Confcommercio c’è ed è vicina alle tante imprese del terziario che sono state duramente colpite dall’alluvione che ha devastato l’Emilia-Romagna. “Come Confcommercio, abbiamo attivato una task force confederale dedicata all'emergenza e operiamo, anche grazie alla Fondazione Orlando, per dare un aiuto tempestivo e concreto alle imprese associate danneggiate dall'alluvione attraverso contributi e la richiesta di sostegni anche per le attività indirettamente colpite”, afferma il Presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, in un’intervista a QN dopo che nella giornata di ieri ha partecipato al Consiglio di Confcommercio regionale, a Bologna, chiamando a raccolta tutti i Presidenti e i Direttori delle Ascom dell’intero territorio.
L’Emilia-Romagna riparte è il titolo scelto per l’incontro, finalizzato a fare una prima stima dei danni dell’alluvione e ad avanzare le prime richieste di aiuto per le aziende associate gravemente colpite dall’alluvione.
Solo nel terziario "sono oltre 68 mila le imprese e più di 220 mila gli addetti colpiti nei comuni alluvionati" e “secondo le prime stime - avverte Sangalli - si parla di una cifra compresa tra i 7 e i 10 miliardi:una stima dei danni molto pesante, e con ogni probabilità destinata a crescere, che già oggi ha un’incidenza sul valore aggiunto del territorio tra il 18 e il 26%”.
Per il numero uno di Confcommercio la priorità è quella di mettere in condizione tutto il sistema imprenditoriale di ripartire al più presto. “Bene, dunque, le prime risposte del governo, ma sottolineiamo la necessità che ci sia anche il concorso delle risorse europee per assicurare una rapida e completa ricostruzione. Occorre - aggiunge Sangalli nell’intervista a QN - anche prevedere moratorie fiscali e creditizie e adeguati ristori anche per le imprese indirettamente colpite. A livello generale, occorre mobilitare con urgenza le risorse già programmate nel bilancio pubblico per affrontare in maniera strutturale il dissesto idrogeologico di tanta parte del territorio nazionale”.
Per Sangalli è ancora più urgente intervenire considerando la particolare rilevanza economica della Regione: insieme alla Lombardia l’Emilia-Romagna “ha trainato la crescita economica del Paese nel periodo post-pandemico: con un'incidenza del Pil pari al 9,2% su quello nazionale e un tasso di crescita nel 2022 pari a +4,6%, ben superiore al +3,7% nazionale. Insomma, l'Emilia-Romagna è un fondamentale motore economico che deve tornare al più presto a funzionare a pieno regime”, afferma il Presidente di Confcommercio nell’intervista, convinto che “ricostruire in tempi stretti l'Emilia-Romagna significa anche lavorare per quel percorso di crescita più robusta e duratura di cui tutto il Paese ha bisogno”.
Per questo motivo, sottolinea ancora il Presidente di Confcommercio, “bisogna investire presto e bene tutte le risorse del Pnrr, gli ulteriori fondi europei e utilizzare gli spazi d'intervento consentiti dal bilancio italiano per sostenere innovazione e produttività. Insieme, servono le riforme per un’Italia più competitiva: da un sistema fiscale più semplice e più certo, più equo e più attento alle ragioni della crescita all'accrescimento del tasso di occupazione. Vanno resi strutturali e progressivamente rafforzati gli interventi di riduzione del cuneo fiscale e contributivo. Va costruito il sistema delle politiche attive per il lavoro. E sarebbero utili – conclude – misure di detassazione degli aumenti contrattuali”.