Il vaccino anti Covid non crea le varianti del Covid e non rende nemmeno sterili. E bere alcool o mangiare aglio non preserva dal virus. Sono tante le fake news scatenate dalla pandemia, al punto che perfino il Governo è dovuto scendere in campo con una task force anti bufale al fine di tutelare la salute degli italiani.
Di recente anche il sottosegretario per l’Editoria Giuseppe Moles aveva preso una posizione forte dichiarando che le notizie false sono “uno dei mali più insidiosi dei nostri tempi” e vanno contrastate con ogni mezzo. Anche i social, uno dei principali mezzi di diffusione di notizie false, sono intervenuti per mettere un freno al dilagare di fake news. Facebook, per esempio, ha annunciato di aver rimosso 20 milioni di post bufala sul Covid.
Agli “effetti della disinformazione” da fake news – veicolate in rete sui social – è stato dedicato un convegno organizzato da UniPace Roma - Nazioni Unite, in partnership con la Web Press Media Reporter Association e la sponsorship di Wrep, il Web Reporter Eu Registry.
Dal convegno è scaturito una sorta di manifesto contenente i principi programmatici per contrastare la diffusione di fake news e sensibilizzare sull’argomento (presto sottoscrivibile sulla piattaforma di petizioni Change.org).
"Tutti gli interventi che abbiamo ascoltato – ha ricordato Enea Franza, direttore del Dipartimento Scienze Politiche dell’Università Internazionale della Pace e moderatore dell’incontro – hanno evidenziato ancora di più quanto sia indispensabile lavorare per raggiungere la verità, anche attraverso la condivisione delle informazioni. La strada da percorrere non è certamente facile, per questo abbiamo deciso di lanciare questo documento programmatico come pietra miliare di un nuovo cammino fruttuoso".
L’obiettivo, ha aggiunto, è anche quello di "elaborare pratiche per tutelare la consapevolezza e la responsabilizzazione degli utenti, delle istituzioni e degli organi di stampa rispetto alle fake news, attraverso un approccio scientifico e indipendente dalle politiche di possibili Paesi ingerenti".
Noi aggiungiamo che la carta stampata di qualità si presta ad essere uno strumento importante per contrastare le diffusioni di fake news o quanto meno per smontarle e riportare lettori e cittadini ad una visione realistica del mondo che li circonda.
È fondamentale che tutte le edicole accedano a questa misura di sostegno messa in campo dal Governo per sostenere la categoria. È evidente che dal livello di adesione dipenderà la possibilità di ottenere la conferma di questa misura per i prossimi anni.
Raccomandiamo a tutti gli associati di utilizzare questa forma di sostegno e invitiamo i Presidenti di struttura a verificare e sollecitare l’adesione da parte dei propri iscritti.
Interessante intervista al Presidente di SNAG Andrea Innocenti questa mattina su Rai Radio 1. Durante la trasmissione MOKA, Innocenti ha messo a fuoco alcune delle problematiche del settore: la scarsa propensione dei giovani a leggere giornali, la necessità delle edicole di ampliare l’offerta con nuovi servizi e prodotti rivolti al cittadino, gli aggi esigui sulla vendita di giornali e il difficile equilibrio tra carta stampata e digitale, laddove l’80% dei ricavi delle società editrici arrivano dalle vendite in edicola e solo il 20% dall’online.
“È innegabile - ha detto Innocenti - che il nostro settore è in forte crisi. Purtroppo le persone, in particolare i giovani, non leggono la carta stampata e purtroppo si sono trasformati in leoni da tastiera. Certamente non possiamo fermare la tecnologia che avanza con telefoni, Pc e iPad. Le notizie sono bruciate all’istante e si moltiplicano purtroppo le fake news. Tutto ciò avviene perché non c’è un rinnovo generazionale dei lettori. Per questo la nostra associazione, lo SNAG, in alcune zone ha effettuato nelle scuole corsi di lettura di giornali quotidiani e spiegato le modalità di creazione di un giornale. È stato un esperimento molto positivo che contiamo di riprenderete in altre località”.
Detto questo, è altrettanto vero che le rivendite stanno cambiando pelle e non sono più solo il luogo deputato alla vendita di giornali. Si va in edicola per ritirare certificati anagrafici, per ritirare pacchi, per comprare biglietti dei mezzi pubblici. Premesso che “il nostro lavoro è comunque quello di divulgare la carta stampata”, le edicole - ha precisato Andrea Innocenti - devono essere in grado “anche di fornire altri servizi complementari al cittadino in quando gli aggi sulla vendita dei giornali sono esigui”.
Ma non è tutto così semplice e l’edicola resta centrale per l’editoria e la carta stampata. “Il vero lettore è esigente e chi acquista giornali chiede articoli di approfondimento, cosa che rimane difficile con strumenti tecnologici. Tanto è vero - ha concluso il Presidente di SNAG - che le attuali percentuali di vendita sono 80% su carta stampata e 20% sull’online. Non so se nell’immediato futuro ci potrà essere un capovolgimento di tali percentuali”.
La crisi della stampa cartacea non conosce confini geografici. Arriva dagli Usa la notizia che, dopo 27 anni di pubblicazioni, lo storico magazine femminile Marie Claire non sarà più in stampa mentre continuerà a vivere nella versione online.
Insomma, nulla di nuovo sotto il sole. Anche in questo caso il digitale ha finito per cannibalizzare e annientare la versione cartacea di un mensile che in passato si è imposto per aver sostenuto importanti campagne in favore delle donne come la parità di salario, l’aborto o la lotta contro la violenza domestica, parlando naturalmente anche di moda, bellezza e tendenze.
Lo scorso maggio la casa editrice Hearst, che aveva iniziato nel 1994 a pubblicare la rivista negli Stati Uniti, aveva ceduto la proprietà all’editore inglese Future plc, a cui sono bastati solo pochi mesi prima di prendere la drastica decisione di far cessare la pubblicazione.
La pandemia non ha aiutato, né ad attrarre i dollari della pubblicità, né ad attrarre nuovi lettori, così nel 2020 la periodicità è passata da 11 a 7 numeri l’anno ma ciò non è bastato a tenere alte le vendite. Come comunica la società, a maggio la tiratura è stata di 900 mila copie con appena 11.000 copie vendute in edicola, a fronte però di 15 milioni di visitatori unici al mese al suo sito.
A conti fatti, dunque, il nuovo acquirente Future plc ha deciso di investire sul digitale abbandonando l’idea di potenziare e rilanciare il cartaceo.
Questo è quanto accade negli Stati Uniti.
Nel nostro paese Marie Claire è stampata dalla filiale italiana di Hearst, Hearst Italia, che continua a pubblicare la rivista, insieme a Marie Claire Maison, Elle, Elle Decor, Bazaar, Cosmopolitan, Esquire, Gente. A giugno (ultimi dati disponibili ADS – Accertamenti diffusione stampa) la diffusione totale cartacea e digitale di Marie Claire era di 121.220 copie, contro le quasi 97.000 copie di Vogue, la Bibbia della moda femminile.
A proposito di Vogue, la storica rivista sta attraversando un momento delicato come testimonia la serie di tagli e ristrutturazioni decisi dall’editore Condè Nast. Il gruppo ha deciso infatti di affidare la supervisione di tutte le edizioni nazionali, quella italiana inclusa, ad Anna Wintour, la leggendaria ed intransigente direttrice di Vogue America.
Via dunque i direttori delle edizioni nazionali, sostituiti da coordinatori. A farne le spese anche Emaunele Farneti, dal 2017 direttore di Vogue Italia, che con il numero di settembre ha firmato il suo ultimo editoriale.
Con il Provvedimento del 7 settembre 2021, l’Agenzia delle Entrate ha disposto l’ulteriore proroga, dal 1° ottobre 2021 al 1° gennaio 2022, dell’obbligo di effettuare l’invio telematico dei corrispettivi esclusivamente con il nuovo tracciato telematico (versione 7.0).
Si è conclusa con la chiusura di 329 canali Telegram e l’identificazione di 9 amministratori di altrettanti canali Telegram, l’indagine della Procura di Bari contro la pirateria editoriale partita oltre un anno fa da una segnalazione della FIEG, preoccupata per le forti perdite che il fenomeno sta arrecando al settore, anche alle edicole che, a causa di questo fenonmeno, si vedono sottrarre vendite (e quindi ricavi).
Gli indagati, residenti in diverse regioni italiane (Lazio, Puglia, Veneto, Sicilia, Marche, Campania), sono accusati di aver violato la legge sui diritti d’autore. Alcuni, si legge nella carte della Procura, avrebbero sfruttato la diffusione dei file pirata "con lo scopo di guadagnare denaro attirando iscritti e inducendoli a perfezionare l'acquisto di prodotti Amazon sponsorizzati sui canali", oppure, nel caso dei file musicali, ricevendo "denaro tramite accredito su una apposita money box associata al canale".
Attenzione dunque alle trappole della rete, perché alla fine non era proprio del tutto gratis il servizio offerto sui canali Telegram. Un avvertimento da non dimenticare in futuro quando qualcuno si ostinerà a offrire gratis prodotti e/o servizi che invece hanno un costo.
Apprezzamento per l’inchiesta è stata espressa dalla FIEG: “Auspichiamo che simili azioni – ha detto il Presidente Andrea Riffeser Monti – possano aumentare il grado di consapevolezza e di sensibilità in quella vastissima platea di utenti/clienti che alimentano il mercato della pirateria editoriale, spesso ignorando i rischi giudiziari che corrono direttamente e gli ingenti danni economici che provocano all’industria dell’informazione e alla libertà di stampa, danni stimati per il solo comparto dell’editoria in 670mila euro al giorno, circa 250 milioni di euro all’anno”.
“La costante attività della Federazione a tutela del prodotto editoriale – ha concluso Riffeser – prosegue anche attraverso gli altri strumenti previsti dal nostro ordinamento, grazie alla recente modifica dei poteri dell’Agcom a tutela del diritto d’autore per violazioni che fino ad oggi sfuggivano all’Autorità, quali, ad esempio, la illecita diffusione di contenuti attraverso le piattaforme social e le piattaforme telefoniche o di messaggistica istantanea".
"Siamo lieti - ha concluso il numero uno della FIEG - di aver contribuito, con le nostre segnalazioni, all’avvio di una riflessione che ha portato a questo importante risultato, ampiamente sostenuto da forze di maggioranza e di opposizione: un segnale di sensibilità per il settore dell’editoria. Un impegno concreto nell’attività di protezione del diritto d’autore”.
E' forse troppo presto definirla inversione di tendenza. Quello che è certo, però, è che le ultime rilevazione di ADS-Accertamenti diffusione stampa hanno evidenziato un aumento generalizzato delle copie vendute, che ha abbracciato l'intero panorama editoriale, dalle testate maggiori alla stampa locale.
Nello specifico, iniziando dai due quotidiani più letti dagli italiani, Il Corriere della Sera ha visto crescere le vendite in edicola a 165.891 copie da 157.843 di giugno, tornando così sui livelli dello scorso gennaio. Vendite in aumento anche per Repubblica , che a luglio risale a 111.868 copie rispetto alle 103.857 del mese precedente, sotto però rispetto ai valori di gennaio (114.333).
Stesso trend anche per l’altro quotidiano di punta del gruppo Gedi, La Stampa , che ha venduto 73.442 copie rispetto alle 70.659 di giugno ma anche in questo caso non riuscendo a recuperare il gap con gennaio quando in edicola aveva venduto oltre 75 mila copie. In crescita (da 24.370 a 25.139 copie) pure Il Secolo XIX .
Lievi incrementi delle vendite hanno interessato anche le testate del gruppo Riffeser-Monti. Mille copie in più rispetto al mese precedente per
QN-La Nazione
(47.611 a luglio) e
QN-Il Resto del Carlino
(69.957 a luglio). In recupero anche
Il Messaggero
con vendite in edicola per 53.742 copie (51.117 a giugno). Tiene
L’Avvenire
.
Tra i quotidiani economici, si è confermato poco sopra le 32.000 copie Il Sole 24 Ore, in linea con il mese precedente, mentre
Italia Oggi
ha sfiorato le 8.000 copie, quasi 1.000 in più rispetto a giugno.
Luglio ha visto un incremento di vendite anche per i quotidiani politicamente più schierati. Il Giornale ha venduto 36.267 copie (da 35.773) non riuscendo però a recuperare i valori di gennaio (44.429). La Verità è risalita a 24.158 copie (da 22.942 di giugno) e Il Fatto Quotidiano è balzato a 27.187 copi (25.456 a giugno).
Gli Europei di calcio (11 giugno-11 luglio) hanno trainato anche a luglio le vendite dei quotidiani sportivi. Grande balzo per La Gazzetta dello Sport , da 93.421 a 103.096 copie, che si appresta a raddoppiare le vendite rispetto a gennaio, quando ADS aveva certificato in edicola 65.093 copie vendute. Raddoppio avvenuto per il numero del lunedì de La Gazzetta della Sport con 190 mila copie a luglio rispetto alle 83.532 di gennaio.
Andamento analogo anche per Il Corriere dello Sport con vendite balzate a 46.497 copie a luglio da 42.129 di giugno e 37.245 di gennaio. In rimonta pure Tuttosport con 28.159 copie vendute a luglio da 26.234 di giugno, che non riesce tuttavia a riagguantare le 35.356 di gennaio.
Questa settimana le edicole milanesi sono al centro di varie iniziative che le vedono protagoniste della vita sociale e culturale della più internazionale ed eclettica delle città italiane.
LIVE TALK SU FARE IMPRESA A MILANO
Giovedì 9 settembre doppio appuntamento all’edicola di piazza Duomo situata di fronte alla libreria Mondadori con un live talk su “Fare impresa a Milano”. Il primo incontro, fissato alle 8,30, vede tra i relatori il Presidente di Confindustria Lombardia piccola impresa Alvise Biffi e il segretario generale di Confcommercio Milano Marco Barbieri insieme al capogruppo PD del Comune di Milano Filippo Barberis. La seconda sessione dei lavori, prevista alle ore 9,30, include tra i relatori il Presidente della commissione Attività Produttive della Regione Lombardia Gianmarco Sanna, l’europarlamentare di Fratelli d’Italia Carlo Fidanza e il Presidente di SNAG Milano Alessandro Rosa.
TORNA L’EDICOLA IN LARGO TREVES
In occasione della Milano Design Week (4-10 settembre), riapre i battenti una delle edicole più belle e più care ai milanesi, quella di Largo Treves a Brera. Chiusa da un paio d’anni, la storica edicola torna in vita grazie all’intervento di Air Mail, pubblicazione che si occupa di arte, cultura e lifestyle creata qualche anno fa da Graydon Carter e Alessandra Stanley. In collaborazione con BWArchitects, l’edicola si presenta con un nuovo restyling ed è stata decorata con una lunga fascia rossa, bianca e blu che riprende i colori del magazine. I murales che impreziosiscono le serrande sono invece opera dello street artist Luca DiMaggio. Air Mail non è nuova a progetti di questo tipo a sostegno dell’editoria. L’anno scorso aveva sostenuto il rilancio dell’edicola di Shreeji Newsagent a Londra.
VALENTINO SCOMMETTE SULL’EDICOLA DI VIA DEI GIARDINI
In occasione della settimana milanese del design, la maison del lusso Valentino ha scelto di sviluppare un innovativo progetto con l’edicola di via dei Giardini che appare in una nuova veste, contrassegnata dall’iconica V della casa di moda (nella foto in alto) e dalle immagini della nuova campagna pubblicitaria Autunno/Inverno con protagonista l’attrice Zendaya. All’interno dell’edicola, inoltre, sarà possibile scoprire un’anteprima del libro VLogo signature vol. II, in uscita il prossimo ottobre.
Inizialmente dovevano essere inviate a partire dal primo settembre, ma un avviso pubblicato dal Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria ha annunciato che le richieste per l’accesso al credito di imposta da parte degli inserzionisti pubblicitari dovranno essere avanzate dal 1 al 31 ottobre.
Il rinvio dei termini per le domande del bonus pubblicità - introdotto per la prima volta nel 2018 - nasce dalla necessità di aggiornare la piattaforma telematica, in considerazione delle novità introdotte dal decreto Sostegni bis.
Il bonus prevede che agli investimenti pubblicitari effettuati sui giornali (cartacei e online) venga applicato un credito d’imposta pari al 50% della somma sostenuta: si tratta quindi di un ampliamento dell’agevolazione, rendendo il bonus ancora più vantaggioso.
In precedenza il credito era infatti pari al 75% ma calcolato sul valore incrementale dell'investimento pubblicitario rispetto al passato, ora invece viene calcolato sull'intero ammontare.
Si ricorda che per poter usufruire dell'agevolazione è necessario presentare le domande in tempo utile. Il Dipartimento per l'Informazione e l'Editoria ricorda che restano valide le domande inserite nel precedente periodo di validità.
“Penso sia ormai arrivato il momento di ragionare tutti insieme sul futuro dell’intera filiera editoriale perché in realtà non solo la pandemia ma anche la crisi che nasce da lontano hanno fatto sì che da parte di tutti sia necessario un passo di lato per fare due passi avanti. L’occasione è ghiotta. Vedremo se avremo tempo e ci sarà la voglia da parte di tutti per cominciare a ragionare su una riforma totale del sistema”.
Sono le parole con cui il sottosegretario per l’Editoria Giuseppe Moles ha esordito al Festival della Tv che si è svolto nel fine settimana a Dogliani, in un’intervista condotta dal direttore di Repubblica, Maurizio Molinari.
Tanti i temi toccati da Moles, che ha insistito soprattutto sulla necessità di una riforma che coinvolga l’intera filiera. “Forse è il momento – ha sottolineato - di metterci tutti intorno a un tavolo e ragionare sul futuro. Bisogna ragionare in termini di sistema”.
In particolare, Moles si è soffermato sull’importanza della distribuzione della carta stampata ricordando il ruolo fondamentale svolto dalle edicole durante la pandemia. E ha rivendicato la decisione di raddoppiare il bonus una tantum riservato alle rivendite a fronte del servizio essenziale svolto per la popolazione durante il lockdown.
Secondo il sottosegretario per l’Editoria, digitale e cartaceo devono trovare nuovi modi di dialogare, ed è compito degli Editori pensare a modelli di business in grado di farlo. Così come l’arrivo della TV non ha soppiantato la radio, internet non manderà in pensione i quotidiani, ha sottolineato. Il loro compito “è di non fermarsi all’oggi e capire i cittadini che tipo di prodotto desiderano”. E devono farlo, secondo Moles, tutelando gli attuali livelli occupazionali e puntando sulla formazione e nuove professionalità come l’analista di dati.
La pandemia ha giocato un ruolo decisivo sul settore dell’Editoria, come ha ricordato il sottosegretario. “Nel momento in cui ho assunto l’incarico, ho iniziato ad agire su due binari paralleli. Nel breve periodo, ho ritenuto necessario che in un momento di grave crisi sanitaria ed economica l’intero settore andasse sostenuto, e sono contento di aver triplicato i crediti di imposta. Ma questo nell’immediato”.
Per il rilancio del settore post pandemia, Moles ha rilevato che “sarà fondamentale il ruolo del PNRR: “ho fatto inserire nel capitolo sulle digitalizzazioni per il Recovery che i fondi possano essere utilizzati anche per le imprese editoriali. Gli interventi spot sono serviti per tenere in piedi una serie di realtà, ma bisogna iniziare a guardare al domani”.
Tra gli altri temi toccati da Moles, c’è anche la crisi dell’Inpgi: “Martedì ci sarà la prima riunione del comitato tecnico, che io ospito presso il Dipartimento, pur essendo di competenza del ministro del Lavoro, Orlando. Dobbiamo vedere se ci sono soluzioni per salvare l’Inpgi attraverso il confronto fra tutti gli attori, a cui ho chiesto di arrivare già con delle proposte”.
Poi c’è la lotta alle fake news. "La situazione è molto grave, durante la pandemia ci sono stati danni da 521 milioni per la pirateria digitale", ha dichiarato Moles, sottolineando l’importanza dell’informazione giornalistica, l’unica verificata da fonti, e quindi attendibile.
Infine Moles ha toccato il tema della direttiva europea sul copyright, approvata nel Consiglio dei Ministri di agosto in una formulazione che secondo il Sottosegretario all'Editoria potrebbe essere da esempio per gli altri Paesi dell’Eurozona. Pur riconoscendo il diritto degli editori a ricevere da parte degli OTT un corrispettivo per il prodotto editoriale che forniscono, non è infatti stato introdotto l’obbligo a raggiungere un contratto ma solo l’obbligo alla negoziazione di un equo compenso. I tempi per l'approvazione in Parlamento, ha detto Moles, dovrebbero essere abbastanza veloci, circa un mese.