciato che da lunedì 14 febbraio aumenterà il prezzo del giornale da 1,50 a 1,70 euro. Il sabato e la domenica, quando il quotidiano esce rispettivamente con Tuttolibri e con Specchio, il prezzo sarà invece di 2,00 euro.

Per ora i rincari riguardano solo le testate nazionali del gruppo Gedi. Per il Secolo XIX e gli altri quotidiani locali non sono state al momento annunciate variazioni di prezzo, che non sono comunque da escludere. Come non è da escludere che altri editori decidano di adeguare il prezzo di copertina, come ha ad esempio già fatto il gruppo Panini.

Vale la pena ricordare che l'aumento del prezzo di copertina si traduce automaticamente in un aumento della quota che l'editore riconosce alle rivendite. Bisognerà però quantificare l’impatto che l'aumento del prezzo di copertina avrà sulla domanda finale. Chi vuole un’informazione di qualità sarà disposto a pagare 20 centesimi in più al giorno per il quotidiano? Forse sì, considerando il particolare periodo storico in cui stiamo vivendo e il proliferare di fake news a cui stiamo assistendo. Questo è quello che ci auguriamo, ben consapevoli di un pericolo: quello che l'aumento del prezzo del quotidiano cartaceo possa avvicinare un numero crescente di lettori verso le edizioni digitali.

Allarme rincari carta e energia. A rischio la tenuta del settore editoriale

10 Febbraio 2022

La Federazione Carta e Grafica, insieme a AIE (Associazione Italiana Editori) e ANES (Associazione Nazionale Editoria di Settore) esprimono in un comunicato stampa congiunto (di seguito il testo integrale) preoccupazione per la tenuta del settore editoriale, fortemente minacciato dal rincaro della carta e dell'energia che dura ormai da diversi mesi. Per questo motivo, le tre associazioni chiedono al Governo la possibilità di poter usufruire di un credito d'imposta per l'acquisto della carta.

La forte impennata dei costi delle materie prime e dell’energia mette a dura prova la tenuta della filiera editoriale: si rischiano una minore offerta di libri e riviste, ritardi nelle consegne, possibili aumenti dei prezzi per il pubblico dei lettori, gravi problemi per l’editoria scolastica.

Appello al Governo per un credito d’imposta per acquisto carta

L’allarme è lanciato congiuntamente dall’Associazione Italiana Editori (AIE), dall’Associazione Nazionale Editoria di Settore (ANES) e dalla Federazione Carta e Grafica che, di fronte alla grave emergenza, chiedono al Governo un credito di imposta sull’acquisto di carta grafica per fini editoriali. Una misura urgente a favore della sostenibilità dell’industria editoriale e necessaria per contribuire alla resilienza della filiera, di primaria importanza per il Paese e già faticosamente impegnata a gestire le delicate sfide del mercato.

Oltre al caro prezzi peesano le difficoltà a reperire la carta

“I rincari energetici stanno già mettendo a rischio di stop alcuni segmenti produttivi come quello delle riviste stampate in rotocalco. Ma per tutti i settori della stampa editoriale e commerciale l’incremento del costo della carta ha assunto dimensioni tali da erodere ogni marginalità, date le ovvie difficoltà a trasferire a valle tali rincari. A questo scenario si aggiungono le problematiche legate a una scarsa reperibilità della materia prima, anche a causa del processo in atto di riconversione della produzione verso le carte per imballaggi”, afferma Emanuele Bona, Presidente di Federazione Carta Grafica.

Soffre l'industria del libro. Editoria scolastica la più colpita

“Dopo due anni molto positivi, l’emergenza carta pesa come una grave minaccia sul mondo del libro – afferma Ricardo Franco Levi, Presidente di AIE –. Gli insopportabili aumenti del prezzo schiacciano i margini di tutti gli editori traducendosi per quelli di varia (saggi e romanzi) nel rischio di aumenti di prezzo di copertina, una strada che non è nemmeno percorribile per gli editori scolastici soggetti a tetti di spesa imposti per legge. Agli aumenti del prezzo si aggiungono le difficoltà di approvvigionamento che rendono ancora più difficile programmare la produzione e assicurare una puntuale distribuzione. Di nuovo, con una particolare attenzione per l’editoria scolastica impegnata a garantire alla scuola e alle famiglie la disponibilità dei libri di testo nelle scadenze legate al calendario dell’anno scolastico”.

In difficoltà anche il comparto della comunicazione tecnica e scientifica

“L’energia e le materie prime rappresentano il cuore della produttività - afferma Ivo Alfonso Nardella, Presidente di ANES - L’aumento di energia e carta mette in seria difficoltà anche il comparto della comunicazione tecnica scientifica e più in generale di settore. Diminuire o peggio interrompere il flusso di informazioni e aggiornamento professionale nuoce gravemente al tessuto industriale e professionale italiano che sta iniziando a riprendersi. Tagliare la cultura significa creare un danno alla produzione interna che ha sempre più bisogno di aggiornamento per affrontare le sfide che questa epoca di transizioni ci impone”.

Quotidiani in edicola: vendite giù anche a dicembre

09 Febbraio 2022

Il 2021 termina con un’ulteriore contrazione delle vendite di quotidiani in edicola. Si aggrava, dunque, la persistente crisi della carta stampata. E, di conseguenza, continuano ad assottigliarsi gli incassi delle edicole derivanti dal loro core business.

I dati ADS sulla diffusione dei quotidiani a dicembre confermano lo scenario di un calo generalizzato per le vendite in edicola di quotidiani rispetto a inizio anno, ossia gennaio 2021, con ben poche eccezioni. Se la sono cavata un po’ meglio i quotidiani locali, che sono riusciti a contenere le perdite, che comunque ci sono state e hanno riguardato la totalità delle testate territoriali prese in esame.

Nello specifico, a dicembre Il Corriere della Sera ha venduto in edicola poco più di 151.000 copie, contro le quasi 166.000 vendute a gennaio 2021, mantenendo saldamente il ruolo di quotidiano più letto dagli italiani. Anzi, ormai naviga in solitaria nel panorama editoriale con un distacco di oltre 50.000 copie rispetto al diretto concorrente di un tempo, La Repubblica .

Il secondo maggiore quotidiano generalista deve infatti fare i conti con una netta contrazione degli acquisti in edicola che hanno portato le copie vendute sotto quota 100.000: per l’esattezza a dicembre sono state 98.697, contro le 114.333 di gennaio 2021. Deciso ribasso anche per La Stampa , l’altra testata ammiraglia del gruppo GEDI, che a dicembre vende 67.224 copie contro le 75.628 con cui aveva inaugurato il primo mese del 2021. In calo anche Il Secolo XIX: 22.916 contro le 27.392 copie di gennaio.

Perde quota, ma meno rispetto ai tre big generalisti, Il Messaggero  che scede a 50.091 copie a dicembre dalle 52.340 di gennaio 2021. Calo limitato anche per Avvenire che a dicembre vende 5.055 copie da 5.575 di gennaio 2021. In flessione le tre testate di QN. Vendite in edicola di 63.694 copie per QN-Il Resto del Carlino,  42.985 per QN-La Nazione e 19.869 per QN-Il Giorno rispettivamente contro 72.112, 49.053 e 21.956 di gennaio.

Tra i quotidiani politicamente schierati, continua la flessione per Il Fatto Quotidiano che archivia il mese di dicembre con 22.793 copie, circa 7.000 in meno rispetto alle 29.626 di gennaio. Peggio ancora per Il Giornale con 31.547 copie a dicembre, 13.000 in meno rispetto alle 44.429 di inizio anno. Perdite più limitate per Libero:  19.190 a dicembre contro le 22.748 di inizio dello scorso anno, mentre continua la corsa per il quotidiano di Maurizio Belpietro, La Verità , le cui vendite salgono a dicembre a 27.502 copie, contro le 25.475 di gennaio 2021.

Male anche i due principali quotidiani economici. Il Sole 24 Ore archivia dicembre con 29.152 copie vendute in edicola, a fronte delle 34.547 di gennaio 2021. Una manciata di copie in meno anche per Italia Oggi : 6.936 a dicembre dalle 7.783 vendute a inizio dello scorso anno.

Situazione controcorrente, infine, per i quotidiani sportivi. La Gazzetta dello Sport vende a dicembre ben 81.079 copie contro le 65.000 di gennaio 2021. Vende più copie in edicola a dicembre anche il Corriere dello Sport : 38.309 dalle 37.245 di gennaio 2021, mentre Tuttosport fa un balzo all’indietro con 21.823 copie vendute a dicembre, ben al di sotto delle 35.356 copie di gennaio 2021.
 

La Gazzetta del Mezzogiorno torna in edicola

09 Febbraio 2022

Dopo quasi sette mesi di assenza, La Gazzetta del Mezzogiorno è pronta a fare ritorno in edicola. L’appuntamento è per sabato 19 febbraio.

L’annuncio è arrivato dal nuovo editore, la società Editrice del Mezzogiorno srl costituita dal gruppo Miccolis e dal gruppo Albanese, ed è stato confermato sui social da un post su Facebook del nuovo direttore responsabile, Oscar Aiarussi, e da un tweet sul profilo ufficiale del quotidiano.

Lo storico giornale aveva interrotto le pubblicazioni lo scorso 1° agosto 2021 - proseguendo la propria attività editoriale solo online - pagando le conseguenze del fallimento dei due precedenti proprietari e della decisione della Ledi Srl, la società che aveva preso in affitto la testata, di chiudere il quotidiano dopo 133 anni ininterrotti di vita .

L'intervento dei nuovi proprietari e la battaglia legale presso il Tribunale di Bari che ne è seguita hanno permesso alla testata di tornare in edicola e di riprendersi il ruolo che ha svolto per tanto tempo mentre lo scorso novembre la Ledi mandava alle stampe L'Edicola del Sud, nuovo quotidiano in distribuzione in Puglia e Basilicata. Un importante contributo è arrivato anche dall'impegno del Cdr e del sindacato dei giornalisti.

Una notizia attesa che è stata salutata con entusiasmo dal Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che ha commentato in un tweet: "Per la Puglia è veramente una notizia bellissima, il 19 febbraio 2022 torna in edicola La gazzetta del mezzogiorno".

Pubblicità sulla carta stampata: in risalita nel 2021

04 Febbraio 2022

Il 2021 si è chiuso con un bilancio positivo per gli investimenti pubblicitari sulla carta stampata, che nel complesso sono ammontati a 613,2 milioni evidenziando un tasso di crescita del 4% rispetto all’anno precedente.

Secondo quanto emerge dai dati dell’Osservatorio Stampa Fcp (Federazione Concessionarie Pubblicità), l’anno scorso la raccolta sui quotidiani ha registrato un aumento del fatturato del 4,2%. Bene anche la raccolta sui periodici, che ha realizzato un incremento del 3,4%. In quest’ultima categoria da segnalare che l’andamento positivo è stato generalizzato: gli investimenti sui settimanali sono aumentati del 4,8%, quelli sui mensili dell’1,4% e quelli sulle altre periodicità sono saliti del 9,0%.

Entrando nello specifico delle singole tipologie, per quanto riguarda la stampa quotidiana, si evidenzia il buon rendimento di quella Commerciale nazionale che cresce dell'8,8%, quella Commerciale locale che registra un progresso del 3,9% e quella Legale che segna un aumento dell'8,5%. Calano invece gli investimenti della pubblicità Finanziaria (-13,8%) e quella Classified (-11,7%).

Gli editori della carta stampata possono tirare un sospiro di sollievo. Non dimentichiamo che il 2021 si era aperto con una contrazione, nel mese di gennaio, del 18,8% per gli investimenti pubblicitari sulla carta stampata (-14,9% quella sui soli quotidiani). Nei mesi successivi si è poi assistito ad un progressivo recupero. Merito senza dubbio della forte ripresa dell'economia, culminata nel 2021 con un avanzamento del Pil del 6,5%, il tasso di crescita più elevato dal 1995. E merito anche del bonus pubblicità, che consente sgravi fiscali alle aziende che investono nella comunicazione.

Tuttavia, la crescita complessiva del 4% degli investimenti pubblicitari sulla carta stampata compensa solo in minima parte il tonfo del 2020. L’anno segnato dall’inizio della diffusione della pandemia si era infatti concluso con una contrazione del 22,9% del fatturato pubblicitario sulla carta stampata, frutto di una caduta del 15,9% degli investimenti sui quotidiani e del 36,8% sui periodici. Il ritorno a livelli pre-covid appare dunque ancora lungo mentre continua a crescere la pubblicità su internet: 17,6% nel 2021 a 524 milioni.

2021 eccezionale per i libri. Boom per i fumetti. ebook in ritirata

03 Febbraio 2022

Il 2021 è stato un anno di forte crescita per il mercato del libro. I dati dell'Associazione Italiana Editori (AIE) indicano che le vendite hanno raggiunto un valore di 1,7 miliardi di euro, il 16% in più rispetto a un anno fa e il 14% in più rispetto al 2019, anno pre-pandemia. Il settore ha quindi interamente recuperato il calo del 2020.

Nel 2021 sono inoltre salite a 115,6 milioni le copie di libri a stampa di narrativa e saggistica venduti nelle librerie fisiche, online e nella grande distribuzione organizzata: ben 18 milioni in più rispetto al 2020.

I fumetti trascinano le vendite

La pandemia ha dunque avuto un effetto booster sulla lettura di libri e gli italiani hanno riscoperto il piacere di immergersi tra le pagine di un romanzo o di un saggio. E, soprattutto, di un fumetto. Secondo i dati comunicati dall’AIE, infatti, i fumetti sono stati il genere più venduto con ben 11 milioni di copie, più del doppio rispetto ai 4,7 milioni venduti nel 2020 ( 134%), grazie soprattutto al boom dei manga, i fumetti originari del Giappone. Ma le performance, come emerge dai dati AIE (vedi tabella in alto), sono state ampiamente positive per tutti i generi.

L’industria italiana del libro è quarta in Europa e sesta nel mondo

A fronte di questi dati, il mercato italiano del libro si conferma il quarto per fatturato in Europa e il sesto nel mondo, alle spalle di Usa, Cina, Germania, UK e Francia.
Con una crescita del 22,9%, l’anno scorso sono aumentate le novità a stampa pubblicate, che sono state 85.551, a conferma di un mercato vivace, che non si è lasciato frenare dai rincari del prezzo della carta, che potrebbero però avere un impatto negativo nel corso del 2022 anche perchè il governo ha previsto incentivi per gli editori di quotidiani e riviste, ma non per i libri.

In calo gli e-book mentre corrono gli audiolibri

Quello che emerge chiaramente dai dati del 2021 è anche la netta preferenza degli italiani per i libri in formato cartaceo. Gli e-book non riescono a decollare e scendono a quota 49.313, in calo del 5,6% rispetto all’anno precedente, mostrando tuttavia una piccola variazione positiva dell’1,1% rispetto al 2019. Continua invece la corsa degli audiolibri che mettono a segno un aumento del 37%.

Il canale digitale resta sempre molto apprezzato per gli acquisti di libri. Le librerie online sono cresciute anche nel 2021, sebbene quelle fisiche abbiano recuperato parte del terreno perso. In particolare, le librerie online hanno realizzato un valore del venduto di 739,9 milioni che si avvicina sempre più a quello delle librerie fisiche, pari l’anno scorso a 876 milioni.

Sul 2022 pesano le preoccupazioni per il rincaro della carta

“L’editoria italiana ha saputo reagire alla pandemia e, anche grazie alle politiche di sostegno pubblico messe in atto da governo e parlamento, chiude il 2021 in forte crescita, dopo un 2020 già soddisfacente”, ha commentato il presidente dell'Aie Ricardo Franco Levi.

Che ha però ricordato come “Il 2022 sarà ancora un anno cruciale” per il settore che resta “in attesa di una legge di sistema e già oggi può contare sulla stabilizzazione delle misure di sostegno avviate nel 2020”.

Naturalmente la principale preoccupazione va ai rincari del prezzo della carta e alla difficoltà di reperimento di tale materia prima. Ciò, ha detto Franco Levi, “rappresenta una vera e propria emergenza” insieme alla “diffusione della pirateria, le incertezze legate alla ripresa economica e alla capacità di resistenza della catena logistica, le incognite sulla praticabilità di fiere e festival letterari, la crisi perdurante dell’editoria di arte e turismo”.

La Nuova Sardegna passa al gruppo SAE

01 Febbraio 2022

Con la firma del contratto di cessione, avvenuto ieri, 31 gennaio 2022, è divenuto ufficiale il passaggio del quotidiano La Nuova Sardegna dal gruppo GEDI, il più grande gruppo editoriale italiano, al gruppo SAE, giovane società editrice guidata da Alberto Leonardis che ha già rilevato da GEDI, nell’ottobre 2020, altre 4 testate locali: Il Tirreno, Gazzetta di Modena, Gazzetta di Reggio e La Nuova Ferrara.

Nasce il nuovo editore Sae Sardegna

In particolare, il quotidiano sardo passa al nuovo editore Sae Sardegna, una newco controllata da gruppo Sae e partecipata da azionisti di minoranza di particolare rilevanza come Fondazione Sardegna, tra le fondazioni più importanti. Nella compagine azionaria compaiono anche Cassa Depositi e Prestiti e Bper, a cui si aggiungono Depafin riconducibile all’ ingegnere Maurizio de Pascale, Presidente Camera Commercio di Cagliari e Oristano, e Abinsula società di informatica di Sassari. Alberto Leonardis, amministratore delegato del gruppo Sae, sarà presidente di Sae Sardegna.

Confermato alla direzione Antonio Di Rosa 

Le indiscrezioni circa una possibile cessione del quotidiano sardo erano già circolate fin dallo scorso settembre, proprio mentre La Nuova Sardegna si apprestava a festeggiare i 130 anni dalla sua fondazione. D’altronde il gruppo GEDI non aveva fatto mistero di voler cedere la testata, che dal 2016 era concessa in affitto alla DBInformation Spa di Gianni Vallardi e Roberto Briglia.

A novembre 2021 era poi arrivato l’annuncio dell'accordo di cessione a SAE, cessione che ieri è stata regolarizzata."Nel ringraziare DBInformation, GEDI ritiene che La Nuova Sardegna possa aprire ora una nuova pagina della sua storia, costruendo il suo futuro a partire da solide basi. La concessionaria A. Manzoni & C. continuerà a realizzare la raccolta pubblicitaria per la testata", scriveva in una nota il gruppo GEDI

Nesuna novità nemmeno sul fronte editoriale: il nuovo editore ha infatti confermato alla direzione Antonio Di Rosa, che dirige La Nuova Sardegna dal 2016.

Sae si rafforza nel panorama editoriale 

Il Gruppo SAE (Sapere Aude Editori) rafforza così il proprio ruolo nel panorama editoriale italiano, dove si è affacciato di recente nonostante l’attuale fase di crisi dell’editoria. Con questa nuova acquisizione, si legge nella nota diffusa lo scorso novembre in occasione dell’accordo con GEDI, SAE “intende proseguire nella sua strategia editoriale di investimento su autorevoli e storiche testate locali, nella ferma convinzione che l’editoria quotidiana di prossimità, cartacea e digitale, e il patrimonio professionale e umano che essa porta con sé, siano il fondamentale presupposto di un “ritorno al futuro” per l’intero sistema dell’informazione del nostro Paese”.

Green pass in edicola: il controllo può essere fatto “a campione”

28 Gennaio 2022

Importante chiarimento da parte del Governo che risponde alle problematiche che lo SNAG, insieme a tutte le altre associazioni di categoria e alla FIEG, aveva segnalato al Dipartimento per l'Informazione e l'Editoria.

Attraverso una specifica FAQ, l'esecutivo ha infatti fatto luce sulle procedure di controllo relative al green pass “base” per accedere alle edicole “al chiuso”. In particolare, si chiarisce che dal 1° febbraio per andare in edicola servirà il green pass “base” ma l’edicolante non sarà obbligato a chiederlo a tutti i clienti in entrata: potrà optare per una verifica a campione sui clienti che sono già entrati in edicola.

“Mi sembra – ha dichiarato al riguardo il Presidente dello SNAG, Andrea Innocenti – che la FAQ del Governo, per la quale devo ringraziare il Dipartimento per la sensibilità verso le nostre richieste, vada nella direzione auspicata di fare chiarezza e alleggerisca sensibilmente gli oneri a carico degli edicolanti nell'attività di vendita della stampa. Per vendere un giornale bastano pochi secondi e chiedere il green pass in alcuni momenti della giornata a tutti i clienti può non essere facile. Ciascun edicolante, sulla base del traffico di clientela, potrà scegliere se fare i controlli all’ingresso o fare controlli a campione. Questo – ha concluso Innocenti – permetterà una gestione ottimale del punto vendita, coniugando opportunamente tutela della salute e accesso all’informazione a mezzo stampa”.

Viene così chiarito un aspetto importante nelle procedure di verifica del green pass nelle edicole.
Certamente gli edicolanti dovranno dotarsi della App gratuita VerificaC19 per eseguire i controlli a campione. Questa App consente di verificare l’autenticità e la validità delle certificazioni senza la necessità di avere una connessione internet (offline) e senza memorizzare informazioni personali sul dispositivo del verificatore.

Ai verificatori basta inquadrare il QR Code della certificazione verde COVID-19, che si può esibire in formato cartaceo o digitale, e accertarsi della validità: colore verde se la Certificazione è valida, rosso se non lo è.

Ricordiamo inoltre che – in analogia a quanto avviene per i datori di lavoro – l’edicolante che effettua i controlli a campione non potrà essere ritenuto responsabile in caso di accertamento da parte delle autorità se un cliente viene trovato senza green pass, in questo caso nulla può essere contestato all’edicola.

Toscana: nuovo bando per le Imprese commerciali nei centri storici

24 Gennaio 2022

Scade il 4 febbraio il nuovo bando approvato dalla Regione Toscana che prevede contribuiti a fondo perduto in favore delle Imprese commerciali, turistiche e della ristorazione localizzate nei centri storici dei comuni toscani (Del. n. 1348 del 13 dicembre 2021, Bur n. 51 del 22 dicembre 2021).

La Regione mette a disposizione del presente intervento risorse totali per € 18.269.669. Il contributo va a parziale ristoro della riduzione dei ricavi a quelle imprese che per effetto dell’epidemia e delle conseguenti misure di contenimento adottate hanno registrato una riduzione o sospensione delle attività.

Oltre alle Imprese commerciali, turistiche e della ristorazione ubicate nei centri storici dei Comuni toscani, hanno diritto ad accedere al bando anche le Imprese ubicate nei Comuni termali e nei Comuni che sono stati classificati “zona rossa” nel periodo dal 21-03-2021 al 17-04-2021.

I richiedenti possono presentare domanda per il contributo solo a condizione che l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi dal 1° gennaio 2020 al 31 dicembre 2020 sia inferiore di almeno il 30% rispetto all’ammontare del fatturato e dei corrispettivi realizzati nel periodo dal 1° gennaio 2019 al 31 dicembre 2019.

L’aiuto a fondo perduto è pari a € 2.500,00 e può essere cumulato con eventuali aiuti già ricevuti a valere su precedenti bandi “ristori” della Regione Toscana, fino alla concorrenza della riduzione in termini assoluti del fatturato dichiarato. In questo caso i beneficiari saranno collocati in fondo alla graduatoria.

La domanda deve essere inviata fino alle ore 17.00 del 4 febbraio 2022. Deve essere redatta esclusivamente on line, previo accesso tramite credenziali SPID Livello 2 o CNS al sistema informativo disponibile all’indirizzo: https://bandi.sviluppo.toscana.it/ristoricentristorici/

Alla paginahttps://www.sviluppo.toscana.it/ristori_centri-storici è possibile trovare i link utili e tutte le informazioni dettagliate in merito a tale bando.

Green pass: “Edicole penalizzate, la norma è confusa”

24 Gennaio 2022

Di seguito il testo dell’intervista al Presidente SNAG, Andrea Innocenti, apparsa sul Corriere della Sera di domenica 23 gennaio 2022.

Andrea Innocenti, Presidente di SNAG, il Sindacato Nazionale Autonomo Giornalai, dal primo febbraio anche le edicole dovranno controllare a tutti il green pass?
C’è una confusione estrema, che è difficile capire ed è difficile spiegare.
L’obbligo vale per tutte?
Ci sono molte interpretazioni errate, dovute al fatto che la norma è stata scritta in modo poco chiaro. Per quelle all’aperto non ci sarà bisogno di esibire il green pass. Invece nelle edicole-punti vendita dove c’è l’accesso del pubblico in un luogo chiuso, ma anche nelle edicole più moderne che hanno un ingresso pur essendo all’aperto, sarà richiesto.
Cosa ne pensa?
Penso che certe disposizioni andrebbero fatte con maggior criterio. Anche perché i giornali vengono venduti pure alla grande distribuzione, dove invece non c’è l’obbligo. La mia preoccupazione è che con la richiesta di green pass ci sia un aumento di calo delle vendite, che già è drammatico. Inoltre si creano disparità.
Pensa che anche nelle edicole al chiuso il green pass non dovrebbe essere richiesto?
Penso che sia comunque un’assurdità. Le edicole al chiuso sono state equiparate al commercio dei negozi. Ma a comprare un giornale ci impiego 30 secondi, in un negozio di calzature o abbigliamento ci passo del tempo, e allora lì capisco l’obbligo. Ecco perché ritengo che sia stato un errore e che questo Dpcm sia stato formulato con estrema leggerezza. Forse, se ci avessero interpellato un minuto prima di scriverlo, avremmo dato un contributo di chiarezza maggiore. C’è un’altra cosa che devo accertare…
Quale?
Sembrerebbe che i rivenditori che devono chiedere il green pass possono fare dei controlli a campione: sarebbe un’altra assurdità che aumenterebbe l’incertezza. Tutte queste cose fatte con leggerezza vanno contro la rete di vendita.
Cosa dicono i suoi colleghi edicolanti?
Sono molto preoccupati: rischiamo, sia per l’introduzione dell’obbligo di green pass sia soprattutto per tutta questa confusione, un ulteriore calo di vendite di giornali quotidiani e periodici.


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