Ultime notizie

Home / news

Giornali a scuola: domande contributi prorogate al 14 gennaio

13 Dicembre 2021

Le scuole italiane avranno ancora un mese di tempo per presentare le domande per accedere ai contributi relativi all’acquisto di quotidiani e periodici oltre a riviste scientifiche e di settore.

Il Dipartimento per l'informazione e l'editoria ha infatti ulteriormente prorogato al 14 gennaio 2022 i termini per la presentazione delle domande che danno diritto a un rimborso sino al 90% della spesa sostenuta dalle istituzioni scolastiche in quotidiani e periodici. I termini erano stati inizialmente fissati dal 1 al 31 ottobre 2021. E successivamente prorogati al 30 novembre.

Un’iniziativa fortemente voluta dal Sottosegretario per l’Editoria, Giuseppe Moles, e finalizzata a favorire l’attivazione di specifici programmi per la promozione della lettura dei giornali nelle scuole.

Le motivazioni dell'ulteriore proroga

La proroga dei termini “consentirà alle scuole di programmare ed effettuare gli acquisti degli abbonamenti ai giornali avendo a disposizione un lasso di tempo maggiore e di indicare nella domanda le spese sostenute nell’intero anno 2021”, come spiega il Dipartimento per l’Editoria precisando che sono ammesse ai contributi le spese già sostenute e fatturate dalle scuole nel 2021, a condizione che le stesse non siano già state dichiarate nella domanda relativa ai bandi 2020.

Nello specifico si ricorda che il primo dei due bandi messi a disposizione degli istituti scolastici rimborsa (fino al 90%) le spese per l’acquisto dei giornali quotidiani, dei periodici e delle riviste scientifiche e di settore da parte di Scuole di ogni Ordine e Grado mentre il secondo bando rimborsa (fino al 90%) i costi sostenuti per favorire l’attivazione di specifici programmi per la promozione della lettura inseriti nei Piani dell’Offerta Formativa nelle Scuole Secondarie Primo Grado.

Sostenere il ricambio generazionale di lettori

La diffusione dell’ultimo Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese ha evidenziato che gli italiani sono sempre più digitali anche quando si tratta di informazione. I dati mostrano una drastica caduta per la carta stampata. Nel 2007 i quotidiani cartacei erano letti dal 67% degli italiani, mentre ora solo il 29,1% della popolazione li legge (con un ulteriore calo dell’8,2% rispetto al 2019). Sempre meno lettori anche per settimanali e mensili.

Soprattutto, ad acquistare giornali in edicola sono quasi esclusivamente le persone più anziane. Mancano i giovani e manca un ricambio generazionale di lettori. Pertanto ogni iniziativa che possa avvicinare i ragazzi alla lettura dei giornali non può che essere apprezzata e sostenuta.

Vendite quotidiani in calo anche ad ottobre

13 Dicembre 2021

Confermata anche ad ottobre l’emorragia di vendite di quotidiani. Per iICorriere della Sera e La Repubblica, i due principali quotidiani del Paese, si registra ancora una contrazione di vendite in edicola (vendite individuali pagate dall’acquirente): 151.290 copie il primo (da 154.768 di settembre e 165.990 di gennaio) e 105.500 la seconda (stabile rispetto a settembre ma in calo rispetto alle 114.333 copie di gennaio).

Restando nel gruppo GEDI, rispetto al mese di settembre La Stampa perde mille copie e scende a 68.231, contro le 75.628 dello scorso gennaio. Mentre resta stabile a 23.500 copie Il Secolo XIX, anche in questo caso in calo dalle 27.392 di gennaio.

Tra gli altri quotidiani, Il Messaggero perde mille copie rispetto a settembre confermandosi attorno a quota 52.406, stessi valori di gennaio. Stessa sorte anche per QN-Il resto del Carlino che si assesta attorno a 64.527 copie, contro le oltre 72.000 vendute a gennaio. Vendite in calo ad ottobre anche per QN-La Nazione, che scende a 43.715 copie da 45.234 di settembre e contro le 49.000 di gennaio. Resiste meglio QN-Il Giorno, con vendite stabili poco sopra le 20 copie contro le quasi 22.000 di gennaio. Poco variati anche i numeri di Avvenire cartacee con 5.264 copie in ottobre.

Tra i giornali politicamente più schierati, perde ancora quota Il Fatto Quotidiano, che perde mille copie rispetto a settembre scendendo a 23.949, ben al di sotto delle quasi 30.000 copie che vendeva a gennaio. Stesso bilancio per Il Giornale, che scende a ottobre a 32.915 copie, ben lontano dalle quasi 44.500 di gennaio. In calo anche Libero, che scende sotto le 20.000 copie, a fronte delle 22.748 di gennaio. In controtendenza invece, come avviene già da un po’ di tempo, La Verità, che risale a ottobre a 27.372 copie, contro le 26.661 di settembre e le 25.475 di gennaio. Infine, risale poco sopra le 7.000 copie Il Manifesto (7.600 copie vendute a gennaio).

Passando ai quotidiani economici, Il Sole 24 Ore rimonta a ottobre di circa 1.000 copie a 30.848 (erano 34.547 a gennaio). Balzo in avanti anche per Italia Oggi con 8.255 copie da 6.914 di settembre, valore superiore alle 7.783 di gennaio.

Infine, si segnala il nuovo tonfo dei quotidiani sportivi dopo i picchi estivi trainati dagli europei di calcio, dai giochi olimpici e dall’avvio del campionato di calcio. La Gazzetta dello Sport scende a 82.113 copie dalle 91.211 di settembre, mantenendo comunque un forte vantaggio rispetto alle 65.000 copie vendute a gennaio. Il Corriere dello Sport scende a 39.200 copie dalle 43.272 di settembre restando poco sopra le 37.245 di gennaio. Tuttosport a ottobre si ferma a 22.231 copie dalle 24.617 di settembre, in deciso calo rispetto alle 35.356 di gennaio.

Crisi delle edicole: "I Comuni ci ascoltino"

09 Dicembre 2021

Riportiamo l’intervista a Eugenia Cinnella, Presidente SNAG Basilicata, apparsa l’8 dicembre 2021 su L’Edicola del Sud, il nuovo quotidiano di Puglia e Basilicata, a firma di Agnese Ferri.

La parola "edicola" in latino significa "tempio". Un luogo sacro. Durante i momenti più bui del lockdown, come presidi sentinella, le edicole sono rimaste aperte al fianco di supermercati e farmacie. Sono state considerate da stato e cittadini beni di prima necessità senza tuttavia percepire alcun sussidio per questo, nonostante la crisi del settore sia cosa ben nota. Per Eugenia Cinnella, edicolante di Matera e presidente dello Snag Basilicata (sindacato autonomo nazionale giornalai) le soluzioni alla pioggia di chiusure delle edicole ci sono e sono praticabili. Basterebbe che le istituzioni vi prestassero la giusta attenzione e che scegliessero di conoscere meglio questo mondo.

Qual è la fotografia della situazione delle edicole di Matera? «La città quest'anno registra la chiusura di due edicole, tra cui quella di via Trabaci che era un'attività storica. Il problema non è tanto la chiusura, quanto l'impossibilità di riciclo, cosa che invece per fortuna è accaduta con l'edicola di piazza Vittorio Veneto, altra realtà storica materana. Sono contenta che a prenderla sia stata una ragazza giovane. Fino a qualche mese fa, in Basilicata ero io l'edicolante più giovane in regione».

Un'edicola può vivere di soli giornali? «Non al giorno d'oggi. Non più. Bisogna dare servizi aggiuntivi. Nella mia attività cerco di introdurre un servizio in più al giorno, letteralmente. Quando ho iniziato lavoravo solo con i giornali, poi ho introdotto ricariche telefoniche, bollette e così via. Siamo diventati un point per le spedizioni. Ma c'è bisogno di un'attenzione maggiore da parte di regione e comune».

Nelle grandi città la situazione è diversa? «Anche a livello nazionale quello della chiusura delle edicole è un problema importante, ma ci sono aiuti maggiori grazie ad accordi con comuni e regioni. Per il rilascio di certificati anagrafici, ad esempio. Come presidente Snag, un anno e mezzo fa abbiamo siglato un protocollo d'intesa con l'Anci Basilicata affinché si potessero rilasciare i certificati anagrafici nelle edicole. Ad oggi non siamo ancora riusciti a concludere, nonostante la potenziale semplicità della procedura».

Come mai? «Sostanzialmente, per incompetenza e disinteresse. La tecnologia dei software che ha il comune di Matera è quella di livello nazionale. Non sanno praticamente come potrebbe fare un edicolante a rilasciare questo certificato. Semplicemente, andrebbe installato il programma sul pc in edicola. Offriremmo un servizio fondamentale andando ad alleggerire il lavoro che fanno in comune, considerando che molti dipendenti sono andati in pensione con “Quota 100” e non ci sono assunzioni. Tuttavia questo protocollo d'intesa non sta andando avanti. Noi non vogliamo diventare dipendenti comunali, ma dare un servizio ai cittadini. Potremmo diventare presidi anche nello smistamento delle liste di attesa per le prenotazioni che ad oggi vengono effettuate tramite Cup. L'idea è che nelle nostre attività possano entrare nuove persone e si appassionino al quotidiano e a tutto quello che è il mondo dell'edicola».

È qualcosa che succede? «Funziona. Con i servizi che ho messo si vede, altrimenti i giornali li avrei tolti. Tenere i giornali oggi comporta grosse difficoltà, anche per la distribuzione. I giornali arrivano da Eboli ma non li toglierò mai. Sono convinta che la cultura del quotidiano vada introdotta nelle scuole. In passato, parlo di un paio di anni fa, alcuni giornali gestivano copie omaggio per gli istituti scolastici. I pacchi di giornali non venivano neanche aperti. Sui quotidiani c'è tutto: cultura, politica, economia, sport. È importante anche apprendere il rapporto con la carta. Come sigla sindacale, cercherò di portare questo progetto nelle scuole».

Qual è la risposta dell'amministrazione comunale a queste iniziative? «Il comune di Matera non ci conosce. Questa città non ha una mappatura delle edicole. Se chiude un chiosco, non è detto che vada tolto, come è successo in via Cappuccini. I chioschi vanno conservati, senza obbligare chi li gestisce a vendere birra e patatine. L'attività è prima di tutto un'edicola, poi tutto il resto. Nelle passate amministrazioni c'era più ascolto. Abbiamo fatto molte belle iniziative, tanti progetti. Si è andati incontro a qualche edicolante che non riusciva a coprire la spesa per il suolo pubblico, ad esempio. Ad oggi, è più di un anno e mezzo che attendo un incontro con questa amministrazione. Per il comune, vedere sparire le edicole dalla città dovrebbe essere un dispiacere».

Non esistono edicole a canone comunale? «I chioschi pagano un suolo pubblico con prezzi equi. Le edicole come la mia pagano tutto da sé. Anche le altre spese sono incoerenti: pago l'immondizia esattamente come una qualsiasi altra attività. In un'edicola, il giornale che non viene venduto torna al distributore. Nel negozio io ho solo il mio cestino nel quale butto il bicchierino del caffé. Eppure quest'anno è arrivato un ulteriore aumento».

Chi entra nelle edicole oggi? «Adolescenti pochi. Non molti sono educati alla lettura su carta. Diciamo la fascia tra i 60 e i 70 anni. Poi ho i miei fedelissimi, anche ultrano vantenni, cui porto il giornale a domicilio. A mie spese, perché quello lo faccio per passione».

Come ha cominciato a fare questo lavoro? «Cercavo casa, alla fine ho acquistato un'edicola. Mi è sempre piaciuto l'odore della carta stampata e ho continuato a fare questo lavoro per passione. Sei anni fa, quando ho cominciato, eravamo una quindicina, oggi siamo 8. Per il prossimo anno ci sono già colleghi che minacciano chiusure, non ce la fanno. Se alle edicole venisse data la possibilità di fornire servizi forti, le persone entrando da noi si innamorerebbero di questa realtà. Come sei anni fa me ne sono innamorata io».

A Bergamo sparite un terzo delle edicole. Il Comune allunga una mano

06 Dicembre 2021

Da tempo sono sempre meno gli italiani che vanno in edicola a compare un giornale. L’informazione passa da altri mezzi, in particolare internet e i social. Non è una novità ma una tendenza inarrestabile come evidenziato anche nell’ultima indagine del Censis.

In Provincia di Bergamo quasi metà dei Comuni non ha un'edicola

Le edicole stanno pagando un prezzo elevato alla crisi della stampa. Esemplare, su questo fronte, è quello che accade a Bergamo. Dove, come scrive Luca Samotti su Bergamonews, i punti vendita con codice ATECO 47.62.10, ossia aventi come attività principale quella di “Commercio al dettaglio di giornali, riviste e periodici”, nel terzo trimestre 2021 risultano essere 213 in base ai dati della Camera di Commercio di Bergamo: “ben 63 in meno rispetto allo stesso periodo del 2016 (erano 276) e 92 in meno dal 2011 (305)”.

Per sintetizzare, si può dire che in dieci anni sono scomparse circa un terzo delle edicole sul territorio di Bergamo e Provincia. E va precisato che dei 213 punti vendita rimasti, non tutti sono rivendite esclusive di giornali (alcuni esercizi hanno un’attività secondaria come la vendita di tabacchi o quella di cibi e bevande).

Di queste 213 edicole ancora operative, 49 sono a Bergamo, 7 a Seriate, 5 a Treviglio. In gran parte degli altri Comuni le edicole presenti sul territorio sono 2 o 3, molto più spesso una sola. E questi sono i Comuni più fortunati. In tantissimi altri, oltre un centinaio sui 244 che compongono la Provincia di Bergamo, non esiste più nemmeno una rivendita di giornali.

Questione di sopravvivenza

Una situazione allarmante se si considera che le edicole sono un presidio di democrazia e uno strumento che preserva e alimenta la pluralità dell’informazione. Le edicole chiudono perchè spesso manca un ricambio generazionale. Quello dell’edicolante è un lavoro pesantissimo che oggi in pochi si sentono di affrontare: apertura tutti i giorni, festività comprese, dall’alba (per ricevere i giornali da esporre) fino a sera. Un’attività che un tempo - ormai sempre più lontano - assicurava buone entrate e consentiva ad un’intera famiglia di vivere più che decorosamente. Ma oggi, purtroppo, non è più così. Le edicole, dunque, chiudono perchè non hanno più la convenienza economica a restare aperte.

Premesso che la crisi della carta stampata è irreversibile, l’unica soluzione possibile è fare in modo che le rivendite possano diversificare la loro attività diventando un centro di servizi per la cittadinanza. È una trasformazione che sta già avvenendo - basti pensare ai certificati anagrafici che sono sbaracati nelle rivendite - ma che deve essere sostenuta, incoraggiata e ampliata. E su questo punto il Comune di Bergamo si sta rivelando particolarmente sensibile.

Il Comune di Bergamo agevola le edicole ad ingrandire la loro struttura

Per agevolare il passaggio verso un’edicola dove la vendita di giornali resta al centro ma dove trovano posto anche altre merceologie e altri servizi, lo scorso luglio il Comune aveva approvato una delibera per consentire alle edicole di ampliare le proprie dimensioni anche attraverso “strutture diverse da quelle indicate nell’abaco allegato al piano”, sia “per dimensioni" che per "tipo" e "colore”, il tutto “previa valutazione da parte dell’’Amministrazione comunale".

Constatato, però, che, per la loro ubicazione, molte edicole non avevano la possibilità di aumentare la loro struttura, a fine novembre il Comune ha varato una nuova delibera che consente di ricollocare le edicole in aree limitrofe (purché venga rispettata una certa distanza da altre rivendite esclusive) previo parere vincolante dell’Amministrazione comunale.

Senza gli spazi adeguati, è impossibile per un'edicola (che può essere anche solo di pochi metri quadrati) poter ampliare le categorie mercologiche da esporre in vetrina. Il primo passo, dunque, è mettere le rivendite in condizioni di poter accogliere al loro interno nuovi merci e servizi attraverso cui diversificare l'offerta. Figurine e libri possono non essere più sufficienti. E' tempo di fare spazio sui banconi anche per altro. 

 

Bilancio positivo per la pubblicità sulla carta stampata

03 Dicembre 2021

Secondo quanto emerge dai dati dell’Osservatorio Stampa FCP rilasciati dalla Federazione Concessionarie Pubblicità, il bilancio dei primi dieci mesi chiude in positivo per gli investimenti pubblicitari sulla carta stampata. Una buona notizia, dunque, per gli editori anche se è bene notare che le entrate pubblicitarie hanno un’incidenza piuttosto bassa sui loro ricavi complessivi, essendo che la maggior parte delle entrate continua ad arrivare dalle vendite in edicola delle copie cartacee.

Il bonus pubblicità dà una mano al mercato

Il merito della ripresa degli investimenti pubblicitari va anche all’introduzione, da parte del Governo, del bonus pubblicità, che concede agli inserzionisti, a particolari condizioni, di avere un credito d’imposta per le spese fatte in pubblicità sulla stampa quotidiana e periodica, oltre che sulle emittenti televisive e radiofoniche locali.

Nel complesso, da gennaio ad ottobre gli investimenti pubblicitari sulla carta stampata hanno registrato un incremento del 4,5% in termini di fatturato, salito a 477 milioni di euro, rispetto all’analogo periodo del 2020 ( 5,1% a 347 milioni e gli investimenti sui quotidiani, 3,2% quelli sui periodici a 130 milioni).

Pubblicità sulla stampa sempre più marginale

Nonostante questo incremento, gli investimenti pubblicitari sulla stampa continuano ad avere un ruolo sempre più marginale nel mercato complessivo.

Secondo le stime dell’Osservatorio Internet Media del Politecnico di Milano, la pubblicità sulla stampa è scesa da una quota di mercato del 30% nel 2008 a una quota stimata per quest’anno al 7%, in ulteriore lieve contrazione rispetto al 9% del 2020.

Pubblicità totale ai massimi da 12 anni

Un raffronto particolarmente significativo se si considera che le due percentuali - 30% e 7% - sono calcolate su una spesa pubblicitaria molto simile tra i due anni, pari a 9,6 miliardi nel 2008 e - dopo essere costantemente scesa negli anni successivi - ritornata a salire nel 2021 con una previsione di fatturato per fine anno di 9,5 miliardi di euro, il valore più alto mai registrato negli ultimi dodici anni.

Continua l'impennata della pubblicità digitale

Di tale cifra, 4,2 miliardi, ossia quasi la metà, è assorbita dall’online. L’ascesa della pubblicità su internet non conosce battute d’arresto. Basti pensare che nel 2008 sfiorava quota 1 miliardo di euro, per poi raddoppiare a 2,15 miliardi nel 2015, sfiorare i 3 miliardi nel 2018 fino ad arrivare ai 4,26 miliardi stimati per il 2021, superando già dallo scorso anche la pubblicità televisiva, per lungo tempo regina incontrastata delle preferenze degli inserzionisti. E la corsa della pubblicità digitale non è ancora finita. Le stime indicano un’ulteriore crescita nel 2022.

Mercato in crescita anche nel 2022

Secondo le previsioni del Centro Studi UNA (Aziende della Comunicazione Unite) e della società Media Hub, quest’anno il mercato pubblicitario in Italia dovrebbe arrivare a un valore di 8,759 miliardi di euro, in aumento dell’11,8% rispetto al 2020, riportando così le dimensioni del mercato in linea con quelle del 2019, anno pre-pandemia (8,803 miliardi). Il 2020 è stato infatti un anno di contrazione per la pubblicità, scesa dell’11% a 7,834 miliardi.

Per il 2022, gli esperti del Centro Studi UNA e di Media Hub indicano un’ulteriore crescita del mercato con un progresso degli investimenti del 5,2% a 9,216 miliardi, con il digitale ancora protagonista con un incremento a ritmo costante dell'8,5%.

Tra debutti e ritorni in edicola

02 Dicembre 2021

A sfatare la profezia secondo cui i giornali cartacei stanno morendo, riportiamo un breve riepilogo delle principali testate che hanno debuttato o che sono ritornare in edicola nel corso dell'anno. Un sintetico elenco (non certo esaustivo) che intende mettere in evidenza che ci sono ancora editori che scommettono sulla "carta", editori che dall'online passano al cartaceo (e non viceversa!) ed editori che credono valga ancora la pena sperimentare nuove iniziative editoriali.

Ed è anche un segnale preciso che indica l'esistenza di lettori disposti ad investire nell'acquisto di un giornale, specie se quel giornale è in grado di soddisfare un preciso bisogno di informazione e di cultura ed è realizzato con elevati standard qualitativi, anche in termini grafici e illustrativi. Ciò detto, però, non possiamo nemmeno ignorare quei giornali che si sono arresi alla persistente crisi del mecato editoriale tradizionale e sono stati costretti, durante quest'anno, a cessare le pubblicazioni.


La Ragione , un nuovo quotidiano per raccontare l'Italia della ripartenza

È nata il 2 giugno 2021, in occasione della Festa della Repubblica, La Ragione – le Ali alla libertà, un nuovo quotidiano nazionale d'opinione di ispirazione liberaldemocratica ed europeista, nato per raccontare l'Italia della ripartenza. Alla guida ci sono Davide Giacalone, in qualità di direttore editoriale, e Fulvio Giuliani, nel ruolo di direttore responsabile. Articoli di lunghezza contenuta, per una lettura approfondita e puntuale, ma insieme rapida e immediata. Il quotidiano è edito dalla cooperativa La Ragione e il capitale è aperto a chiunque desideri investire nel progetto. La Ragione ha inoltre deciso di sostenere gli edicolanti, in una fase di particolare difficoltà, garantendo loro l'80% di commissione sul prezzo di copertina di 50 centesimi, a fronte del poco meno del 19% previsto dall'accordo nazionale sulla vendita dei quotidiani e periodici. Il restante 20%, sempre come da accordi nazionali, è riservato alla catena di distribuzione nazionale e locale.

L’Essenziale , il settimanale di Internazionale che sembra un quotidiano

Il 13 novembre è uscito in edicola il primo numero de L’Essenziale, nuovo settimanale creato da Internazionale con un focus su quanto accade in Italia. “Non attraverso la stampa straniera, ma con articoli scritti dalla redazione e da una rete di collaboratori e collaboratrici” in quanto vuole essere “un giornale non alternativo ma, anzi, complementare a Internazionale”, si precisa in un articolo di presentazione. Il settimanale esce al sabato in edicola. Il formato scelto è quello di un quotidiano e la cifra distintiva è quella di raccontare “con articoli sintetici, chiari, verificati, senza dare nulla per scontato”, i fatti più importanti successi in Italia. Con un obiettivo: “offrire un’informazione di base rivolta a tutti”.

Review , il mensile de Il Foglio firmato da Annalena Benini

Da sabato 23 ottobre in edicola, in allegato con Il Foglio, c'è Review, il nuovo magazine diretto da Annalena Benini. Una rivista mensile “che racconta storie, quelle che ci piacciono e quelle che non ci aspettavamo” si legge nell’annuncio del lancio. «Vogliamo immergerci nelle storie e per questo adottiamo la formula del longform, che peraltro appartiene alla storia del Foglio, per avere un respiro più lungo, più arioso, rispetto alla velocità che spesso nel nostro lavoro ci domina, ci schiaccia», spiega Annalena Benini, da vent'anni in forza al giornale fondato da Giuliano Ferrara e oggi diretto da Claudio Cerasa, parlando della rivista. La tiratura iniziale è di 30 mila copie, la foliazione di 48 pagine.

Linkiesta Forecast , la prima debuttante dell’anno

Il 7 gennaio è arrivata in libreria e in edicola Linkiesta Forecast, la nuova rivista cartacea del quotidiano online Linkiesta realizzata in collaborazione con ilNew York Times eacquistabile, al costo di 10 euro, sul sito del quotidiano, in molte librerie italiane e anche nelle edicole di Milano e di Roma. Il primo numero ha fatto il tutto esaurito. Duecentoquaranta pagine sugli Scenari 2021, le tendenze, l’agenda globale della nuova era post-Covid. Con interventi di Premi Nobel, dissidenti, imprenditori, artisti e le firme de Linkiesta e del New York Times. Previste tre uscite l’anno per il nuovo magazine diretto da Christian Rocca.

Cose spiegate bene , scommessa vinta per la rivista/libro del Post

Non è venduto in edicola ma vale la pena segnalarlo ugualmente. Cose spiegate bene, la nuova rivista/libro del Post, è stato un esperimento riuscito con la rivista entrata fin da subito nella classifica dei libri di saggistica più venduti. La formula scelta è quella monografica con il primo numero dedicato ai libri. Il secondo numero sarà presentato a Roma sabato 4 dicembre nel corso della fiera "Più libri più liberi". Ed è significativo che un sito online abbia avvertito il desiderio di passare al cartaceo, come peraltro fatto da Linkiesta.

Dopo un anno torna Amadeus

Dopo un anno di assenza, dovuta alla chiusura del precedente editore, torna in edicola da dicembre 2021 Amadeus, storico mensile di musica classica fondato nel 1989. Fu il primo a uscire sul mercato con un cd allegato e la tradizione viene conservata anche per il ritorno in edicola, reso possibile oggi grazie all’iniziativa della Michelangeli Editore di Milano, già attiva nella pubblicazione di altri periodici musicali. Tra gli editorialisti anche Gaetano Santangelo, che fu fondatore di Amadeus. Incopertina la violinista cagliaritana Anna Tifu, di cui è allegato un cd che la vede protagonista.

Postalmarket , il catalogo di moda più desiderato dagli italiani

Dopo il tutto esaurito online, dove era possibile acquistarlo a un prezzo scontato, Postalmarket è tornato nelle edicole dallo scorso fine ottobre. Nato nel 1959 da un’idea dell’imprenditrice milanese Anna Bonomi Bolchini, fino alla fine degli anni Novanta veniva recapitato direttamente a casa degli italiani. Poi la sospensione delle pubblicazioni e, da quest’anno il ritorno nelle case degli italiani con il coinvolgimento di 180 brand distribuiti in sei segmenti sulle 364 pagine del catalogo (accompagnato anche da uno spazio e-commerce).


CUCINA MIA , quindicinale lanciato lo scorso aprile da Cairo Editore

Con una tiratura di 100.000 copie, CUCINA MIA è il nuovo quindicinale di Cairo Editore dedicato al mondo della buona tavola. Con una foliazione di 68 pagine, è in edicola dagli inizi di aprile allegata ai settimanali Diva e donna e Nuovo al prezzo di soli 50 centesimi oltre al prezzo di copertina del settimanale a cui è abbinato. “Abbiamo pensato ad un nuovo giornale di cucina dal taglio moderno, pratico, rivolto a tutti. Abbiamo realizzato un prodotto di facile consultazione che consentirà davvero a tutti di poter cucinare bene”, ha spiegato in occasione del lancio il direttore Riccardo Signoretti.

Credito Imposta: nominativi aventi diritto.

30 Novembre 2021

Pubblicato elenco soggetti aventi diritto al credito d'imposta 2021 per le domande presentate entro il 30 settembre 2021 relative alle spese sostenute nell'anno 2020.

(Dopo aver scaricato e salvato il file pdf che trovate qui sotto, potete ricercare la vostra attività cliccando alla voce "Modifica" il comando "Trova" e digitando la vostra Partita IVA, Codice Fiscale o Ragione Sociale.)

Moles: 650 milioni per l'Editoria e presto nuovi tavoli di discussione

29 Novembre 2021

Sommando i nuovi fondi per l’Editoria inseriti nelle Legge di Bilancio per il 2022 e il 2023, il Fondo per il pluralismo e il Dl sostegni bis, si arriva alla cifra di 650 milioni di euro messa a disposizione per sostenere l’intera filiera editoriale. Una somma rilevante a cui nessuno si è opposto perché “Tutti, nessuno escluso, considerano il sistema editoriale un ambito da tutelare, salvaguardare e accompagnare nel nuovo mondo”: ospite di un forum con l’agenzia Il Sole 24 Ore Radiocor, il sottosegretario per l’Editoria Giuseppe Moles ha ripercorso i provvedimenti adottati per far uscire il settore editoriale dalla crisi che lo ha travolto, una crisi che “non nasce oggi, è antica e il Covid l’ha ulteriormente aggravata”.

Due tipi di interventi

Il Governo, ha ricordato Moles, ha messo in atto due tipi di interventi: il primo è stato “sostenere nell’immediato, per quanto possibile e il più possibile, tutta la filiera editoriale” e in quest’ottica si inseriscono la proroga del credito di imposta sulla carta o il raddoppio del bonus per le edicole. Il secondo tipo di interventi riguarda invece interventi strutturali che comprendono tra l’altro la Direttiva Copyright destinata a diventare, ha dichiarato Moles, “un tassello fondamentale per fornire risorse importanti”, sottolineando la scelta italiana di introdurre l’obbligo alla negoziazione, anziché quello di raggiungere un contratto, con la possibilità, in caso di mancato accordo, che una delle parti possa rivolgersi all’Agcom.

Il Fondo straordinario per l’Editoria

Ci sono poi i fondi inseriti nella Legge di Bilancio 2022, dove è stato inserito “un Fondo Straordinario da 230 milioni, 90 per l’anno prossimo e 140 per il 2023, che si aggiunge a quello che abbiamo fatto finora, ma anche ai milioni del Fondo per il pluralismo, che continueranno ad esserci”, ha ricordato Moles sottolineando che i criteri con cui verranno ripartiti questi soldi non sono ancora stati rivelati e la scelta è caduta su interventi attraverso decreti in modo da intervenire “dove è necessario e in base a quello che succede”.

Tavoli di discussione

Altri progetti sono in arrivo. “In tempi brevi faremo una serie di tavoli, anche informali, come Dipartimento, su tutta una serie di temi. Sul futuro del sistema editoriale italiano e la transizione digitale, sulla pirateria e sulle fake news che sono uno degli elementi distruttivi anche del sistema tradizionale dei giornali”, ha annunciato il Sottosegretario per l'Editoria, sottolineando che “Questi temi dovrebbero essere accompagnati anche da campagne di sensibilizzazione istituzionali…. per sottolineare l’uso positivo e consapevole dei nuovi strumenti a disposizione. Serve una sorta di educazione civica per utilizzare bene questi strumenti”.

Anche a Padova certificati in edicola

29 Novembre 2021

Dopo Venezia e Verona, i certificati anagrafici arrivano in edicola anche a Padova. Il 18 novembre scorso, l’assessora ai servizi demografici Francesca Benciolini e l’assessore alle attività produttive Antonio Bressa hanno simbolicamente scaricato il primo certificato presso una rivendita di giornali della città.

La possibilità della rete di vendita di svolgere servizi di anagrafe è arrivata a seguito della convenzione siglata dalle Organizzazioni Sindacali di categoria con il Comune. Per ora solo una manciata di edicole hanno attivato il servizio, altre dovrebbero aggiungersi nelle prossime settimane in quanto i punti vendita avranno tempo per tutto il 2022 per aderire al servizio.

Una comodità per i cittadini che possono accorciare i tempi di attesa per il ritiro dei certificati e possono contare su orari più comodi e ampi. Per avere la copia di un certificato è sufficiente esibire il proprio documento di riconoscimento ed il codice fiscale. L’edicolante stamperà il certificato in tempo reale, al costo di 2,50 euro. Sono disponibili solo i certificati di chi è residente nel Comune di Padova o di chi è residente all’estero ma iscritto all’Aire di Padova.

“È importante per noi che le edicole restino un punto di riferimento per i cittadini, nei quartieri ed anche grazie a questi nuovi servizi che vengono erogati potranno continuare a farlo. Ringrazio - ha aggiunto l’assessore alle attività produttive Antonio Bressa - le associazioni di categoria, gli edicolanti, oltre a tutti gli uffici comunali che si sono interessati al progetto, è stato un lavoro di squadra che sicuramente sarà apprezzato dai cittadini che in modo molto comodo potranno usufruire di questo nuovo servizio”.

Non tutti i cittadini sono attrezzati per scaricare documenti online. Per questo, ha affermato l’assessora ai servizi demografici Francesca Benciolini (nella foto in alto) “il servizio viene ampliato con la collaborazione delle edicole che hanno orari più lunghi degli uffici comunali, sono più diffuse all’interno del territorio e in questo modo possono diventare una estensione del nostro servizio nei territori dove aderiranno. Ringraziamo gli edicolanti per la partecipazione a questo progetto che per noi diventa un progetto di servizio esteso a tutta la città”.

L'Editoria muove verso una nuova realtà

29 Novembre 2021

Un Parlamento trasversalmente unito nel sostenere il settore editoriale, dove i distinguo tra destra e sinistra si annullano e prevale il bene di un settore, quello dell’informazione, per il quale “più che di crisi si deve parlare di completa transizione dal tradizionale al digitale”. Con tutti i rischi che ciò comporta.

L’occasione per fare il punto sugli scenari del settore è arrivata dalla presentazione al Senato del libro dell’onorevole Federico Mollicone, L'Italia in scena, a cui hanno partecipato il Sottosegretario per l’Editoria Giuseppe Moles, il Presidente della FIEG Andrea Riffeser Monti e il presidente del Copasir Adolfo Urso, animatore della Fondazione "Fare Futuro” che ha organizzato l’evento.

Un libro che, come lo ha definito il suo autore, vuole essere “un resoconto parlamentate di metà legislatura, della legislatura più pazza del mondo. Per questo mi è sembrato corretto dare il senso di quello che accadeva dentro il Palazzo mentre fuori tutto cambiava”. Nel libro si parla di cultura ed Editoria (ma non solo), delle battaglie per difendere il settore dell’informazione e dell’approccio – diverso – con cui i vari esecutivi che si sono succeduti in questa legislatura hanno cercato di governare la trasformazione digitale della filiera editoriale.

Il sorpasso del digitale sul cartaceo

Lo scenario verso cui il settore si sta dirigendo però è uno solo. “Secondo gli analisti, entro il 2040 in Italia l’informazione giornalistica viaggerà esclusivamente online. Molto banalmente più che di crisi si deve parlare di completa transizione dal tradizionale al digitale. Ciò ovviamente ha dei rischi enormi. Su questo ci siamo confrontati, abbiamo sostenuto editori nazionali, le redazioni, i giornali”, ha assicurato Mollicone. Ricordando che per capire cosa sta accedendo in Italia e in Europa bisogna guardare a cosa è accaduto negli Stati Uniti, dove “nel 2020, in piena pandemia, i tre maggiori giornali hanno registrato un aumento del 20% di abbonamenti digitali a fronte di un ulteriore decremento dei lavoratori del settore impiegati, scesi di altre 4.000 unità. Dal 2008 negli Stati Uniti la platea di giornalisti si è dimezzata da 78.000 a 35.000”.

Se questo è lo scenario verso cui sta andando l’editoria italiana, serve formazione per il nuovo che arriva ma anche scivoli per i pensionamenti affinché le redazioni possano mutare pelle. E servono anche finanziamenti. Su questo fronte, ha ricordato Mollicone, l’Italia è fanalino di coda in termini di incidenza della spesa per l’editoria sul Pil, laddove in Europa la nazione più generosa è la Francia.

Qualcosa tuttavia sta cambiando anche in Italia dove il Fondo straordinario per l’Editoria è stato inserito nella Legge di Bilancio in discussione e segue altri interventi importanti come i fondi per il settore stanziati nel Dl sostegni bis, il bonus edicole raddoppiato, il rifinanziamento degli abbonamenti ai giornali nelle scuole, il recepimento della Direttiva Ue sul Copyright e un ulteriore credito d’imposta per l’acquisto della carta.

Lotta alle fake news e legge delle 3S

Gli Editori non possono che essere soddisfatti di queste iniziative, ma restano le preoccupazioni: “C’è uno studio del New York Times, secondo cui quando non ci sarà più la carta e non ci saranno più le rotative, la profittabilità delle aziende editrici sarà dieci volte quella che era prima. Però dobbiamo passare questa tempesta, siamo in mare aperto. Il Governo deve aiutare le aziende altri 4-5 anni”, ha detto il numero uno della FIEG ringraziando il Sottosegretario Moles e il Parlamento per le iniziative approvate.

Secondo Riffeser, però, gli editori non hanno “bisogno solo di soldi ma anche di ristabilire un rapporto con i lettori”. Per questo ha chiesto al Governo di appoggiare una campagna che porti “ai giovani un iPad a prezzi convenienti e agli anziani un giornale a prezzo scontatissimo”. E ha chiesto anche maggiore tutele per gestire il problema delle fake news. “Faccio un appello a tutte le forze politiche. Questo è il vero tema del futuro. Studi dicono che le fake news hanno superato le notizie vere. Disturbano enormemente la libertà di espressione. Nei social non devono esserci più i profili fake”, ha affermato il capo della FIEG, lanciando la proposta di “una legge delle tre S: chi siamo, chi siete, chi sei”.

Verso la nascita di una Consulta editoria

Premesso che “l’informazione e l’editoria sono un interesse nazionale e in quanto tale vanno difesi, tutelati e sostenuti”, Moles ha rassicurato sugli impegni futuri del Governo insistendo sulla necessità di una soluzione di filiera che non escluda nessuno soggetto.

Il Fondo Straordinario per l’Editoria stanziato nella Legge di Bilancio “è una grande occasione per transitare insieme tutti gli attori e gli stakeholders in quella che è la nuova realtà dell’informazione” e che comprende i nuovi concetti di sovranità digitale, gli interventi pubblici, la trasizione digitale con il PNRR. "Questo dimostra che si può fare parte di forze politiche differenti ma quando si ha a cuore un tema, tutti lavorano insieme per un bene comune”, ha dichiarato Moles.

In merito all’intervento pubblico a sostegno al settore editoriale, Moles ha annunciato che a breve sarà pubblicato sul sito del Dipartimento per l'Editoria uno studio sui finanziamenti all’Editoria nel resto d’Europa e subito dopo verrà costituita “la Consulta dell’editoria in cui verranno invitati tutti, nessuno escluso, gli attori del sistema editoriale. All’interno di questa Consulta dell'editoria faremo nascere una serie di tavoli tecnici su tutti gli argomenti di interesse per il sistema editoriale italiano, dalla digitalizzazione alle fake news, dalla disinformazione al diritto oblio e così via”, ha precisato il Sottosegretario annunciando di aver convocato per giovedì 2 dicembre la prima riunione del nuovo tavolo sull’equo compenso.


Risultati 241 - 250 su 518
Pagine:      Precedente   20  21  22  23  24  [25]   26  27  28  29  30  Successiva     »|
SNAG - Sindacato Nazionale Autonomo Giornalai
Codice Fiscale 80108230154
Via San Vito, 24 - 20123 Milano
0286984413
0280298390
@ segreteria@snagnazionale.it

Seguici su: