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Moles: “un intervento strutturale” per rilanciare l’Editoria

12 Aprile 2022

Dopo aver tamponato l’emergenza garantendo “un supporto immediato” al comparto dell’Editoria, è arrivato il momento di passare ad un “un intervento che abbia carattere strutturale”, tanto più che su questo punto “a livello governativo e parlamentare c’è un’unità di intenti”. Con queste parole il Sottosegretario per l’Editoria, Giuseppe Moles, è tornato ad esprimersi sulle riforme di cui l’intera filiera editoriale è in attesa da molto tempo.

I punti da cui partire sono tre: “Pluralità e qualità dell’informazione e rimozione delle posizioni dominanti”, tenendo però presente che bisogna “prevedere forme di premialità per quanti contribuiscono all’innovazione”, ha detto Moles intervenendo alla presentazione della Relazione Annuale Auditel 2022 in Senato.

Tra gli interventi previsti quello dell’attivazione di un fondo straordinario ad hoc per le imprese editoriali, e la normativa sul Copyright per rilanciare un settore già duramente colpito dalla pandemia e ora anche dai rincari congiunti di energia e carta.

Intanto gli ultmi dati relativi al mese di febbraio mostrano che le vendite in edicola della carta stampata hanno segnato un'ulteriore contrazione e che, nello stesso mese, anche gli investimenti pubblicitari appaiono in flessione (-0,2% quelli sui quotidiani, -8,9% i periodici).

Pillole contro la disinformazione online: una serie Rai contro le fake news

08 Aprile 2022

Guerra, pandemia, cambiamenti climatici, flussi migratori, diritti umani, elezioni politiche, mercati finanziari: la disinformazione investe ormai tutti gli ambiti dell’attualità e inquina l’ecosistema digitale con fake news, bufale e teorie del complotto, rischiando anche di mettere a dura prova la missione di servizio pubblico radiotelevisivo.

Per questo motivo la Rai è scesa in campo con determinazione nella lotta contro il proliferare di fake news online. In occasione dell’International fact-checking Day (giornata internazionale della verifica dei fatti), che si celebra il 2 aprile, Rai Play ha inaugurato una nuova serie di Pillole contro la disinformazione: 11 brevi filmati monotematici che dallo scorso 4 aprile appaiono nel palinsesto di tutti i canali Rai, pensati apposta per “promuovere l’alfabetizzazione digitale e lo sviluppo del pensiero critico”.

Seguiranno altri episodi. La previsione è infatti quella di creare una campagna di comunicazione che coprirà i prossimi mesi attraverso 30 pillole distribuite in tre stagioni.

Tra i primi episodi, la guerra in Ucraina e la disinformazione post sovietica

Si parte dall’attualità con il primo episodio intitolato Nebbia di guerra e dedicato al caos informativo nel conflitto Russia-Ucraina, seguito da La fabbrica dei troll, breve storia della “disinformazia” post-sovietica.

Ci si occupa anche di chi non vuole riconoscere il cambiamento climatico (La macchina della negazione), del legame tra movimenti no-vax e complottismo (Infodemia), o della satira presa erroneamente sul serio (Non l’ho “falso” apposta). E ancora: denunce, come quella del segretario delle Nazioni unite contro chi diffama i migranti (Bugie bianche), alternate ad esempi pratici su come è facile essere manipolati online (A ciascuno il suo bot) e sul business dei sempre più ingannevoli titoli-esca (Soldi facili).

E poi l’appello alla tutela dei teenager, molto esposti sui social (Falsi minori), e quello alla prudenza di fronte ai deep-fake, i video falsi altamente realistici che impazzano sul web (Sesso, bugie e video falsi); fino al grido di allarme di Maria Ressa, premiata l’anno scorso col Nobel per la Pace per la sua coraggiosa battaglia contro il “virus della menzogna” (Nessuna verità senza i fatti).

La lotta alle fake news passa anche dai banchi di scuola

Ricordiamo che la Rai è membro dell'Italian Digital Media Observatory (IDMO) per la creazione di un osservatorio nazionale contro la disinformazione, un consorzio finanziato dalla Commissione Europea, coordinato dall'Università Luiss Guido Carli, e che vede la partecipazione di Tim, Gruppo Gedi, Università di Tor Vergata, T6 Ecosystems, Newsguard, Pagella Politica.

Con la stessa finalità di combattere le fake news, Rai ha anche progettato una serie di incontri con le scuole organizzati da Rai Ufficio Studi, in collaborazione con Rainews24 e con il Coordinamento Sedi Regionali. Le prime scuole coinvolte sono tre realtà del Nord, Centro e Sud Italia: l'istituto di Istruzione Superiore Plana di Torino, il liceo Ginnasio Statale Orazio di Roma e il liceo Classico ''G. Garibaldì' di Palermo. In ogni collegamento un giornalista Rai offre ai ragazzi delle scuole superiori indicazioni utili per orientarsi nel mondo della disinformazione online, per riconoscere le fake news ed evitarle.

Carta stampata antidoto contro le fake news

Educare a riconoscere le fake news sul web si sta rivelando una priorità nel campo dell'informazione e al tempo stesso viene riabilitato il ruolo della carta stampata come importante argine contro la disinformazione. L'informazione di qualità offerta dai quotidiani cartacei rappresenta infatti un punto di riferimento sicuro per chi cerca notizie attendibili. Purtroppo, però, anche gli ultimi dati sulla diffusione dei quotidaini a febbraio ci dicono che le vendite in edicola continuano a diminuire.  

Vendite quotidiani in edicola: su base annua prosegue a febbraio la flessione

07 Aprile 2022

I dati di febbraio sulle vendite di quotidiani in edicola non fanno che confermare il trend ribassista che perdura da tempo, anche se non mancano alcune eccezioni. Nel raffronto su base annua dei dati forniti da ADS (Accertamenti Diffusione Stampa) sulle vendite in edicola, tutte le testate nazionali - con eccezione de La Verità di Maurizio Belpietro e della Gazzetta dello Sport - appaiono in calo rispetto a febbraio 2021.Su base mensile, invece, si registrano alcuni incoraggianti segnali di ripresa, circoscritti però a una manciata di testate.

Tra queste ultime si distingue il Corriere della Sera. Il quotidiano più letto d’Italia archivia il mese di febbraio con vendite in edicola pari a 152.593 copie, in aumento dello 0,9% rispetto a gennaio, complice forse anche il bisogno di informazione innescato dal conflitto in Ucraina (ricordiamo che l’invasione della Russia è iniziata il 24 febbraio), ma in calo del 5,88% rispetto ad un anno prima.

Continua invece la discesa verso nuovi minimi di Repubblica che a febbraio vende in edicola 94.000 copie, quasi il 20% in meno rispetto a un anno prima e con una flessione del 3,3% rispetto al mese precedente. Va leggermente meglio all’altro quotidiano di punta del gruppo GEDI: La Stampa vende in edicola 71.513 copie, il 4,3% in meno rispetto a febbraio 2021 e il 2% in meno rispetto al mese precedente. Ancora migliore la tenuta de Il Secolo XIX, con vendite in edicola per 22.176 copie a febbraio, un dato non molto distante dalle 22.400 di gennaio. Rispetto a un anno prima, però, la flessione arriva addirittura al 18,6%.

Scendono poco sotto le 50.000 le vendite de Il Messaggero, con un calo del 2,4% rispetto al mese precedente e del 6,14% rispetto a un anno prima. Stesso copione passando alle testate del gruppo QN, dove si registrano lievi flessioni rispetto al mese precedente per Il Giorno (-2,3%) con 19.272 copie, La Nazione (-1,6%) con 42.430 copie, Il Resto del Carlino (-0,5%) con 63.463 copie. Per tutte e tre le testate, però, si confermano flessioni di circa l’11% rispetto al febbraio 2021. Tra le testate con la migliore tenuta si segnala Avvenire che con 5.416 copie a febbraio, poco più di quelle vendute a gennaio (5.326) e all’incirca le stesse di febbraio 2021 (5.421).

Per quanto riguarda le testate più schierate politicamente, appare ancora in crescita La Verità con vendite in edicola per 29.878 copie a febbraio, poco più delle 29.569 copie di gennaio, che si conferma l'unica testata in netta controtendenza grazie a un aumento addirittura del 17,5% rispetto ad un anno prima.Un aumento che è andato a scapito de Il Giornale, che rispetto a febbraio 2021 vede scendere del 19% le copie vendute, pari a 31.357 (in lieve aumento, però, rispetto al mese precedente) e di Libero, che rispetto a un anno prima perde il 14% di copie, scese a 19.321 (stabili rispetto al mese precedente). Buona performance per Il Manifesto, che a febbraio vende in edicola 7.103 copie, contro le 6.673 di gennaio e le 7.549 di febbraio 2021.

Flessioni marcate per Italia Oggi, le 3.431 copie vendute in edicola a febbraio sono meno della metà delle 7.716 copie di febbraio 2021 e il 42% in meno rispetto al mese precedente. Resiste Il Sole 24 Ore con 25.698 copie a febbraio, contro le 26.202 di gennaio e le 34.316 di febbraio 2021.

Si salvano i giornali sportivi. Con 83.094 copie la Gazzetta dello Sport vede un miglioramento delle copie vendute sia rispetto a gennaio ( 4%) sia rispetto a febbraio 2021 ( 9%). Nessuno scossone nemmeno per Il Corriere dello Sport, che si conferma poco sopra le 37.000 copie vendute in edicola, all’incirca sugli stessi livelli del mese precedente e di un anno fa. Stazionarie, per finire, le vendite di Tuttosport rispetto a gennaio, ma nel raffronto su febbraio 2021 le vendite appaiono inferiori del 13,39%.

Considerando i dati sulla diffusione totale, ossia includendo anche le copie digitali oltre a quelle individuali vendute in edicola, la situazione non cambia molto: nel raffronto con febbraio 2021 prevalgono nettamente le contrazioni e spicca su tutti il -14,7% de La Repubblica. Tra i pochi segni positivi, si segnalano invece Corriere della Sera ( 3,8%), Gazzetta dello Sport ( 7,3%) e soprattutto La Verità ( 32%). Più confortante il raffronto con i dati di gennaio 2022: tra le prime 20 testate per diffusione, dieci sono quelle che mostrano un miglioramento e altrettante (tra cui La repubblica) quelle che invece mostrano un peggioramento.

Domani in edicola il nuovo quotidiano economico lanciato da Belpietro

04 Aprile 2022

Debutta il 5 aprile Verità&Affari,  il nuovo quotidiano economico-finanziario nato su iniziativa di Maurizio Belpietro, fondatore ed editore de La Verità, l’unico quotidiano che negli ultimi anni sta riscuotendo un incremento di vendite in edicola, più che raddoppiate negli ultimi cinque anni.

Con una tiratura media di 60.000 copie (80.000 al lancio) e un costo di copertina di 1,50 euro, Verità&Affari “è la dimostrazione che la carta stampata non è morta” come ha dichiarato Belpietro in un video su Facebook annunciando l’arrivo del nuovo quotidiano creato, ha sottolineato, “per raccontare il dietro le quinte dell’economia, la verità negli affari, tutti i segreti della finanza andando oltre le versioni ufficiali che vengono fornite dagli uffici stampa. Lo abbiamo fatto per 5 anni con la politica e ora lo facciamo con l’economia”.

A rendere interessante Verità&Affari sarà lo spazio dedicato a “inchieste esclusive, retroscena e segreti di palazzi e santuari di ogni potere e lobby. Ma anche il racconto e il megafono di chi fino a oggi non ha avuto voce in capitolo, come le migliaia di imprese piccole e medie o di partite Iva che hanno fatto la storia del pil in Italia, trovando grandi idee e spesso diventando campioni e campioncini del made in Italy esportato fuori dai confini nazionali”, si legge nella presentazione del progetto.

Un progetto editoriale che promette di raccontare “il riassetto del potere economico in Italia e nel mondo e i suoi legami con i poteri politico e giudiziario senza pregiudizi e condizionamenti” ma che intende dare “particolare attenzione anche a tutti gli aspetti della nuova finanza, spiegando con linguaggio semplice e offrendo un notiziario esauriente su criptovalute, certificati CO2 ed Etf, oltre che su tutti gli investimenti tradizionali, dalle azioni ai bond ai fondi comuni”.

A dirigere il quotidiano è stato chiamato Franco Bechis, già direttore de Il Tempo, da cui si era dimesso qualche tempo fa per dedicarsi proprio all’ideazione del nuovo quotidiano finanziario, che avrà una foliazione di 24 pagine.
 

Finisce lo stato di emergenza nazionale. Ma la pandemia rimane

31 Marzo 2022

Da domani stop all’obbligo di esibire il green pass in tutti i negozi (incluse le edicole al chiuso) anche se resterà, fino al 30 aprile, l’obbligo della mascherina. È una delle tante novità che entreranno in vigore in coincidenza con la fine, dal primo aprile, dello stato di emergenza nazionale legato al Covid-19.

Sempre da domani, il green pass non sarà più necessario per recarsi presso parrucchieri, barbieri, saloni di bellezza e centri estetici. Niente più certificazione verde per soggiornare in hotel e strutture ricettive mentre per accedere a bar e ristoranti al chiuso sarà ancora indipensabile, fino al 30 aprile, presentare il green pass base.

Torna la capienza al 100% per impianti sportivi all'aperto e al chiuso e per le discoteche ma fino al 30 aprile servirà mascherina e certificato verde per l’ingresso. Fino al primo maggio, obbligo di green pass base per accedere ai luoghi di lavoro. Niente più green pass, invece, per salire su autobus e metropolitane: bisogna però indossare una mascherina FFP2. Dovrà invece munirsi di green pass base chi deve accedere ad aerei, treni e navi.

Questa la road map del Governo per il graduale ritorno alla normalità dopo oltre due anni di stato di emergenza. A decretarlo era stato il Consiglio dei Ministri guidato da Giuseppe Conte il 31 gennaio 2020: il giorno precedente l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) aveva dichiarato il coronavirus “emergenza sanitaria globale” e, contemporaneamente, in Italia venivano diagnosticati i primi due casi di Covid: due turisti cinesi ricoverati in isolamento allo Spallanzani di Roma.

Da domani scompaiono anche i colori delle Regioni –bianca, gialla, arancione e rossa – e viene sciolto il Comitato Tecnico Scientifico, il pool di esperti e virologi che per oltre due anni ha guidato le scelte del Governo e del Ministero della Salute sulla gestione della pandemia.

Esce di scena anche il Generale Francesco Figliuolo, Commissario straordinario dell’emergenza Covid e artefice del successo della campagna vaccinale che ha permesso la ripartenza del Paese. Al suo posto subentra un'Unità di transizione guidata da un altro Generale, Tommaso Petroni, che resterà in carica fino al 31 dicembre 2022 per completare la campagna vaccinale (si parla di quarta dose per i soggetti fragili e gli over 50, una decisione unitaria dovrebbe arrivare nei prossimi giorni dall’Unione europea) e per altre eventuali misure necessarie per contrastare la pandemia.

La pandemia, infatti, è tutt’altro che terminata. Il nuovo monitoraggio della Fondazione Gimbe evidenzia che nell’ultima settimana di marzo (23-29 marzo) i nuovi contagi restano sostanzialmente stabili ma aumentano i ricoveri in terapia intensiva e, dopo sei settimane in flessione, tornano a salire anche i decessi da Covid.

L’invito è dunque quello di non abbassare la guardia anche perché, specie nelle prossime settimane e in previsione degli spostamenti per le festività di Pasqua, i contagi potrebbero tornare a salire per poi attenuarsi – dicono gli esperti – nei mesi più caldi, come accaduto negli scorsi anni.

FIEG: garantire la consegna dei giornali alle edicole

17 Marzo 2022

La Federazione italiana editori giornali esprime in una nota "grande preoccupazione per l’impossibilità di distribuire i giornali a seguito del blocco della circolazione dei mezzi di trasporto in alcune zone del Paese, in particolare nella zona di Olbia e nel Salernitano, collegato alla protesta degli autotrasportatori contro il caro carburante".

"La distribuzione della stampa - prosegue la FIEG - costituisce il presupposto per l’esercizio di due fondamentali diritti costituzionali: il diritto di informare e quello di essere informati. Impedire ai mezzi della distribuzione della stampa la consegna delle pubblicazioni, quotidiane e periodiche, alle edicole significa precludere ai cittadini l’accesso all’informazione".

Pertanto, "gli editori italiani, nel denunciare la gravità del blocco della consegna dei giornali, chiedono con forza alle Autorità di garantire sempre e dovunque la circolazione dei mezzi di distribuzione della stampa per assicurare l’accesso all’informazione dei cittadini".

Giornali a rischio: gli editori chiedono un intervento rapido

14 Marzo 2022

“Produrre informazione di qualità e diffonderla sta diventando sempre più difficile e senza interventi fortemente a rischio”: è quanto scrive la FIEG in una nota unendosi all'allarme per la continuità del settore editoriale già lanciato da Assocarta e Assografici.

“A partire dal secondo semestre dello scorso anno - precisa il Presidente della Federazione italiana degli editori, Andrea Riffeser Monti - il prezzo della carta su cui si stampano i giornali è cresciuto di oltre il 100% e ulteriori aumenti sono in corso".

Alcune cartiere hanno già dovuto interrompere la produzione piuttosto che continuare a operare in perdita mettendo a rischio la continuità dei rifornimenti, non solo all'industria dell'editoria ma anche ad altri comparti come quello del cartone ondulato e del packaging.

"Il boom del costo della principale materia prima per le pubblicazioni si unisce ai costi crescenti dell’energia e alle difficoltà che incontrano gli editori nel reperire la carta e le lastre in alluminio per la stampa. Gli editori - prosegue Riffeser - sono già stati costretti a ridurre la foliazione e le notizie e la riduzione dell’informazione locale rende privi di voce le comunità e i politici sul territorio, dai sindaci agli esponenti locali”.

Una situazione insostenibile che racchiude un grosso rischio, ossia, come dice ancora Riffeser, “che si debbano sospendere le pubblicazioni, mettendo in difficoltà l’intera filiera: giornalisti, poligrafici, distributori nazionali e locali e edicole. Tutto questo in un momento particolare per l’Europa e per il nostro Paese in cui l’informazione assicurata dai giornali è quanto mai indispensabile”.

“Faccio appello - conclude Riffeser - al Governo, al Parlamento e alle Forze politiche. Occorre fare, e presto, due cose: trasferire immediatamente alle imprese le risorse per il sostegno al settore già stanziate e prevedere nuovi e significativi interventi sul mercato della carta e dell’energia”.

Frenata a gennaio per la pubblicità sulla stampa

11 Marzo 2022

Gennaio inizia male anche per gli investimenti sulla carta stampata, un dato negativo che si unisce all’ulteriore caduta delle vendite in edicola con cui è iniziato il nuovo anno. E bisogna subito dire che i dati sulla pubblicità di gennaio non risentono ancora dei venti di guerra: il conflitto in corso è infatti iniziato il 24 febbraio con l’ingresso delle truppe russe nel territorio ucraino.

In generale, l’Osservatorio Stampa FCP (Federazione Concessionarie Pubblicità) indica a gennaio una flessione del 2,8% del fatturato pubblicitario sulla carta stampata rispetto all’analogo periodo del 2021. Nel dettaglio, i quotidiani hanno evidenziato una flessione dello 0,7% mostrando una discreta tenuta, mentre per i periodici la frenata è stata maggiore, con una caduta nel complesso del 13,9%.

In particolare, la pubblicità sui settimanali ha segnato un tonfo del 27,1%. In controtendenza, invece, gli investimenti pubblicitari sui mensili, risaliti del 5% rispetto a un anno fa con il risultato che, a gennaio, il fatturato pubblicitario sui mensili ha superato quello sui settimanali. In calo anche il dato relativo ad altre periodicità, in calo del 23,3%.

Tax credit pubblicità: domande dal 1° al 31 marzo 2022

Anche quest’anno il Governo mette a disposizione fondi per un credito d’imposta per gli investimenti pubblicitari effettuati nel corso del 2022.

La richiesta deve essere presentata dal 1° al 31 marzo all’Agenzia delle Entrate, salvo poi confermare, tra gennaio e febbraio del prossimo anno (2023), gli investimenti realmente effettuati ne 2022. Il credito sarà concesso nella misura del 50% del valore degli investimenti pubblicitari effettuati quest'anno, in quanto anche per il 2022 viene meno il requisito dell'incremento minimo dell'1% rispetto agli investimenti effettuati l'anno precedente.

Nel calcolo degli investimenti su cui è possibile chiedere il tax credit sono compresi quelli in campagne pubblicitarie sulla stampa quotidiana e periodica, anche online, e sulle emittenti radiofoniche e televisive locali e nazionali, analogiche o digitali, non partecipate dallo Stato.

UPA preoccupata per ricadute negative su investimenti pubblicitari

Già a inizio anno il presidente di UPA (Utenti Pubblicità Associati), Lorenzo Sassoli de Bianchi, aveva espresso preoccupazione per l’andamento, nel corso del 2022, degli investimenti pubblicitari, reduci da un 2021 in aumento (più 4,2% quelli su carta stampata rispetto al 2020, anno segnato da un tonfo del 22,9% causa pandemia).

A preoccupare Sassoli era soprattutto l’impennata dei prezzi energetici e le ricadute negative che questo avrebbe potuto arrecare all’economia a partire dalle pressioni inflazionistiche e rallentamento della crescita. La guerra in Ucraina e l’ulteriore balzo a nuovi record dei prezzi del gas e delle materie prime tronca ogni speranza di ripresa degli investimenti aziendali in pubblicità.

«Sappiamo bene che quando c’è da tagliare, la prima voce su cui intervenire è spesso quella della comunicazione pubblicitaria», ha ricordato Sassoli precisando che «per questa ragione sono personalmente molto preoccupato, dal momento che è sicuro che l’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime peserà sui bilanci di tanti inserzionisti».

Stampa editoriale a rischio continuità: l’allarme di Assografici

10 Marzo 2022

Come già fatto ieri da Assocarta, anche Assografici, Associazione Nazionale Italiana Industrie Grafiche Cartotecniche e Trasformatrici, lancia il proprio avvertimento al mercato circa le difficoltà del settore a mantenere gli attuali livelli produttivi di fronte all’impennata dei costi dell’energia e delle materie prime, con inevitabili ricadute a valle sui settori che ruotano attorno all’utilizzo di carta, incluso quello della stampa editoriale.

“Molti stabilimenti cartari, fortemente energivori, hanno ora annunciato rallentamenti se non veri e propri fermi produttivi. Data la situazione critica che già registriamo da mesi, non è difficile intuire come sia ora a rischio la continuità produttiva anche di tutta la filiera a valle”, avverte Emilio Albertini, Presidente di Assografici.

Settori a valle in difficoltà

In un comunicato Assocarta spiega che “da mesi tutti i comparti della stampa e della trasformazione di carta, cartone e imballaggio flessibile denunciano infatti difficoltà che ora rischiano di diventare veri ostacoli a proseguire regolarmente l’attività:
- la stampa di riviste in rotocalco, anch’essa energivora, è già da tempo in condizioni di non economicità;
- la stampa di libri è frenata dalla scarsa disponibilità di carte ad uso editoriale, ormai prodotte da pochi player europei (ad aggravare ulteriormente la situazione si segnala lo sciopero di un’importante cartiera nord-europea, in atto da lungo tempo) e dal difficile reperimento di quasi tutti i materiali, in particolare quelli per la produzione di lastre;
- il settore del cartone ondulato, fogli e scatole, non riesce a fare fronte a una domanda per giunta crescente e la notizia di ieri dello stop di alcuni importanti siti produttivi cartari, rende concreta la prospettiva di fermi anche per gli ondulatori, che hanno già scorte ridotte di carta a magazzino; - la produzione di astucci in cartoncino per alimentare, farmaceutico, cosmetica è rallentata dalla carenza di carta e altre materie prime;
- manca il materiale per produrre etichette, imprescindibili per molte filiere, in particolare quella farmaceutica e quella alimentare;
- anche la produzione di packaging flessibile, che utilizza prevalentemente materiali plastici, è appesantita dagli straordinari rincari energetici, dal rincaro dei prezzi delle materie prime in conseguenza dell’aumento del costo del petrolio e frenata dalla difficoltà a reperire alcune materie prime (foglia d’alluminio, EVOH) che spesso provengono da paesi extra UE, perché l’offerta europea non basta a soddisfare la domanda interna".

Situazione eccezionale che richiede misure straordinarie

Il nuovo shock energetico, seguente al conflitto in Ucraina, sta rapidamente compromettendo la situazione di un’intera filiera, già in difficoltà nella gestione degli incrementi dei prezzi della carta e degli altri fattori produttivi e nell’approvvigionamento di tutte le materie prime. “È una situazione veramente eccezionale, anche di carenza di materie prime, che segue il periodo pandemico già molto complicato, e che nessuno ricorda si sia mai verificata prima con questa intensità e rapidità sui nostri mercati”, prosegue Albertini, paventando possibili aumenti di prezzo sui clienti finali.

Per questo motivo, conclude Albertini, “Assografici insieme ad Assocarta e Acimga nella Federazione Carta e Grafica, unisce la sua voce a quella di Confindustria nella richiesta di misure straordinarie che divengono sempre più urgenti per affrontare l'emergenza, sia in sede Ue che da parte del Governo italiano".

Vendite quotidiani in edicola: parte male il 2022

09 Marzo 2022

Inizia con uno scivolone il 2022: su base annua, a gennaio sono calate in maniera generalizzata le vendite individuali cartacee di quotidiani, pur con la conferma di alcune testate che si sono mosse in controtendenza come La Verità di Maurizio Belpietro e La Gazzetta dello Sport.

Secondo quanto emerge dai nuovi dati comunicati da ADS Accertamenti Diffusione Stampa, con 151.119 copie vendite in edicola, Il Corriere della Sera si conferma il quotidiano più letto del Paese ma perde quasi il 9% di copie rispetto a gennaio di un anno fa quando erano 165.990. Passando al diretto concorrente, La Repubblica, la perdita diventa quasi doppia (-14,9%). La testata ammiraglia del gruppo GEDI vede consolidarsi le vendite mensili ben al di sotto della soglia delle 100.000 copie, triste primato raggiunto nei mesi scorsi. A gennaio 2022 sono infatti 97.281 le copie vendute, contro le 114.333 di un anno prima. Restando all’interno del gruppo GEDI, tiene invece la posizione La Stampa con poco più di 73.000 copie vendute, il 3,45% in meno rispetto a un anno fa.

Flessioni a doppia cifra, invece, per le testate del gruppo QN. A gennaio QN Il Resto del Carlino si ferma a 63.790 copie (-11,5% rispetto a un anno prima), QN La Nazione si attesta a 43.139 (-12%) e QN Il Giorno scende a 19.740 copie (-10%). Duemila copie in meno (-3,73%) anche per Il Messaggero che con 50.390 copie è il sesto quotidiano più letto. Tiene bene Avvenire con 5.320 copie, poco meno delle 5.600 di un anno prima.

Passando ai giornali politicamente schierati, prosegue la corsa de La Verità, che con 4.000 copie in più rispetto a un anno prima (più 16%) arriva a sfiorare le 30.000 copie insidiando Il Giornale che vede scendere le copie vendute in edicola a 31.255, da 44.429 di un anno prima (-29%). Perde quota anche Libero che si assesta a 19.300 copie (-15%). Brusca battuta d’arresto pure per Il Fatto Quotidiano che scende a 23.679 copie rispetto alle quasi 30.000 di gennaio (-20%) e anche per I l Manifesto che scende a 6.673 copie (-12,2%).

Si muovono in controtendenza i quotidiani sportivi. La Gazzetta dello Sport vende oltre 80.500 copie, quasi il 20% in più rispetto a gennaio 2021. Stabile I l Corriere dello Sport a 38.600 copie, dati che si scontrano però con il pesante tonfo di Tuttosport, che perde quasi 13.000 copie passando in 12 mesi da 36.108 a 23.260 copie.

Male anche i quotidiani economici che perdono quasi un quarto di copie rispetto a un anno prima: Il Sole 24 Ore si ferma a 26.202 copie (-24%) e Italia Oggi a 5.965 copie (-23%).

Flessioni generalizzate anche per i quotidiani locali.


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