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A luglio risalgono le vendite di quotidiani in edicola

12 Settembre 2022

Luglio è stato un mese positivo per le vendite di quotidiani cartacei in edicola, che per la prima volta da molto tempo appaiono in netta e diffusa crescita rispetto al mese precedente interrompendo il lungo trend di contrazioni. Come emerge dai dati raccolti da ADS – Accertamenti Diffusione Stampa, la quasi totalità delle testate ha registrato un incremento delle copie vendute con l’eccezione, per rimanere tra i quotidiani nazionali, di Italia Oggi e Avvenire.

È probabile che di fronte alla crisi di Governo e alle dimissioni del premier Mario Draghi, avvenute il 21 luglio e seguite dall’annuncio di elezioni anticipate, gli italiani abbiano cercato sui media cartacei un’informazione più attendibile per approfondire gli sviluppi sul fronte politico interno. A favorire un aumento delle vendite potrebbe essere stato anche il periodo vacanziero, che ha concesso più tempo da dedicare alla lettura dei quotidiani sotto l’ombrellone.

Se il raffronto con il mese di giugno 2022 risulta positivo, quello con il dato di luglio 2021 rimane invece fortemente negativo e ci ricorda che la crisi dell’editoria cartacea dura da lungo tempo e che, nonostante il rimbalzo di un mese, resta assai difficile recuperare le perdite in termini di vendite registrate nell’ultimo anno.

Repubblica recupera il 10% e torna sopra le 91.000 copie

Con riferimento ai due maggiori quotidiani generalisti, si segnala il balzo mensile del 5,4% del Corriere della Sera, che passa dalle 146.883 copie di giugno alle 154.861 di luglio. Risale la china anche la Repubblica. Dopo svariati ribassi che hanno portato le vendite ben sotto le 100.000 copie, l’ammiraglia del gruppo GEDI torna a vedere il sereno. A luglio le copie vendute in edicola sono ammontate a 91.516, il 10,2% in più rispetto alle 83.002 del mese precedente. Il raffronto con il luglio 2021 resta invece ampiamente negativo con una flessione del 18% per La Repubblica e del 6,1% per Il Corriere della Sera.

Anche La Stampa, altra testata del gruppo GEDI, archivia luglio con un aumento del 4,3% delle copie vendute, passate dalle 66.331 unità di giugno alle 69.186 unità. Resta però da recuperare un calo del 5,4% rispetto alle 73.176 copie di un anno prima.

Segno positivo a luglio anche per il Messaggero: più 4,8% con 49.330 copie vendute (erano 47.037 a giugno) e contro le 53.745 copie di un anno prima. Passando alle tre testate del gruppo QN; si segnala l’avanzata delle vendite del 4,7% per La Nazione con 42.581 copie (da 40.646 di giugno e 47.611 di luglio 2021), l’aumento del 2,53% per Il Resto del Carlino con 63.832 copie (rispettivamente da 62.252 di giugno e 69.908 di luglio 2021) mentre restano stazionarie le vendite de Il Giorno a 18.282 copie (erano 20.551 un anno prima).

Incremento a doppia cifra per Libero e Il Fatto Quotidiano

Tutti segni positivi, a luglio, anche per i quotidiani schierati politicamente. In particolare, si fa notare il balzo dell’11% per Il Fatto Quotidiano, che a luglio si porta a 25.755 copie vendute rispetto alle 23.201 di giugno, contro però le 26.852 di un anno prima. Piccolo salto in avanti anche per Il Manifesto, che con 6.211 copie aumenta le vendite in edicola del 2,3% rispetto al mese precedente avvicinandosi alle 6.741 copie di un anno fa.

Torna a correre La Verità, che mette a segno un aumento del 6,4% rispetto a giugno arrivando a veicolare nelle edicole 27.241 copie. Il quotidiano diretto e fondato da Maurizio Belpietro si conferma l’unico con un bilancio positivo rispetto a un anno prima: più 14% rispetto alle 23.856 copie di luglio 2021.

Spicca il volo Libero, che guadagna oltre 2.700 copie in edicola passando dalle 18.002 di giugno alle 20.712 di luglio e mettendo a segno un aumento mensile del 15%. Rispetto ad un anno prima, quando le vendite erano di 22.380 copie, occorre quindi recuperare altre 1.668 copie. Balzo modesto appena sotto il 2% per Il Giornale, che risale a 29.924 copie, ben al di sotto delle 36.112 copie del luglio 2021 (meno 17,1%).

Boom per gli sportivi. Contrastati gli economici. Bene la stampa locale

Tra i quotidiani sportivi, La Gazzetta dello Sport consolida il suo primato di testata più letta del settore sfiorando a luglio le 95.000 copie vendute in edicola, in aumento del 3,4% rispetto alle 91.758 copie di giugno e avvicinandosi alle 103.000 del luglio 2021. Piccolo boom di vendite anche i due concorrenti sportivi, Corriere dello Sport e Tuttosport, che mettono a segno rispettivamente un balzo in avanti del 14,6% e del 17% rispetto a giugno portandosi a 42.486 copie il primo e 27.092 copie il secondo, riducendo entrambi le distanze dai livelli di un anno fa di 46.617 e 28.502 copie.

Andamento contrastato per i quotidiani economici. Il Sole 24 Ore recupera posizioni e aumenta le vendite del 6% su base mensile passando da 23.950 a 25.424 copie a luglio. Il distacco rispetto a un anno fa, quando le copie in edicola erano 31.586, resta ancora ampio. Perde invece colpi Italia Oggi che scende a 6.465 copie con una flessione del 16,2%. Un anno fa le vendite in edicola erano pari erano di quasi 8.000 copie.

Bene anche il settore della stampa locale con una netta prevalenza di testate che a luglio hanno aumentato le copie vendute in edicola rispetto al mese precedente, a conferma di un crescente interesse anche per le notizie legate al territorio.

SNAG Imperia entra in Confcommercio

08 Settembre 2022

Lo SNAG di Imperia è entrato a far parte di Confcommercio. Grazie a questa decisione, d’ora in poi gli associati della struttura SNAG di Imperia, guidata dalla presidente provinciale Tatiana Locchi, potranno beneficiare delle agevolazioni legate all’appartenenza alla Confcommercio provinciale, tra cui un’ampia gamma di servizi essenziali per la loro attività come assistenza fiscale, gestione del personale, consulenza e assistenza su credito, finanziamenti e bandi, corsi di formazione e molto altro.

Commenta il Presidente nazionale dello SNAG, Andrea Innocenti: “Sono soddisfatto per questa decisione, che va nella direzione auspicata dalla Presidenza SNAG fin dal suo insediamento. Specie in questa fase di grandi difficoltà per le edicole, è importante rafforzare il dialogo costruttivo con Confcommercio, in un’ottica di maggiore collaborazione e comunanza d’intenti, nella tutela degli interessi dei nostri associati”.

Sottolinea il Presidente provinciale della Confcommercio di Imperia Enrico Lupi: “L’ingresso dello SNAG nella nostra struttura, oltre ad essere motivo di grande soddisfazione, è la conferma della continua crescita di Confcommercio e di come la stessa sia divenuta, grazie all’impegno di tutti i suoi componenti, un punto di riferimento importante e ben radicato per tutte le imprese commerciali del territorio”.

Dice Tatiana Locchi, Presidente provinciale dello SNAG di Imperia: “Ero in precedenza presidente dello Snag provinciale e ora sono stata rieletta anche in seno alla Confcommercio e non posso che ringraziare i colleghi per la fiducia che hanno riposto nella mia persona. Ulteriore soddisfazione è dettata da questa unione fra lo SNAG e la Confcommercio, che apre alla nostra categoria la possibilità di accedere ad una serie di servizi aggiuntivi di assistenza e incrementa ulteriormente la rilevanza del nostro settore, considerato il fatto che la Confcommercio è una realtà consolidata ed un punto di riferimento per le imprese commerciali. Da parte mia non verrà mai meno l’impegno a sostegno delle esigenze della categoria”.

Vendite quotidiani cartacei: crescono solo gli sportivi

07 Settembre 2022

Nei primi tre mesi del 2022 le vendite di quotidiani (cartacei digitali) sono diminuite dell’8,5% rispetto all’analogo trimestre di un anno prima e del 31,6% rispetto all’analogo trimestre del 2018. La fotografia scattata dall’Agcom – e racchiusa nei dati dell’Osservatorio sulle Comunicazioni relativi al primo trimestre dell’anno – non lasciano intravedere spiragli di luce per il settore dell’editoria e nemmeno per le edicole, che restano il principale strumento di diffusione dell’informazione cartacea.

In attesa di capire quali aiuti metterà in campo il futuro Governo, non resta che prendere atto delle cifre impietose di una crisi strutturale che si trascina ormai da oltre un decennio. Basta considerare che nel corso del primo trimestre 2022, in media, giornalmente, sono state vendute 1,61 milioni di copie di quotidiani. Nello stesso periodo di un anno fa le copie erano state 1,75 milioni, erano 1,94 milioni nel 2020, 2,15 milioni nel 2019 e 2,35 milioni nel 2018.

La stampa locale arretra più di quella nazionale

La flessione delle vendite di quotidiani è generalizzata ma dai dati del primo trimestre 2022 emerge una nuova preoccupante tendenza. A differenza di quanto accaduto negli ultimi anni, le testate locali hanno registrato una flessione delle vendite giornaliere superiore a quella delle testate nazionali. Anzi, hanno registrato addirittura una flessione doppia: meno 11% per le copie locali e meno 5,6% per le copie nazionali rispetto all’analogo periodo 2021.

Più nel dettaglio, dai dati dell’Agcom emerge che le TOP 5 testate nazionali generaliste (in ordine alfabetico: L’Avvenire, Il Corriere della Sera, Il Messaggero, La Repubblica, La Stampa) hanno venduto una media di 448.000 copie cartacee giornaliere nei primi tre mesi del 2022: meno 9,2% rispetto all’analogo periodo del 2021 (in linea con la media del periodo) e meno 34,7% rispetto all’analogo periodo 2018.

Le TOP 10 testate locali (in ordine alfabetico: L’Arena, Dolomiten, L’Eco di Bergamo, Il Gazzettino, Il Giornale di Brescia, Il Messaggero Veneto, La Nazione, Il Resto del Carlino, Il Tirreno, L’Unione Sarda) hanno invece visto una media di vendite giornaliere pari a 310.000 copie cartacee, con un calo del 10,6% rispetto al 2021 e del 28,4% rispetto al 2018.

Le testate locali appaiono ancora più in difficoltà quando si prende in esame la vendita di copie digitali: nei primi tre mesi dell’anno le TOP 5 testate nazionali generaliste hanno venduto una media di 89.000 copie digitali giornaliere, con una modesta flessione dell’1,1% rispetto all’analogo periodo del 2021 mentre le TOP 10 testate locali hanno registrato una media di vendite giornaliere pari a 25.000 copie digitali, con un calo del 5,1% rispetto al 2021. Rispetto al 2018, invece, la variazione appare positiva per entrambe le tipologie di testate, con una performance più brillante per le TOP 10 testate locali (più 50,7%) rispetto alle TOP 5 testate generaliste nazionali (più 18,4%).

Perdono terreno anche le copie digitali

Il 2022 inizia all’insegna della flessione anche per quanto riguarda le vendite di copie digitali, che in ogni caso continuano a rappresentare una quota molto contenuta delle vendite complessive di quotidiani.

Nei primi tre mesi dell’anno la vendita di copie cartacee si è attestata su una media giornaliera di 1,39 milioni di unità, in calo del 9,3% rispetto al primo trimestre 2021 e del 35,5% rispetto al primo trimestre del 2018. Le copie digitali, invece, si sono attestate su una media giornaliera di 210.000 unità, evidenziando una flessione del 2,7% rispetto al 2021, a fronte però di un dato positivo di crescita del 12,7% rispetto al 2018, quando le copie vendute si aggiravano attorno alle 190.000 unità giornaliere.

Nonostante gli sforzi degli editori per incrementare le copie digitali, il quotidiano online non riesce a decollare e continua a restare ai margini, sia delle scelte dei lettori sia nei conti economici delle società editrici. Appare evidente che le politiche di prezzo aggressive adottate per spingere gli abbonamenti digitali, con promozioni al limite della svendita, sembrano non essere di alcun aiuto.

Secondo l’Agcom, inoltre, “appare opportuno osservare come la distribuzione delle vendite di copie digitali appaia maggiormente concentrata rispetto a quella cartacea: le prime cinque testate del segmento digitale rappresentano poco meno del 60% delle copie complessivamente vendute nel primo trimestre del 2022, mentre il corrispondente valore per la versione cartacea quasi si dimezza (34,4%)”.

In crescita solo gli sportivi

In un mercato editoriale caratterizzato da un calo generalizzato nelle vendite di quotidiani sia cartacei che digitali, sia nazionali che locali, si salvano unicamente le testate sportive. Nel complesso, le vendite di copie cartacee di Gazzetta dello Sport, Corriere dello Sport e Tuttosport hanno evidenziato nei primi tre mesi dell’anno un incremento del 7,1% rispetto all’analogo periodo 2021. Il bilancio rispetto al 2018 resta invece fortemente negativo (meno 44,8%) considerando le forti flessioni delle vendite registrate durante la pandemia quando anche lo sport aveva dovuto prendersi una pausa.

Si segnala inoltre la flessione a doppia cifra per i quotidiani economici: Il Sole 24 Ore e Italia Oggi vedono nel complesso un calo delle vendite di copie cartacee dell’11,5% (sopra la media del periodo) rispetto a un anno prima. Rispetto al 2018 la flessione delle vendite per gli economici arriva quasi al 50%: allora la media giornaliera era di 103.000 copie, mentre nei primi tre mesi del 2022 si è scesi a 56.000.

Infine, relativamente al campione preso in considerazione da ADS, l’analisi di Agcom per operatore vede, in termini di copie complessivamente vendute da inizio anno, GEDI quale principale gruppo editoriale con una quota di mercato del 20,6%, seguito da Cairo/RCS (17,7%) e da Caltagirone Editore e Monrif Group (rispettivamente con l’8,8% e l’8,5%).

Indagine SNAG sulle edicole in Italia

02 Settembre 2022

Quante sono le edicole attive nel nostro Paese? Dove sono dislocate? Quante ne chiudono ogni anno? Dove sta andando il settore? Domande fondamentali per tutelare un comparto che sta pagando a caro prezzo la crisi della carta stampata e che resta comunqune strategicamente indispensabile per garantire il diritto alla pluralità dell’informazione degli italiani.

Per colmare questo vuoto statistico, SNAG ha sentito la necessità di realizzare la prima indagine sulle edicole in Italia. Basandosi sui dati Infocamere, prendendo quindi in considerazione i codici ATECO di attività, è riuscita a tracciare un profilo generale del settore.

Riportiamo di seguito l’articolo di ItaliaOggi – pubblicato lo scorso 11 agosto 2022 – che sintetizza i risultati dell’indagine SNAG.


Edicole, in Italia sono 12.344
La proposta: un bonus per chi apre o rileva un chiosco
Di Marco A. Capisani - ItaliaOggi del 28 agosto 2022

Le rivendite di quotidiani e periodici sono in Italia 24.596 ma di queste solo 6.435 sono edicole che vendono esclusivamente prodotti editoriali mentre altre 5.909 sono edicole che offrono pubblicazioni in misura prevalente, insieme ad altri prodotti di differente natura commerciale (in tutto 12.344 quelle vere e proprie). Ci sono poi, soprattutto, 8.723 negozi che rappresentano punti vendita non esclusivi, come alcune tabaccherie, e i restanti 3.529 che sono i cosiddetti punti vendita promiscui, per cui la stampa è solamente un’attività secondaria (per esempio certi piccoli alimentari).

A marzo scorso però, rispetto allo stesso mese del 2021, sono le edicole esclusive ad essere scese maggiormente di numero (-540), seguite da quelle con attività prevalente in calo di 317 negozi. Insieme, le due categorie assorbono l’85% di tutte le chiusure del network di vendita dei giornali, secondo un’indagine Snag (Sindacato nazionale autonomo giornalai aderente a Confcommercio), basata su dati Infocamere, che ha l’obiettivo di mappare per la prima volta con precisione la copertura del territorio nazionale da parte di distribuzione e vendita delle testate. Anche se il numero delle edicole non esclusive (in calo di 149 unità) e di quelle con attività secondaria (-78) può rimanere “sovrastimato dal 10% fino al 20%” spiega a ItaliaOggi Andrea Innocenti, presidente Snag. “Non è detto infatti che queste ultime due categorie continuino a vendere giornali o a ricevere le forniture, pur rimanendo lo stesso codice Ateco”.

Comunque, stando ai numeri ufficiali, esistono nella Penisola 2.466 comuni con una sola edicola ma ce ne sono altri 2.100 che non hanno neanche un negozio di giornali. Il rapporto più basso tra numero di edicole e numero di abitanti è al Sud, in particolare e nell’ordine in Sicilia, Basilicata e Calabria. Gli scenari migliori, di contro, spiccano in Liguria, Toscana, Sardegna ed Emilia-Romagna.

“La crisi del network retail è partita coi primi anni Duemila, quando nel 1999 c’è stata la liberalizzazione delle edicole e, subito dopo, con l’inizio del progressivo calo nelle vendite dei giornali”, sottolinea Innocenti. “Oltre alle chiusure, il mercato di oggi vede poi un altro trend significativo: la trasformazione delle edicole da esclusiva a chioschi ad attività prevalente, che cercano di offrire una gamma diversificata di servizi per sostenere le entrate. E questa evoluzione non è da criticare, purché i nuovi servizi integrino e non sostituiscano di fatto la vendita dei giornali, motivo per cui viene concesso l’utilizzo del suolo pubblico”.

A conferma della tendenza prolungata delle chiusure, bastano i dati relativi agli ultimi anni che hanno visto i punti vendita scendere a quota 25.787 a marzo 2020 dai 28.577 di un anno prima per arrivare a marzo del 2021 sui 25.680. Quindi, tra il 2020 e il 2019 hanno abbassato la saracinesca in 2.790 e, tra il 2021 e il 2020, in soli 107 (al netto di aperture e nuove gestioni).

“Il totale delle chiusure 2022 sul 2021 ha ripreso a salire, sulla soglia delle 1.084, ma dopo un 2020 anomalo perché il sistema dei ristori e il blocco dei licenziamenti hanno posticipato alcune cessazioni di attività. Di conseguenza, il dato di chiusure del 2021 contiene un rimbalzo negativo dal 2020” chiarisce il presidente Snag. “Va sottolineato che rimaniamo ugualmente al di sotto del trend pre-pandemico, il che vuol dire che l’introduzione del tax credit ha portato molti benefici”. Ragion per cui il Sindacato nazionale autonomo giornalai chiede non solo di rafforzare la misura con un innalzamento delle risorse percepibili dal singolo esercizio e un ampliamento delle spese coperte (visto che la media dei crediti riconosciuti è stata nel 2021 di 2.700 euro), ma anche di renderla strutturale (l’intervento non è più previsto dal 2023).

Inoltre, rilancia subito Innocenti, “dobbiamo iniziare subito a ragionare su un dato finora trascurato: il numero delle edicole che aprono. Sono 460, per esempio, quelle nate o che hanno cambiato proprietà a marzo 2022, tra esclusive e prevalenti. Vanno sostenute per controbilanciare le chiusure inevitabili. L’idea è, perciò, quella di un bonus “nuova edicola” per chi apre o rileva un punto vendita”. Tanto più che, sempre secondo l’indagine Snag, il 40% delle edicole è un’impresa femminile e solo il 9% è gestito da under 40, ponendo “la duplice sfida di sostenere e incentivare due categorie particolari di lavoratori” conclude Innocenti che, a proposito di giovani, ripartirà a settembre col progetto già collaudato di portare gli studenti delle scuole secondarie a visitare le edicole per far conoscere il ciclo di vita del prodotto editoriale.

“Allarme rosso” nelle cartiere italiane

29 Agosto 2022

L’impennata del prezzo dell’energia sta penalizzando tutta l’economia ma ha un impatto particolarmente negativo sul settore delle cartiere, un comparto fortemente energivoro che in questo momento, proprio a causa dei rincari record del prezzo del gas, non è in grado di assicurare la continuità della produzione.

“In questo momento sulle imprese della carta c’è una pressione altissima, anche emotiva. Molte aziende hanno deciso di non riaprire questa settimana ma di rimandare la ripresa delle attività alla settimana prossima. E lì credo che capiremo chi degli associati è disposto a sostenere questo livello di costi”, ha spiegato il numero uno di Assocarta, Lorenzo Poli, in un’intervista rilasciata lo scorso 26 agosto al sito d’informazione formiche.net.

Fermata forzata per la produzione

Mentre il prezzo del gas ha superato la settimana scorsa la soglia psicologica dei 300 euro per kilowattora (contro i 20 euro di un anno fa e i 180 dello scorso luglio), il futuro per il settore - che è il secondo produttore di carta in Europa dopo la Germania - diventa sempre più incerto obbligando le cartiere a navigare a vista e a lanciare l'"allarme rosso".

Molte cartiere hanno infatti deciso di sospendere la produzione nel mese di agosto approfittando per fare manutenzione agli impianti e ora stanno valutando se ripartire. La domanda non manca. Anzi. Con l’e-commerce in continua crescita, la richiesta di carta per imballaggi non conosce crisi. Ma i costi da sostenere per proseguire la produzione stanno diventando insostenibili rendendo antieconomico mantenere attiva la produzione.

Mancano i contratti per i rifornimenti di energia

Il problema maggiore pare essere quello di avere i contratti dell’energia sul tavolo. In una fase di così elevata incertezza sull’approvvigionamento del gas, acuita ulteriormente dalla guerra in corso tra Russia e Ucraina, in questo momento chi fornisce energia non è in grado di proporre nuovi contratti di fornitura alle imprese e di indicare un prezzo valido per i prossimi mesi. Nemmeno un gigante dell’energia come l’Eni, scrive Il Sole 24 Ore, è in grado in questo momento di assumersi questo rischio.

Una situazione preoccupante considerato che è proprio questo il periodo in cui vengono firmati i nuovi accordi di fornitura di gas per l’anno termico 2022-2023, che parte formalmente il 1° ottobre. Una situazione che interessa non solo l’industria cartaria e che potrebbe estendersi anche ad altri settori energivori come ad esempio quello siderurgico e quello della ceramica.

Un tetto fisso al prezzo del gas potrebbe aiutare

Il settore chiede un aiuto immediato. La gravità della situazione è tale da non poter essere rimandata a dopo le elezioni del 25 settembre. Una soluzione tampone immediata potrebbe essere quella che la Sace faccia da garante per i contratti di fornitura perchè “senza contratti non si fa la carta e senza carta non si fanno gli imballaggi e non si fa informazione”, come ha detto in una recente intervista televisiva il Direttore Generale di Assocarta, Massimo Medugno.

L’auspicio è anche quello che venga accolta la proposta avanzata già in tempi non sospetti dal premier Draghi di fissare un tetto al prezzo del gas, ipotesi che in queste ore trova un'apertura anche a livello europeo.

“Come tutte le imprese, anche le cartiere hanno degli impegni commerciali da rispettare, impegni che hanno un arco temporale di mesi. Ora, con questa volatilità del prezzo, come si fa a pianificare gli investimenti e a onorare la fornitura del prodotto? Se oggi pago il gas 200, domani 300, poi 400 e magari tra due mesi 150, come posso io imprenditore portare avanti una strategia commerciale e industriale. Ho bisogno di un minimo di certezze e allora, anche in questa logica, un tetto fisso può certamente aiutare”, ha precisato a formiche.net il Presidente di Assocarta.

Riflessi negativi sul settore dell'editoria

Di fronte a una situazione così drammatica, appaiono inevitabili le ricadute sul settore della carta stampata, che da anni continua a soffrire un calo delle vendite in edicola, compensato solo in minima parte dall'aumento delle vendite di copie digitali.

Per ora gli editori sono riusciti con enormi sforzi a farsi carico dei rincari del prezzo della carta e della stampa, ma ancora per quanto potranno resistere? Già a inizio anno molte testate hanno aumentato in media di 20 centesimi il prezzo del quotidiano, che ora oscilla tra 1,60 e 1,70 euro, proprio per fronteggiare l’inatteso aumento dei costi. Dobbiamo dunque aspettarci ulteriori rincari? Difficile fare previsioni. Nell’immediato, con le elezioni politiche alle porte, sembra improbabile un ulteriore aumento del prezzo per la carta stampata. Il settore è inoltre in attesa dello sblocco del Fondo Straordinario per l’Editoria, come promesso a fine luglio dal Sottosegretario all’Editoria Giuseppe Moles.

La situazione resta però preoccupante e un intervento di rilancio del settore sembra sempre più urgente anche se dalla politica continuano a non arrivare segnali chiari e mirati. Un vuoto che lascia spazio alle previsioni nefaste di chi già intravede il costo del quotidiano a 5 euro e di chi addirittura prelude alla fine dell’informazione su carta. 

Soffrono anche le imprese del commercio: 120.000 a rischio chiusura

Anche il terziario è in forte sofferenza per i rincari della bolletta energetica. In base alle stime dell'Osservatorio energia di Confcommercio "sono ben 120 mila, all'incirca, quelle a rischio chiusura da qui ai primi sei mesi del 2023", un dato allarmante che mette in bilico "370 mila posti di lavoro”. I più esposti - spiega l'analisi di Confcommercio - sono il commercio al dettaglio (in particolare la media e grande distribuzione alimentare che a luglio ha visto quintuplicare le bollette di luce e gas), la ristorazione e gli alberghi che hanno avuto aumenti tripli rispetto a luglio 2021, i trasporti che oltre al caro carburanti ( 30-35%) si trovano ora a dover fermare i mezzi a gas metano per i rincari della materia prima.

Dal Fondo Straordinario per l’Editoria benefici anche per le edicole?

31 Luglio 2022

La crisi di Governo non porterà ad un blocco dei fondi, già stanziati, a sostegno dell’editoria. Dopo l’appello di FIEG e FNSI alle forze politiche, il Sottosegretario all’Editoria Giuseppe Molesha rassicurato il settore affermando di essere al lavoro per sbloccare "a breve" tali fondi.

All’appello di editori e giornalisti si era unito anche lo SNAG, che lo scorso 28 luglio ha inviato una lettera al Sottosegretario Moles esprimendo preoccupazione per la situazione del settore e in particolare per quella delle edicole.

Nell’occasione abbiamo sottolineato che "la conferma del credito di imposta (con criteri premiali per alcune categorie di edicole), l'ampliamento delle voci di spesa, l'istituzione di un bonus a sostegno della digitalizzazione dei punti vendita e soprattutto l’utilizzo del Fondo Straordinario per l’Editoria rappresentano misure tanto urgenti quanto essenziali per la sopravvivenza e la sostenibilità della rete di vendita”.

La possibilità di poter contare, a breve, sullo sblocco dei fondi rappresenta dunque una buona notizia anche per la rete di vendita della carta stampata. Dei 90 milioni messi a disposizione quest’anno per il settore dell'editoria attraverso il Fondo Straordinario, una parte – che si ipotizza pari a 10 milioni di euro – dovrebbe essere destinata proprio alle edicole.

In base al documento siglato dalle Organizzazioni sindacali degli edicolanti con la FIEG lo scorso marzo, una parte delle risorse del Fondo dovrebbero essere dirottata alle rivendite sotto forma di un bonus premiale, correlato cioè all’impegno di queste ultime, su base volontaria, alla realizzazione di alcuni servizi a vantaggio della clientela o alla modernizzazione tecnologica del loro punto vendita.

Le modalità operative sono ancora tutte da definire, ma il senso del Protocollo è chiaro: incentivare la rete di vendita ad ammodernarsi e ad ampliare i servizi offerti. Siamo sempre nel campo delle ipotesi ma il bonus dovrebbe essere proporzionale ai servizi offerti alla clientela: più servizi le edicole riusciranno ad assicurare e tanto maggiore sarà il valore del bonus che potranno ricevere.

Accogliamo dunque con piacere ed estremo apprezzamento la promessa del Sottosegretario Moles di voler sbloccare a breve i fondi per l’editoria e lo ringraziamo per la sensibilità mostrata verso la rete di vendita durante tutta la durata del suo mandato. Ci auguriamo che una quota del Fondo Straordinario sia destinata alle edicole con le modalità che lo SNAG insieme a FIEG e alle altre Associazioni di categoria hanno ipotizzato e che l’intervento sia tanto urgente quanto efficace per migliorare le condizioni (critiche) della rete vendita.

Potrebbe essere la prima volta che un fondo nato per il settore editoriale sia diretto anche alla rete di vendita della stampa. Sarebbe un segnale di una nuova visione della filiera della stampa intensa non come blocchi contrapposti in guerra permanente ma una catena la cui forza è data dalla resilienza dell’anello più debole.

Questa Presidenza ha lavorato costantemente per aprire un dialogo e presentare al Governo proposte condivise da tutta la filiera. Se una parte dei fondi per l’Editoria venissero destinati alla rete di vendita questa “novità” rappresenterebbe la prova provata di questo nuovo modo di intendere la filiera. Un risultato importante per quello che è indiscutibilmente l’anello più debole della filiera (cioè le edicole), anello da cui però dipende la sopravvivenza della filiera, perché (non dimentichiamolo) la grandissima parte dei fatturati editoriali del canale vendite provengono dal canale delle edicole.

La crisi di Governo non fermi gli interventi a sostegno dell’editoria

28 Luglio 2022

Editori e giornalisti fanno appello alle forze politiche affinché la crisi di Governo in atto non blocchi gli interventi già approvati a sostegno dell’editoria.

Con una nota diramata al termine della riunione del Consiglio generale del 27 luglio scorso, la FIEG chiede che “il Governo completi, nel disbrigo degli affari correnti, l’attività di definizione delle misure per l’utilizzo delle risorse già stanziate e disponibili del Fondo straordinario per l’editoria del 2022 e proceda nell’attuazione degli interventi di sostegno al settore già decisi da tempo (credito carta e distribuzione)”.

Inoltre gli editori sottolineano “i buoni risultati ottenuti insieme all’Anci con la campagna “Educazione alla cittadinanza” per l’insegnamento dell’educazione civica nelle scuole” e annunciano di voler avviare “agli inizi di settembre una campagna di sensibilizzazione rivolta ai cittadini per la partecipazione attiva al voto, con l’invito ad informarsi sui giornali, on-line e cartacei, mezzi di informazione attendibili e di qualità”.

Una dichiarazione quest'ultima che coinvolge direttamente anche la rete delle edicole, che sono il principale canale di diffusione della carta stampata.

Anche dal sindacato dei giornalisti è arrivato un analogo appello. In un’intervista a Radio Radicale il segretario generale della FNSI, Raffaele Lorusso, ha sollecitato le forze politiche ad utilizzare i fondi già stanziati. «Credo già oggi si possa, e anzi si debba, parlare della distribuzione delle risorse stanziate con la legge di Stabilità 2022 (90 milioni per quest'anno e 140 per il 2023) e che, come da norma, avrebbero dovuto essere ripartite su tutta la filiera dell'editoria. Questo – ha dichiarato Lorusso – non è ancora avvenuto. Noi crediamo che, se ci fosse la volontà politica, anche a Camere sciolte, sarebbe sufficiente un Dpcm che potrebbe dare qualche ristoro al settore. Non risolverebbe la crisi, ma sarebbe una boccata di ossigeno».

«Riteniamo – ha aggiunto Lorusso – che, in una fase di crisi strutturale duratura, lasciare inutilizzate queste risorse sarebbe delittuoso. Nel periodo che manca alle elezioni si potrebbe adottare un provvedimento di ripartizione, sostenendo sia la transizione digitale, sia l'occupazione stabile, e prestando anche attenzione al contrasto al precariato e al lavoro povero, un'emergenza per l'intero Paese e un tratto distintivo di questo settore, con intere generazioni di giovani giornalisti condannati a una precarietà senza fine».

Anche Assocarta chiede un intervento delle forze politiche per affrontare la grave situazione in cui si trova il settore a causa dell’aumento della materia prima e dei costi energetici. “Chiediamo immediata chiarezza circa l’uso dei crediti di imposta del secondo trimestre ed auspichiamo l’estensione urgente degli stessi per la restante parte dell’anno, che si prospetta molto più complicata del secondo trimestre stesso, oltre ogni immaginazione e aspettativa imprenditoriale” ha affermato di recente Lorenzo Poli, Presidente di Assocarta.

Carta, prezzi nove volte più alti rispetto a un anno fa

22 Luglio 2022

Il costo della carta continua a crescere e “nei prossimi giorni, saranno inevitabili fermate produttive delle cartiere italiane”. È il nuovo allarme lanciato qualche giorno fa dal Presidente di Assocarta, Lorenzo Poli, preoccupato per l’incertezza legata ai costi energetici ma anche relativa a inflazione, crescita dei tassi d’interesse e calo dei consumi.

“La situazione è ancor più grave del mese di marzo, se è possibile, in cui ai picchi sono seguiti momenti di ribasso del prezzo. Ora invece, da qualche settimana, i costi crescono costantemente, senza sosta, su un livello di 180 Euro/Mwh, 9 volte di più rispetto al giugno 2021”, ha detto Poli attraverso un comunicato stampa.

Credito d'imposta e prezzo dell'energia: intervenga il Governo

Come se ciò non bastasse, la recente vicenda dell’introduzione del “de minimis” sui crediti d’imposta, aumenta l’incertezza. “Su questo punto, chiediamo immediata chiarezza circa l’uso dei crediti di imposta del secondo trimestre ed auspichiamo l’estensione urgente degli stessi per la restante parte dell’anno, che si prospetta molto più complicata del secondo trimestre stesso, oltre ogni immaginazione e aspettativa imprenditoriale” ha affermato Poli.

A questa difficoltà, come sottlinea il Presidente di Assocarta, si aggiunge quella di “definire i contratti di fornitura gas per il prossimo anno termico dato che i principali fornitori - non sapendo quanto gas arriverà dalla Russia - non si impegnano a garantire contrattualmente la consegna del gas. Purtroppo, noi industriali stiamo invece già prendendo impegni commerciali con i nostri clienti, anche nel prossimo trimestre, assumendoci di conseguenza un rischio elevato”.

L'Italia diventa il secondo produttore di carta in Europa

I prossimi mesi si prospettano dunque particolarmente complessi per l’industria cartaria italiana, reduce da un 2021 in netta crescita. Lo scorso anno il settore ha realizzato un aumento della produzione del 12,5% con un fatturato che ha raggiunto gli 8 miliardi di euro consentendo all’Italia di diventare il secondo produttore di carta in Europa e anche il secondo riciclatore.

“Nel 2021 – ha sottolineato Poli lo scorso giugno durante l’assemblea annuale di Assocarta – la produzione italiana di carte e cartoni si attesta a oltre 9,6 milioni di tonnellate (più 12,5% dopo il meno 4,1 % del 2020) che, per la prima volta, pone l’Italia al secondo posto in Europa, dopo la Germania”.

Italia seconda in Europa per riciclo della carta

Tali obiettivi economici sono stati conseguiti insieme a quelli ambientali, fanno sapere da Assocarta. Il settore usa infatti al 90% fibre vergini certificate PEFC e FSC, ed è il secondo riciclatore in Europa, dopo la Germania, avendo ridotto le emissioni di CO2 del 30% dagli anni '90.

Merito anche della sensibilità del Paese verso l'importanza del riciclo. La conferma arriva dal 27esimo rapporto Comieco (Consorzio Nazionale per il Recupero e il Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica) sulla raccolta differenziata di carta e cartone in Italia: l’anno scorso nei Comuni italiani sono stati raccolti oltre 3,6 milioni di tonnellate di imballaggi post consumo, superando per la prima volta il tetto dei 60 kg per abitante.

 

Dalla Basilicata arrivano fondi a sostegno dell’informazione, incluse le edicole

21 Luglio 2022

La Regione Basilicata stanzia 200 mila euro (cifra che dovrebbe quasi certamente essere incrementata) per il triennio 2022-2024 a sostegno dell’informazione locale, destinando una parte dei fondi anche alla salvaguardia delle edicole.

Il Disegno di Legge della Regione Basilicata “Norme di sostegno alle imprese che operano nell’ambito dell’informazione locale” è stato approvato all’unanimità dal Consiglio regionale lo scorso 19 luglio e tende a favorire il pluralismo dei mezzi di informazione oltre che salvaguardare i livelli occupazionali. Il Consiglio ha inoltre approvato all’unanimità un ordine del giorno collegato al DDL con il quale si chiede un aumento della dotazione finanziaria.

Il provvedimento sull’editoria “offrirà un sostegno importante a tutto il mondo delle imprese operanti nel settore, nell’ottica di incentivare l’informazione di qualità, i diritti dei lavoratori, e la transizione digitale delle imprese. E con l’ultima formulazione, grazie agli emendamenti del consigliere Luca Braia, potremo dare un sostegno concreto anche al mondo delle edicole lucane, che stanno vivendo un momento di grande difficoltà”, ha commentato il Presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, prendendosi “l’ulteriore impegno” di ampliare “la dotazione finanziaria” destinata al sostegno dell’editoria.

La tutela delle edicole

Grazie alle proposte di emendamento suggerite dallo SNAG e sostenute dal consigliere Luca Braia, un intero capitolo del Disegno di Legge approvato dalla giunta è stato dedicato al sostegno della rete delle edicole, di cui viene riconosciuta la funzione di attività di interesse generale in quanto strumentale al diritto di informazione e alla tutela del pluralismo dell’informazione.

Grande soddisfazione è stata espressa dal Vicepresidente Nazionale Renato Russo in quanto vengono introdotte misure di sostegno per le edicole riguardanti l’innovazione commerciale implementando nuovi servizi per i cittadini e l’innovazione tecnologica con la digitalizzazione delle edicole.

Per finanziare tali misure sono previsti contributi a fondo perduto e mutui a tasso agevolato con l’obiettivo ultimo di preservare la rete delle edicole esistente, anche promuovendo un ricambio generazionale, con particolare attenzione alle rivendite di giornali che operano nei piccoli comuni e nelle aree disagiate a rischio spopolamento.

Libri: crescono le vendite in libreria, calano quelle online

21 Luglio 2022

Calano le vendite di libri (romanzi e saggi) nei primi sei mesi dell’anno, come era d’altro canto prevedibile dopo i numeri record del 2021, un anno difficilmente eguagliabile. Quello che invece non era del tutto previsto è che gli italiani hanno nettamente preferito fare acquisti nelle librerie fisiche invece che in quelle online, con queste ultime che hanno registrato una netta flessione di ordini.

Sei mesi in frenata: 3,6% di copie in meno

Secondo le nuove stime dell’AIE, l’Associazione Italiana Editori, su rilevazioni Nielsen BookScan, tra gennaio e giugno sono stati venduti 46 milioni di libri, il 3,6% in meno (pari a 1,7 milioni di copie) rispetto all’analogo periodo del 2021, che era però stato un anno eccezionale per l’editoria libraria. La pandemia ha contribuito infatti ad avvicinare gli italiani alla lettura dei libri, con ricadute molto positive sul settore. Infatti, rispetto all’analogo periodo 2019, anno pre-pandemia, anche le vendite dei primi sei mesi del 2022 continuano a mostrare un trend al rialzo, con un incremento del 14,5%.

Stessa fotografia per quanto riguarda il valore del venduto: nei primi sei mesi dell’anno la flessione è stata del 4,2% rispetto all'analogo periodo 2021 per un valore complessivo di 670 milioni di euro. Rispetto al 2019, però, il valore del venduto segna un aumento del 14,7%.

Negli ultimi tre anni il settore un visto forti oscillazioni (foto a lato) ma rispetto al 2019 il valore del venduto evidenzia un aumento dell'86%.

Da notare, inoltre, che nonostante il forte rialzo del prezzo della carta e dell’energia, gli editori sono riusciti a non ritoccare i prezzi al pubblico: il prezzo medio del venduto nei primi sei mesi dell’anno è stato pari a 14,66 euro, in calo dello 0,6% rispetto al 2021 e dell’1,1% rispetto al 2019.

Calano le vendite nelle librerie online

Nel commentare i dati dei primi sei mesi dell'anno, il presidente di AIE, Ricardo Franco Levi, ha sottolineato che il calo di copie e in valore del venduto è da imputare "alla flessione delle vendite nei canali online, solo in parte controbilanciato dal recupero delle librerie fisiche. La congiuntura - ha aggiunto - è difficile ma gli editori, nonostante l’inflazione che cresce e l’emergenza carta che continua, non hanno ritoccato i prezzi”.

Per quanto riguarda la distribuzione, le librerie online hanno venduto nei primi sei mesi libri per 284,8 milioni a prezzo di copertina evidenziando una flessione di 43 milioni rispetto all’anno precedente. Ne hanno approfittato le librerie fisiche, le cui vendite sono cresciute a 353,8 milioni di euro, 21 milioni in più rispetto a un anno prima. La grande distribuzione è scesa a 31,5 milioni, perdendo oltre 6 milioni di euro.

Di conseguenza, le librerie online hanno ridimensinato dal 47% al 42,5% la loro quota di mercato, mentre quelle fisiche hanno consolidano la loro posizione di testa salendo dal 47,8% al 52,8% con la Grande distribuzione al 4,7%.

Continua la crescita dei fumetti

Non si ferma la "fame" di fumetti. Il segmento ha continuato a crescere con un aumento, in valore, del 23,7% rispetto all’anno precedente e addirittura del 245,4% rispetto al pre-pandemia.

Tra gli altri generi, bene anche la narrativa straniera, cresciuta del 4,8% rispetto al 2021 e del 26,2% rispetto al 2019. Tra i segmenti di mercato che hanno fatto meglio in questi primi sei mesi (rispetto al 2021) meritano una citazione le guide turistiche (più 100%), i romanzi d’amore e chick lit (più 60%), i fumetti per bambini ( 41%) e le biografie ( 39%).

Da notare che, rispetto al 2019, tutti i generi sono in aumento, con un incremento di oltre il 16% per la fiction italiana e i libri per bambini.


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