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Rilanciare l’editoria: l’appello del settore al prossimo Governo

19 Settembre 2022

A pochi giorni dalle elezioni del 25 settembre, si intensificano gli appelli al mondo politico provenienti dal settore dell’editoria. L’aumento del costo della carta e quello dell’energia sta aggravando la situazione di crisi strutturale che oramai da anni caratterizza il settore dell’informazione coinvolgendo anche le edicole, che rappresentano un anello fondamentale della filiera della carta stampata. Nel frattempo il settore resta in attesa di quella riforma di filiera che i tre Governi che si sono succeduti negli ultimi tre anni hanno promesso e non hanno avuto il tempo di portare a termine.

Difficile, inoltre, capire cosa aspettarsi dal futuro visto che di editoria, e di come rilanciarla, se ne parla molto poco nei programmi politici dei vari schieramenti. A distinguersi per una particolare attenzione verso il settore è Fratelli d’Italia, che sostiene la necessità di un potenziamento dei fondi destinati all’editoria attraverso il PNRR, necessità peraltro giustificata dai rincari dell’energia e del prezzo della carta. Nel programma del partito di Giorgia Meloni si parla anche di edicole e della necessità di dare un riconoscimento normativo alle rivendite come servizi di interesse generale.

FIEG chiede più attenzione per i giornali, cartacei e online

In una nota dello scorso 9 settembre la FIEG lamenta l’esclusione dei giornali (cartacei e online) dalle ultime due campagne di comunicazione promosse dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, rispettivamente quella sul PNRR e quella sul risparmio energetico. Per tali campagne sono state infatti programmate uscite solo “su tv, canali social e radio”.

Da qui la richiesta degli editori di un ripensamento: “La FIEG, nel ribadire che nelle edicole, sul web e con le app, le pubblicazioni degli editori costituiscono un prezioso strumento di informazione qualificata, verificata ed attendibile, auspica una rivalutazione delle campagne che preveda l’utilizzo dei giornali, cartacei e online”.

Inoltre, in vista delle imminenti elezioni politiche, la FIEG ha anche promosso una campagna di comunicazione per ricordare che “L’esercizio del diritto di voto è un dovere civico” e per invitare gli italiani a scegliere “l’informazione qualificata, verificata e attendibile” che è quella disponibile “in edicola, sul web, da app”, rimarcando ancora una volta il ruolo determinante della stampa nel garantire un’informazione attendibile e pluralista.

FNSI preoccupata per l’“emergenza informazione”. Serve una legge di settore

“C'è in Italia un'emergenza informazione. Che non è soltanto emergenza occupazionale, ma anche e soprattutto emergenza democratica. Senza un'informazione di qualità, infatti, il rischio di tenuta delle istituzioni della democrazia liberale è altissimo”, avverte la FNSI sul proprio sito web lamentando che “da tempo la politica ha voltato le spalle all'informazione” e che le problematiche del settore sono completamente assenti dalla campagna elettorale in corso.

“Non stiamo chiedendo finanziamenti a pioggia, non stiamo chiedendo che ci vengano riconosciute particolari guarentigie, bensì una legge con cui il settore venga accompagnato in questa fase di transizione, in questo caso al digitale, esattamente come vengono accompagnate in questo Paese tutte le fasi di trasformazione industriale”, ha sottolineato il segretario generale Raffaele Lorusso a Firenze, nel corso dell’assemblea organizzata dall’Assostampa Toscana lo scorso 15 settembre.

Nel corso di una conferenza stampa organizzata la settimana scorsa da FNSI, insieme a Ordine dei Giornalisti, Inpgi e Casagit, per sensibilizzare il prossimo Governo e il prossimo Parlamento sulla crisi dell’editoria, è stato sottolineato l’importante ruolo dei giornalisti e della stampa professionale quale unico baluardo alla disinformazione e alla proliferazione di fake news, oltre che come unica garanzia del pluralismo dell’informazione.

SNAG indica 10 proposte per la salvaguardia delle edicole

Anche SNAG invita il prossimo Governo ad intervenire per preservare le 25.000 edicole ancora attive in Italia, che nel complesso occupano una forza lavoro di oltre 50.000 addetti. La rilevanza del settore non risiede solo nei numeri ma riguarda soprattutto il ruolo svolto dalle rivendite quale presidio per un’informazione di qualità e pluralista e quale presidio sociale e culturale sul territorio. Senza dimenticare che la rete delle edicole fornisce l’80% dei ricavi degli editori ed è quindi determinante per la tenuta della filiera.

A tal fine, SNAG sottopone alle forze politiche un Manifesto contenente 10 proposte specifiche a partire dal riconoscimento della rete di vendita come un servizio di interesse generale (1) e dalla conferma del tax credit edicole rafforzato dall’introduzione di criteri premiali (2). Sostiene inoltre la necessità di un voucher tecnologia dedicato alle edicole (3) e un bonus forfettario per le edicole che offrono servizi innovativi ai clienti o garantiscono elevati livelli di servizio (4).

Considerando che in Italia ci sono oltre 2.000 Comuni privi di un’edicola e 2.500 a rischio desertificazione, SNAG sollecita un bonus nuova edicola con incentivi per chi apre una nuova edicola o ne rileva una esistente (5). Per promuovere la sostenibilità economica dei punti vendita, viene chiesta l’eliminazione delle commissioni POS per chi acquista prodotti quotidiani o periodici (6) e procedure di rinnovo semplificate per le edicole su suolo pubblico con canoni ridotti e commisurati ai ricavi di vendita (7). In aggiunta, SNAG auspica un sostegno da parte del Governo a quei Comuni che, implementando il nuovo protocollo ANCI, eliminano i canoni unici per i chioschi o valorizzano il ruolo delle edicole con servizi aggiuntivi a favore dei cittadini (8).

Per finire, la richiesta dell’adozione delle Conferenze Unificate per ampliare la gamma di beni e servizi che le edicole, anche sul suolo pubblico, possono proporre alla clientela (9) e quella di maggiore equità nei rapporti distributivi e nella vendita alla stampa attraverso il contrasto agli abusi di posizioni dominanti da parte della distribuzione locale. Non poteva inoltre mancare un appello al sostegno della lettura con la necessità in particolare di avvicinare i giovani alle edicole (10).

Le quattro proposte dell’AIE per salvare l’editoria libraria

Si sono mossi anche gli editori dell’AIE (Associazione Italiana Editori), che in questi giorni hanno presentato un appello alle forze politiche per il rilancio di un comparto che vede impegnate 5.200 case editrici, quasi altrettante librerie e oltre 70.000 addetti lungo tutta la filiera del libro.

Nel loro manifesto gli editori dell’AIE chiedono per prima cosa un intervento immediato per affrontare l’emergenza carta. Auspicano poi l’attesa riforma di sistema con incentivi all’innovazione e all’internazionalizzazione per ridare modernità al mondo del libro. Al terzo punto mettono la lotta alla pirateria e la legge sul diritto d’autore, chiedendo più tutele. Infine, ritengono indispensabile coinvolgere in maniera più forte i giovani nell’acquisto dei libri.

Le quattro proposte sono state condivise anche da Confindustria Cultura, che chiede ai partiti che guideranno la prossima legislatura interventi per sostenere un settore importante per l’economia e che abbraccia libri, produzioni cinematografiche, musei e musica. Le richieste riguardano la valorizzazione del settore, la stabilizzazione delle norme e delle leggi di sistema per ogni singolo comparto, il sostegno al consumo culturale e, per finire, una maggiore incisività nella lotta alla pirateria e nella tutela del diritto d'autore.

Mollicone (FDI): “sosteniamo l’edicola che sa rinnovarsi”

19 Settembre 2022

A pochi giorni dalle elezioni, Fratelli d’Italia conferma il suo essere in prima linea per l’editoria e coglie l’appello che il settore ha lanciato alle forze politiche e al prossimo Governo sull’urgenza di interventi per rilanciare la filiera dell’informazione.

L’occasione è arrivata dalla conferenza stampa odierna per presentare il programma di Fratelli d’Italia sulla Cultura: “Cultura e Bellezza, il nostro Rinascimento”, un piano articolato che abbraccia il mondo dell’arte, dello spettacolo, della musica, dell’audiovisivo ecc… proponendo misure innovative e di snellimento burocratico oltre che di incentivazione alla fruizione della cultura suggerendo, tra l’altro, detrazioni delle spese culturali e abbassamento dell’IVA al 4% per i prodotti culturali.

Durante la conferenza, il responsabile per la Cultura e l’Innovazione del partito, l’Onorevole Federico Mollicone (foto in alto), ha parlato anche di editoria e della necessità di dedicare maggiori risorse al settore, tanto più in un periodo in cui le imprese editoriali soffrono per l’aumento dei costi energetici e della carta. Anche in questo caso Mollicone auspica un cambio di rotta rispetto al passato ricordando che “nel PNRR sono state dedicate solo quattro righe alla transizione digitale dell’editoria”.

E "bisogna ripensare - secondo Mollicone - anche alla distribuzione della stampa. In primo luogo bisogna ripensare le edicole salvandole dalla chiusura e bisogna aiutarle a diventare centri polifunzionali e culturali a disposizione della comunità. Noi abbiamo sempre sostenuto le edicole ma introducendo una visione innovativa, chiedendo all’edicola di fare un ripensamento culturale diventando un luogo dove si possa andare per più motivi”.

Programma FDI su rilancio editoria e edicole

Le parole di Mollicone rispecchiano il programma di FDI nel capitolo dedicato al rilancio dell’editoria. “Il settore editoriale – si legge – vive una crisi strutturale, generata da profonde trasformazioni tecnologiche e di mercato, di cui la transizione digitale è l’aspetto più evidente. La tutela di questo settore è fondamentale per le ricadute economiche e sociali, ma anche perché rappresenta il cardine del pluralismo democratico nel mondo della comunicazione. Per questo proponiamo una revisione del PNRR per includere negli aiuti anche il settore editoriale, a fronte del caro energia e del caro materiali”.

Per FDI il rilancio dell’editoria passa anche dalle edicole che rappresentano un “capitolo essenziale” in quanto svolgono un ruolo di “fondamentale salvaguardia del diritto dei cittadini a un’informazione libera e corretta, nonché importante presidio a tutela del pluralismo informativo”.

“La pandemia – si legge al riguardo nel programma di FDI – ha colpito duramente le edicole italiane, rendendo necessaria una pluralità di interventi”. Si parla nello specifico di “riconoscimento normativo delle edicole come servizi di interesse generale”, “resa strutturale del Tax credit edicole riservato agli esercenti dei punti di vendita esclusivi, già fissato per il 2022, nei limiti di 4mila euro, includendo in via residuale i punti vendita non esclusivi, ampliando inoltre le spese ammesse e istituendo meccanismi premiali” e “l’inserimento di incentivi all’informatizzazione e modernizzazione di questi esercizi, nonché sostegni a chi offre servizi aggiuntivi e sostegni alle nuove aperture, soprattutto al Sud, con un’attenzione speciale alle edicole che operano sul suolo pubblico”.

Apprezzamento da Mollicone per appello SNAG alle forze politiche

“Bene l'appello della SNAG. Lo raccogliamo e segnaliamo che il sostegno alla rete di vendita delle edicole, come sistema di presidio dell'informazione, è già parte integrante del nostro programma”, ha affermato sabato scorso Mollicone in una nota.

“La Rete di vendita delle edicole è fondamentale per la salvaguardia del diritto dei cittadini a un'informazione libera e corretta, nonché importante presidio a tutela del pluralismo informativo. La pandemia – ricorda il responsabile cultura di FDI – ha colpito duramente le edicole italiane, rendendo necessaria una pluralità di interventi come il riconoscimento normativo delle edicole come servizi di interesse generale; va reso strutturale il Tax credit edicole riservato agli esercenti dei punti di vendita esclusivi, già fissato per il 2022, nei limiti di 4mila euro, includendo in via residuale i punti vendita non esclusivi, ampliando inoltre le spese ammesse e istituendo meccanismi premiali; inserimento di incentivi all'informatizzazione e modernizzazione di questi esercizi, nonché sostegni a chi offre servizi aggiuntivi e sostegni alle nuove aperture, soprattutto al Sud, con un'attenzione speciale alle edicole che operano sul suolo pubblico”.

Le risorse ci sono, assicura Mollicone: “sono risorse esistenti, come da nostri emendamenti, che hanno sempre ricevuto il vaglio di ammissibilità per la copertura economica".

SNAG: 10 proposte per la salvaguardia delle edicole

17 Settembre 2022

SNAG Confcommercio lancia un appello alle forze politiche in vista della prossima legislatura e lo fa attraverso un manifesto articolato in 10 proposte finalizzate alla salvaguardia e al rilancio della rete di vendita delle edicole: "una rete essenziale per la tutela del diritto all’informazione e del pluralismo e per il contrasto alle fake news”.

25.000 punti vendita distribuiti su tutto il territorio nazionale, 13.000 edicole dedicate in via prevalente alla vendita della stampa (costituite da ditte individuali o micro imprese familiari di cui il 40% sono imprese femminili), non meno di 50.000 occupati nella sola rete di vendita, 5.800 territori comunali serviti quotidianamente con la stampa, oltre 6.000 testate diffuse al pubblico, un tasso di mortalità di impresa netto che (grazie alle misure di sostegno pubblico) è sceso dal – 13,3% del 2019 al -6,5% del 2021. Questa in sintesi la rete della vendita della stampa in Italia.

Il Presidente SNAG Andrea Innocenti ha commentato: “la rete di vendita delle edicole può ancora essere salvata ma servono risposte urgenti e concrete. Per questo motivo abbiamo rivolto un Appello a tutte le forze politiche articolato in 10 punti. La rete delle edicole è essenziale per garantire il pluralismo e promuovere una informazione di qualità, contrastando le fake news. Servono però misure di sostegno e incentivi per permettere alle edicole di raggiungere la sostenibilità economica e di modernizzarsi. Purtroppo i ricavi derivanti dalla vendita della stampa sono molto bassi, il calo delle vendite sistematico e non abbiamo la possibilità di adeguare i prezzi (fissi per legge) ai rincari energetici o all’aumento dei costi gestionali”.

“Il punto cruciale è la sostenibilità economica e finanziaria del punto vendita. Per questo - continua Innocenti - abbiamo rivolto un appello alle forze politiche con 10 punti: si va dal riconoscimento del ruolo e della funzione pubblica della rete, alla conferma e al rafforzamento del tax credit edicola, ad un voucher tecnologia dedicato per la digitalizzazione dei punti vendita, all’istituzione di incentivi per chi garantisce un elevato livello di servizio al cittadino o per chi apre o rileva una edicola, alla tutela delle edicole su suolo pubbliche con un intervento normativo specifico e con un CUP calmierato, al sostegno ai Comuni che valorizzano la rete di vendita, all’eliminazione delle commissioni POS nella vendita di quotidiani e periodici, all’adozione delle Conferenze Unificate che attendiamo dal 2016 per ampliare i beni e i servizi in edicola, all’attuazione del protocollo che abbiamo firmato con l’ANCI e infine al contrasto agli abusi di posizione dominante da parte della Distribuzione Locale (che spesso rifiuta le forniture o limita lo sviluppo dei punti vendita imponendo costi vietati per legge) e alla definizione di un equo compenso per la vendita della stampa".

“Mi auguro di ricevere - ha concluso Innocenti - risposte concrete dalle forze politiche nei confronti di una categoria - quella degli edicolanti - che è in grave crisi ma che durante l’emergenza pandemica ha dimostrato di essere e di voler essere un servizio essenziale per il Paese (il 96% delle edicole è rimasto aperto) e che, anche in questi giorni (come sempre peraltro), sta svolgendo un ruolo importante per garantire a tutti i cittadini (anche a quelli svantaggiati o privi di competenze digitali) l’accesso ad una informazione di qualità, nel rispetto assoluto del pluralismo informativo”.

Di seguito, il manifesto con le nostre 10 proposte.

Luglio negativo per la pubblicità su quotidiani e periodici

16 Settembre 2022

Male a luglio la pubblicità sulla carta stampata. Secondo i dati comunicati da Nielsen, gli investimenti pubblicitari sui Quotidiani hanno registrato una contrazione del 15,8% rispetto all’analogo periodo 2021 mentre la raccolta sui Periodici ha evidenziato un calo addirittura del 26%.

I dati di luglio annullano i buoni risultati registrati nei primi sei mesi dell’anno e mandano in rosso il bilancio da inizio anno. Nel periodo gennaio-luglio i Quotidiani evidenziano nel complesso un calo del 3,3% rispetto all’analogo periodo 2021 mentre per i Periodici la flessione è stata del 2,1%.

In generale luglio è stato un mese negativo per la raccolta pubblicitaria, che ha evidenziato una contrazione del 10,7% rispetto a un anno prima portando a meno 1,3% la raccolta pubblicitaria dei primi sette mesi.

Su tutti questi dati, fa però notare Nielsen, pesa il confronto con l'estate degli Europei di calcio vinti dall'Italia. “L’11 luglio 2021 terminava la cavalcata vittoriosa degli Azzurri all’Europeo di Calcio che chiudeva due mesi di grande crescita anche sulla industry della comunicazione”, dichiara Alberto Dal Sasso, Ad Intel Mediterranean Cluster Leader di Nielsen sottolineando però che la performance del mese di luglio, "se confrontata con il periodo omologo legato agli ultimi mondiali in Russia (sembra oggi un paradosso), è positiva con un progresso del 2,3%”.

Il futuro resta un’incognita. “Andiamo verso un autunno complicato, l’attesa delle elezioni non ha mai favorito la spinta sulla comunicazione pubblicitaria e questa è storia, d’altro lato abbiamo un evento che potrà agire da traino e anche questa è storia, in un periodo interessante per le audience, gli streaming e dunque per le aziende che comunicano”. afferma Dal Sasso.

Tornando ai singoli mezzi d’informazione, a luglio la Tv ha fatto anche peggio rispetto ai Quotidiani, evidenziando una contrazione del 21,4% degli investimenti (meno 8,9% nel periodo gennaio-luglio 2022).

In crescita invece la Radio: più 6,7% a luglio e più 4% nei primi sette mesi dell’anno. Positiva anche la raccolta web: più 3,4% nel periodo gennaio-luglio. Bene pure l’Out of home con un più 80% nel periodo gennaio-luglio 2022 e la Go TV con un più 50,2%. In ripresa il Direct mail (più 0,7%) e gli investimenti pubblicitari sul mezzo Cinema.

Debutta il 3 novembre “il T”, nuovo quotidiano del Trentino

15 Settembre 2022

Sono tante le singolarità del nuovo giornale che sta per nascere in Trentino, a partire dal nome: “il T”. Basta una lettera maiuscola per identificare una testata che rivendica a gran voce il forte legame con il territorio che intende rappresentare.

L’appuntamento in edicola è per giovedì 3 novembre. Mancano dunque solo poche settimane per scoprire il volto del nuovo quotidiano fortemente voluto dal mondo imprenditoriale locale e che nasce con un compito importante: aumentare la pluralità dell’informazione e controbilanciare l’egemonia de L’Adige, lo storico giornale di Trento che fa capo alla famiglia Ebner e che è rimasta l’unica testata locale della zona dopo la chiusura, nel 2021, de il Trentino (che nel frattempo era passato nelle mani di Ebner dando vita ad una pericolosa concentrazione editoriale con due giornali locali nella stessa area controllati dalla stessa proprietà).

L’annuncio ufficiale della nascita del nuovo quotidiano era arrivato lo scorso 24 maggio con una conferenza stampa organizzata per l’occasione. Un annuncio che non era passato inosservato. Innanzitutto per la decisione di dare vita a un quotidiano cartaceo in un momento in cui le vendite in edicola sono in flessione (anche se i dati di luglio hanno sorpreso in positivo evidenziando un inatteso incremento diffuso delle vendite) mentre i prezzi della carta sono alle stelle.

In secondo luogo proprio per il fatto che tra i promotori dell’iniziativa editoriale ci fosse anche Confindustria oltre ad altre associazioni imprenditoriali: dai costruttori dell’ANCE agli albergatori dell’ASAT, ma anche l’Associazione Artigiani di Trento e la Federazione Trentina della Cooperazione riuniti in una neo costituita società no profit.

Tra i più convinti promotori di questa impresa editoriale c’è infatti Fausto Manzana, presidente di Confindustria Trento e fondatore, oltre che amministratore delegato, di GPI; società quotata in Borsa attiva nei servizi sanitari e alla Pubblica Amministrazione con oltre 8.000 dipendenti. Accanto a lui c’è Luciano Paris, ex amministratore delegato dell’Adige.

Con questo nuovo giornale, afferma Manzana in un’intervista a Prima Comunicazione, vogliamo essere “espressione dei moderati, del partito del sì, del dibattito, del confronto su temi come il futuro dell’autonomia della Provincia, che dobbiamo ogni giorno meritarci e del cui secondo statuto ricorre il cinquantesimo anniversario, ma anche il cambiamento climatico, la sostenibilità, il futuro dei nostri giovani, il lavoro e la denatalità, il sociale. Vogliamo parlare di gestione dei rifiuti, Valdastico, agricoltura biologica, turismo montano, se vale o non vale la pena innevare a bassa quota. Riteniamo che Il T possa rappresentare quella maggioranza silenziosa che in questo momento si vede svilita e a cui vengono date in un tweet risposte che dovrebbero essere complesse. Questo no. Saremo l’antitesi dei tweet”.

Sale dunque l'attesa per il debutto de "il T". Accanto al quotidiano in edicola ci sarà la versione digitale oltre al sito e ai social. Una ventina i giornalisti che formano la redazione, guidati dal direttore Simone Casalini.

SNAG partecipa alla Conferenza di Sistema di Confcommercio

13 Settembre 2022

Dopo due anni di stop forzato a causa della pandemia, torna in presenza, quest’anno, la Conferenza di Sistema di Confcommercio, appuntamento annuale di discussione sui temi caldi di attualità che condizionano lo sviluppo delle imprese del terziario.

L'edizione 2022 si articola in tre giornate fitte di appuntamenti, dibattiti, tavoli di discussione e gruppi di lavoro che vedranno radunati a Villasimius (Cagliari) il 28, 29 e 30 settembre prossimi centinaia di delegati delle varie Associazioni territoriali e di categoria aderenti a Confcommercio e a cui SNAG ha il piacere di partecipare attraverso la presenza del Presidente Nazionale Andrea Innocenti.

Ad aprire i lavori dell’assemblea plenaria sarà il Presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli. Quest’anno il focus scelto per inaugurare la Conferenza di Sistema non poteva che essere dedicato ai temi della pandemia e della guerra e ai nuovi scenari di geopolitica e di geoeconomia che ne conseguono.

Al centro della seconda giornata ci saranno invece le tematiche legate alla crisi energetica e all’impatto che questa sta avendo sulle imprese, in particolare quelle rappresentate da Confcommercio.

Nel terziario, come ha più volte ripetuto il Presidente Sangalli, sono 120.000 quelle a rischio chiusura a causa degli insostenibili rincari delle bollette, con un impatto occupazionale negativo che mette in pericolo 370 mila posti di lavoro.

La giornata conclusiva sarà invece dedicata all’altro grande tema destinato a cambiare il mondo del lavoro, incluso quello dei settori rappresentati da Confcommercio, ossia la transizione digitale e la necessità per le imprese di adeguarsi alle nuove tecnologie, inclusa l’intelligenza artificiale.

Nell’arco delle tre giornate si svolgeranno, parallelamente, vari gruppi di lavoro incentrati su tematiche specifiche: dal PNRR alla rappresentanza 4.0, dalla mobilità al mercato del lavoro, dalle nuove tendenze legate a turismo e cultura al mercato finanziario.

Sullo sfondo, come prevedibile, anche le reazioni a caldo all’esito delle urne, con la Conferenza di Sistema che quest’anno si tiene a ridosso delle elezioni politiche del 25 settembre prossimo.

Tanti, dunque, i temi di approfondimento e di discussione in grado di fornire ai partecipanti una visione d’insieme il più ampia possibile sulle sfide e sulle opportunità, ma anche sui rischi e sui pericoli, che caratterizzano il prossimo futuro.

L’obiettivo è quello di tornare al lavoro con gli strumenti più adeguati per compiere le migliori scelte sindacali possibili a tutela delle categorie di lavoratori e delle imprese rappresentate.

A luglio risalgono le vendite di quotidiani in edicola

12 Settembre 2022

Luglio è stato un mese positivo per le vendite di quotidiani cartacei in edicola, che per la prima volta da molto tempo appaiono in netta e diffusa crescita rispetto al mese precedente interrompendo il lungo trend di contrazioni. Come emerge dai dati raccolti da ADS – Accertamenti Diffusione Stampa, la quasi totalità delle testate ha registrato un incremento delle copie vendute con l’eccezione, per rimanere tra i quotidiani nazionali, di Italia Oggi e Avvenire.

È probabile che di fronte alla crisi di Governo e alle dimissioni del premier Mario Draghi, avvenute il 21 luglio e seguite dall’annuncio di elezioni anticipate, gli italiani abbiano cercato sui media cartacei un’informazione più attendibile per approfondire gli sviluppi sul fronte politico interno. A favorire un aumento delle vendite potrebbe essere stato anche il periodo vacanziero, che ha concesso più tempo da dedicare alla lettura dei quotidiani sotto l’ombrellone.

Se il raffronto con il mese di giugno 2022 risulta positivo, quello con il dato di luglio 2021 rimane invece fortemente negativo e ci ricorda che la crisi dell’editoria cartacea dura da lungo tempo e che, nonostante il rimbalzo di un mese, resta assai difficile recuperare le perdite in termini di vendite registrate nell’ultimo anno.

Repubblica recupera il 10% e torna sopra le 91.000 copie

Con riferimento ai due maggiori quotidiani generalisti, si segnala il balzo mensile del 5,4% del Corriere della Sera, che passa dalle 146.883 copie di giugno alle 154.861 di luglio. Risale la china anche la Repubblica. Dopo svariati ribassi che hanno portato le vendite ben sotto le 100.000 copie, l’ammiraglia del gruppo GEDI torna a vedere il sereno. A luglio le copie vendute in edicola sono ammontate a 91.516, il 10,2% in più rispetto alle 83.002 del mese precedente. Il raffronto con il luglio 2021 resta invece ampiamente negativo con una flessione del 18% per La Repubblica e del 6,1% per Il Corriere della Sera.

Anche La Stampa, altra testata del gruppo GEDI, archivia luglio con un aumento del 4,3% delle copie vendute, passate dalle 66.331 unità di giugno alle 69.186 unità. Resta però da recuperare un calo del 5,4% rispetto alle 73.176 copie di un anno prima.

Segno positivo a luglio anche per il Messaggero: più 4,8% con 49.330 copie vendute (erano 47.037 a giugno) e contro le 53.745 copie di un anno prima. Passando alle tre testate del gruppo QN; si segnala l’avanzata delle vendite del 4,7% per La Nazione con 42.581 copie (da 40.646 di giugno e 47.611 di luglio 2021), l’aumento del 2,53% per Il Resto del Carlino con 63.832 copie (rispettivamente da 62.252 di giugno e 69.908 di luglio 2021) mentre restano stazionarie le vendite de Il Giorno a 18.282 copie (erano 20.551 un anno prima).

Incremento a doppia cifra per Libero e Il Fatto Quotidiano

Tutti segni positivi, a luglio, anche per i quotidiani schierati politicamente. In particolare, si fa notare il balzo dell’11% per Il Fatto Quotidiano, che a luglio si porta a 25.755 copie vendute rispetto alle 23.201 di giugno, contro però le 26.852 di un anno prima. Piccolo salto in avanti anche per Il Manifesto, che con 6.211 copie aumenta le vendite in edicola del 2,3% rispetto al mese precedente avvicinandosi alle 6.741 copie di un anno fa.

Torna a correre La Verità, che mette a segno un aumento del 6,4% rispetto a giugno arrivando a veicolare nelle edicole 27.241 copie. Il quotidiano diretto e fondato da Maurizio Belpietro si conferma l’unico con un bilancio positivo rispetto a un anno prima: più 14% rispetto alle 23.856 copie di luglio 2021.

Spicca il volo Libero, che guadagna oltre 2.700 copie in edicola passando dalle 18.002 di giugno alle 20.712 di luglio e mettendo a segno un aumento mensile del 15%. Rispetto ad un anno prima, quando le vendite erano di 22.380 copie, occorre quindi recuperare altre 1.668 copie. Balzo modesto appena sotto il 2% per Il Giornale, che risale a 29.924 copie, ben al di sotto delle 36.112 copie del luglio 2021 (meno 17,1%).

Boom per gli sportivi. Contrastati gli economici. Bene la stampa locale

Tra i quotidiani sportivi, La Gazzetta dello Sport consolida il suo primato di testata più letta del settore sfiorando a luglio le 95.000 copie vendute in edicola, in aumento del 3,4% rispetto alle 91.758 copie di giugno e avvicinandosi alle 103.000 del luglio 2021. Piccolo boom di vendite anche i due concorrenti sportivi, Corriere dello Sport e Tuttosport, che mettono a segno rispettivamente un balzo in avanti del 14,6% e del 17% rispetto a giugno portandosi a 42.486 copie il primo e 27.092 copie il secondo, riducendo entrambi le distanze dai livelli di un anno fa di 46.617 e 28.502 copie.

Andamento contrastato per i quotidiani economici. Il Sole 24 Ore recupera posizioni e aumenta le vendite del 6% su base mensile passando da 23.950 a 25.424 copie a luglio. Il distacco rispetto a un anno fa, quando le copie in edicola erano 31.586, resta ancora ampio. Perde invece colpi Italia Oggi che scende a 6.465 copie con una flessione del 16,2%. Un anno fa le vendite in edicola erano pari erano di quasi 8.000 copie.

Bene anche il settore della stampa locale con una netta prevalenza di testate che a luglio hanno aumentato le copie vendute in edicola rispetto al mese precedente, a conferma di un crescente interesse anche per le notizie legate al territorio.

SNAG Imperia entra in Confcommercio

08 Settembre 2022

Lo SNAG di Imperia è entrato a far parte di Confcommercio. Grazie a questa decisione, d’ora in poi gli associati della struttura SNAG di Imperia, guidata dalla presidente provinciale Tatiana Locchi, potranno beneficiare delle agevolazioni legate all’appartenenza alla Confcommercio provinciale, tra cui un’ampia gamma di servizi essenziali per la loro attività come assistenza fiscale, gestione del personale, consulenza e assistenza su credito, finanziamenti e bandi, corsi di formazione e molto altro.

Commenta il Presidente nazionale dello SNAG, Andrea Innocenti: “Sono soddisfatto per questa decisione, che va nella direzione auspicata dalla Presidenza SNAG fin dal suo insediamento. Specie in questa fase di grandi difficoltà per le edicole, è importante rafforzare il dialogo costruttivo con Confcommercio, in un’ottica di maggiore collaborazione e comunanza d’intenti, nella tutela degli interessi dei nostri associati”.

Sottolinea il Presidente provinciale della Confcommercio di Imperia Enrico Lupi: “L’ingresso dello SNAG nella nostra struttura, oltre ad essere motivo di grande soddisfazione, è la conferma della continua crescita di Confcommercio e di come la stessa sia divenuta, grazie all’impegno di tutti i suoi componenti, un punto di riferimento importante e ben radicato per tutte le imprese commerciali del territorio”.

Dice Tatiana Locchi, Presidente provinciale dello SNAG di Imperia: “Ero in precedenza presidente dello Snag provinciale e ora sono stata rieletta anche in seno alla Confcommercio e non posso che ringraziare i colleghi per la fiducia che hanno riposto nella mia persona. Ulteriore soddisfazione è dettata da questa unione fra lo SNAG e la Confcommercio, che apre alla nostra categoria la possibilità di accedere ad una serie di servizi aggiuntivi di assistenza e incrementa ulteriormente la rilevanza del nostro settore, considerato il fatto che la Confcommercio è una realtà consolidata ed un punto di riferimento per le imprese commerciali. Da parte mia non verrà mai meno l’impegno a sostegno delle esigenze della categoria”.

Vendite quotidiani cartacei: crescono solo gli sportivi

07 Settembre 2022

Nei primi tre mesi del 2022 le vendite di quotidiani (cartacei digitali) sono diminuite dell’8,5% rispetto all’analogo trimestre di un anno prima e del 31,6% rispetto all’analogo trimestre del 2018. La fotografia scattata dall’Agcom – e racchiusa nei dati dell’Osservatorio sulle Comunicazioni relativi al primo trimestre dell’anno – non lasciano intravedere spiragli di luce per il settore dell’editoria e nemmeno per le edicole, che restano il principale strumento di diffusione dell’informazione cartacea.

In attesa di capire quali aiuti metterà in campo il futuro Governo, non resta che prendere atto delle cifre impietose di una crisi strutturale che si trascina ormai da oltre un decennio. Basta considerare che nel corso del primo trimestre 2022, in media, giornalmente, sono state vendute 1,61 milioni di copie di quotidiani. Nello stesso periodo di un anno fa le copie erano state 1,75 milioni, erano 1,94 milioni nel 2020, 2,15 milioni nel 2019 e 2,35 milioni nel 2018.

La stampa locale arretra più di quella nazionale

La flessione delle vendite di quotidiani è generalizzata ma dai dati del primo trimestre 2022 emerge una nuova preoccupante tendenza. A differenza di quanto accaduto negli ultimi anni, le testate locali hanno registrato una flessione delle vendite giornaliere superiore a quella delle testate nazionali. Anzi, hanno registrato addirittura una flessione doppia: meno 11% per le copie locali e meno 5,6% per le copie nazionali rispetto all’analogo periodo 2021.

Più nel dettaglio, dai dati dell’Agcom emerge che le TOP 5 testate nazionali generaliste (in ordine alfabetico: L’Avvenire, Il Corriere della Sera, Il Messaggero, La Repubblica, La Stampa) hanno venduto una media di 448.000 copie cartacee giornaliere nei primi tre mesi del 2022: meno 9,2% rispetto all’analogo periodo del 2021 (in linea con la media del periodo) e meno 34,7% rispetto all’analogo periodo 2018.

Le TOP 10 testate locali (in ordine alfabetico: L’Arena, Dolomiten, L’Eco di Bergamo, Il Gazzettino, Il Giornale di Brescia, Il Messaggero Veneto, La Nazione, Il Resto del Carlino, Il Tirreno, L’Unione Sarda) hanno invece visto una media di vendite giornaliere pari a 310.000 copie cartacee, con un calo del 10,6% rispetto al 2021 e del 28,4% rispetto al 2018.

Le testate locali appaiono ancora più in difficoltà quando si prende in esame la vendita di copie digitali: nei primi tre mesi dell’anno le TOP 5 testate nazionali generaliste hanno venduto una media di 89.000 copie digitali giornaliere, con una modesta flessione dell’1,1% rispetto all’analogo periodo del 2021 mentre le TOP 10 testate locali hanno registrato una media di vendite giornaliere pari a 25.000 copie digitali, con un calo del 5,1% rispetto al 2021. Rispetto al 2018, invece, la variazione appare positiva per entrambe le tipologie di testate, con una performance più brillante per le TOP 10 testate locali (più 50,7%) rispetto alle TOP 5 testate generaliste nazionali (più 18,4%).

Perdono terreno anche le copie digitali

Il 2022 inizia all’insegna della flessione anche per quanto riguarda le vendite di copie digitali, che in ogni caso continuano a rappresentare una quota molto contenuta delle vendite complessive di quotidiani.

Nei primi tre mesi dell’anno la vendita di copie cartacee si è attestata su una media giornaliera di 1,39 milioni di unità, in calo del 9,3% rispetto al primo trimestre 2021 e del 35,5% rispetto al primo trimestre del 2018. Le copie digitali, invece, si sono attestate su una media giornaliera di 210.000 unità, evidenziando una flessione del 2,7% rispetto al 2021, a fronte però di un dato positivo di crescita del 12,7% rispetto al 2018, quando le copie vendute si aggiravano attorno alle 190.000 unità giornaliere.

Nonostante gli sforzi degli editori per incrementare le copie digitali, il quotidiano online non riesce a decollare e continua a restare ai margini, sia delle scelte dei lettori sia nei conti economici delle società editrici. Appare evidente che le politiche di prezzo aggressive adottate per spingere gli abbonamenti digitali, con promozioni al limite della svendita, sembrano non essere di alcun aiuto.

Secondo l’Agcom, inoltre, “appare opportuno osservare come la distribuzione delle vendite di copie digitali appaia maggiormente concentrata rispetto a quella cartacea: le prime cinque testate del segmento digitale rappresentano poco meno del 60% delle copie complessivamente vendute nel primo trimestre del 2022, mentre il corrispondente valore per la versione cartacea quasi si dimezza (34,4%)”.

In crescita solo gli sportivi

In un mercato editoriale caratterizzato da un calo generalizzato nelle vendite di quotidiani sia cartacei che digitali, sia nazionali che locali, si salvano unicamente le testate sportive. Nel complesso, le vendite di copie cartacee di Gazzetta dello Sport, Corriere dello Sport e Tuttosport hanno evidenziato nei primi tre mesi dell’anno un incremento del 7,1% rispetto all’analogo periodo 2021. Il bilancio rispetto al 2018 resta invece fortemente negativo (meno 44,8%) considerando le forti flessioni delle vendite registrate durante la pandemia quando anche lo sport aveva dovuto prendersi una pausa.

Si segnala inoltre la flessione a doppia cifra per i quotidiani economici: Il Sole 24 Ore e Italia Oggi vedono nel complesso un calo delle vendite di copie cartacee dell’11,5% (sopra la media del periodo) rispetto a un anno prima. Rispetto al 2018 la flessione delle vendite per gli economici arriva quasi al 50%: allora la media giornaliera era di 103.000 copie, mentre nei primi tre mesi del 2022 si è scesi a 56.000.

Infine, relativamente al campione preso in considerazione da ADS, l’analisi di Agcom per operatore vede, in termini di copie complessivamente vendute da inizio anno, GEDI quale principale gruppo editoriale con una quota di mercato del 20,6%, seguito da Cairo/RCS (17,7%) e da Caltagirone Editore e Monrif Group (rispettivamente con l’8,8% e l’8,5%).

Indagine SNAG sulle edicole in Italia

02 Settembre 2022

Quante sono le edicole attive nel nostro Paese? Dove sono dislocate? Quante ne chiudono ogni anno? Dove sta andando il settore? Domande fondamentali per tutelare un comparto che sta pagando a caro prezzo la crisi della carta stampata e che resta comunqune strategicamente indispensabile per garantire il diritto alla pluralità dell’informazione degli italiani.

Per colmare questo vuoto statistico, SNAG ha sentito la necessità di realizzare la prima indagine sulle edicole in Italia. Basandosi sui dati Infocamere, prendendo quindi in considerazione i codici ATECO di attività, è riuscita a tracciare un profilo generale del settore.

Riportiamo di seguito l’articolo di ItaliaOggi – pubblicato lo scorso 11 agosto 2022 – che sintetizza i risultati dell’indagine SNAG.


Edicole, in Italia sono 12.344
La proposta: un bonus per chi apre o rileva un chiosco
Di Marco A. Capisani - ItaliaOggi del 28 agosto 2022

Le rivendite di quotidiani e periodici sono in Italia 24.596 ma di queste solo 6.435 sono edicole che vendono esclusivamente prodotti editoriali mentre altre 5.909 sono edicole che offrono pubblicazioni in misura prevalente, insieme ad altri prodotti di differente natura commerciale (in tutto 12.344 quelle vere e proprie). Ci sono poi, soprattutto, 8.723 negozi che rappresentano punti vendita non esclusivi, come alcune tabaccherie, e i restanti 3.529 che sono i cosiddetti punti vendita promiscui, per cui la stampa è solamente un’attività secondaria (per esempio certi piccoli alimentari).

A marzo scorso però, rispetto allo stesso mese del 2021, sono le edicole esclusive ad essere scese maggiormente di numero (-540), seguite da quelle con attività prevalente in calo di 317 negozi. Insieme, le due categorie assorbono l’85% di tutte le chiusure del network di vendita dei giornali, secondo un’indagine Snag (Sindacato nazionale autonomo giornalai aderente a Confcommercio), basata su dati Infocamere, che ha l’obiettivo di mappare per la prima volta con precisione la copertura del territorio nazionale da parte di distribuzione e vendita delle testate. Anche se il numero delle edicole non esclusive (in calo di 149 unità) e di quelle con attività secondaria (-78) può rimanere “sovrastimato dal 10% fino al 20%” spiega a ItaliaOggi Andrea Innocenti, presidente Snag. “Non è detto infatti che queste ultime due categorie continuino a vendere giornali o a ricevere le forniture, pur rimanendo lo stesso codice Ateco”.

Comunque, stando ai numeri ufficiali, esistono nella Penisola 2.466 comuni con una sola edicola ma ce ne sono altri 2.100 che non hanno neanche un negozio di giornali. Il rapporto più basso tra numero di edicole e numero di abitanti è al Sud, in particolare e nell’ordine in Sicilia, Basilicata e Calabria. Gli scenari migliori, di contro, spiccano in Liguria, Toscana, Sardegna ed Emilia-Romagna.

“La crisi del network retail è partita coi primi anni Duemila, quando nel 1999 c’è stata la liberalizzazione delle edicole e, subito dopo, con l’inizio del progressivo calo nelle vendite dei giornali”, sottolinea Innocenti. “Oltre alle chiusure, il mercato di oggi vede poi un altro trend significativo: la trasformazione delle edicole da esclusiva a chioschi ad attività prevalente, che cercano di offrire una gamma diversificata di servizi per sostenere le entrate. E questa evoluzione non è da criticare, purché i nuovi servizi integrino e non sostituiscano di fatto la vendita dei giornali, motivo per cui viene concesso l’utilizzo del suolo pubblico”.

A conferma della tendenza prolungata delle chiusure, bastano i dati relativi agli ultimi anni che hanno visto i punti vendita scendere a quota 25.787 a marzo 2020 dai 28.577 di un anno prima per arrivare a marzo del 2021 sui 25.680. Quindi, tra il 2020 e il 2019 hanno abbassato la saracinesca in 2.790 e, tra il 2021 e il 2020, in soli 107 (al netto di aperture e nuove gestioni).

“Il totale delle chiusure 2022 sul 2021 ha ripreso a salire, sulla soglia delle 1.084, ma dopo un 2020 anomalo perché il sistema dei ristori e il blocco dei licenziamenti hanno posticipato alcune cessazioni di attività. Di conseguenza, il dato di chiusure del 2021 contiene un rimbalzo negativo dal 2020” chiarisce il presidente Snag. “Va sottolineato che rimaniamo ugualmente al di sotto del trend pre-pandemico, il che vuol dire che l’introduzione del tax credit ha portato molti benefici”. Ragion per cui il Sindacato nazionale autonomo giornalai chiede non solo di rafforzare la misura con un innalzamento delle risorse percepibili dal singolo esercizio e un ampliamento delle spese coperte (visto che la media dei crediti riconosciuti è stata nel 2021 di 2.700 euro), ma anche di renderla strutturale (l’intervento non è più previsto dal 2023).

Inoltre, rilancia subito Innocenti, “dobbiamo iniziare subito a ragionare su un dato finora trascurato: il numero delle edicole che aprono. Sono 460, per esempio, quelle nate o che hanno cambiato proprietà a marzo 2022, tra esclusive e prevalenti. Vanno sostenute per controbilanciare le chiusure inevitabili. L’idea è, perciò, quella di un bonus “nuova edicola” per chi apre o rileva un punto vendita”. Tanto più che, sempre secondo l’indagine Snag, il 40% delle edicole è un’impresa femminile e solo il 9% è gestito da under 40, ponendo “la duplice sfida di sostenere e incentivare due categorie particolari di lavoratori” conclude Innocenti che, a proposito di giovani, ripartirà a settembre col progetto già collaudato di portare gli studenti delle scuole secondarie a visitare le edicole per far conoscere il ciclo di vita del prodotto editoriale.


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