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Pubblicità sulla carta stampata: -5,9% nei primi sei mesi dell’anno

02 Settembre 2024

L’andamento negativo degli investimenti pubblicitari sulla carta stampata che ha caratterizzato il 2023 si è accentuato nella prima metà del 2024. In base ai dati comunicati dall’Osservatorio Stampa FCP (Federazione Concessionarie Pubblicità), da gennaio a giugno la raccolta pubblicitaria complessiva sulla carta stampata (quotidiani e periodici) ha registrato un calo del 5,9% rispetto all’anno precedente, con un fatturato sceso a 252,5 milioni, contro i 268 milioni del giugno 2023.

Il calo maggiore riguarda i quotidiani: -7,3%

Come accade ultimamente, la maglia nera spetta ai quotidiani. Nei primi se mesi dell’anno registrano una contrazione degli investimenti pubblicitari del 7,3% con un fatturato che si assesta sui 180 milioni, contro i 194 milioni dell’analogo periodo 2023.

A fare da zavorra è il comparto della pubblicità Legale, che evidenzia una contrazione del 43,8% rispetto all’anno precedente subendo la decisione del Governo di rimuovere l’obbligo di pubblicazioni sui quotidiani degli annunci legali: un provvedimento poco gradito agli editori, che ne chiedono la rimozione.

Flessioni ben più marginali hanno interessato anche la pubblicità Commerciale Nazionale (-0,4% su base annua a 87 milioni), Commerciale Locale (-1,7% a 56 milioni), Finanziaria (-1,6% a 6,5 milioni) e Classified (-8,4% a 15,7 milioni).

Grazie ai mensili, i periodici limitano la flessione: -2,2%

Passando ai periodici, il quadro si tinge di tinte meno scure. Nel complesso gli investimenti pubblicitari segnano nei primi sei mesi dell’anno una contrazione del 2,2% a 72,6 milioni, contro i 74,3% dell’analogo periodo 2023.

In particolare, la pubblicità Tabellare arretra del 4,4% a 63,9 milioni (da 66,8 milioni di un anno prima) mentre quella Speciale cresce del 17,1% portandosi a 8,7 milioni (da 7,5 milioni).

Nel dettaglio, nei primi sei mesi la raccolta sui mensili registra una crescita del 4,2% a 34,9 milioni (da 33,5 milioni di un anno fa). Diversamente, gli investimenti pubblicitari sui settimanali segnano una contrazione del 5,8% a 35 milioni (da 37,5 milioni). Calo, infine, del 27% per le “altre periodicità” con un fatturato pubblicitario che scende da 3,2 a 2,3 milioni.

Pubblicità sulla stampa in controtendenza in un mercato dinamico

Facile immaginare che il 2024 sarà un altro anno di raccolta pubblicitaria in flessione per la carta stampata, dopo il calo del 2,7% dell’anno scorso, che segue la flessione del 5,8% del 2022. La stampa si conferma l’unico mezzo con un fatturato da investimenti pubblicitari negativo, a conferma della crisi che sta attraversando il settore dell’editoria cartacea.

Secondo le previsioni del Media Hub di Una-Aziende della Comunicazione Unite, nel primo semestre dell’anno il fatturato pubblicitario è salito nel suo complesso del 6,1%, con punte di oltre il più 9% per la televisione, e dovrebbe chiudere il 2024 con un incremento del 5% dimostrandosi un mercato solido e anticiclico nonostante il clima di incertezza caratterizzato da eventi geo-politici dirompenti, grazie al sostegno di eventi sportivi e al ritorno di importanti spender nel settore dell’automotive, del largo consumo, dei media e dell’editoria.

Come sottolinea Una, la pubblicità online e quella in tv dominano il mercato e nel loro insieme tv e digitale valgono oltre 8,5 miliardi di euro pari all’82% dell’intero mercato pubblicitario.



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Le scadenze fiscali del mese di settembre

30 Agosto 2024

Riportiamo il calendario fiscale realizzato dagli esperti di Confcommercio con evidenziati i prossimi appuntamenti con il fisco. Uno strumento utile per ricordare a imprese, ditte individuali e partite IVA le principali scadenze fiscali e rimanere sempre aggiornati su quando pagare imposte e tasse, versare i contributi dovuti, inviare i dati richiesti dall'Agenzia delle Entrate.

Ricordiamo ai nostri Associati che i nostri esperti sono a disposizione per ogni chiarimento di natura fiscale e/o amministrativo attraverso l’area riservata del sito www.snagnazionale.it.


LUNEDÌ 2 SETTEMBRE

Acconti Irpef, Ires, Irap - Versamento saldo e acconto imposte risultanti dalla dichiarazione Redditi 2024 e IRAP 2024 società con esercizio a cavallo.

MERCOLEDÌ 4 SETTEMBRE

Ritenute di imposta e di acconto - Ravvedimento sprint relativo al versamento delle ritenute e dell’IVA mensile/trimestrale.

LUNEDÌ 16 SETTEMBRE

Liquidazioni periodiche IVA - Liquidazione periodica IVA per soggetti con obbligo mensile.

Acconti Irpef, Ires, Irap - Versamento rateale delle imposte dovute risultanti dal Modello Redditi 2024 ed IRAP 2024 che rateizzano

IRAP - Rateizzazione versamento imposte da Redditi 2024 ed IRAP 2024.

Liquidazioni periodiche IVA - Rateizzazione versamento IVA annuale.

Ritenute di imposta e di acconto - Ravvedimento entro 90 giorni delle ritenute e dell’IVA mensile.

IMU - Ravvedimento entro 90 giorni versamento acconto IMU 2024

Ritenute di imposta e di acconto - Versamento delle ritenute sui redditi di lavoro autonomo, di dipendente e su provvigioni.

Esterometro - Comunicazione delle operazioni transfrontaliere.

Trasmissione dati operazioni transfrontaliere passive - Trasmissione fattura elettronica operazioni transfrontaliere passive ricevute nel mese precedente.

GIOVEDÌ 19 SETTEMBRE

Ritenute di imposta e di acconto - Ravvedimento relativo al versamento delle ritenute e dell’IVA mensile/trimestrale.

LUNEDÌ 30 SETTEMBRE

Modello 730 precompilato - Termine ultimo di presentazione sia nel caso di presentazione al sostituto d’imposta che nel caso di presentazione diretta all’Agenzia delle Entrate oppure al CAF o al professionista.

Liquidazioni periodiche IVA - Comunicazione dei dati delle liquidazioni periodiche IVA.

Spese sanitarie - Comunicazione semestrale dati tessera sanitaria.

Regimi opzionali di tassazione - Trasparenza fiscale - Opzione per la tassazione per trasparenza.

Operazioni intracomunitarie - Modelli Intrastat e Intra 12 e 13 - Presentazione degli elenchi INTRA 12 e versamento.

Dichiarazione Modello Redditi PF - Presentazione del Mod. Redditi 2024 Persone fisiche entro 90 giorni dalla scadenza.

IMU - Presentazione della dichiarazione IMU entro 90 giorni dalla scadenza

Ravvedimento speciale - Versamento settima rata ravvedimento speciale.

Ravvedimento speciale - Versamento terza rata ravvedimento speciale periodi d’imposta in corso al 31 dicembre 2022.



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Quotidiani, vendite in calo del 9,1% nel primo trimestre 2024 (Agcom). Male anche il digitale

29 Luglio 2024

La crisi dell'editoria quotidiana trova conferma nei dati pubblicati dall'Osservatorio Agcom sulle Comunicazioni relativo ai primi tre mesi dell'anno.

In media, nel periodo gennaio-marzo 2024, giornalmente, sono state vendute 1,32 milioni di copie (cartacee e digitali) di quotidiani, in flessione del 9,1% rispetto agli 1,45 milioni dell’analogo periodo 2023 e del 31,8% rispetto agli 1,94 milioni di copie del 2020.

Ricavi in calo per l’editoria quotidiana e periodica

Agcom ha calcolato anche il valore complessivo dei settori di sua competenza: Considerando comunicazioni elettroniche, televisione in chiaro e a pagamento, radio, editoria quotidiana e periodica, pubblicità online, servizi di corrispondenza e consegna pacchi, il valore complessivo è ammontato nel 2023 a 53,85 miliardi di euro, in crescita del 2% sull'anno precedente e del 3,1% rispetto al 2019.

Dall’analisi dei dati, emerge che i Media (TV-Radio-Editoria) hanno contribuito a tale fatturato per 11,45 miliardi, la Pubblicità online per 6,84 miliardi, le comunicazioni elettroniche per 27,14 miliardi e Corrispondenza e pacchi per 8,42 miliardi.

In particolare il fatturato dell’editoria quotidiana e periodica si è ridotto, nell’intero periodo considerato, di circa 900 milioni di euro passando da 3,47 miliardi del 2019 ai 2,58 miliardi di euro del 2023 con un calo del 25,7%. Nello stesso arco temporale, invece, il valore della pubblicità online è più che raddoppiato, passando da 3,36 a 6,84 miliardi.

Un passo indietro per le copie digitali

Le copie vendute giornalmente in formato cartaceo su base annua si sono ridotte del 9,3% su base annua passando da 1,24 a 1,13 milioni e del 35,4% rispetto all'analogo periodo 2020, quando ne venivano vendute giornalmente 1,75 milioni di copie.

La sorpresa, in negativo, arriva dalle copie digitali. Il 2024 è iniziato con una flessione a 190.000 copie vendute, contro le 210.000 vendute nel primo trimestre 2023. Analizzando l’andamento degli ultimi cinque anni, emerge chiaramente la difficoltà degli editori ad affermare questa metodologia di lettura che non riesce a incontrare il favore del mercato nonostante le politiche di prezzo accattivanti per attirare nuovi abbonati, con una variazione pressochè nulla rispetto al primo trimestre 2020. Attualmente la copia digitale non pare quindi in grado di compensare il calo delle copie cartacee. 

Da notare inoltre che le copie digitali registrano una concentrazione di mercato superiore a quelle cartacee: nel 2024 le prime cinque testate del segmento digitale - Corriere della Sera, La Repubblica, Il Sole 24Ore, Il Fatto quotidiano e La Stampa - rappresentano infatti il 60,2% delle copie complessivamente vendute. Il corrispondente valore per la versione cartacea - in questo caso i primi cinque quotidiani sono il Corriere della Sera, La Repubblica, La Gazzetta dello Sport, La Stampa e Avvenire - è invece pari al 33,8%.

Le testate locali soffrono più di quelle nazionali

Suddividendo la distribuzione tra testate nazionali e locali, con riferimento al periodo 2020-2024, le vendite si sono ridotte in misura equivalente con un calo del 31,7% per le prime e del 31,9% per le seconde. Nel confronto invece con il primo trimestre 2023 i quotidiani locali hanno registrato una riduzione leggermente maggiore rispetto a quelli nazionali evidenziando un calo del 9,7% per i primi e dell'8,6% per i secondi.

In relazione ai diversi generi editoriali, i principali cinque quotidiani a diffusione nazionale considerati "generalisti"  - in ordine di diffusione: Corriere della Sera, La Repubblica, La Stampa, Avvenire e Il Messaggero - nei primi mesi del 2024 hanno registrato una flessione nella vendita di copie cartacee pari all'8,3% rispetto ai corrispondenti volumi del 2023 mentre tale flessione si è ampliata al 37,6% con riferimento al 2020.

Allo stesso tempo, i generalisti sono stati gli unici a registrare una crescita contenuta nella vendita giornaliera di copie in formato digitale ( 1,3% su base annua e 18,3% nell'intero periodo) mentre tutte le altre categorie - "altri quotidiani nazionali generalisti", "testate a diffusione regionale o pluriregionale", "quotidiani di informazione economica" e quelli "sportivi" - hanno registrato su base annua una riduzione nella vendita di copie digitali, che è stata in media del 14,5%.

RCS si conferma il principale player del mercato

L'analisi per gruppi editoriali in termini di copie complessivamente vendute vede, nel primo trimestre 2024, Cairo/RCS quale principale player sul mercato (18,5% che include Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport), seguito da Gedi con il 14,8% (il dato comprende, al 31 marzo, 6 testate tra cui La Repubblica e La Stampa), da Caltagirone Editore (Il Messaggero, Il Mattino e altre tre testate) e Monrif Group (che sotto il marchio QN-Quotidiano Nazionale comprende, stante i dati censiti da ADS, Il Resto del Carlino, Il Giorno, La Nazione) rispettivamente con il 9,3% e l'8,0%.

 



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Il pluralismo dell’informazione è garanzia di democrazia e va tutelato

26 Luglio 2024

La tradizionale cerimonia della consegna del ventaglio da parte dell’Associazione stampa parlamentare si è trasformata in un’importante lezione, da parte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, sul ruolo e l’importanza dell’informazione che ha ricordato che il pluralismo dell’informazione è garanzia di democrazia. Le parole del Capo dello Stato hanno trovato consenti da parte di tutti i protagonisti del settore: il Sottosegretario Barachini, che era in aula ad ascoltare, il Presidente della FIEG Andrea Riffeser Monti e anche la Segretaria generale della FNSI Alessandra Costante.

“Va sempre rammentato che i giornalisti si trovano a esercitare una funzione di carattere costituzionale che si collega all’art.21 della Carta fondamentale, con un ruolo democratico decisivo”, ha detto Mattarella, osservando che “si vanno, negli ultimi tempi, infittendo contestazioni, intimidazioni, quando non aggressioni, nei confronti di giornalisti, che si trovano a documentare fatti. Ma l’informazione è esattamente questo. Documentazione di quel che avviene, senza obbligo di sconti. Luce gettata su fatti sin lì trascurati. Raccolta di sensibilità e denunce della pubblica opinione. Canale di partecipazione e appello alle istituzioni”.

Ogni atto contro la libera informazione è un atto eversivo contro la Repubblica

“Democrazia è il potere di un popolo informato”, ha detto il capo dello Stato citando Tocqueville ed “ecco perché ogni atto rivolto contro la libera informazione, ogni sua riduzione a fake news, è un atto eversivo rivolto contro la Repubblica”.
Il capo dello Stato ha quindi parlato di “pluralismo dell’informazione” che è “garanzia di democrazia”, un valore al quale “le istituzioni della Repubblica devono rivolgere la massima attenzione e sostegno”.

Anche le piattaforme digitali devono rispettare il pluralismo

Parlando della “nuova legge organica sull’editoria” che le parti dovranno affrontare, Mattarella ha detto che “è inevitabile tener conto della evoluzione tecnologica che ha mutato radicalmente diffusione e fruizione delle notizie”.

In questo ambito, ha detto il Capo dello Stato, “è responsabilità della Repubblica e dell’Unione Europea che i valori del pluralismo si affermino anche nei nuovi ambiti e si creino le condizioni per accompagnare la transizione in atto. Ai giornali, alla stampa, alla radio e alle tv, si sono affiancate oggi le piattaforme digitali, divenute principali responsabili della veicolazione di contenuti informativi. Appare singolare che a un ruolo così significativo corrisponda una convinzione di minori obblighi che ne derivano, con una tendenza, del tutto inaccettabile, dei protagonisti a sottrarvisi”.

Il nuovo Regolamento europeo sulla libertà dei media

Il Capo dello Stato ha quindi ricordato che l’Unione Europea ha approvato, nell’aprile di quest’anno il nuovo Regolamento sulla libertà dei media, “adesso in fase di progressiva attuazione, a partire dal prossimo 8 novembre, per quanto riguarda i diritti dei destinatari dei servizi di media, vale a dire dei cittadini”.

Ha poi voluto ricordare, in sintesi, quelli che sono gli obiettivi del Regolamento: “promozione del pluralismo e della indipendenza dei media in tutta l’Unione, con protezione dei giornalisti e delle loro fonti da ingerenze politiche; pubblicità sui fondi statali destinati a media o a piattaforme; garanzia del diritto dei cittadini alla gratuità e pubblicità delle informazioni; indipendenza editoriale dei media pubblici; protezione della libertà dei media dalle grandi piattaforme; istituzione di un nuovo Comitato europeo per i servizi di media per promuovere una applicazione coerente di queste norme”.

Le reazioni di Barachini, Fieg e Fnsi 

Traendo spunto dalle dichiarazioni di Mattarella, il Sottosegretario Alberto Barachini con delega all'Informazione e all'Editoria ribadisce che l’informazione ha bisogno di regole adeguate al tempo presente ma in grado di tenere conto del futuro e che con Fieg e FNSI ci si sta muovendo in qusta direzione. E condivide pienamente la necessità che anche le piattaforme digitali rispettino il pluralismo. 

“Sottoscriviamo con piena convinzione le parole del Presidente Mattarella sul valore del pluralismo dell’informazione per il funzionamento della democrazia e sulla necessità che le istituzioni rivolgano attenzione e sostegno a tale valore" è stato il commento del Presidente della Fieg, Andrea Riffeser Monti, il quale ha osservato che "i vertici del Governo, fra i quali sono presenti giornalisti, hanno il dovere di rispondere con azioni concrete al richiamo del Presidente della Repubblica”.

La Segretaria generale della FNSI, Alessandra Costante, ha dichiarato che "la Fnsi è pronta ad accogliere il confronto con il Dipartimento per l'informazione e l'editoria su una nuova legge di sistema in un percorso di collaborazione" sottolineando che bisogna restituire al modo dei media punti di riferimento al fine "di tutelare il giornalismo professionale e l'informazione di qualità, agendo su tutte le leve possibili, da quelle legislative a quelle economiche e finanziarie".



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I negozi di vicinato sono insostituibili. Anche SNAG contro la desertificazione

23 Luglio 2024

Da un’indagine Confcommercio-SWG - condotta nell’ambito del Progetto Cities che si occupa di contrasto alla desertificazione commerciale - emerge che gli italiani preferiscono vivere in quartieri dove ci sono più esercizi di prossimità, perché questi rafforzano le comunità (per il 64% degli intervistati), fanno sentire più sicure le persone (57%) e fanno crescere il valore delle abitazioni (fino al 26% in più).

Per il Presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, è la conferma che “anche nell’era digitale i negozi di vicinato sono insostituibili. Rendono le città più vivibili, più attrattive e più sicure. È necessario, però, contrastare la desertificazione che sta facendo scomparire molte attività commerciali. Occorre incentivare l’innovazione e sostenere la riqualificazione urbana attraverso un miglior utilizzo dei fondi europei”.

La presenza di negozi aumenta il valore degli immobili

La presenza di negozi è determinante nella scelta del quartiere nel quale vivere per l’88% degli intervistati, mentre solo una persona su 10 preferisce vivere in una zona esclusivamente residenziale, senza servizi di prossimità. Molto significativi anche gli effetti della presenza dei negozi sui valori immobiliari: secondo gli intervistati, uno stesso immobile potrebbe vedere crescere il proprio valore almeno del 20% quando collocato in una zona residenziale con molti negozi di prossimità, mentre in un quartiere dove sono in corso fenomeni di desertificazione commerciale potrebbe perderne il 15%, con un differenziale complessivo, quindi, di oltre un terzo.

--- e riveste anche un importante valore sociale

Per quasi i due terzi degli intervistati (64%), le attività economiche di prossimità rappresentano soprattutto un’occasione di incontro che rafforza l’appartenenza alla comunità, ma anche un servizio attento alle persone fragili (59%), un presidio di sicurezza (57%), una garanzia di cura dello spazio pubblico (54%) e un facilitatore dell’integrazione (49%).

Quando si tratta di consumi, gli acquisti quotidiani di farmaci (64%) e tabacchi (59%) vengono effettuati prevalentemente negli esercizi vicini all’abitazione. Per abbigliamento (64%), alimentari a lunga conservazione (60%), accessori per la casa (60%) e prodotti di elettronica (53%), invece, i centri commerciali e le grandi strutture distributive (megastore, outlet, ecc.) diventano i luoghi di acquisto prevalenti rispetto agli esercizi commerciali in centro città, dove quelle tipologie di beni registrano percentuali di acquisto molto basse, tra il 2% e il 5%.

La desertificazione commerciale incide negativamente sulla qualità della vita

La percezione dell’avanzamento della desertificazione porta con sé un forte sentimento negativo che spinge un italiano su cinque (22%) addirittura a ipotizzare di cambiare abitazione nel caso in cui il fenomeno dovesse acuirsi nella zona in cui abita. L’83% degli intervistati dichiara di provare un senso di tristezza di fronte alla chiusura dei negozi nelle strade della propria città e il 74% ritiene che tale fenomeno incida negativamente sulla qualità di vita nella zona di residenza.

Forte è la consapevolezza della difficoltà di una loro riapertura: il 56% degli intervistati sostiene che difficilmente un negozio chiuso nel proprio quartiere verrà sostituito da un altro.

Confcommercio contro la desertificazione commerciale

Secondo le ultime stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio, tra il 2012 e il 2023 in Italia sono sparite oltre 135 mila attività commerciali tra negozi al dettaglio e commercio ambulante. Per contrastare questo fenomeno servono progetti di riqualificazione e rigenerazione urbana.

Con il Progetto Cities, entrato nel vivo a inizio anno con una sperimentazione in 12 città-laboratorio e una piattaforma web dedicata, Confcommercio è scesa in campo per mettere un argine alla desertificazione commerciale che sta mettendo in pericolo servizi, vivibilità, sicurezza e attrattività delle nostre città con il rischio che ciò si trasformi in un’emergenza sociale ed economica di difficile gestione.

SNAG combatte da anni contro la desertificazione

La desertificazione è un pericolo che tocca molto da vicino la rete di vendita della carta stampata. Sono tantissime le edicole scomparse negli ultimi anni a causa della grave crisi che ha travolto la carta stampata. Dai elaborati da SNAG, riferiti al 2023, risulta che il 26% dei Comuni italiani è privo di un'edicola, il 31% ne ha solo una e solo il 43% dei Comuni ha più di due rivendite di giornali.

Una situazione che poteva essere ancora più grave senza i sostegni economici - in termini di bonus e crediti d'imposta - che hanno accompagnato l'attività della rete di vendita e che si sono rivelati molto efficaci nel rallentare l'emorragia di chiusure di edicole.



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Agcom: nel 2023 calano i ricavi dei media. Serve una nuova legge sull'editoria

18 Luglio 2024

Nel 2023 i ricavi dei media - televisione, radio, quotidiani e periodici – hanno raggiunto la cifra di 11,449 miliardi di euro, un livello poco più basso rispetto agli 11,518 miliardi dell’anno precedente ma evidenziando una perdita di ben 746 milioni di euro rispetto al 2019, quando i ricavi superavano i 12,2 miliardi. All'interno del settore continua a crescere il peso della tv, la radio rimane sostanzialmente stabile, mentre “è in calo progressivo e strutturale la quota cumulata di quotidiani e periodici”. Sono alcuni dei dati emersi durante la presentazione della relazione annuale 2024 dell’Agcom, illustrata dal Presidente Giacomo Lasorella.

Serve una nuova legge sull'editoria

“Queste tendenze, evidentemente connesse alla rivoluzione digitale, hanno effetti molteplici, investendo le dinamiche concorrenziali, la protezione dei consumatori e anche la tutela dei princìpi del pluralismo”, ha spiegato Lasorella. “In tale prospettiva esse richiedono sempre più un allineamento delle tutele e, più in generale, delle regole, tra settore audiovisivo tradizionale e settore audiovisivo digitale. Inoltre, la situazione di quotidiani e periodici pone probabilmente al legislatore la questione di una nuova legge sull’editoria”.

Nel mese di aprile 2024, l’Autorità ha segnalato al governo l’opportunità di una riforma della disciplina relativa alle concentrazioni nella stampa quotidiana ai sensi dell’art. 3 della legge n. 67 del 1987. "Agcom ha sottolineato che i limiti ex ante stabiliti dal legislatore nel 1987 – che fanno riferimento esclusivamente alle copie cartacee – non sembrano più in grado di rappresentare le posizioni all’interno del mercato, caratterizzato oggi dalla forte integrazione tra formato cartaceo, copia digitale e servizi online".

Barachini e FNSI condividono la necessità di una nuova legge sull'editoria

L’invito al varo di una nuova legge sull’editoria è stato accolto favorevolmente da Alberto Barachini, Sottosegretario con delega all'Editoria e all’Informazione. “Il sistema dell’editoria sta cambiando in maniera vorticosa e la legge è del 1987. Qualcosa sicuramente va rivisto”, ha detto l’esponente del Governo ospite del #GeaTalk. Anche perché, ha aggiunto, “il sistema nazionale dell’informazione italiana è fragile, quindi va tutelato e difeso nell’interesse nazionale e nell’interesse anche occupazionale del Paese".

Anche la Segretaria generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Alessandra Costante, si è espressa in favore di nuova legge dell’editoria. “Da tempo la Fnsi sostiene che la legge dell’editoria e le altre norme di sistema non siano più allineate con il mondo dell’informazione” ha detto a margine della presentazione al Parlamento della Relazione annuale dell’Agcom. “Bisogna parlare - ha aggiunto - di legge della Stampa, di concentrazioni editoriali, di informazione primaria e di intelligenza artificiale in modo moderno, tenendo presente che il solo giornalismo professionale è antidoto alla disinformazione e al deep fake”.

Gli effetti globali della rivoluzione digitale

Tornando alla relazione dell'Agcom, nelle premesse del suo discorso Lasorella ha sottolineato che “nell’anno appena trascorso continuano ad essere sempre più evidenti e intensi gli effetti della rivoluzione digitale. E’ un cambio di era e di paradigmi che sta modificando la vita dei cittadini, della aziende e delle istituzioni”. Lasorella ha quindi ricordato anche che l’impatto del digitale e le sfide che impone “sono globali e l’unico modo per affrontarle è quanto meno l’ambito continentale, in costante coordinamento con l’azione dei legislatori e dei regolatori nazionali e attraverso la cooperazione tra questi ultimi”.

Lasorella ha quindi ricordato la piena operatività, negli ultimi 12 mesi, di due importanti regolamenti europei: il Digital Service Act (DSA) per i servizi digitali e il Digital Markets Act (DMA) per i mercati digitali. Ha ricordato inoltre che il 17 aprile 2024 è stato pubblicato il Regolamento europeo per la libertà dei media, noto come European Media Freedom Act (EMFA) che “introduce un quadro normativo europeo per i servizi di media allo scopo di salvaguardare la libertà e il pluralismo dei mezzi di informazione, anche per quanto riguarda i contenuti online”.

Non poteva inoltre mancare un riferimento al nuovo Regolamento europeo sull’intelligenza artificiale ( il cosidetto AI Act) , che è stato approvato alla fine della passata legislatura, pubblicato lo scorso 12 luglio e che entrerà pienamente in vigore nel 2026. “Esso costituisce – ha detto Lasorella – il primo tentativo al mondo di normare questo fenomeno” con il duplice obiettivo di fare dell’Unione un ecosistema favorevole per innovazione e investimenti e, al contempo, limitare i rischi che alcune applicazioni comportano per i diritti fondamentali e la sicurezza dei cittadini e utenti europei”.



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Bonus edicole 2023: pubblicato l'elenco dei beneficiari della seconda tranche

11 Luglio 2024

É stato pubblicato sul sito del Dipartimento dell’Informazione e dell’Editoria il secondo elenco degli aventi diritto al Bonus edicole 2023, riguardante il rimborso del 50% delle spese vive sostenute nel 2022.

L’elenco è stato approvato con apposito Decreto in Capo del Dipartimento dell’Informazione e dell’Editoria, emanato l’11 luglio 2024.

Invitiamo coloro che hanno fatto domanda a verificare l’importo a loro destinato. Riportiamo qui sotto il file in Pdf.

Il secondo elenco è stato pubblicato esattamente a un mese di distanza dalla pubblicazione dell'elenco riguardante la prima tranche del Bonus, quindi in tempi molto celeri tenuto conto dei controlli che sono stati effettuati sulle cifre richieste.

Per questa seconda tranche del bonus non è stato possibile coprire l’intero importo richiesto ed il Dipartimento ha dovuto ricorrere al riparto coprendo circa l'80% della somma oggetto di domanda.

Il contributo sarà versato mediante accredito sul conto corrente dichiarato in sede di domanda.

Ricordiamo che tale contributo concorre alla formazione del reddito e viene erogato al netto della ritenuta IRES o e IRPEF.

Come si legge nell'art. 3 del Decreto, “il contributo è revocato in ogni momento, nel caso in cui, a seguito dei controlli, venga accertata l’insussistenza di uno o più dei requisiti previsti ovvero nel caso in cui le dichiarazioni rese risultino false” (comma 1).

Inoltre, i soggetti beneficiari del contributo “sono tenuti a comunicare tempestivamente al Dipartimento per l’informazione e l’editoria l’eventuale perdita dei requisiti di ammissibilità al beneficio richiesto, nonché ogni altra variazione che incida sulla concessione dello stesso” (comma 2).



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Nei primi cinque mesi dell'anno la pubblicità sulla stampa cala del 6%

05 Luglio 2024

Continua il calo della pubblicità sulla stampa. Nei primi cinque mesi dell’anno il fatturato pubblicitario del mezzo stampa ha registrato in generale un decremento del 6% attestandosi a 204 milioni di euro, contro i 217 milioni dell’analogo periodo 2023.

È quanto emerge dai dati dell’Osservatorio Stampa FCP da cui si evince anche che i quotidiani nel loro complesso hanno evidenziato una contrazione del fatturato dell’8,5% mentre i periodici hanno mostrato un lieve andamento positivo con un aumento del fatturato dello 0,3%.

Brusco calo per i quotidiani

A guidare il calo (-8,5%) della pubblicità sui quotidiani nei primi cinque mesi, scesa a 142,8 milioni di euro, è stato soprattutto il crollo della pubblicità Legale, che evidenzia un calo del fatturato del 42,8% continuando a scontare la decisione del Governo di interrompere questo tipo di pubblicità sulla stampa cartacea.

La pubblicità Commerciale nazionale ha evidenziato una flessione annua nei primi cinque mesi del 3,4% e la pubblicità Commerciale locale un calo del 2,3%. In controtendenza la pubblicità Finanziaria con un aumento frazionale dello 0,2% e in calo del 6% quella Classified.

Pubblicità Legale, la FIEG vuole che torni

In un recente intervento il Presidente della FIEG Andrea Riffeser Monti ha detto di essere impegnato a far abrogare la norma che la quale il Governo ha deciso di interrompere la pubblicità legale sulla carta stampata. Ciò ha creato “una situazione assurda: le aste vanno deserte e nessuno sa più niente. Faremo una relazione al Ministro molto precisa - ha osservato Riffeser Monti - in cui dimostreremo che questa norma va a detrimento della trasparenza degli appalti, che è molto importante”.

Al momento dell’introduzione di questa norma la FIEG aveva valutato mancati introiti attorno ai 40-45 milioni di euro l’anno - pari al 12% degli introiti complessivi per l’editoria - che vanno a colpire soprattutto i quotidiani finanziari.

In controtendenza i mensili

Nei primi cinque mesi dell'anno i periodici, nel loro complesso, hanno registrato un aumento del fatturato pubblicitario dello 0,3% a 61,4 milioni, contro i 61,2 milioni dell’analogo periodo 2023.

A fronte della flessione del 3,4% degli investimenti sui settimanali a 30,5 milioni contro 31,6 di un anno prima, quella sui mensili ha registrato un balzo nei primi cinque mesi del 7,2% a 29 milioni di euro, contro i 27 dell’analogo periodo 2023.

Le a ltre periodicità hanno invece registrato un flessione del 26,7% a 1,8 milioni.



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Il Capo dello Stato contro le fake news

01 Luglio 2024

Pesante condanna da parte del Quirinale per una fake news circolata sui social che coinvolge in prima persona il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

In riferimento ai post pubblicati sui social riguardanti una presunta apposizione del segreto di Stato sulle vicende di Ustica da parte del Presidente della Repubblica, l'Ufficio Stampa del Quirinale precisa quanto segue: “La notizia è palesemente falsa. Il Presidente della Repubblica non ha alcuna competenza sul segreto di Stato. Il Presidente Mattarella non ha mai pronunciato le parole che gli vengono attribuite. È ignobile e vergognoso far circolare sul web tali menzogne. Il contenuto dei post e dei relativi commenti sono stati segnalati alle autorità competenti per accertare se sussistano estremi di reato”.

La dura presa di posizione del Quirinale è giustificata dalla gravità dell'atto e fa emergere quanto sia preoccupante - anche a tutela della democrazia di un Paese - il dilagare della disinformazione. 

Un paio di settimane fa, durante una visita ufficiale in Moldova, il Capo dello Stato si era soffermato sulla problematica. “C’è una molteplicità di siti web, una diffusa tempesta di fake news e sono forme di ostilità inaccettabili. Mi auguro che siano stabilite regole di comportamento dalle istituzioni internazionali”, aveva detto Mattarella, precisando che «la campagna di disinformazione russa è insistente in tutta Europa e va affrontata in sede Ue e in sede Nato».



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Editori e FNSI chiedono al Governo una nuova legge per l’editoria.

25 Giugno 2024

Nel corso dell’assemblea generale della Federazione italiana editori giornali, che si è svolta il 25 giugno scorso, gli editori hanno invitato il Governo "a superare la logica degli interventi frammentati ed emanare al più presto una legge per l’editoria". Una richiesta a cui si è unita immediatamente anche la FNSI-Federazione Nazionale Stampa Italiana, secondo cui “è inderogabile una nuova legge che tuteli il giornalismo professionale".

Tra i punti principali che gli editori vorrebbero vedere inseriti in tale legge c'è la promozione di "un'informazione di qualità sostenendo le imprese editrici con contributi, almeno per cinque anni, in rapporto ai lettori e agli utenti unici e con il credito sull’acquisto della carta per il triennio 2024-2026".

La legge dovrebbe inoltrefinanziare "i necessari strumenti di risoluzione delle crisi occupazionali" eprevedere "interventi efficaci nella distribuzione e vendita della stampa". 

In quest'ultimo caso, che è quello che riguarda la rete di vendita della carta stampata, gli editori vorrebbero chiedere al Governo: "agevolazioni fiscali per chi attiva nuovi punti vendita, contributi alle edicole per l’installazione e la gestione di distributori automatici di pubblicazioni editoriali nonché per la consegna a domicilio e l’attività di fornitura delle pubblicazioni ad altri esercizi commerciali, incentivi ai punti vendita dei piccoli comuni e delle aree periferiche, contributi alla rete di distribuzione per la consegna in zone decentrate". 

Tra le richieste anche il finanziamento di "campagne istituzionali per assicurare la trasparenza delle amministrazioni pubbliche".

Gli editori hanno inoltre espresso soddisfazione per l’autorizzazione da parte della Commissione europea del contributo per le copie cartacee vendute nel 2022 e del contributo per gli investimenti in tecnologie innovative effettuati nel corso del 2023.

La FNSI si unisce alla richiesta degli editori

A distanza di 24 ore anche il sindacato dei giornalisti si è unito alla richiesta avanzata dalla Fieg. Per la Segretaria generale FNSI, Alessandra Costante, "abbiamo davanti sfide fondamentali per la sopravvivenza dell'informazione, ma per vincerle abbiamo la necessità di strumenti legislativi adeguati. Non possiamo che accogliere con favore la proposta degli editori, se parte dalla necessità di rilanciare l'autorevolezza, l'autonomia e l'indipendenza dei giornalisti e dei media".

"Pensiamo - ha aggiunto la Segretaria - che l'informazione di qualità e l'informazione professionale debbano trovare una forte tutela ed un fortissimo sostegno da parte del parlamento italiano e del governo".

"Lo scorso anno - ha proseguito - la Fnsi ha proposto, tra le altre cose, un bonus informazione per gli abbonamenti online. Ma ha anche chiesto una riforma delle leggi che governano l'informazione perché non sono più adeguate e fotografano un mondo che non esiste più".



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