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Giornali, aumenti di prezzo in agguato

13 Gennaio 2022

In Francia si sono già mossi. I principali giornali d’Oltralpe hanno già aumentano, in media di 20 centesimi, il loro prezzo di copertina. Le Figaro, Le Monde e Le Echos hanno portando il prezzo da 3,00 a 3,20 euro e anche altre testate francesi hanno annunciato che seguiranno lo stesso esempio.

Una scelta quasi obbligata e scontata di fronte ai continui aumenti del costo delle materie prime e dell’energia che stanno mettendo in ginocchio l’industria cartaria.

In Italia per ora ha fatto da apripista il gruppo Gedi che, un po’ in sordina, ha deciso di aumentare a 3,00 euro il prezzo di Repubblica nel fine settimana, quando il quotidiano esce con un’offerta editoriale arricchita (al sabato abbinato al settimanale femmine D e alla domenica a l’Espresso e Robinson).

Ora si apprende che anche Panini Comics ha deciso di rivedere verso l’altro i prezzi dei suoi prodotti giustificando la decisione direttamente ai suoi lettori.

Cari lettori e lettrici,
la situazione di grande difficoltà di questi ultimi due anni ha determinato, come ormai ben saprete, una serie di problemi legati all’approvvigionamento di materie prime, nonché sensibili rincari sulla carta e più in generale sui costi di produzione, ormai non più sostenibili, dei nostri libri e fumetti. Queste circostanze porteranno all’aumento di prezzo di alcune nostre pubblicazioni, a partire dai prossimi mesi.
Nell’affrontare questa pesante ondata di rincari delle materie prime, sarà tuttavia nostra premura limitare il più possibile l’entità di questi aumenti.



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Crescono le copie digitali, ma la carta resiste

12 Gennaio 2022

Le vendite in edicola diminuiscono, come testimoniano anche gli ultimi dati ADS, ma gli abbonamenti digitali aumentano: e così, alla fine del 2021, Il Corriere della Sera, il maggiore quotidiano nazionale del nostro Paese, può tracciare un bilancio positivo e festeggiare il traguardo di oltre 550.000 lettori al giorno.

Complice la pandemia – oltre che l’aggressiva politica di sconti adottata dall’Editore – già nel 2020 le sottoscrizioni del Corsera in formato digitale erano quasi raddoppiate, passando da 170.000 a 308.000, si legge in un articolo su corriere.it. Nel corso del 2021, il trend di crescita è proseguito, anche se in maniera più debole, con un ulteriore incremento ( 23%) fino a raggiungere quota 380.000 abbonamenti digitali.

A questi, vanno a sommarsi le circa 173.000 copie cartacee acquistate in edicola in media nel 2021 (secondo i dati ADS), per un ammontare complessivo di 553.000 lettori al giorno per lo storico quotidiano di via Solferino.

La crescita dei ricavi non segue quella dei lettori

Commenta l’articolo: “Un traguardo del quale ringraziare la comunità – attenta, partecipe, giustamente esigente – dei lettori più affezionati. E un punto di partenza, specie se si osserva la platea, più vasta, di coloro che hanno fruito dei contenuti della nostra testata, quest’anno. Una platea da primato: 29 milioni di utenti unici medi al mese sul sito, con un picco a maggio di 32,7 milioni – senza contare coloro che hanno letto e condiviso contenuti sui nostri social (1,2 milioni i follower solo su Instagram, 34% in un anno) o via newsletter, o ascoltato i nostri podcast sulle piattaforme audio”.

Un traguardo senza dubbio importante in termini di lettori anche se sarebbe altrettanto importante capire, a livello di fatturato, l’impatto di questo progressivo spostamento dalla carta stampata al digitale, specie considerando che la maggior parte dei ricavi degli editori continua ad arrivare dalle vendite cartacee in edicola. Gli abbonamenti digitali hanno infatti un costo inferiore e spesso vengono offerti a prezzi stracciati, per periodi più o meno lunghi, per incentivare la sottoscrizione.

Le Monde e l'escalation del digitale

D’altronde, però, la corsa verso il digitale pare inarrestabile, come emerge in maniera sempre più evidente guardando a quanto avviene fuori dai confini nazionali. Le Monde, il quotidiano più diffuso d’Oltralpe, ha festeggiato a fine 2021 l’anniversario dei 77 anni dalla sua fondazione superando per la prima volta il record dei 500.000 abbonati.

Un record trainato soprattutto dal boom dell'online. Degli oltre 500.000 abbonamenti, 414.000 sono digitali e appena 87.000 cartacei, a cui si aggiungono le circa 30.000 copie al giorno vendute in edicola (di cui 4.000 vendute fuori dalla Francia).

Ripercorrendo in un lungo articolo l’evoluzione delle vendite lungo i suoi tre quarti di secolo di vita, il quotidiano francese ricorda che il record di copie cartacee vendute risale al 1981, ben 343.000, un dato che non sarà mai più raggiunto. Nel 1993 per la prima volta gli abbonamenti cartacei superano quota 100.000 raggiungendo il picco di 137.000 sottoscrizioni nel 2006: un incremento decisamente lento.

La carta resiste

L’arrivo del digitale scompagina gli equilibri. Nel 2010 il gruppo decide di introdurre gli abbonamenti digitali a pagamento. È l’inizio della svolta (vedi grafico a fianco).

Dopo una partenza in sordina, nel 2014 le sottoscrizioni all'edizione online iniziano a decollare. Nel 2016 superano, per la prima volta, quota 100.000 (e sorpassano anche gli abbonamenti cartacei, che però mantengono nel tempo un loro zoccolo duro di lettori). A marzo 2019 sfondano quota 200.000. Un anno dopo, ad aprile 2020, sono già sopra quota 300.000. A settembre 2021 varcano anche il livello di 400.000.

Una escalation rapidissima che porta, nel giro di pochi anni, gli abbonamenti digitali ad essere quattro volte quelli cartacei. Una escalation che non è ancora destinata ad esaurirsi visto cheLe Monde conferma l'obiettivo di 1 milione di abbonamenti entro fine 2025, ossia nei prossimi 4 anni. 

Non altrettanto può dirsi dei ricavi. Scrive Le Monde a conclusione del suo lungo articolo: “I ricavi della distribuzione rappresentavano nel 2020 il 68% del fatturato della Société éditrice du Monde (contro il 22% della pubblicità): il 25% proveniva dagli abbonamenti digitali, il 23% dalle vendite individuali e il 20% dagli abbonamenti “cartacei”. Mentre la quota del digitale dovrebbe aumentare considerevolmente nel 2021, la carta resiste e non è ancora pronta per cedere il passo all'all-digital”.



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Novembre in caduta per i quotidiani in edicola

11 Gennaio 2022

Gli ultimi dati rilasciati da ADS (Accertamenti Diffusione Stampa) testimoniano l’ulteriore frenata nelle vendite cartacee di quotidiani in edicola, con La Repubblica che scivola sotto le 100.000 copie.

L’ammiraglia del gruppo GEDI, il più importante editore italiano, ha totalizzato a novembre vendite in edicola pari a 97.520 copie, contro le 103.531 di ottobre e le 114.333 di inizio anno (gennaio 2021). Restando sempre nel gruppo GEDI, vendite in flessione anche per La Stampa con 66.302 copie, a fronte delle 68.262 di ottobre e delle 75.628 di gennaio. Situazione analoga per Il Secolo XIXche archivia novembre con 22.784 copie vendite in edicola, meno delle 23.500 di ottobre e, soprattutto, delle 27.392 di gennaio.

La frenata delle vendite coinvolge anche il quotidiano più letto d’Italia, Il Corriere della Sera, che a novembre si ferma a 147.579 copie vendute in edicola, contro le 151.290 di ottobre e le 165.990 di gennaio. Il Messaggero si difende ma scende a 50.334 copie a novembre, dalle 52.400 circa del mese precedente e di gennaio. Solo una leggera limatura per Avvenire, il quotidiano di ispirazione cattolica, con 5.173 copie a novembre, all’incirca in linea con le 5.264 di ottobre e le 5.575 di gennaio.

In lieve correzione le testate del gruppo Riffeser. A novembre QN-Il Resto del Carlino si assesta a 63.522 copie, 1.000 in meno rispetto a ottobre (ma contro le 72.112 di gennaio). Variazione minima rispetto al mese precedente per QN-La Nazione con 43.086 copie (43.715 ad ottobre), in calo però rispetto alle 49.053 di gennaio. Idem per QN-Il Giorno con 19.709 copie in edicola, poco meno delle 20.062 di ottobre e delle quasi 22.000 di gennaio.

Con l’unica eccezione de La Verità, che vede le vendite in edicola salire di una manciata di copie (da 27.372 di ottobre a 27.699 di novembre), le altre testate politicamente schierate evidenziano una contrazione. In particolare, Il Fatto Quotidiano si assesta a 23.190 copie, poco meno delle 23.949 del mese precedente ma ben sotto le quasi 30.000 di inizio anno. Il Giornale perde quasi 1.000 copie rispetto a ottobre e si ferma a quota 31.886, in drastico calo rispetto alle quasi 44.500 dello scorso gennaio. Libero scende poco sotto le 19.000 copie da 19.842 di ottobre e a fronte delle 22.748 copie mensili con cui aveva inaugurato il 2021. Zoccolo duro di lettori, invece, per Il Manifesto che a novembre si assesta a 6.458 copie, poco sotto le 7.023 di ottobre e le 7.608 di gennaio.

Lieve flessione anche per le due testate economiche. Il Sole 24 Ore scende a novembre a 30.334 copie da 30.848 di ottobre (erano 34.547 a gennaio) mentre Italia Oggi scende a 7.181 copie da 8.255 di ottobre (erano 7.783 a gennaio).

Novembre non è stato un mese positivo nemmeno per i quotidiani sportivi. La Gazzetta dello Sport si è attestata a 78.296 copie vendite in edicole dalle 82.113 di ottobre, in ripresa comunque rispetto alle 65.093 di gennaio. Il Corriere dello Sport scende a 37.711 copie dalle 39.203 di ottobre e Tuttosport a 21.532 copie da 22.231 di ottobre.

Una manciata di copie in meno rispetto al mese precedente anche per le testate locali, con l’unica eccezione dell’Eco di Bergamo e dalla Gazzetta di Modena.



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Vendite quotidiani: -6,5% nei primi nove mesi 2021

10 Gennaio 2022

I nuovi dati contenuti nell’ultimo Osservatorio Trimestrale sulle Comunicazioni dell’Agcom confermano il lento e inesorabile calo delle vendite di quotidiani cartacei nel nostro Paese. Aumentano, invece, le copie digitali (ma non per tutte le tipologie di testate), che tuttavia mantengono un'incidenza marginale sulle vendite complessive, e quindi sui ricavi degli Editori.

Complessivamente, precisa Agcom con riferimento al settore dell’editoria quotidiana, nei primi nove mesi del 2021, in media giornalmente sono state vendute 1,73 milioni di copie, in flessione del 6,5% rispetto al corrispondente valore 2020 e del 31,2% rispetto al periodo gennaio-settembre 2017 (vedi grafico in alto).

Con riferimento però alle sole copie vendute quotidianamente in formato cartaceo, nei primi nove mesi del 2021 la flessione si fa più marcata e sale all’8,4% rispetto al 2020 e al 35,0% nei confronti del corrispondente periodo del 2017.

Non decollano le copie digitali. E l'aumento non è generalizzato

Andamento opposto per quanto riguarda le copie digitali che, nei primi nove mesi del 2021, "hanno registrato una crescita sia su base annua, sia con riguardo ai primi nove mesi del 2017", osserva Agcom.

Come emerge dal grafico qui sotto, però, l'andamento delle vendite di copie digitali - cresciute nei primi nove mesi del 9,4% - non è stato omogeno. I quotidiani sportivi e quelli economici hanno registrato una contrazione rispettivamente del 6,3% e del 20,5% nei primi nove mesi dell'anno rispetto a un anno fa, con ribassi ancora più importanti rispetto al 2017: -35,4% e -44,1% rispettivamente.

Al contrario, sono aumentate le vendite di copie digitali per i quotidiani nazionali generalisti e per quelli locali, con variazioni positive a doppia cifra: 17,5% per i primi e 15,8% per i secondi nel periodo gennaio-settembre, confermando il trend positivo degli ultimi anni ( 33,8% e 53,6% rispetto all'analogo periodo 2017).

Tuttavia, sottolinea Agcom, "i quotidiani venduti in formato digitale, nel tempo, non hanno registrato variazioni di particolare rilievo (oscillano intorno alle 200 mila copie giornaliere)" e, aggiungiamo noi, non sembrano per ora in grado di sfondare nel mercato dell'informazione.

Buona tenuta per i giornali sportivi nel 2021

I quotidiani sportivi in formato cartaceo sono quelli che nel corso di quest’anno hanno sofferto di meno. Rispetto a un anno fa, la contrazione delle vendite nei primi nove mesi è stata di appena il 2,4%, grazie soprattutto all’interesse per il campionato europeo di calcio. Rispetto ai primi nove mesi del 2017, però, hanno dimezzato le vendite e sono il segmento che ha sofferto maggiormente (-50,4%).

Da osservare, inoltre, che, sempre in termini di sole copie cartacee, i quotidiani locali hanno tenuto meglio di quelli nazionali generalisti rispecchiando l'esigenza della popolazione di maggiori informazioni local ai tempi della pandemia. A fronte di un calo delle vendite dell'8,2% per i giornali locali, i nazionali hanno segnato infatti una contrazione del 9,4%. L'andamento peggiore spetta invece alle testate economiche, che hanno registrato un calo di vendite di quasi il 15% rispetto a un anno fa (-14,9%).

Infine, nessuna sorpresa nella classifica dei maggiori gruppi editoriali. Come scrive Agcom, "relativamente al campione preso in considerazione da ADS, l’analisi per operatore vede, in termini di copie complessivamente vendute nei primi nove mesi dell’anno, GEDI quale principale gruppo editoriale (21,7%) seguito da Cairo/RCS (16,6%) e da Caltagirone Editore e Monrif Group entrambe con l’8,5% del mercato".



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Un Fondo per l'Editoria a disposizione di tutta la filiera

22 Dicembre 2021

Il Governo accelera sul rilancio del settore editoriale. Un settore che va considerato come un “bene primario”, un “interesse nazionale” e quindi, in quanto tale, “deve essere difeso, tutelato, sostenuto e aiutato a crescere” come ha spiegato ieri il Sottosegretario per l’Editoria Giuseppe Moles in occasione della presentazione dello studio Il sostegno all’editoria nei principali Paesi d’Europa,realizzato a cura del Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria (clicca qui per scaricare il documento in PDF).

L'Editoria è un bene primario e va aiutata a crescere

“Solo una corretta informazione fatta da persone che non solo si assumono la responsabilità di un prodotto, ma anche che sono dotati di una professionalità superiore, può essere un bene primario di una democrazia liberale”, ha aggiunto Moles, ricordando che “nella manovra, oltre agli strumenti classici, c’è anche un Fondo straordinario per l’Editoria: questo sta a significare la volontà del Governo di tornare a investire” in questo settore.

Non solo parole, quindi, ma fatti. Anzi, in questo caso, fondi. La legge di Bilancio 2022 ha disposto infatti la creazione di un nuovo Fondo straordinario per il sostegno all'Editoria mettendo a disposizione un budget di 90 milioni per il prossimo anno e di 140 milioni per il 2023.

Troppi? Non sembrerebbe proprio considerando lo studio comparativo sul sostegno all’Editoria nei paesi europei illustrato ieri. Prendendo come parametro il rapporto tra popolazione e risorse dirette investite dallo Stato, si scopre infatti che l’Italia occupa la penultima posizione con sostegni pari a 1,49 euro a persona, contro i 9,59 euro della Danimarca che spicca in vetta alla classifica europea. Il nostro Paese risale però al terzultimo posto, con 3,89 euro a persona, considerando anche gli aiuti legati alla pendemia. 

Fondo straordinario a disposizione dell'intera filiera 

A questo riguardo, in una recente intervista audio all’agenzia Italpress, Moles ha precisato che “la crisi nel settore dell’informazione non nasce con il Covid, ma con la pandemia è stata accentuata” e per questo motivo il Governo “è intervenuto inizialmente con alcuni provvedimenti di sostegno, che si possono definire spot, per cercare di sostenere il più possibile, dovunque possibile e per quanto possibile, tutta l’intera filiera”.

Si è trattato di un pacchetto “di provvedimenti inizialmente inseriti nel Decreto sostegno 2, pari all’incirca a 130 milioni, che hanno ristorato l’intera filiera, ma rischiavano di restare provvedimenti spot”, ha ricordato Moles. Per questo motivo, ha aggiunto, è stato creato in manovra il “Fondo straordinario per l’Editoria, che in totale per due anni ammonta a 230 milioni”, e che, come ha ulteriormente precisato il sottosegretario per l’Editoria, “sarà a disposizione di tutta l’intera filiera editoriale, per l’occupazione, per nuove professionalità, per software e per hardware e per tutto ciò che è necessario”. Il Fondo, ha aggiunto il Sottosegretario, sarà messo a disposizione attraverso "stanziamenti con decreto del Dipartimento dell'Editoria che potrà variare, in base alle esigenze del sistema, di anno in anno, una serie di risorse consistenti".

Da queste ultime dichiarazioni del sottosegretario Moles pare dunque di capire che anche le edicole - ultimo anello della filiera editoriale, luogo fisico per eccellenza dove trova realizzazione l’incontro tra domanda e offerta di carta stampata - possano avere accesso alle risorse del Fondo straordinario per l'Editoria per il biennio 2022-2023, come peraltro espressamente richiesto dallo SNAG e dalle altre Associazione di categoria.



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Sostegno pubblico all'Editoria, un confronto europeo

15 Dicembre 2021

Partendo dal presupposto che “L’informazione è un bene pubblico […] e in quanto bene pubblico ha bisogno del sostegno pubblico” (dichiarazione dell’economista Joseph Stiglitz richiamata dall’Unesco), il Dipartimento dell’Informazione e dell’Editoria ha pubblicato - come preannunciato - un interessante studio intitolato “Il sostegno all’Editoria nei principali Paesi d’Europa” (clicca qui per scaricare il documento in PDF) in cui vengono raffrontate le misure a favore della stampa adottate in ambito europeo.

Un’approfondita e esaustiva indagine comparativa volta a portare nuovi e validi argomenti al dibattito circa l’opportunità di sostenere finanziariamente l’editoria, con un occhio di riguardo, come precisa il Sottosegretario per l’Editoria, Giuseppe Moles, nell’introduzione, a quella “corrente di pensiero” che si è sviluppata in Italia e che tende a “delegittimare” le misure di sostegno pubblico al sistema dell’informazione.

Le motivazioni dello studio

Secondo tale corrente, infatti, il finanziamento alla stampa finisce per condizionare “chi dovrebbe essere libero di svolgere la funzione di watch dog a tutela della democrazia e del pluralismo delle opinioni”. Inoltre, “la spesa volta a sostenere il pluralismo dell’informazione non potrebbe essere considerata essenziale, in quanto estranea all’ambito tipico delle attività di carattere pubblicistico”.

“Per verificare la bontà o meno di questa impostazione, è risultato quasi inevitabile e doveroso per il Dipartimento dell’Informazione e dell’Editoria – scrive ancora Moles – volgere lo sguardo verso altri paesi europei in chiave comparativa, al fine di verificare se il complesso sistema italiano che supporta l’informazione, in modo diretto e indiretto, costituisse una nostra peculiarità ovvero se invece trovasse una corrispondenza in altri paesi europei di consolidata tradizione democratica”.

Sostegno all'editoria: una prassi condivisa dall'Europa

La conclusione, ovviamente, è che il quadro di interventi pubblici adottato in Italia a sostegno dell’editoria si colloca all’interno di una prassi condivisa nel resto d’Europa. “È evidente come, dal panorama sin qui vagliato, emerga un quadro fortemente orientato alla tutela del pluralismo e dell’indipendenza del settore editoriale, fattori per i quali un finanziamento di natura pubblica risulta, specie all’indomani dell’emergenza sanitaria, quantomai essenziale”, si legge nelle conclusioni del rapporto.

Inoltre “la crisi dovuta al Covid-19 ha evidenziato e notevolmente acuito le fragilità del settore editoriale che erano già presenti in precedenza, tanto in Italia quanto nei restanti paesi europei. Il fatto che la generalità degli Stati oggetto dello studio abbia istituito (o previsto) misure ad hoc per far fronte all’emergenza sanitaria denota la necessità di strumenti normativi nazionali, comunitari e continentali per mettere in atto strategie di finanziamento a favore dell’editoria per tutelarne l’indipendenza e rafforzare il pluralismo”.

Le misure straordinarie di sostegno diventano strutturali

Con riferimento alle misure straordinarie adottate da tutti i paesi europei in risposta all’aggraversi della crisi dovuta al Covid, “è evidente - si legge ancora nelle conclusioni del rapporto - come i governi non soltanto siano propensi a mantenere gli impianti originari di interventi pubblici a favore dell’editoria anche dopo il 2020, ma anche ad ampliarli".

"In alcuni casi sono stati previsti dei piani di sostegno straordinari per gli anni a venire, in ragione della gravità delle conseguenze economiche negative abbattutesi sul settore (tra i più colpiti) a causa della pandemia. Si pensi soltanto - sottolinea il rapporto - che, in base alle prime valutazioni, la filiera dell’informazione ha registrato una riduzione degli introiti pubblicitari oscillante tra il 20% e l’80%".

Se si valuta, in particolare, il caso dell’Italia, è possibile riscontrare come la quasi totalità delle misure (sia di natura contributiva diretta che fiscale agevolativa) poste in essere per far fronte all’emergenza sanitaria siano in seguito state confermate anche, almeno, per il 2021 (se non, talvolta, anche per il 2022).

In particolare, da uno schema riassuntivo contenuto nel rapporto, si evince che considerando le misure dirette, indirette e quelle straordinarie a cuasa del Covid, lo stanziamento per il settore editoria in Italia è ammontato a 175.641.134 euro nel 2019, quasi raddoppiando a 317.412.206 euro nel 2020 per salire ulteriormente nel 2021 a 386.488.188 euro.

L'Italia può fare di più per sostenere l'editoria

Senza scoprire nulla di nuovo, l’Italia si trova nelle ultime posizioni in Europa quanto a incidenza sul Pil delle risorse pubbliche destinate al settore dell’editoria. Al primo posto si colloca infatti la Danimarca con un’incidenza dello 0,041%, poi la Svezia con lo 0,030%, la Norvegia con lo 0,021% e la Francia con lo 0,017. L’Italia si trova in quinta posizione, con un’incidenza dello 0,014% seguita, a distanza, da Austria (0,007%) e Finlandia (0,003%).

Considerando il valore pro-capite delle risorse dirette impiegate a sostegno del settore dell’editoria, la posizione dell’Italia scende ancora più in basso e diventa fanalino di coda in Europa (vedi tabella sotto) con un valore pro-capite di 1,49 euro, seguita solo dalla Finlandia (0,09 euro). Decisamente più generosi sono gli interventi di Danimarca (9,59 euro), Svezia (7,53 euro), Norvegia (6,69 euro), Francia (1,75 euro) e Austria (1,67 euro)

La situazione del nostro Paese migliora, invece, considedrando anche le risorse temporanee, dirette e indirette, varate in occasione dell’emergenza sanitaria. In questo caso l’Italia risale in quinta posizione nella classifica europea con risorse pro-capite investite a sostegno del settore editoriale pari a 3,89 euro: più di Austria (3,09 euro) e Finlandia (1,45 euro) ma meno di Danimarca (22,04 euro), Svezia (13,52 euro), Norvegia (12,27 euro) e Francia (5,64 euro).



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Vendite quotidiani in calo anche ad ottobre

13 Dicembre 2021

Confermata anche ad ottobre l’emorragia di vendite di quotidiani. Per iICorriere della Sera e La Repubblica, i due principali quotidiani del Paese, si registra ancora una contrazione di vendite in edicola (vendite individuali pagate dall’acquirente): 151.290 copie il primo (da 154.768 di settembre e 165.990 di gennaio) e 105.500 la seconda (stabile rispetto a settembre ma in calo rispetto alle 114.333 copie di gennaio).

Restando nel gruppo GEDI, rispetto al mese di settembre La Stampa perde mille copie e scende a 68.231, contro le 75.628 dello scorso gennaio. Mentre resta stabile a 23.500 copie Il Secolo XIX, anche in questo caso in calo dalle 27.392 di gennaio.

Tra gli altri quotidiani, Il Messaggero perde mille copie rispetto a settembre confermandosi attorno a quota 52.406, stessi valori di gennaio. Stessa sorte anche per QN-Il resto del Carlino che si assesta attorno a 64.527 copie, contro le oltre 72.000 vendute a gennaio. Vendite in calo ad ottobre anche per QN-La Nazione, che scende a 43.715 copie da 45.234 di settembre e contro le 49.000 di gennaio. Resiste meglio QN-Il Giorno, con vendite stabili poco sopra le 20 copie contro le quasi 22.000 di gennaio. Poco variati anche i numeri di Avvenire cartacee con 5.264 copie in ottobre.

Tra i giornali politicamente più schierati, perde ancora quota Il Fatto Quotidiano, che perde mille copie rispetto a settembre scendendo a 23.949, ben al di sotto delle quasi 30.000 copie che vendeva a gennaio. Stesso bilancio per Il Giornale, che scende a ottobre a 32.915 copie, ben lontano dalle quasi 44.500 di gennaio. In calo anche Libero, che scende sotto le 20.000 copie, a fronte delle 22.748 di gennaio. In controtendenza invece, come avviene già da un po’ di tempo, La Verità, che risale a ottobre a 27.372 copie, contro le 26.661 di settembre e le 25.475 di gennaio. Infine, risale poco sopra le 7.000 copie Il Manifesto (7.600 copie vendute a gennaio).

Passando ai quotidiani economici, Il Sole 24 Ore rimonta a ottobre di circa 1.000 copie a 30.848 (erano 34.547 a gennaio). Balzo in avanti anche per Italia Oggi con 8.255 copie da 6.914 di settembre, valore superiore alle 7.783 di gennaio.

Infine, si segnala il nuovo tonfo dei quotidiani sportivi dopo i picchi estivi trainati dagli europei di calcio, dai giochi olimpici e dall’avvio del campionato di calcio. La Gazzetta dello Sport scende a 82.113 copie dalle 91.211 di settembre, mantenendo comunque un forte vantaggio rispetto alle 65.000 copie vendute a gennaio. Il Corriere dello Sport scende a 39.200 copie dalle 43.272 di settembre restando poco sopra le 37.245 di gennaio. Tuttosport a ottobre si ferma a 22.231 copie dalle 24.617 di settembre, in deciso calo rispetto alle 35.356 di gennaio.



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Giornali a scuola: domande contributi prorogate al 14 gennaio

13 Dicembre 2021

Le scuole italiane avranno ancora un mese di tempo per presentare le domande per accedere ai contributi relativi all’acquisto di quotidiani e periodici oltre a riviste scientifiche e di settore.

Il Dipartimento per l'informazione e l'editoria ha infatti ulteriormente prorogato al 14 gennaio 2022 i termini per la presentazione delle domande che danno diritto a un rimborso sino al 90% della spesa sostenuta dalle istituzioni scolastiche in quotidiani e periodici. I termini erano stati inizialmente fissati dal 1 al 31 ottobre 2021. E successivamente prorogati al 30 novembre.

Un’iniziativa fortemente voluta dal Sottosegretario per l’Editoria, Giuseppe Moles, e finalizzata a favorire l’attivazione di specifici programmi per la promozione della lettura dei giornali nelle scuole.

Le motivazioni dell'ulteriore proroga

La proroga dei termini “consentirà alle scuole di programmare ed effettuare gli acquisti degli abbonamenti ai giornali avendo a disposizione un lasso di tempo maggiore e di indicare nella domanda le spese sostenute nell’intero anno 2021”, come spiega il Dipartimento per l’Editoria precisando che sono ammesse ai contributi le spese già sostenute e fatturate dalle scuole nel 2021, a condizione che le stesse non siano già state dichiarate nella domanda relativa ai bandi 2020.

Nello specifico si ricorda che il primo dei due bandi messi a disposizione degli istituti scolastici rimborsa (fino al 90%) le spese per l’acquisto dei giornali quotidiani, dei periodici e delle riviste scientifiche e di settore da parte di Scuole di ogni Ordine e Grado mentre il secondo bando rimborsa (fino al 90%) i costi sostenuti per favorire l’attivazione di specifici programmi per la promozione della lettura inseriti nei Piani dell’Offerta Formativa nelle Scuole Secondarie Primo Grado.

Sostenere il ricambio generazionale di lettori

La diffusione dell’ultimo Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese ha evidenziato che gli italiani sono sempre più digitali anche quando si tratta di informazione. I dati mostrano una drastica caduta per la carta stampata. Nel 2007 i quotidiani cartacei erano letti dal 67% degli italiani, mentre ora solo il 29,1% della popolazione li legge (con un ulteriore calo dell’8,2% rispetto al 2019). Sempre meno lettori anche per settimanali e mensili.

Soprattutto, ad acquistare giornali in edicola sono quasi esclusivamente le persone più anziane. Mancano i giovani e manca un ricambio generazionale di lettori. Pertanto ogni iniziativa che possa avvicinare i ragazzi alla lettura dei giornali non può che essere apprezzata e sostenuta.



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Bilancio positivo per la pubblicità sulla carta stampata

03 Dicembre 2021

Secondo quanto emerge dai dati dell’Osservatorio Stampa FCP rilasciati dalla Federazione Concessionarie Pubblicità, il bilancio dei primi dieci mesi chiude in positivo per gli investimenti pubblicitari sulla carta stampata. Una buona notizia, dunque, per gli editori anche se è bene notare che le entrate pubblicitarie hanno un’incidenza piuttosto bassa sui loro ricavi complessivi, essendo che la maggior parte delle entrate continua ad arrivare dalle vendite in edicola delle copie cartacee.

Il bonus pubblicità dà una mano al mercato

Il merito della ripresa degli investimenti pubblicitari va anche all’introduzione, da parte del Governo, del bonus pubblicità, che concede agli inserzionisti, a particolari condizioni, di avere un credito d’imposta per le spese fatte in pubblicità sulla stampa quotidiana e periodica, oltre che sulle emittenti televisive e radiofoniche locali.

Nel complesso, da gennaio ad ottobre gli investimenti pubblicitari sulla carta stampata hanno registrato un incremento del 4,5% in termini di fatturato, salito a 477 milioni di euro, rispetto all’analogo periodo del 2020 ( 5,1% a 347 milioni e gli investimenti sui quotidiani, 3,2% quelli sui periodici a 130 milioni).

Pubblicità sulla stampa sempre più marginale

Nonostante questo incremento, gli investimenti pubblicitari sulla stampa continuano ad avere un ruolo sempre più marginale nel mercato complessivo.

Secondo le stime dell’Osservatorio Internet Media del Politecnico di Milano, la pubblicità sulla stampa è scesa da una quota di mercato del 30% nel 2008 a una quota stimata per quest’anno al 7%, in ulteriore lieve contrazione rispetto al 9% del 2020.

Pubblicità totale ai massimi da 12 anni

Un raffronto particolarmente significativo se si considera che le due percentuali - 30% e 7% - sono calcolate su una spesa pubblicitaria molto simile tra i due anni, pari a 9,6 miliardi nel 2008 e - dopo essere costantemente scesa negli anni successivi - ritornata a salire nel 2021 con una previsione di fatturato per fine anno di 9,5 miliardi di euro, il valore più alto mai registrato negli ultimi dodici anni.

Continua l'impennata della pubblicità digitale

Di tale cifra, 4,2 miliardi, ossia quasi la metà, è assorbita dall’online. L’ascesa della pubblicità su internet non conosce battute d’arresto. Basti pensare che nel 2008 sfiorava quota 1 miliardo di euro, per poi raddoppiare a 2,15 miliardi nel 2015, sfiorare i 3 miliardi nel 2018 fino ad arrivare ai 4,26 miliardi stimati per il 2021, superando già dallo scorso anche la pubblicità televisiva, per lungo tempo regina incontrastata delle preferenze degli inserzionisti. E la corsa della pubblicità digitale non è ancora finita. Le stime indicano un’ulteriore crescita nel 2022.

Mercato in crescita anche nel 2022

Secondo le previsioni del Centro Studi UNA (Aziende della Comunicazione Unite) e della società Media Hub, quest’anno il mercato pubblicitario in Italia dovrebbe arrivare a un valore di 8,759 miliardi di euro, in aumento dell’11,8% rispetto al 2020, riportando così le dimensioni del mercato in linea con quelle del 2019, anno pre-pandemia (8,803 miliardi). Il 2020 è stato infatti un anno di contrazione per la pubblicità, scesa dell’11% a 7,834 miliardi.

Per il 2022, gli esperti del Centro Studi UNA e di Media Hub indicano un’ulteriore crescita del mercato con un progresso degli investimenti del 5,2% a 9,216 miliardi, con il digitale ancora protagonista con un incremento a ritmo costante dell'8,5%.



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Tra debutti e ritorni in edicola

02 Dicembre 2021

A sfatare la profezia secondo cui i giornali cartacei stanno morendo, riportiamo un breve riepilogo delle principali testate che hanno debuttato o che sono ritornare in edicola nel corso dell'anno. Un sintetico elenco (non certo esaustivo) che intende mettere in evidenza che ci sono ancora editori che scommettono sulla "carta", editori che dall'online passano al cartaceo (e non viceversa!) ed editori che credono valga ancora la pena sperimentare nuove iniziative editoriali.

Ed è anche un segnale preciso che indica l'esistenza di lettori disposti ad investire nell'acquisto di un giornale, specie se quel giornale è in grado di soddisfare un preciso bisogno di informazione e di cultura ed è realizzato con elevati standard qualitativi, anche in termini grafici e illustrativi. Ciò detto, però, non possiamo nemmeno ignorare quei giornali che si sono arresi alla persistente crisi del mecato editoriale tradizionale e sono stati costretti, durante quest'anno, a cessare le pubblicazioni.


La Ragione , un nuovo quotidiano per raccontare l'Italia della ripartenza

È nata il 2 giugno 2021, in occasione della Festa della Repubblica, La Ragione – le Ali alla libertà, un nuovo quotidiano nazionale d'opinione di ispirazione liberaldemocratica ed europeista, nato per raccontare l'Italia della ripartenza. Alla guida ci sono Davide Giacalone, in qualità di direttore editoriale, e Fulvio Giuliani, nel ruolo di direttore responsabile. Articoli di lunghezza contenuta, per una lettura approfondita e puntuale, ma insieme rapida e immediata. Il quotidiano è edito dalla cooperativa La Ragione e il capitale è aperto a chiunque desideri investire nel progetto. La Ragione ha inoltre deciso di sostenere gli edicolanti, in una fase di particolare difficoltà, garantendo loro l'80% di commissione sul prezzo di copertina di 50 centesimi, a fronte del poco meno del 19% previsto dall'accordo nazionale sulla vendita dei quotidiani e periodici. Il restante 20%, sempre come da accordi nazionali, è riservato alla catena di distribuzione nazionale e locale.

L’Essenziale , il settimanale di Internazionale che sembra un quotidiano

Il 13 novembre è uscito in edicola il primo numero de L’Essenziale, nuovo settimanale creato da Internazionale con un focus su quanto accade in Italia. “Non attraverso la stampa straniera, ma con articoli scritti dalla redazione e da una rete di collaboratori e collaboratrici” in quanto vuole essere “un giornale non alternativo ma, anzi, complementare a Internazionale”, si precisa in un articolo di presentazione. Il settimanale esce al sabato in edicola. Il formato scelto è quello di un quotidiano e la cifra distintiva è quella di raccontare “con articoli sintetici, chiari, verificati, senza dare nulla per scontato”, i fatti più importanti successi in Italia. Con un obiettivo: “offrire un’informazione di base rivolta a tutti”.

Review , il mensile de Il Foglio firmato da Annalena Benini

Da sabato 23 ottobre in edicola, in allegato con Il Foglio, c'è Review, il nuovo magazine diretto da Annalena Benini. Una rivista mensile “che racconta storie, quelle che ci piacciono e quelle che non ci aspettavamo” si legge nell’annuncio del lancio. «Vogliamo immergerci nelle storie e per questo adottiamo la formula del longform, che peraltro appartiene alla storia del Foglio, per avere un respiro più lungo, più arioso, rispetto alla velocità che spesso nel nostro lavoro ci domina, ci schiaccia», spiega Annalena Benini, da vent'anni in forza al giornale fondato da Giuliano Ferrara e oggi diretto da Claudio Cerasa, parlando della rivista. La tiratura iniziale è di 30 mila copie, la foliazione di 48 pagine.

Linkiesta Forecast , la prima debuttante dell’anno

Il 7 gennaio è arrivata in libreria e in edicola Linkiesta Forecast, la nuova rivista cartacea del quotidiano online Linkiesta realizzata in collaborazione con ilNew York Times eacquistabile, al costo di 10 euro, sul sito del quotidiano, in molte librerie italiane e anche nelle edicole di Milano e di Roma. Il primo numero ha fatto il tutto esaurito. Duecentoquaranta pagine sugli Scenari 2021, le tendenze, l’agenda globale della nuova era post-Covid. Con interventi di Premi Nobel, dissidenti, imprenditori, artisti e le firme de Linkiesta e del New York Times. Previste tre uscite l’anno per il nuovo magazine diretto da Christian Rocca.

Cose spiegate bene , scommessa vinta per la rivista/libro del Post

Non è venduto in edicola ma vale la pena segnalarlo ugualmente. Cose spiegate bene, la nuova rivista/libro del Post, è stato un esperimento riuscito con la rivista entrata fin da subito nella classifica dei libri di saggistica più venduti. La formula scelta è quella monografica con il primo numero dedicato ai libri. Il secondo numero sarà presentato a Roma sabato 4 dicembre nel corso della fiera "Più libri più liberi". Ed è significativo che un sito online abbia avvertito il desiderio di passare al cartaceo, come peraltro fatto da Linkiesta.

Dopo un anno torna Amadeus

Dopo un anno di assenza, dovuta alla chiusura del precedente editore, torna in edicola da dicembre 2021 Amadeus, storico mensile di musica classica fondato nel 1989. Fu il primo a uscire sul mercato con un cd allegato e la tradizione viene conservata anche per il ritorno in edicola, reso possibile oggi grazie all’iniziativa della Michelangeli Editore di Milano, già attiva nella pubblicazione di altri periodici musicali. Tra gli editorialisti anche Gaetano Santangelo, che fu fondatore di Amadeus. Incopertina la violinista cagliaritana Anna Tifu, di cui è allegato un cd che la vede protagonista.

Postalmarket , il catalogo di moda più desiderato dagli italiani

Dopo il tutto esaurito online, dove era possibile acquistarlo a un prezzo scontato, Postalmarket è tornato nelle edicole dallo scorso fine ottobre. Nato nel 1959 da un’idea dell’imprenditrice milanese Anna Bonomi Bolchini, fino alla fine degli anni Novanta veniva recapitato direttamente a casa degli italiani. Poi la sospensione delle pubblicazioni e, da quest’anno il ritorno nelle case degli italiani con il coinvolgimento di 180 brand distribuiti in sei segmenti sulle 364 pagine del catalogo (accompagnato anche da uno spazio e-commerce).


CUCINA MIA , quindicinale lanciato lo scorso aprile da Cairo Editore

Con una tiratura di 100.000 copie, CUCINA MIA è il nuovo quindicinale di Cairo Editore dedicato al mondo della buona tavola. Con una foliazione di 68 pagine, è in edicola dagli inizi di aprile allegata ai settimanali Diva e donna e Nuovo al prezzo di soli 50 centesimi oltre al prezzo di copertina del settimanale a cui è abbinato. “Abbiamo pensato ad un nuovo giornale di cucina dal taglio moderno, pratico, rivolto a tutti. Abbiamo realizzato un prodotto di facile consultazione che consentirà davvero a tutti di poter cucinare bene”, ha spiegato in occasione del lancio il direttore Riccardo Signoretti.



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