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Giornali a scuola: domande contributi prorogate al 14 gennaio

13 Dicembre 2021

Le scuole italiane avranno ancora un mese di tempo per presentare le domande per accedere ai contributi relativi all’acquisto di quotidiani e periodici oltre a riviste scientifiche e di settore.

Il Dipartimento per l'informazione e l'editoria ha infatti ulteriormente prorogato al 14 gennaio 2022 i termini per la presentazione delle domande che danno diritto a un rimborso sino al 90% della spesa sostenuta dalle istituzioni scolastiche in quotidiani e periodici. I termini erano stati inizialmente fissati dal 1 al 31 ottobre 2021. E successivamente prorogati al 30 novembre.

Un’iniziativa fortemente voluta dal Sottosegretario per l’Editoria, Giuseppe Moles, e finalizzata a favorire l’attivazione di specifici programmi per la promozione della lettura dei giornali nelle scuole.

Le motivazioni dell'ulteriore proroga

La proroga dei termini “consentirà alle scuole di programmare ed effettuare gli acquisti degli abbonamenti ai giornali avendo a disposizione un lasso di tempo maggiore e di indicare nella domanda le spese sostenute nell’intero anno 2021”, come spiega il Dipartimento per l’Editoria precisando che sono ammesse ai contributi le spese già sostenute e fatturate dalle scuole nel 2021, a condizione che le stesse non siano già state dichiarate nella domanda relativa ai bandi 2020.

Nello specifico si ricorda che il primo dei due bandi messi a disposizione degli istituti scolastici rimborsa (fino al 90%) le spese per l’acquisto dei giornali quotidiani, dei periodici e delle riviste scientifiche e di settore da parte di Scuole di ogni Ordine e Grado mentre il secondo bando rimborsa (fino al 90%) i costi sostenuti per favorire l’attivazione di specifici programmi per la promozione della lettura inseriti nei Piani dell’Offerta Formativa nelle Scuole Secondarie Primo Grado.

Sostenere il ricambio generazionale di lettori

La diffusione dell’ultimo Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese ha evidenziato che gli italiani sono sempre più digitali anche quando si tratta di informazione. I dati mostrano una drastica caduta per la carta stampata. Nel 2007 i quotidiani cartacei erano letti dal 67% degli italiani, mentre ora solo il 29,1% della popolazione li legge (con un ulteriore calo dell’8,2% rispetto al 2019). Sempre meno lettori anche per settimanali e mensili.

Soprattutto, ad acquistare giornali in edicola sono quasi esclusivamente le persone più anziane. Mancano i giovani e manca un ricambio generazionale di lettori. Pertanto ogni iniziativa che possa avvicinare i ragazzi alla lettura dei giornali non può che essere apprezzata e sostenuta.

Bilancio positivo per la pubblicità sulla carta stampata

03 Dicembre 2021

Secondo quanto emerge dai dati dell’Osservatorio Stampa FCP rilasciati dalla Federazione Concessionarie Pubblicità, il bilancio dei primi dieci mesi chiude in positivo per gli investimenti pubblicitari sulla carta stampata. Una buona notizia, dunque, per gli editori anche se è bene notare che le entrate pubblicitarie hanno un’incidenza piuttosto bassa sui loro ricavi complessivi, essendo che la maggior parte delle entrate continua ad arrivare dalle vendite in edicola delle copie cartacee.

Il bonus pubblicità dà una mano al mercato

Il merito della ripresa degli investimenti pubblicitari va anche all’introduzione, da parte del Governo, del bonus pubblicità, che concede agli inserzionisti, a particolari condizioni, di avere un credito d’imposta per le spese fatte in pubblicità sulla stampa quotidiana e periodica, oltre che sulle emittenti televisive e radiofoniche locali.

Nel complesso, da gennaio ad ottobre gli investimenti pubblicitari sulla carta stampata hanno registrato un incremento del 4,5% in termini di fatturato, salito a 477 milioni di euro, rispetto all’analogo periodo del 2020 ( 5,1% a 347 milioni e gli investimenti sui quotidiani, 3,2% quelli sui periodici a 130 milioni).

Pubblicità sulla stampa sempre più marginale

Nonostante questo incremento, gli investimenti pubblicitari sulla stampa continuano ad avere un ruolo sempre più marginale nel mercato complessivo.

Secondo le stime dell’Osservatorio Internet Media del Politecnico di Milano, la pubblicità sulla stampa è scesa da una quota di mercato del 30% nel 2008 a una quota stimata per quest’anno al 7%, in ulteriore lieve contrazione rispetto al 9% del 2020.

Pubblicità totale ai massimi da 12 anni

Un raffronto particolarmente significativo se si considera che le due percentuali - 30% e 7% - sono calcolate su una spesa pubblicitaria molto simile tra i due anni, pari a 9,6 miliardi nel 2008 e - dopo essere costantemente scesa negli anni successivi - ritornata a salire nel 2021 con una previsione di fatturato per fine anno di 9,5 miliardi di euro, il valore più alto mai registrato negli ultimi dodici anni.

Continua l'impennata della pubblicità digitale

Di tale cifra, 4,2 miliardi, ossia quasi la metà, è assorbita dall’online. L’ascesa della pubblicità su internet non conosce battute d’arresto. Basti pensare che nel 2008 sfiorava quota 1 miliardo di euro, per poi raddoppiare a 2,15 miliardi nel 2015, sfiorare i 3 miliardi nel 2018 fino ad arrivare ai 4,26 miliardi stimati per il 2021, superando già dallo scorso anche la pubblicità televisiva, per lungo tempo regina incontrastata delle preferenze degli inserzionisti. E la corsa della pubblicità digitale non è ancora finita. Le stime indicano un’ulteriore crescita nel 2022.

Mercato in crescita anche nel 2022

Secondo le previsioni del Centro Studi UNA (Aziende della Comunicazione Unite) e della società Media Hub, quest’anno il mercato pubblicitario in Italia dovrebbe arrivare a un valore di 8,759 miliardi di euro, in aumento dell’11,8% rispetto al 2020, riportando così le dimensioni del mercato in linea con quelle del 2019, anno pre-pandemia (8,803 miliardi). Il 2020 è stato infatti un anno di contrazione per la pubblicità, scesa dell’11% a 7,834 miliardi.

Per il 2022, gli esperti del Centro Studi UNA e di Media Hub indicano un’ulteriore crescita del mercato con un progresso degli investimenti del 5,2% a 9,216 miliardi, con il digitale ancora protagonista con un incremento a ritmo costante dell'8,5%.

Tra debutti e ritorni in edicola

02 Dicembre 2021

A sfatare la profezia secondo cui i giornali cartacei stanno morendo, riportiamo un breve riepilogo delle principali testate che hanno debuttato o che sono ritornare in edicola nel corso dell'anno. Un sintetico elenco (non certo esaustivo) che intende mettere in evidenza che ci sono ancora editori che scommettono sulla "carta", editori che dall'online passano al cartaceo (e non viceversa!) ed editori che credono valga ancora la pena sperimentare nuove iniziative editoriali.

Ed è anche un segnale preciso che indica l'esistenza di lettori disposti ad investire nell'acquisto di un giornale, specie se quel giornale è in grado di soddisfare un preciso bisogno di informazione e di cultura ed è realizzato con elevati standard qualitativi, anche in termini grafici e illustrativi. Ciò detto, però, non possiamo nemmeno ignorare quei giornali che si sono arresi alla persistente crisi del mecato editoriale tradizionale e sono stati costretti, durante quest'anno, a cessare le pubblicazioni.


La Ragione , un nuovo quotidiano per raccontare l'Italia della ripartenza

È nata il 2 giugno 2021, in occasione della Festa della Repubblica, La Ragione – le Ali alla libertà, un nuovo quotidiano nazionale d'opinione di ispirazione liberaldemocratica ed europeista, nato per raccontare l'Italia della ripartenza. Alla guida ci sono Davide Giacalone, in qualità di direttore editoriale, e Fulvio Giuliani, nel ruolo di direttore responsabile. Articoli di lunghezza contenuta, per una lettura approfondita e puntuale, ma insieme rapida e immediata. Il quotidiano è edito dalla cooperativa La Ragione e il capitale è aperto a chiunque desideri investire nel progetto. La Ragione ha inoltre deciso di sostenere gli edicolanti, in una fase di particolare difficoltà, garantendo loro l'80% di commissione sul prezzo di copertina di 50 centesimi, a fronte del poco meno del 19% previsto dall'accordo nazionale sulla vendita dei quotidiani e periodici. Il restante 20%, sempre come da accordi nazionali, è riservato alla catena di distribuzione nazionale e locale.

L’Essenziale , il settimanale di Internazionale che sembra un quotidiano

Il 13 novembre è uscito in edicola il primo numero de L’Essenziale, nuovo settimanale creato da Internazionale con un focus su quanto accade in Italia. “Non attraverso la stampa straniera, ma con articoli scritti dalla redazione e da una rete di collaboratori e collaboratrici” in quanto vuole essere “un giornale non alternativo ma, anzi, complementare a Internazionale”, si precisa in un articolo di presentazione. Il settimanale esce al sabato in edicola. Il formato scelto è quello di un quotidiano e la cifra distintiva è quella di raccontare “con articoli sintetici, chiari, verificati, senza dare nulla per scontato”, i fatti più importanti successi in Italia. Con un obiettivo: “offrire un’informazione di base rivolta a tutti”.

Review , il mensile de Il Foglio firmato da Annalena Benini

Da sabato 23 ottobre in edicola, in allegato con Il Foglio, c'è Review, il nuovo magazine diretto da Annalena Benini. Una rivista mensile “che racconta storie, quelle che ci piacciono e quelle che non ci aspettavamo” si legge nell’annuncio del lancio. «Vogliamo immergerci nelle storie e per questo adottiamo la formula del longform, che peraltro appartiene alla storia del Foglio, per avere un respiro più lungo, più arioso, rispetto alla velocità che spesso nel nostro lavoro ci domina, ci schiaccia», spiega Annalena Benini, da vent'anni in forza al giornale fondato da Giuliano Ferrara e oggi diretto da Claudio Cerasa, parlando della rivista. La tiratura iniziale è di 30 mila copie, la foliazione di 48 pagine.

Linkiesta Forecast , la prima debuttante dell’anno

Il 7 gennaio è arrivata in libreria e in edicola Linkiesta Forecast, la nuova rivista cartacea del quotidiano online Linkiesta realizzata in collaborazione con ilNew York Times eacquistabile, al costo di 10 euro, sul sito del quotidiano, in molte librerie italiane e anche nelle edicole di Milano e di Roma. Il primo numero ha fatto il tutto esaurito. Duecentoquaranta pagine sugli Scenari 2021, le tendenze, l’agenda globale della nuova era post-Covid. Con interventi di Premi Nobel, dissidenti, imprenditori, artisti e le firme de Linkiesta e del New York Times. Previste tre uscite l’anno per il nuovo magazine diretto da Christian Rocca.

Cose spiegate bene , scommessa vinta per la rivista/libro del Post

Non è venduto in edicola ma vale la pena segnalarlo ugualmente. Cose spiegate bene, la nuova rivista/libro del Post, è stato un esperimento riuscito con la rivista entrata fin da subito nella classifica dei libri di saggistica più venduti. La formula scelta è quella monografica con il primo numero dedicato ai libri. Il secondo numero sarà presentato a Roma sabato 4 dicembre nel corso della fiera "Più libri più liberi". Ed è significativo che un sito online abbia avvertito il desiderio di passare al cartaceo, come peraltro fatto da Linkiesta.

Dopo un anno torna Amadeus

Dopo un anno di assenza, dovuta alla chiusura del precedente editore, torna in edicola da dicembre 2021 Amadeus, storico mensile di musica classica fondato nel 1989. Fu il primo a uscire sul mercato con un cd allegato e la tradizione viene conservata anche per il ritorno in edicola, reso possibile oggi grazie all’iniziativa della Michelangeli Editore di Milano, già attiva nella pubblicazione di altri periodici musicali. Tra gli editorialisti anche Gaetano Santangelo, che fu fondatore di Amadeus. Incopertina la violinista cagliaritana Anna Tifu, di cui è allegato un cd che la vede protagonista.

Postalmarket , il catalogo di moda più desiderato dagli italiani

Dopo il tutto esaurito online, dove era possibile acquistarlo a un prezzo scontato, Postalmarket è tornato nelle edicole dallo scorso fine ottobre. Nato nel 1959 da un’idea dell’imprenditrice milanese Anna Bonomi Bolchini, fino alla fine degli anni Novanta veniva recapitato direttamente a casa degli italiani. Poi la sospensione delle pubblicazioni e, da quest’anno il ritorno nelle case degli italiani con il coinvolgimento di 180 brand distribuiti in sei segmenti sulle 364 pagine del catalogo (accompagnato anche da uno spazio e-commerce).


CUCINA MIA , quindicinale lanciato lo scorso aprile da Cairo Editore

Con una tiratura di 100.000 copie, CUCINA MIA è il nuovo quindicinale di Cairo Editore dedicato al mondo della buona tavola. Con una foliazione di 68 pagine, è in edicola dagli inizi di aprile allegata ai settimanali Diva e donna e Nuovo al prezzo di soli 50 centesimi oltre al prezzo di copertina del settimanale a cui è abbinato. “Abbiamo pensato ad un nuovo giornale di cucina dal taglio moderno, pratico, rivolto a tutti. Abbiamo realizzato un prodotto di facile consultazione che consentirà davvero a tutti di poter cucinare bene”, ha spiegato in occasione del lancio il direttore Riccardo Signoretti.

Credito Imposta: nominativi aventi diritto.

30 Novembre 2021

Pubblicato elenco soggetti aventi diritto al credito d'imposta 2021 per le domande presentate entro il 30 settembre 2021 relative alle spese sostenute nell'anno 2020.

(Dopo aver scaricato e salvato il file pdf che trovate qui sotto, potete ricercare la vostra attività cliccando alla voce "Modifica" il comando "Trova" e digitando la vostra Partita IVA, Codice Fiscale o Ragione Sociale.)

Quanto vale il mercato delle fake news?

29 Novembre 2021

Una bambina di Sesto al Reghena, in provincia di Pordenone, è deceduta dopo aver ricevuto una dose del vaccino anti Covid. Una notizia clamorosa che ha fatto in poco tempo il giro del web ed è stata cavalcata dai no vax. Ma non era una notizia vera. Era completamente priva di fondamento. Averla diffusa è stato un gesto ignobile, ha affermato il sindaco del piccolo borgo friulano, e sono già scattate le indagini del caso.

Ecco una fake news creata ad arte per distorcere la realtà. Per frenare il processo di vaccinazioni proprio mentre le autorità invitano gli italiani a sottoporsi alla terza dose del vaccino. Notizie false come questa, insieme a quella secondo cui il vaccino modifica il codice genetico o è velenoso, si propagano in modo veloce in rete. Ma a quale scopo?

Guadagnare followers e attirare pubblicità

Da una recente ricerca condotta da NewsGuard (un’organizzazione che verifica attraverso un pool di giornalisti i siti che pubblicano fake news) e Comscore (un’azienda che misura il traffico internet per migliaia di siti) è emerso che chi pubblica disinformazione incassa miliardi ogni anno dalla pubblicità programmatica, un tipo di investimento pubblicitario online in forte crescita che, attraverso l’acquisizione di dati forniti da cookie e pixel, individua l’utente target e assegna, in modalità automatizzata, spazi pubblicitari.

Insomma, le bufale attirano audience e followers. E di conseguenza fanno da richiamo per gli investimenti pubblicitari. Ecco perchè creare fake news è così redditizio. Ed ecco perchè capita che siano proprio i top brand, a loro insaputa, a fare pubblicità sui siti di fake news, finanziando di fatto la disinformazione online.

Le fake news valgono 2,6 miliardi di dollari

Attraverso la combinazione dei dati di spesa pubblicitaria di Comscore con quelli raccolti da NewsGuard relativi a migliaia di siti che pubblicano ripetutamente notizie false, le due società hanno stimato che circa l’1,7% della spesa per la pubblicità programmatica nei 7.500 siti facenti parte del campione da loro analizzato è andata a siti che pubblicano disinformazione.

Considerando che la spesa mondiale della pubblicità programmatica ha raggiunto i 155 miliardi di dollari, si stima che la spesa pubblicitaria mondiale annua su siti di disinformazione sia pari a 2,6 miliardi di dollari. Soldi che vengono sottratti ai siti di informazione che pubblicano notizie di qualità e che per farlo devono sostenere forti costi in un mercato editoriale sempre più in crisi.

L’obiettivo, dunque, deve essere quello di rendere il mercato delle fake news meno redditizio. Come? Sottraendo i soldi che arrivano dalla pubblicità programmatica. Cosa non semplice fino a quando gli investimenti saranno affidati ad algoritmi che non si possono controllare.

Intelligenza artificiale e intelligenza umana

Il ricorso all’intelligenza artificiale, che oggi blocca le inserzioni su siti pornografici o che incitano all’odio e alla violenza, non riesce a distinguere l’informazione vera dai siti di disinformazione, “che spesso si presenta esattamente come vera e propria notizia”.

Un modo efficace di procedere potrebbe essere quello di “usare l’intelligenza umana, ovvero giornalisti invece di algoritmi" per riconoscere ed evitare siti di disinformazione. NewsGuard, ad esempio, sta usando questa strategia con alcuni top brand a cui sta fornendo una lista di siti inaffidabili su cui non fare pubblicità.

Non solo. Un approccio ancora più produttivo è quello di utilizzare una lista "di siti d’informazione di qualità". "Queste liste di inclusione comprendono redazioni che fanno giornalismo locale di qualità, così come redazioni che si rivolgono alle minoranze (di colore, ispaniche, asiatiche, LGBTQ , per fare qualche esempio). Un recente case study evidenzia come questo approccio – ovvero costruire una lista di inclusione di siti affidabili – porti a CPM inferiori, copertura più ampia, e una percentuale di click superiore del 143%. Semplicemente grazie all’estensione della pubblicità su siti di notizie affidabili", commenta NewsGuard.

L'Editoria muove verso una nuova realtà

29 Novembre 2021

Un Parlamento trasversalmente unito nel sostenere il settore editoriale, dove i distinguo tra destra e sinistra si annullano e prevale il bene di un settore, quello dell’informazione, per il quale “più che di crisi si deve parlare di completa transizione dal tradizionale al digitale”. Con tutti i rischi che ciò comporta.

L’occasione per fare il punto sugli scenari del settore è arrivata dalla presentazione al Senato del libro dell’onorevole Federico Mollicone, L'Italia in scena, a cui hanno partecipato il Sottosegretario per l’Editoria Giuseppe Moles, il Presidente della FIEG Andrea Riffeser Monti e il presidente del Copasir Adolfo Urso, animatore della Fondazione "Fare Futuro” che ha organizzato l’evento.

Un libro che, come lo ha definito il suo autore, vuole essere “un resoconto parlamentate di metà legislatura, della legislatura più pazza del mondo. Per questo mi è sembrato corretto dare il senso di quello che accadeva dentro il Palazzo mentre fuori tutto cambiava”. Nel libro si parla di cultura ed Editoria (ma non solo), delle battaglie per difendere il settore dell’informazione e dell’approccio – diverso – con cui i vari esecutivi che si sono succeduti in questa legislatura hanno cercato di governare la trasformazione digitale della filiera editoriale.

Il sorpasso del digitale sul cartaceo

Lo scenario verso cui il settore si sta dirigendo però è uno solo. “Secondo gli analisti, entro il 2040 in Italia l’informazione giornalistica viaggerà esclusivamente online. Molto banalmente più che di crisi si deve parlare di completa transizione dal tradizionale al digitale. Ciò ovviamente ha dei rischi enormi. Su questo ci siamo confrontati, abbiamo sostenuto editori nazionali, le redazioni, i giornali”, ha assicurato Mollicone. Ricordando che per capire cosa sta accedendo in Italia e in Europa bisogna guardare a cosa è accaduto negli Stati Uniti, dove “nel 2020, in piena pandemia, i tre maggiori giornali hanno registrato un aumento del 20% di abbonamenti digitali a fronte di un ulteriore decremento dei lavoratori del settore impiegati, scesi di altre 4.000 unità. Dal 2008 negli Stati Uniti la platea di giornalisti si è dimezzata da 78.000 a 35.000”.

Se questo è lo scenario verso cui sta andando l’editoria italiana, serve formazione per il nuovo che arriva ma anche scivoli per i pensionamenti affinché le redazioni possano mutare pelle. E servono anche finanziamenti. Su questo fronte, ha ricordato Mollicone, l’Italia è fanalino di coda in termini di incidenza della spesa per l’editoria sul Pil, laddove in Europa la nazione più generosa è la Francia.

Qualcosa tuttavia sta cambiando anche in Italia dove il Fondo straordinario per l’Editoria è stato inserito nella Legge di Bilancio in discussione e segue altri interventi importanti come i fondi per il settore stanziati nel Dl sostegni bis, il bonus edicole raddoppiato, il rifinanziamento degli abbonamenti ai giornali nelle scuole, il recepimento della Direttiva Ue sul Copyright e un ulteriore credito d’imposta per l’acquisto della carta.

Lotta alle fake news e legge delle 3S

Gli Editori non possono che essere soddisfatti di queste iniziative, ma restano le preoccupazioni: “C’è uno studio del New York Times, secondo cui quando non ci sarà più la carta e non ci saranno più le rotative, la profittabilità delle aziende editrici sarà dieci volte quella che era prima. Però dobbiamo passare questa tempesta, siamo in mare aperto. Il Governo deve aiutare le aziende altri 4-5 anni”, ha detto il numero uno della FIEG ringraziando il Sottosegretario Moles e il Parlamento per le iniziative approvate.

Secondo Riffeser, però, gli editori non hanno “bisogno solo di soldi ma anche di ristabilire un rapporto con i lettori”. Per questo ha chiesto al Governo di appoggiare una campagna che porti “ai giovani un iPad a prezzi convenienti e agli anziani un giornale a prezzo scontatissimo”. E ha chiesto anche maggiore tutele per gestire il problema delle fake news. “Faccio un appello a tutte le forze politiche. Questo è il vero tema del futuro. Studi dicono che le fake news hanno superato le notizie vere. Disturbano enormemente la libertà di espressione. Nei social non devono esserci più i profili fake”, ha affermato il capo della FIEG, lanciando la proposta di “una legge delle tre S: chi siamo, chi siete, chi sei”.

Verso la nascita di una Consulta editoria

Premesso che “l’informazione e l’editoria sono un interesse nazionale e in quanto tale vanno difesi, tutelati e sostenuti”, Moles ha rassicurato sugli impegni futuri del Governo insistendo sulla necessità di una soluzione di filiera che non escluda nessuno soggetto.

Il Fondo Straordinario per l’Editoria stanziato nella Legge di Bilancio “è una grande occasione per transitare insieme tutti gli attori e gli stakeholders in quella che è la nuova realtà dell’informazione” e che comprende i nuovi concetti di sovranità digitale, gli interventi pubblici, la trasizione digitale con il PNRR. "Questo dimostra che si può fare parte di forze politiche differenti ma quando si ha a cuore un tema, tutti lavorano insieme per un bene comune”, ha dichiarato Moles.

In merito all’intervento pubblico a sostegno al settore editoriale, Moles ha annunciato che a breve sarà pubblicato sul sito del Dipartimento per l'Editoria uno studio sui finanziamenti all’Editoria nel resto d’Europa e subito dopo verrà costituita “la Consulta dell’editoria in cui verranno invitati tutti, nessuno escluso, gli attori del sistema editoriale. All’interno di questa Consulta dell'editoria faremo nascere una serie di tavoli tecnici su tutti gli argomenti di interesse per il sistema editoriale italiano, dalla digitalizzazione alle fake news, dalla disinformazione al diritto oblio e così via”, ha precisato il Sottosegretario annunciando di aver convocato per giovedì 2 dicembre la prima riunione del nuovo tavolo sull’equo compenso.

Moles: 650 milioni per l'Editoria e presto nuovi tavoli di discussione

29 Novembre 2021

Sommando i nuovi fondi per l’Editoria inseriti nelle Legge di Bilancio per il 2022 e il 2023, il Fondo per il pluralismo e il Dl sostegni bis, si arriva alla cifra di 650 milioni di euro messa a disposizione per sostenere l’intera filiera editoriale. Una somma rilevante a cui nessuno si è opposto perché “Tutti, nessuno escluso, considerano il sistema editoriale un ambito da tutelare, salvaguardare e accompagnare nel nuovo mondo”: ospite di un forum con l’agenzia Il Sole 24 Ore Radiocor, il sottosegretario per l’Editoria Giuseppe Moles ha ripercorso i provvedimenti adottati per far uscire il settore editoriale dalla crisi che lo ha travolto, una crisi che “non nasce oggi, è antica e il Covid l’ha ulteriormente aggravata”.

Due tipi di interventi

Il Governo, ha ricordato Moles, ha messo in atto due tipi di interventi: il primo è stato “sostenere nell’immediato, per quanto possibile e il più possibile, tutta la filiera editoriale” e in quest’ottica si inseriscono la proroga del credito di imposta sulla carta o il raddoppio del bonus per le edicole. Il secondo tipo di interventi riguarda invece interventi strutturali che comprendono tra l’altro la Direttiva Copyright destinata a diventare, ha dichiarato Moles, “un tassello fondamentale per fornire risorse importanti”, sottolineando la scelta italiana di introdurre l’obbligo alla negoziazione, anziché quello di raggiungere un contratto, con la possibilità, in caso di mancato accordo, che una delle parti possa rivolgersi all’Agcom.

Il Fondo straordinario per l’Editoria

Ci sono poi i fondi inseriti nella Legge di Bilancio 2022, dove è stato inserito “un Fondo Straordinario da 230 milioni, 90 per l’anno prossimo e 140 per il 2023, che si aggiunge a quello che abbiamo fatto finora, ma anche ai milioni del Fondo per il pluralismo, che continueranno ad esserci”, ha ricordato Moles sottolineando che i criteri con cui verranno ripartiti questi soldi non sono ancora stati rivelati e la scelta è caduta su interventi attraverso decreti in modo da intervenire “dove è necessario e in base a quello che succede”.

Tavoli di discussione

Altri progetti sono in arrivo. “In tempi brevi faremo una serie di tavoli, anche informali, come Dipartimento, su tutta una serie di temi. Sul futuro del sistema editoriale italiano e la transizione digitale, sulla pirateria e sulle fake news che sono uno degli elementi distruttivi anche del sistema tradizionale dei giornali”, ha annunciato il Sottosegretario per l'Editoria, sottolineando che “Questi temi dovrebbero essere accompagnati anche da campagne di sensibilizzazione istituzionali…. per sottolineare l’uso positivo e consapevole dei nuovi strumenti a disposizione. Serve una sorta di educazione civica per utilizzare bene questi strumenti”.

Giro di valzer tra testate

28 Novembre 2021

Le voci circolavano da tempo e ora sono arrivate, puntuali, le conferme. L’ultima settimana ha visto la cessione di diverse testate che sono passate di mano tra la preoccupazione di giornalisti e poligrafici che temono, in occasione di ogni trasfermento di proprietà, il rischio di tagli al personale.

Gedi cede La Nuova Sardegna al Gruppo Sae

L’ultima notizia in merito riguarda la cessione de La Nuova Sardegna da parte del gruppo Gedi. A rilevare il quotidiano diretto da Antonio Di Rosa è stato il gruppo Sae. Per ora è stato firmato il contratto preliminare di acquisto mentre la cessione vera e propria sarà perfezionata nei prossimi mesi.

Con questa operazione i due editori chiudono un cerchio. Circa un anno fa, a ottobre 2020, il Gruppo Sae aveva rilevato da GEDI Il Tirreno, La Gazzetta di Modena, La Gazzetta di Reggio e La Nuova Ferrara. Con questa nuova operazione il Gruppo Sae, precisa una nota, prosegue “nella sua strategia editoriale di investimento su autorevoli e storiche testate locali, nella ferma convinzione che l'editoria quotidiana di prossimità, cartacea e digitale, e il patrimonio professionale e umano che essa porta con sé, siano il fondamentale presupposto di un ritorno al futuro per l'intero sistema dell'informazione del nostro Paese".

Mondadori dice addio a Donna Moderna e CasaFacile

Mondadori procede invece con convinzione nella strategia di progressivo disinvestimento dai periodici, suo storico settore di attività, concentrandosi su un comparto in espansione come quello dei libri.

La casa editrice presieduta da Marina Berlusconi ha infatti annunciato la vendita di due testate di punta come il settimanale Donna Moderna e il mensile CasaFacile a Stile Italia Edizioni, il gruppo editoriale che fa capo a Maurizio Belpietro, che nel 2018 aveva già rilevato, sempre da Mondadori, Panorama. L’anno successivo aveva rilevato, ancora una volta dal gruppo di Segrate, un altro gruppo di periodici: Confidenze, Cucina Moderna, Sale & Pepe, Starbene e TuStyle.

Preoccupazione da parte del cdr di Donna Moderna

Grande preoccupazione è stata espressa dal Cdr di Donna Moderna: “In attesa di verificare puntigliosamente le condizioni di questa cessione, il Cdr – si legge in una nota – esprime profonda amarezza per un’operazione che non solo appare come una sconfitta per tutti, ma autorizza e consolida i timori sulle intenzioni della proprietà di attuare nel futuro una totale dismissione di Mondadori Media, uscendo dal business dell’editoria periodica”.

A seguito delle due nuove cessione “Saranno una quarantina i colleghi che lasceranno Palazzo Mondadori, circa un terzo del totale. Con Mondadori Media che passerà dai 117 giornalisti di oggi ai 79 del dopo vendita” prosegue il Cdr.

#Ioleggoperché: doniamo un libro alle scuole

11 Novembre 2021

Dal 20 al 28 novembre siamo tutti chiamati ad acquistare un libro in libreria e donarlo alle biblioteche scolastiche. Torna infatti la sesta edizione di #Ioleggoperché, la grande iniziativa che, attraverso il potenziamento delle biblioteche scolastiche, tende a formare nuovi lettori e far crescere la passione per i libri nelle giovani generazioni.

L’iniziativa non si è fermata nemmeno nel 2020, l’anno segnato dalla pandemia in cui la didattica scolastica era fatta più a distanza che in presenza. Anzi, l’anno scorso è stato un anno di massima partecipazione da parte degli istituti scolastici così come di librerie e pubblico.

“#ioleggoperché in soli cinque anni ha portato oltre 1,4 milioni di libri nuovi nelle scuole, un risultato straordinario non solo sul piano della promozione della lettura ma anche passo importante nel dare risposta al tema impellente del diritto allo studio, così da avvicinare sempre più i giovani ai libri e quindi alla conoscenza”, ha commentato Ricardo Franco Levi, il presidente dell’AIE, l’Associazione Italiana Editori che realizza ogni anno il progetto.

L’iniziativa è riuscita a catalizzare attorno a sé l’attenzione di istituzioni e media e anche quest’anno viene realizzata con il sostegno del Ministero per la Cultura - il Centro per il libro e la lettura e in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, oltre che con l’Associazione Librai Italiani (ALI), il Sindacato Italiano Librai e Cartolibrai (SIL) e l’Associazione Italiana Biblioteche (AIB), e vede anche il supporto di SIAE - Società Italiana degli Autori ed Editori, con il contributo di Pirelli, il sostegno di Mediafriends e Rai per il Sociale.

Tutti insieme per arricchire il patrimonio di libri delle scuole italiane e per formare i lettori di domani. Sarebbe utile che un’iniziativa simile venisse intrapresa per avvicinare i giovani anche alla lettura dei giornali. Le iniziative che coinvolgono le scuole come "il giornale in classe" sono un utile strumento ma si potrebbe fare di più. 

“La riscoperta della lettura avvenuta nell’ultimo anno – dichiara il Ministro della cultura Dario Franceschini - ha messo in luce quanto sia forte e radicata un’abitudine erroneamente considerata in declino in un mondo sempre più digitale. Per questo motivo è lodevole insistere nel promuovere ancora di più la lettura tra i giovani, che grazie a #ioleggoperché hanno maggiori possibilità di scoprire questo piacere”.

“Un libro è una chiave per conoscere ed esplorare nuovi mondi – ha sottolineato il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi -. Non solo, il libro ha anche un altro grande potere: quello di far sognare. E allora ragazze e ragazzi, leggete, leggete ovunque, il libro è come uno smartphone, a suo modo: vi porta in tanti mondi diversi, ti fa conoscere cose che non sai. E ha un vantaggio: non si scarica mai!”.

“I libri sono un bene prezioso, anche io stesso aderisco e donerò volumi alle biblioteche”, ha dichiarato il Sottosegretario con delega per l’Editoria Giuseppe Moles che con il Dipartimento dell’Informazione e dell’Editoria ha deciso di sostenere l’iniziativa “che è il risultato di una bellissima sinergia. Di una collaborazione virtuosa tra la scuola, le istituzioni, le associazioni, i media pubblici e privati, gli editori e le aziende”.

Tonfo a settembre per le vendite di quotidiani

09 Novembre 2021

Il recupero di lettori resta ancora una speranza in attesa di realizzazione. Secondo gli ultimi dati ADS relativi al mese di settembre, le copie vendute in edicola sono diminuite per quasi tutte le testate, incluse quelle sportive che negli ultimi mesi avevano messo a segno corposi incrementi.

Nel dettaglio, Il Corriere della Sera ha venduto in edicola 154.768 copie a settembre, contro le oltre 168.000 di agosto e le quasi 166.000 di gennaio. Male anche La Repubblica con 103.300 copie a fronte delle 112.519 di agosto e delle 114.333 di gennaio. Dati in contrazione pure per gli altri giornali del gruppo GEDI con La Stampa che scende sotto le 70.000 copie vendute in edicola (69.231) a fronte delle 74.051 di agosto e delle 75.628 di gennaio. Mentre ha tenuto meglio il Secolo XIX che a settembre ha venduto 23.646 copie contro le 24.803 di agosto, in deciso calo però rispetto alle 27.392 di gennaio.

Vendite in crescita, anche se di poco, per Avvenire che a settembre si attesta a 5.321 copie, all’incirca in linea con agosto (5.289) e gennaio (5.575) frutto di uno zoccolo duro di lettori. Retrocede invece Il Messaggero con 53.427 copie contro le 57.808 copie di agosto, comunque in aumento dalle 52.340 di gennaio. In flessione anche le testate del gruppo Riffeser. QN-Il Resto del Carlino vende in edicola a settembre 65.618 copie dalle 68.702 di agosto e le 72.112 di gennaio mentre QN-La Nazione scende a 45.234 copie da 48.896 di agosto e 49.000 di settembre. Si difende meglio QN-Il Giorno con poco più di 20.000 copie a settembre, in linea con agosto.

Le testate più schierate politicamente vedono un andamento contrastante. Salgono ancora le vendite de La Verità: 26.661 a settembre da 25.586 di agosto e 25.475 di gennaio mentre a settembre perdono quota Libero (20.624), Il Giornale (33.866) e Il Fatto Quotidiano (24.962) con circa 2.000 copie vendute in meno rispetto ad agosto. Vendite confermate attorno alle 6.800 per Il Manifesto.

Resistono meglio del resto del mercato i giornali economici. Il Sole 24 Ore vende a settembre poco meno di 30.000 copie contro le 31.000 di agosto e le 34.500 di gennaio. Tengono le vendite in edicola anche per Italia Oggi, che resta attorno alle 6.900 copie di agosto contro le 7.783 di gennaio.

Passando agli sportivi, come si diceva le vendite si sono sgonfiate in settembre non riuscendo a trarre beneficio nemmeno dall'avvio del Campionato italiano di calcio. La Gazzetta dello Sport è scesa a 91.200 copie contro le 112.724 di agosto, comunque in forte aumento rispetto alle 65.000 su cui viaggiava a inizio anno. In calo anche Tuttosport con vendite per 24.600 copie, ben al di sotto delle quasi 31.00 di agosto e anche alle 35.356 rilevate a gennaio. Andamento analogo per Il Corriere dello Sport che a settembre scende a 43.272 copie vendute in edicola, quasi 10.000 in meno rispetto alle 52.230 di agosto, un valore pur sempre in aumento rispetto alle 37.245 di gennaio.


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