Secondo i nuovi dati comunicati da Audipress, sono 32,2 milioni gli italiani che hanno letto almeno uno dei principali titoli stampa su carta o digitale replica negli ultimi 30 giorni: un dato che evidenzia una crescita dello 0,8% per testate omogenee rispetto alla precedente edizione (che risale al 31 maggio scorso). Siamo dunque di fronte ad una percentuale importante di lettori, pari al 60,7% della popolazione adulta over 14 (da 60,2% della precedente edizione).
Si riscopre il valore della carta stampata
Gli italiani stanno dunque riscoprendo il valore della lettura e l’importanza della carta stampata come strumento di informazione e come argine alle fake news. Un dato positivo che abbraccia in maniera trasversale quotidiani, settimanali e mensili e trova conferma anche nell'aumento delle vendite di edicola emerso dai dati ADS - Accertamenti Diffusione Stampa di luglio, un trend tuttavia solo parzialmente confermato dai dati di agosto.
In particolare, l’indagine Audipress evidenzia che sono 11,6 milioni i lettori su carta e/o copia replica digitale di almeno un quotidiano in un giorno medio, pari al 21,8% della popolazione adulta. Erano 11,4 milioni nella precedente indagine e 11,3 milioni in quella di inizio 2022. Si evidenzia dunque un trend di recupero nel corso dell'anno, anche se i valori di oltre 16 milioni di lettori del 2018 appaiono lontanissimi.
L’identikit di chi legge quotidiani evidenzia una prevalenza di uomini (pari al 61,3%) e di over 55 (47,3%). Cala invece la percentuale di lettori tra 14 e 34 anni, scesa al 18,8% da 19,1% della precedente indagine.
In aumento anche i lettori di settimanali e mensili
Sono invece 9,4 milioni i lettori su carta e/o digitale replica di almeno un settimanale negli ultimi 7 giorni, pari al 17,8% della popolazione. Anche in questo caso si registra un lieve incremento rispetto alla precedente indagine Audipress ma erano ben 13,6 milioni i lettori nel 2018. Quanto all’identikit, il 65% di chi legge settimanali è donna e il 47,7% ha oltre 55 anni.
Sono invece 10 milioni i lettori su carta e/o digitale replica di almeno un mensile negli ultimi 30 giorni, pari al 19% della popolazione adulta. Il dato appare in lieve ripresa anche se resta sotto i quasi 12 milioni di lettori del 2018. Uomini e donne sono quasi equivalenti (47,3% e 52,7% dei lettori) mentre è maggiore la lettura tra le persone nella fascia di età tra 35 e 54 anni (39,1%).
Il formato digitale continua ad attrarre lettori
Quello che emerge con chiarezza dai dati è anche il lento ma progressivo affermarsi della lettura della copia digitale. Scelgono il formato digitale 6,5 milioni di lettori, il 12,3% della popolazione italiana adulta. Nella precedente edizione i lettori della copia digitale erano 6 milioni (11,3% della popolazione) e prima ancora erano 5,5 milioni (10,3% della popolazione). Il trend di crescita è ben definito ma per ora i lettori del formato digitale restano una minoranza.
“Dai risultati dell’edizione Audipress 2022/II emerge il quadro maturato in questi anni di pandemia: stiamo attraversando una rivoluzione digitale che ha avuto grande impulso anche a causa del contesto sociale dell’ultimo biennio e siamo lettori ormai abituati a un’offerta informativa e culturale disponibile in molteplici formati e supporti”, commenta il Presidente Audipress, Ernesto Mauri.
L’Italia continua a vivere in una situazione emergenziale per l’approvvigionamento energetico e sul caro-bollette il peggio deve ancora arrivare.
Per attenuare l’impatto degli aumenti sul bilancio di famiglie e imprese, il Governo uscente ha predisposto varie misure, che spetterà poi al prossimo esecutivo confermare e/o rafforzare. E dalle indiscrezioni che trapelano pare che le difficoltà innescate dal caro energia siano la priorità del prossimo Governo.
Credito d’imposta anche per le piccole imprese
Rispetto ai provvedimenti adottati negli ultimi mesi, il recente Decreto aiuti ter ha comunque introdotto alcune ulteriori importanti novità consentendo anche alle piccole imprese di beneficiare dei crediti d'imposta legati al pagamento delle bollette e mettendo a disposizione delle imprese garanzie statali sui prestiti richiesti per pagare le bollette evitando crisi di liquidità.
-per i consumi elettrici
Per quanto riguarda i consumi elettrici, le PMI che hanno contatori di potenza pari almeno a 4,5 kW avranno dunque diritto ad un rimborso fiscale pari al 30% della spesa sostenuta per l’acquisto della componente energetica effettivamente utilizzata nei mesi di ottobre e novembre 2022. Il credito spetta a condizione che i costi per kWh della componente energia elettrica, calcolati sulla base della media del terzo trimestre 2022 abbiano subito un incremento del costo per kWh superiore al 30% rispetto al medesimo periodo dell’anno 2019.
-per i consumi di gas
Un sostegno alle piccole imprese è stato introdotto anche per i consumi di gas naturale venendo così incontro alle esigenze di piccoli negozi, bar e ristoranti (quasi 2 milioni di aziende) che erano rimaste finora fuori dai tax credit per i rincari delle bollette.
Le piccole imprese diverse da quelle a forte consumo di gas naturale possono richiedere un credito di imposta pari al 40% della spesa sostenuta per l’acquisto del gas consumato nei mesi di ottobre e novembre 2022. Il credito spetta a condizione che il prezzo di riferimento del gas naturale del terzo trimestre 2022, calcolato come media dei prezzi di riferimento del Mercato Infragiornaliero (MI-GAS) pubblicati dal Gestore dei mercati energetici (GME), abbia subito un incremento superiore al 30% del corrispondente prezzo medio riferito al medesimo trimestre dell’anno 2019.
I crediti d’imposta sono utilizzabili in compensazione e il legislatore ha introdotto la possibilità di richiedere il calcolo direttamente al fornitore delle utenze.
Prestiti garantiti alle imprese e rateizzazione bollette
Altra importante novità riguarda i prestiti garantiti per permettere agli imprenditori di pagare le bollette di luce e gas. Il provvedimento prevede accordi da sviluppare con le banche per offrire alle imprese prestiti al tasso più basso, in linea con il Btp (ossia il tasso d’interesse applicato al finanziamento non deve superare, al momento dell’erogazione, il tasso cedolare annuo minimo garantito dei Btp di durata pari a quella del finanziamento stesso) e senza commissioni aggiuntive, prevedendo anche una concessione a titolo gratuito di garanzie. È stato anche previsto l'aumento dal 60% all'80% della garanzia da parte di Fondo di garanzia PMI e della SACE per i finanziamenti concessi dalle banche alle imprese per esigenze relative al pagamento delle bollette emesse nei mesi di ottobre, novembre e dicembre.
In alternativa al prestito bancario, le imprese possono richiedere la rateizzazione delle bollette, misura già approvata dal Governo (era già stata definita nella legge di Bilancio 2022 ed è stata confermata da successivi provvedimenti).
Bonus sociale energia elettrica e gas
Naturalmente il Governo ha pensato anche alle famiglie dando la possibilità a chi ha redditi più bassi di avere un aiuto economico.
Per tutti i cittadini che possiedono un ISEE inferiore a 12.000 euro è attivo il bonus sociale di Arera, l'Autorità di regolazione per energia, reti e ambienti. Il bonus consiste in una riduzione della spesa in bolletta per elettricità e gas naturale.
Il bonus può essere richiesto da tutti coloro che si trovano in una situazione:
• di difficoltà economica, ovvero hanno un ISEE inferiore a 12.000, oppure fino a 20.000 in caso di famiglie numerose con quattro o più figli a carico;
• di disagio fisico, qualora si debba utilizzare un macchinario sanitario ad alimentazione elettrica per il mantenimento delle funzioni vitali di un componente della famiglia.
Il bonus spetta anche a chi percepisce il Reddito di Cittadinanza o la Pensione di cittadinanza.
Il bonus bollette di Arera per difficoltà economica viene applicato direttamente in bolletta alle famiglie che ne hanno diritto. Occorre solo presentare la DSU (Dichiarazione sostitutiva unica) per l'ISEE all'INPS.
Il bonus elettrico per disagio fisico deve invece essere appositamente richiesto presentando tutta la documentazione necessaria. La domanda deve essere presentata presso il Comune di residenza del titolare della fornitura elettrica (anche se diverso dal malato), oppure un altro ente designato dal Comune (come ad esempio CAF, Comunità montane). Esso è cumulabile, qualora fossero rispettati tutti i requisiti, con il bonus luce e gas per disagio economico.
Bonus da Comuni e Regioni
Sebbene alcuni grandi Comuni, come ad esempio Milano e Torino, siano in forte difficoltà a causa dell’innalzamento delle bollette energetiche, alcune amministrazioni locali hanno deciso di dare un contributo alla popolazione per affrontare i maggiori costi per elettricità e gas.
C’è tempo fino al 14 ottobre per fare domanda al Comune di Mantova per il bonus bollette 300 euro. Non tiene conto dell’ISEE ma del reddito imponibile e può essere richiesto da anziani soli over 65 e altre famiglie presentando direttamente le domande sul sito internet del Comune di Mantova. Altre iniziative simili sono state adottate dal Comune di Portofino, che intende rimborsare tutti i cittadini con un bonus bollette da 400 euro, o dal Comune di Brescia, che già la scorsa primavera aveva dato un contributo straordinario per il pagamento delle utenze domestiche.
Si stanno muovendo anche le Regioni. La Valla d’Aosta (vedi al riguardo la sezione bandi dell'Area Riservata del nostro sito) sta per dare il via ad un bando apposito destinato a chi ha un ISEE inferiore a 20.000. Anche la Regione Basilicata ha allo studio un contributo analogo per andare incontro alle famiglie in difficoltà nel pagare le bollette.
Nel difficile e precario equilibrio che l’informazione sta vivendo tra carta stampata e web, si scopre che le testate locali sono un canale in fermento e che le versioni cartacee acquistate in edicola non sono state soppiantate dal digitale. Alcuni storici quotidiani locali non ce l'hanno fatta e davanti al calo di lettori e delle entrate sono stati costretti a chiudere. Ma a quanto pare le nuove iniziative editoriali hanno portato in positivo il bilancio.
Da un recente studio condotto da Andrea Mangani, professore del dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Pisa, emerge infatti che negli ultimi 20 anni il numero delle testate locali cartacee è aumentato: oggi sono 120, contro le 99 del 2001. Certo, sono cresciuti anche i quotidiani digitali, che sono ben 416. Nel complesso i giornali locali hanno imposto la loro centralità nel panorama dell'informazione, e ormai assorbono circa la metà dei giornalisti italiani.
Il maggior numero di testate cartacee si concentra al Nord
"Negli ultimi venti anni l’informazione cartacea locale ha attraversato una fase di transizione lunga e difficile, non ancora conclusa: oltre alla concorrenza-cannibalizzazione con l’online, si è dovuta confrontare con i social media che hanno iniziato ad offrire servizi di informazione a milioni di utenti", spiega Andrea Mangani.
Guardando la distribuzione geografica, in testa troviamo la Lombardia con 21 quotidiani locali su carta e 60 online. La seconda posizione spetta però alla Campania, dove i giornali locali in edicola sono 11 e ben 39 le testate online. Seguono l’Emilia-Romagna con 8 quotidiani cartacei e 34 online e la Toscana con 5 testate cartacee e 30 on line.
Alla ricerca di un modello di business sostenibile
Il futuro resta incerto e la difficoltà principale è quella di trovare un modello di business sostenibile. “Se infatti la pubblicità è ancora oggi la modalità di finanziamento più diffusa per l’online, questo comporta, nel breve periodo, una concorrenza agguerrita per la spartizione di risorse scarse, e, nel lungo, la dipendenza da fonti di finanziamento incerte", precisa Mangani.
Le testate online che cercano di affrancarsi, almeno parzialmente, dal finanziamento pubblicitario mettendo contenuti a pagamento sono solo un terzo del totale. Si tratta poi di giornali localizzati nelle regioni settentrionali, che tendono ad appartenere a gruppi editoriali e che hanno una corrispondente versione cartacea. Un quotidiano online controllato da un gruppo editoriale può infatti contare sullo sfruttamento di economie di scala e di gamma, a loro volta associate a grandi dimensioni e numerosità dei servizi offerti.
"Nonostante la crescita del pluralismo informativo locale dovuta soprattutto al web - conclude Mangani - rimangono tuttavia elementi di apprensione che riguardano la sostenibilità di un’offerta di informazione così ampia, informazione che resta cruciale per conservare forme di pluralismo compatibili con la partecipazione politica, sociale ed economica dei cittadini".
L’estate si conferma una stagione di contrazione per gli investimenti pubblicitari sulla carta stampata. Dopo i dati negativi di luglio comunicati da Nielsen, anche FCP - Federazione Concessionarie Pubblicità convalida la flessione durante i mesi estivi.
Secondo quanto emerge dell’ultimo Osservatorio Stampa FCP, nel periodo gennaio-agosto il fatturato pubblicitario sulla carta stampata ha registrato una contrazione del 3,5% rispetto all’analogo periodo 2021 scendendo a 339 milioni di euro. Nei primi sei mesi dall’anno, invece, la contrazione era stata pari allo 0,6%.
È importante notare che il dato è fortemente inferiore rispetto ai valori pre-Covid. Nei primi otto mesi del 2019, infatti, il fatturato sulla carta stampata ammontava a 460 milioni di euro, circa 120 milioni in più rispetto ai 339 attuali. E questo nonostante il sostegno arrivato dal credito d’imposta sugli investimenti pubblicitari.
Cresce solo la pubblicità sui mensili
Tornando al 2022, gli investimenti pubblicitari sui quotidiani hanno segnato nei primi otto mesi un calo del 4,5% in termini di fatturato, facendo decisamente peggio dei periodici, che nel complesso hanno segnato una variazione negativa dello 0,7% rispetto a un anno fa.
Tra i periodici, inoltre, bisogna considerare l’andamento divergente delle varie tipologie: i mensili hanno visto un aumento del fatturato pubblicitario del 3,7% rispetto ai primi otto mesi del 2021, mentre i settimanali hanno evidenziato una contrazione del 4% e le altre periodicità del 2,4%.
Male anche la pubblicità online
La carta stampata soffre ma anche il digitale non se la passa bene. Gli investimenti pubblicitari sul web hanno evidenziato ad agosto un calo in termini di fatturato del 12,3% sull’analogo periodo 2021 portando in negativo la performance dei primi otto mesi dell’anno. Da gennaio ad agosto il fatturato pubblicitario ha evidenzia un calo del 2,9%, contro la crescita dello 0,2% del primo semestre 2022.
“Dopo un primo semestre comunque leggermente positivo, nel periodo luglio-agosto l’andamento è risultato negativo sia per il perdurare del contesto di incertezza, sia per la presenza di elementi di discontinuità rispetto allo scorso anno come le fasi finali dei Campionati Europei di calcio vinti dalla nostra Nazionale e le Olimpiadi di Tokio, eventi che avevano generato un positivo riscontro da parte degli investitori”, ha affermato Giorgio Galantis, Presidente Fcp-Assointernet. Il quale ha sottolinea che “l’andamento del gennaio-agosto 2022 è comunque superiore all’omologo periodo del 2019, quando si era ancora in fase pre-pandemica”.
Previsioni incerte sul 2023 per il mercato pubblicitario
“I tempi sono difficili e la spinta inflattiva inevitabilmente porterà le aziende impegnate a contenerne gli effetti per non gravare sui consumi a rivedere la spesa pubblicitaria, soprattutto negli ultimi mesi di questo anno”, ha dichiarato pochi giorni fa il Presidente di UPA (Utenti Pubblicità Associati), Lorenzo Sassoli De Bianchi.
Sassoli ha quindi sottolineato le incertezze attese per il 2023. “Tra gennaio e marzo dovremo affrontare difficoltà oggettive. A soffrire saranno i consumi, ecco perché auspichiamo che il nuovo Governo sia intenzionato a sostenere persone e famiglie in questo. Noi come UPA continueremo a insistere con le nostre proposte, come il suggerimento di congelare l’IVA sui beni di prima necessità”.
La ripresa sul fronte degli investimenti pubblicitari è affidata all’anno successivo: «Crediamo - ha aggiunto Sassoli - che il 2023 sarà un anno di transizione recessiva, ma guardiamo con fiducia al 2024, quando si prevede sarà raggiunta una definitiva sicurezza rispetto all’approvvigionamento di gas e sempre meno dipendenti dalla Russia».
Dando seguito a quanto promesso lo scorso agosto, il Sottosegretario all’Editoria Giuseppe Moles ha sbloccato le risorse già stanziate per il 2022 a sostegno del settore editoriale. Nella giornata di ieri (28 settembre, ndr) Moles ha infatti firmato il Dpcm per la ripartizione delle risorse del Fondo Straordinario per l’Editoria da 90 milioni, accogliendo l’appello che nelle scorse settimane gli era stato rivolto dagli editori della FIEG e dai giornalisti della FNSI e al quale si era unito anche lo SNAG.
Il provvedimento è il frutto di un intenso lavoro realizzato insieme al Ministro del Lavoro Andrea Orlando, al Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti ed al Ministro dell’Economia Daniele Franco, per individuare gli interventi più idonei da sostenere.
Nello specifico, la ripartizione degli stanziamenti prevede l’assegnazione di 15 milioni per il bonus edicole, 28 milioni come contributo straordinario sul numero di copie vendute nel 2021, 12 milioni saranno destinati all’assunzione di giovani giornalisti e professionisti con competenze digitali e per la trasformazione a tempo indeterminato dei contratti giornalistici co.co.co mentre i restanti 35 milioni saranno assegnati come contributo per gli investimenti in tecnologie innovative effettuati dalle tv nazionali e locali, dalle emittenti radiofoniche e dalle imprese editoriali di quotidiani e periodici, comprese le agenzie di stampa.
"Fondo decisivo per le sfide del futuro", dice Moles
A poche settimane dall’insediamento del nuovo Governo, la firma del decreto è stata l’occasione per il Sottosegretario Moles per fare il punto sul lavoro svolto al Dipartimento dell’Editoria. “Ho lavorato molto durante tutto il mio mandato - ha dichiarato Moles - per garantire pieno supporto ad un comparto strategico, essenziale per il pluralismo dell’informazione e per la nostra democrazia e il Fondo, nato per offrire a tutta la filiera una opportunità reale e concreta di rilancio, se ben utilizzato dai beneficiari, potrà contribuire in maniera decisiva all’obiettivo ultimo che è quello di avere un comparto sano, solido, più moderno e pronto a raccogliere ed affrontare le sfide del futuro”.
Inoltre, ha assicurato Moles, una volta arrivato il via libera dell’Europa, alle risorse appena stanziate si aggiungeranno i 120 milioni già impegnati per il credito di imposta sulla carta di cui potranno usufruire le imprese editrici di giornali e periodici, nonché la seconda tranche da 140 milioni del Fondo Straordinario già stanziati per il 2023.
Innocenti (SNAG) "occasione unica per rilanciare la rete"
“Questi fondi - ha commentato il Presidente di SNAG Confcommercio Andrea Innocenti - sono un’occasione unica per sostenere l’accesso all’informazione e garantire alle rivendite sostenibilità economica e rilanciare la rete. Ovviamente saranno essenziali le modalità applicative del bonus per produrre effetti reali sulle edicole e garantire l’utilizzo di tutte le risorse stanziate. Sul punto mi auguro si possa aprire una tempestiva interlocuzione con il Dipartimento”.
“Ritengo un fatto storico - ha aggiunto Innocenti - che una quota di un fondo, nato per il settore editoriale, venga a noi diretto: un segnale importante di una nuova visione della filiera della stampa intensa, non come blocchi contrapposti in guerra permanente, ma una catena legata indissolubilmente la cui forza è data dalla resilienza dell’anello più debole, cioè le edicole”.
Lorusso (FNSI): "salutare boccata d'ossigeno"
Il decreto di stanziamento delle risorse per l'editoria per il 2022 “rappresenta una salutare boccata d'ossigeno per tutta la filiera dell'informazione”, ha osservato Raffaele Lorusso, segretario generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana. Il quale ha espresso particolare apprezzamento “per l'assunzione di giovani giornalisti in possesso delle competenze necessarie per lo sviluppo digitale e per incentivare le aziende a trasformare i contratti a tempo determinato e di collaborazione coordinata e continuativa in rapporti di lavoro subordinato stabili. Si tratta di un passaggio significativo, frutto della costruttiva e positiva interlocuzione della Fnsi con lo stesso sottosegretario Moles e con il ministro del Lavoro, Andrea Orlando».
Esce in edicola il 27 settembre 2022, L'identità, nuovo quotidiano distribuito in tutta Italia fondato da Tommaso Cerno, ex senatore del Pd e direttore dell'Espresso. La nuova testata uscirà dal martedì alla domenica e sarà correlata da sito web, social e copia replica digitale.
Cerno non si è ricandidato al Senato e anziché tornare a Repubblica, dove era in aspettativa, ha scelto di avviare un giornale tutto suo. Come ha spiegato a Primaonline, fino a metà ottobre, termine formale della legislatura, avrà il ruolo di direttore editoriale, salvo assumere successivamente quello di direttore responsabile. Per avviare la nuova iniziativa editoriale Cerno ha utilizzato la Cooperativa giornalisti europei, di cui è presidente e che sarà l’editore del nuovo giornale.
L’obiettivo è fare un “settidiano”, cioè un quotidiano che “svolga ogni giorno il lavoro che una volta facevano i settimanali”. Del tutto particolare, inoltre, la decisione di far uscire la testata immediatamente a ridosso delle politiche del 25 settembre. “Potevamo partire anche prima, ma - ha spiegato il direttore de L’Identità - abbiamo scelto di uscire martedì 27 settembre: allora io mi potrò togliere l’abito da parlamentare, ma soprattutto quella sarà l’Italia che dovremo raccontare. E potremo dire che c’è una voce in più, un giornale con una sua idea di Paese”.
Per incentivare la rete di vendita della stampa a promuovere la nuova testata, è stata riservato agli edicolanti uno sconto doppio, pari al 38% sul prezzo di copertina, rispetto a quello normalemente riservato alle rivendite per tutta la fase di promozione che va dal 27 settembre al 1° ottobre 2022 compreso.
A settembre era uscita un'altra iniziativa editoriale, Il Settimanale, nuovo giornale cartaceo in edicola il venerdì diretto da Claudio Brachino che raccoglie l’eredità di Pmi.it, storica testata digitale del Gruppo Triboo. Una rivista di economia e di politica, schierata esclusivamente al fianco delle imprese.
“Né apocalittici, né integrati, ma realistici. Del resto - ha spiegato Brachino nel suo editoriale di apertura - secondo il buon Freud un buon principio di realtà è segno di salute mentale. Prima di dire chi siamo, come in ogni inizio editoriale, preme allora dire dove siamo, in che punto della Storia. La pazienza degli italiani, famiglie e imprese, è al limite come fotografa il calembour provocatorio del nostro titolo di apertura. Caro energia e bollette vergognose sono la prima emergenza, un’emergenza che divora una brutta e frammentaria campagna elettorale. Rimane il che fare con l’Europa alle prese col prezzo del gas, con le ritorsioni di Putin e col costo del danaro”.
A pochi giorni dalle elezioni, Fratelli d’Italia conferma il suo essere in prima linea per l’editoria e coglie l’appello che il settore ha lanciato alle forze politiche e al prossimo Governo sull’urgenza di interventi per rilanciare la filiera dell’informazione.
L’occasione è arrivata dalla conferenza stampa odierna per presentare il programma di Fratelli d’Italia sulla Cultura: “Cultura e Bellezza, il nostro Rinascimento”, un piano articolato che abbraccia il mondo dell’arte, dello spettacolo, della musica, dell’audiovisivo ecc… proponendo misure innovative e di snellimento burocratico oltre che di incentivazione alla fruizione della cultura suggerendo, tra l’altro, detrazioni delle spese culturali e abbassamento dell’IVA al 4% per i prodotti culturali.
Durante la conferenza, il responsabile per la Cultura e l’Innovazione del partito, l’Onorevole Federico Mollicone (foto in alto), ha parlato anche di editoria e della necessità di dedicare maggiori risorse al settore, tanto più in un periodo in cui le imprese editoriali soffrono per l’aumento dei costi energetici e della carta. Anche in questo caso Mollicone auspica un cambio di rotta rispetto al passato ricordando che “nel PNRR sono state dedicate solo quattro righe alla transizione digitale dell’editoria”.
E "bisogna ripensare - secondo Mollicone - anche alla distribuzione della stampa. In primo luogo bisogna ripensare le edicole salvandole dalla chiusura e bisogna aiutarle a diventare centri polifunzionali e culturali a disposizione della comunità. Noi abbiamo sempre sostenuto le edicole ma introducendo una visione innovativa, chiedendo all’edicola di fare un ripensamento culturale diventando un luogo dove si possa andare per più motivi”.
Programma FDI su rilancio editoria e edicole
Le parole di Mollicone rispecchiano il programma di FDI nel capitolo dedicato al rilancio dell’editoria. “Il settore editoriale – si legge – vive una crisi strutturale, generata da profonde trasformazioni tecnologiche e di mercato, di cui la transizione digitale è l’aspetto più evidente. La tutela di questo settore è fondamentale per le ricadute economiche e sociali, ma anche perché rappresenta il cardine del pluralismo democratico nel mondo della comunicazione. Per questo proponiamo una revisione del PNRR per includere negli aiuti anche il settore editoriale, a fronte del caro energia e del caro materiali”.
Per FDI il rilancio dell’editoria passa anche dalle edicole che rappresentano un “capitolo essenziale” in quanto svolgono un ruolo di “fondamentale salvaguardia del diritto dei cittadini a un’informazione libera e corretta, nonché importante presidio a tutela del pluralismo informativo”.
“La pandemia – si legge al riguardo nel programma di FDI – ha colpito duramente le edicole italiane, rendendo necessaria una pluralità di interventi”. Si parla nello specifico di “riconoscimento normativo delle edicole come servizi di interesse generale”, “resa strutturale del Tax credit edicole riservato agli esercenti dei punti di vendita esclusivi, già fissato per il 2022, nei limiti di 4mila euro, includendo in via residuale i punti vendita non esclusivi, ampliando inoltre le spese ammesse e istituendo meccanismi premiali” e “l’inserimento di incentivi all’informatizzazione e modernizzazione di questi esercizi, nonché sostegni a chi offre servizi aggiuntivi e sostegni alle nuove aperture, soprattutto al Sud, con un’attenzione speciale alle edicole che operano sul suolo pubblico”.
Apprezzamento da Mollicone per appello SNAG alle forze politiche
“Bene l'appello della SNAG. Lo raccogliamo e segnaliamo che il sostegno alla rete di vendita delle edicole, come sistema di presidio dell'informazione, è già parte integrante del nostro programma”, ha affermato sabato scorso Mollicone in una nota.
“La Rete di vendita delle edicole è fondamentale per la salvaguardia del diritto dei cittadini a un'informazione libera e corretta, nonché importante presidio a tutela del pluralismo informativo. La pandemia – ricorda il responsabile cultura di FDI – ha colpito duramente le edicole italiane, rendendo necessaria una pluralità di interventi come il riconoscimento normativo delle edicole come servizi di interesse generale; va reso strutturale il Tax credit edicole riservato agli esercenti dei punti di vendita esclusivi, già fissato per il 2022, nei limiti di 4mila euro, includendo in via residuale i punti vendita non esclusivi, ampliando inoltre le spese ammesse e istituendo meccanismi premiali; inserimento di incentivi all'informatizzazione e modernizzazione di questi esercizi, nonché sostegni a chi offre servizi aggiuntivi e sostegni alle nuove aperture, soprattutto al Sud, con un'attenzione speciale alle edicole che operano sul suolo pubblico”.
Le risorse ci sono, assicura Mollicone: “sono risorse esistenti, come da nostri emendamenti, che hanno sempre ricevuto il vaglio di ammissibilità per la copertura economica".
A pochi giorni dalle elezioni del 25 settembre, si intensificano gli appelli al mondo politico provenienti dal settore dell’editoria. L’aumento del costo della carta e quello dell’energia sta aggravando la situazione di crisi strutturale che oramai da anni caratterizza il settore dell’informazione coinvolgendo anche le edicole, che rappresentano un anello fondamentale della filiera della carta stampata. Nel frattempo il settore resta in attesa di quella riforma di filiera che i tre Governi che si sono succeduti negli ultimi tre anni hanno promesso e non hanno avuto il tempo di portare a termine.
Difficile, inoltre, capire cosa aspettarsi dal futuro visto che di editoria, e di come rilanciarla, se ne parla molto poco nei programmi politici dei vari schieramenti. A distinguersi per una particolare attenzione verso il settore è Fratelli d’Italia, che sostiene la necessità di un potenziamento dei fondi destinati all’editoria attraverso il PNRR, necessità peraltro giustificata dai rincari dell’energia e del prezzo della carta. Nel programma del partito di Giorgia Meloni si parla anche di edicole e della necessità di dare un riconoscimento normativo alle rivendite come servizi di interesse generale.
FIEG chiede più attenzione per i giornali, cartacei e online
In una nota dello scorso 9 settembre la FIEG lamenta l’esclusione dei giornali (cartacei e online) dalle ultime due campagne di comunicazione promosse dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, rispettivamente quella sul PNRR e quella sul risparmio energetico. Per tali campagne sono state infatti programmate uscite solo “su tv, canali social e radio”.
Da qui la richiesta degli editori di un ripensamento: “La FIEG, nel ribadire che nelle edicole, sul web e con le app, le pubblicazioni degli editori costituiscono un prezioso strumento di informazione qualificata, verificata ed attendibile, auspica una rivalutazione delle campagne che preveda l’utilizzo dei giornali, cartacei e online”.
Inoltre, in vista delle imminenti elezioni politiche, la FIEG ha anche promosso una campagna di comunicazione per ricordare che “L’esercizio del diritto di voto è un dovere civico” e per invitare gli italiani a scegliere “l’informazione qualificata, verificata e attendibile” che è quella disponibile “in edicola, sul web, da app”, rimarcando ancora una volta il ruolo determinante della stampa nel garantire un’informazione attendibile e pluralista.
FNSI preoccupata per l’“emergenza informazione”. Serve una legge di settore
“C'è in Italia un'emergenza informazione. Che non è soltanto emergenza occupazionale, ma anche e soprattutto emergenza democratica. Senza un'informazione di qualità, infatti, il rischio di tenuta delle istituzioni della democrazia liberale è altissimo”, avverte la FNSI sul proprio sito web lamentando che “da tempo la politica ha voltato le spalle all'informazione” e che le problematiche del settore sono completamente assenti dalla campagna elettorale in corso.
“Non stiamo chiedendo finanziamenti a pioggia, non stiamo chiedendo che ci vengano riconosciute particolari guarentigie, bensì una legge con cui il settore venga accompagnato in questa fase di transizione, in questo caso al digitale, esattamente come vengono accompagnate in questo Paese tutte le fasi di trasformazione industriale”, ha sottolineato il segretario generale Raffaele Lorusso a Firenze, nel corso dell’assemblea organizzata dall’Assostampa Toscana lo scorso 15 settembre.
Nel corso di una conferenza stampa organizzata la settimana scorsa da FNSI, insieme a Ordine dei Giornalisti, Inpgi e Casagit, per sensibilizzare il prossimo Governo e il prossimo Parlamento sulla crisi dell’editoria, è stato sottolineato l’importante ruolo dei giornalisti e della stampa professionale quale unico baluardo alla disinformazione e alla proliferazione di fake news, oltre che come unica garanzia del pluralismo dell’informazione.
SNAG indica 10 proposte per la salvaguardia delle edicole
Anche SNAG invita il prossimo Governo ad intervenire per preservare le 25.000 edicole ancora attive in Italia, che nel complesso occupano una forza lavoro di oltre 50.000 addetti. La rilevanza del settore non risiede solo nei numeri ma riguarda soprattutto il ruolo svolto dalle rivendite quale presidio per un’informazione di qualità e pluralista e quale presidio sociale e culturale sul territorio. Senza dimenticare che la rete delle edicole fornisce l’80% dei ricavi degli editori ed è quindi determinante per la tenuta della filiera.
A tal fine, SNAG sottopone alle forze politiche un Manifesto contenente 10 proposte specifiche a partire dal riconoscimento della rete di vendita come un servizio di interesse generale (1) e dalla conferma del tax credit edicole rafforzato dall’introduzione di criteri premiali (2). Sostiene inoltre la necessità di un voucher tecnologia dedicato alle edicole (3) e un bonus forfettario per le edicole che offrono servizi innovativi ai clienti o garantiscono elevati livelli di servizio (4).
Considerando che in Italia ci sono oltre 2.000 Comuni privi di un’edicola e 2.500 a rischio desertificazione, SNAG sollecita un bonus nuova edicola con incentivi per chi apre una nuova edicola o ne rileva una esistente (5). Per promuovere la sostenibilità economica dei punti vendita, viene chiesta l’eliminazione delle commissioni POS per chi acquista prodotti quotidiani o periodici (6) e procedure di rinnovo semplificate per le edicole su suolo pubblico con canoni ridotti e commisurati ai ricavi di vendita (7). In aggiunta, SNAG auspica un sostegno da parte del Governo a quei Comuni che, implementando il nuovo protocollo ANCI, eliminano i canoni unici per i chioschi o valorizzano il ruolo delle edicole con servizi aggiuntivi a favore dei cittadini (8).
Per finire, la richiesta dell’adozione delle Conferenze Unificate per ampliare la gamma di beni e servizi che le edicole, anche sul suolo pubblico, possono proporre alla clientela (9) e quella di maggiore equità nei rapporti distributivi e nella vendita alla stampa attraverso il contrasto agli abusi di posizioni dominanti da parte della distribuzione locale. Non poteva inoltre mancare un appello al sostegno della lettura con la necessità in particolare di avvicinare i giovani alle edicole (10).
Le quattro proposte dell’AIE per salvare l’editoria libraria
Si sono mossi anche gli editori dell’AIE (Associazione Italiana Editori), che in questi giorni hanno presentato un appello alle forze politiche per il rilancio di un comparto che vede impegnate 5.200 case editrici, quasi altrettante librerie e oltre 70.000 addetti lungo tutta la filiera del libro.
Nel loro manifesto gli editori dell’AIE chiedono per prima cosa un intervento immediato per affrontare l’emergenza carta. Auspicano poi l’attesa riforma di sistema con incentivi all’innovazione e all’internazionalizzazione per ridare modernità al mondo del libro. Al terzo punto mettono la lotta alla pirateria e la legge sul diritto d’autore, chiedendo più tutele. Infine, ritengono indispensabile coinvolgere in maniera più forte i giovani nell’acquisto dei libri.
Le quattro proposte sono state condivise anche da Confindustria Cultura, che chiede ai partiti che guideranno la prossima legislatura interventi per sostenere un settore importante per l’economia e che abbraccia libri, produzioni cinematografiche, musei e musica. Le richieste riguardano la valorizzazione del settore, la stabilizzazione delle norme e delle leggi di sistema per ogni singolo comparto, il sostegno al consumo culturale e, per finire, una maggiore incisività nella lotta alla pirateria e nella tutela del diritto d'autore.
Male a luglio la pubblicità sulla carta stampata. Secondo i dati comunicati da Nielsen, gli investimenti pubblicitari sui Quotidiani hanno registrato una contrazione del 15,8% rispetto all’analogo periodo 2021 mentre la raccolta sui Periodici ha evidenziato un calo addirittura del 26%.
I dati di luglio annullano i buoni risultati registrati nei primi sei mesi dell’anno e mandano in rosso il bilancio da inizio anno. Nel periodo gennaio-luglio i Quotidiani evidenziano nel complesso un calo del 3,3% rispetto all’analogo periodo 2021 mentre per i Periodici la flessione è stata del 2,1%.
In generale luglio è stato un mese negativo per la raccolta pubblicitaria, che ha evidenziato una contrazione del 10,7% rispetto a un anno prima portando a meno 1,3% la raccolta pubblicitaria dei primi sette mesi.
Su tutti questi dati, fa però notare Nielsen, pesa il confronto con l'estate degli Europei di calcio vinti dall'Italia. “L’11 luglio 2021 terminava la cavalcata vittoriosa degli Azzurri all’Europeo di Calcio che chiudeva due mesi di grande crescita anche sulla industry della comunicazione”, dichiara Alberto Dal Sasso, Ad Intel Mediterranean Cluster Leader di Nielsen sottolineando però che la performance del mese di luglio, "se confrontata con il periodo omologo legato agli ultimi mondiali in Russia (sembra oggi un paradosso), è positiva con un progresso del 2,3%”.
Il futuro resta un’incognita. “Andiamo verso un autunno complicato, l’attesa delle elezioni non ha mai favorito la spinta sulla comunicazione pubblicitaria e questa è storia, d’altro lato abbiamo un evento che potrà agire da traino e anche questa è storia, in un periodo interessante per le audience, gli streaming e dunque per le aziende che comunicano”. afferma Dal Sasso.
Tornando ai singoli mezzi d’informazione, a luglio la Tv ha fatto anche peggio rispetto ai Quotidiani, evidenziando una contrazione del 21,4% degli investimenti (meno 8,9% nel periodo gennaio-luglio 2022).
In crescita invece la Radio: più 6,7% a luglio e più 4% nei primi sette mesi dell’anno. Positiva anche la raccolta web: più 3,4% nel periodo gennaio-luglio. Bene pure l’Out of home con un più 80% nel periodo gennaio-luglio 2022 e la Go TV con un più 50,2%. In ripresa il Direct mail (più 0,7%) e gli investimenti pubblicitari sul mezzo Cinema.
Luglio è stato un mese positivo per le vendite di quotidiani cartacei in edicola, che per la prima volta da molto tempo appaiono in netta e diffusa crescita rispetto al mese precedente interrompendo il lungo trend di contrazioni. Come emerge dai dati raccolti da ADS – Accertamenti Diffusione Stampa, la quasi totalità delle testate ha registrato un incremento delle copie vendute con l’eccezione, per rimanere tra i quotidiani nazionali, di Italia Oggi e Avvenire.
È probabile che di fronte alla crisi di Governo e alle dimissioni del premier Mario Draghi, avvenute il 21 luglio e seguite dall’annuncio di elezioni anticipate, gli italiani abbiano cercato sui media cartacei un’informazione più attendibile per approfondire gli sviluppi sul fronte politico interno. A favorire un aumento delle vendite potrebbe essere stato anche il periodo vacanziero, che ha concesso più tempo da dedicare alla lettura dei quotidiani sotto l’ombrellone.
Se il raffronto con il mese di giugno 2022 risulta positivo, quello con il dato di luglio 2021 rimane invece fortemente negativo e ci ricorda che la crisi dell’editoria cartacea dura da lungo tempo e che, nonostante il rimbalzo di un mese, resta assai difficile recuperare le perdite in termini di vendite registrate nell’ultimo anno.
Repubblica recupera il 10% e torna sopra le 91.000 copie
Con riferimento ai due maggiori quotidiani generalisti, si segnala il balzo mensile del 5,4% del Corriere della Sera, che passa dalle 146.883 copie di giugno alle 154.861 di luglio. Risale la china anche la Repubblica. Dopo svariati ribassi che hanno portato le vendite ben sotto le 100.000 copie, l’ammiraglia del gruppo GEDI torna a vedere il sereno. A luglio le copie vendute in edicola sono ammontate a 91.516, il 10,2% in più rispetto alle 83.002 del mese precedente. Il raffronto con il luglio 2021 resta invece ampiamente negativo con una flessione del 18% per La Repubblica e del 6,1% per Il Corriere della Sera.
Anche La Stampa, altra testata del gruppo GEDI, archivia luglio con un aumento del 4,3% delle copie vendute, passate dalle 66.331 unità di giugno alle 69.186 unità. Resta però da recuperare un calo del 5,4% rispetto alle 73.176 copie di un anno prima.
Segno positivo a luglio anche per il Messaggero: più 4,8% con 49.330 copie vendute (erano 47.037 a giugno) e contro le 53.745 copie di un anno prima. Passando alle tre testate del gruppo QN; si segnala l’avanzata delle vendite del 4,7% per La Nazione con 42.581 copie (da 40.646 di giugno e 47.611 di luglio 2021), l’aumento del 2,53% per Il Resto del Carlino con 63.832 copie (rispettivamente da 62.252 di giugno e 69.908 di luglio 2021) mentre restano stazionarie le vendite de Il Giorno a 18.282 copie (erano 20.551 un anno prima).
Incremento a doppia cifra per Libero e Il Fatto Quotidiano
Tutti segni positivi, a luglio, anche per i quotidiani schierati politicamente. In particolare, si fa notare il balzo dell’11% per Il Fatto Quotidiano, che a luglio si porta a 25.755 copie vendute rispetto alle 23.201 di giugno, contro però le 26.852 di un anno prima. Piccolo salto in avanti anche per Il Manifesto, che con 6.211 copie aumenta le vendite in edicola del 2,3% rispetto al mese precedente avvicinandosi alle 6.741 copie di un anno fa.
Torna a correre La Verità, che mette a segno un aumento del 6,4% rispetto a giugno arrivando a veicolare nelle edicole 27.241 copie. Il quotidiano diretto e fondato da Maurizio Belpietro si conferma l’unico con un bilancio positivo rispetto a un anno prima: più 14% rispetto alle 23.856 copie di luglio 2021.
Spicca il volo Libero, che guadagna oltre 2.700 copie in edicola passando dalle 18.002 di giugno alle 20.712 di luglio e mettendo a segno un aumento mensile del 15%. Rispetto ad un anno prima, quando le vendite erano di 22.380 copie, occorre quindi recuperare altre 1.668 copie. Balzo modesto appena sotto il 2% per Il Giornale, che risale a 29.924 copie, ben al di sotto delle 36.112 copie del luglio 2021 (meno 17,1%).
Boom per gli sportivi. Contrastati gli economici. Bene la stampa locale
Tra i quotidiani sportivi, La Gazzetta dello Sport consolida il suo primato di testata più letta del settore sfiorando a luglio le 95.000 copie vendute in edicola, in aumento del 3,4% rispetto alle 91.758 copie di giugno e avvicinandosi alle 103.000 del luglio 2021. Piccolo boom di vendite anche i due concorrenti sportivi, Corriere dello Sport e Tuttosport, che mettono a segno rispettivamente un balzo in avanti del 14,6% e del 17% rispetto a giugno portandosi a 42.486 copie il primo e 27.092 copie il secondo, riducendo entrambi le distanze dai livelli di un anno fa di 46.617 e 28.502 copie.
Andamento contrastato per i quotidiani economici. Il Sole 24 Ore recupera posizioni e aumenta le vendite del 6% su base mensile passando da 23.950 a 25.424 copie a luglio. Il distacco rispetto a un anno fa, quando le copie in edicola erano 31.586, resta ancora ampio. Perde invece colpi Italia Oggi che scende a 6.465 copie con una flessione del 16,2%. Un anno fa le vendite in edicola erano pari erano di quasi 8.000 copie.
Bene anche il settore della stampa locale con una netta prevalenza di testate che a luglio hanno aumentato le copie vendute in edicola rispetto al mese precedente, a conferma di un crescente interesse anche per le notizie legate al territorio.