Ultime notizie

Home / news

Toscana: nuovo bando per le Imprese commerciali nei centri storici

24 Gennaio 2022

Scade il 4 febbraio il nuovo bando approvato dalla Regione Toscana che prevede contribuiti a fondo perduto in favore delle Imprese commerciali, turistiche e della ristorazione localizzate nei centri storici dei comuni toscani (Del. n. 1348 del 13 dicembre 2021, Bur n. 51 del 22 dicembre 2021).

La Regione mette a disposizione del presente intervento risorse totali per € 18.269.669. Il contributo va a parziale ristoro della riduzione dei ricavi a quelle imprese che per effetto dell’epidemia e delle conseguenti misure di contenimento adottate hanno registrato una riduzione o sospensione delle attività.

Oltre alle Imprese commerciali, turistiche e della ristorazione ubicate nei centri storici dei Comuni toscani, hanno diritto ad accedere al bando anche le Imprese ubicate nei Comuni termali e nei Comuni che sono stati classificati “zona rossa” nel periodo dal 21-03-2021 al 17-04-2021.

I richiedenti possono presentare domanda per il contributo solo a condizione che l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi dal 1° gennaio 2020 al 31 dicembre 2020 sia inferiore di almeno il 30% rispetto all’ammontare del fatturato e dei corrispettivi realizzati nel periodo dal 1° gennaio 2019 al 31 dicembre 2019.

L’aiuto a fondo perduto è pari a € 2.500,00 e può essere cumulato con eventuali aiuti già ricevuti a valere su precedenti bandi “ristori” della Regione Toscana, fino alla concorrenza della riduzione in termini assoluti del fatturato dichiarato. In questo caso i beneficiari saranno collocati in fondo alla graduatoria.

La domanda deve essere inviata fino alle ore 17.00 del 4 febbraio 2022. Deve essere redatta esclusivamente on line, previo accesso tramite credenziali SPID Livello 2 o CNS al sistema informativo disponibile all’indirizzo: https://bandi.sviluppo.toscana.it/ristoricentristorici/

Alla paginahttps://www.sviluppo.toscana.it/ristori_centri-storici è possibile trovare i link utili e tutte le informazioni dettagliate in merito a tale bando.

Green pass: “Edicole penalizzate, la norma è confusa”

24 Gennaio 2022

Di seguito il testo dell’intervista al Presidente SNAG, Andrea Innocenti, apparsa sul Corriere della Sera di domenica 23 gennaio 2022.

Andrea Innocenti, Presidente di SNAG, il Sindacato Nazionale Autonomo Giornalai, dal primo febbraio anche le edicole dovranno controllare a tutti il green pass?
C’è una confusione estrema, che è difficile capire ed è difficile spiegare.
L’obbligo vale per tutte?
Ci sono molte interpretazioni errate, dovute al fatto che la norma è stata scritta in modo poco chiaro. Per quelle all’aperto non ci sarà bisogno di esibire il green pass. Invece nelle edicole-punti vendita dove c’è l’accesso del pubblico in un luogo chiuso, ma anche nelle edicole più moderne che hanno un ingresso pur essendo all’aperto, sarà richiesto.
Cosa ne pensa?
Penso che certe disposizioni andrebbero fatte con maggior criterio. Anche perché i giornali vengono venduti pure alla grande distribuzione, dove invece non c’è l’obbligo. La mia preoccupazione è che con la richiesta di green pass ci sia un aumento di calo delle vendite, che già è drammatico. Inoltre si creano disparità.
Pensa che anche nelle edicole al chiuso il green pass non dovrebbe essere richiesto?
Penso che sia comunque un’assurdità. Le edicole al chiuso sono state equiparate al commercio dei negozi. Ma a comprare un giornale ci impiego 30 secondi, in un negozio di calzature o abbigliamento ci passo del tempo, e allora lì capisco l’obbligo. Ecco perché ritengo che sia stato un errore e che questo Dpcm sia stato formulato con estrema leggerezza. Forse, se ci avessero interpellato un minuto prima di scriverlo, avremmo dato un contributo di chiarezza maggiore. C’è un’altra cosa che devo accertare…
Quale?
Sembrerebbe che i rivenditori che devono chiedere il green pass possono fare dei controlli a campione: sarebbe un’altra assurdità che aumenterebbe l’incertezza. Tutte queste cose fatte con leggerezza vanno contro la rete di vendita.
Cosa dicono i suoi colleghi edicolanti?
Sono molto preoccupati: rischiamo, sia per l’introduzione dell’obbligo di green pass sia soprattutto per tutta questa confusione, un ulteriore calo di vendite di giornali quotidiani e periodici.

Green pass per le edicole al chiuso: misura discriminatoria

20 Gennaio 2022

L’idea di introdurre – dal primo febbraio – l’obbligo di green pass per chi entra in un’edicola al chiuso a comprare un giornale non piace proprio.

“Per me è tutto sbagliato. La vendita dei giornali non viene certo facilitata e in più si creano disparità. Ho paura che questa decisione possa avere una forte ripercussione anche sulle vendite, è stata fatta con troppa leggerezza”, afferma Andrea Innocenti, Presidente SNAG, in un’intervista a QN La Nazione (sopra la foto dell'articolo).

Bisogna premettere che per ora non c’è nulla di definitivo. Il nuovo DPCM atteso in giornata non ha ancora emesso alcun verdetto. Le indiscrezioni finora emerse indicano però la possibilità che il Governo introduca, a regime, un doppio binario: nessun obbligo di green pass per chi acquista giornali presso chioschi che vendono all’aperto e obbligo di green pass per chi entra in un’edicola al chiuso.

Le testimonianze dei rivenditori raccolte da QN La Nazione evidenziano preoccupazione e disapprovazione per una decisione che andrà a colpire un settore alle prese con una contrazione cronica delle vendite di giornali, spesso in bilico per la sopravvivenza.

“La nostra è una clientela piuttosto anziana. Se dobbiamo controllare il green pass si rischia di fare una coda fuori dal negozio per tutto l’isolato”, dice la rivenditrice Stefania Donati, che aggiunge: “Con queste nuove regole, sinceramente ho anche paura di perdere clienti, che la gente vada dove può prendere il giornale senza aspettare”.

Ancora più esplicito Pierluigi Guidi, secondo cui “Ci sarà una grande disparità di trattamento, credo che metterò un banchino alla porta, almeno cercherò di servire tutti subito”. E aggiunge: “Non capisco però come mai alle persone dentro i supermercati, che sono migliaia, non si chiede questo controllo. Nelle edicole le persone stanno pochissimo, entrano, comprano e vanno via. Non capisco questa decisione”.

A Firenze perse quasi 200 edicole in 7 anni

17 Gennaio 2022

Gli italiani comprano sempre meno giornali cartacei e le edicole scompaiono, o si adattano a vendere. Solo a Firenze e provincia, secondo quanto risulta allo SNAG, nel 2015 si contavano 680 edicole. Oggi ne sono rimaste 498. Ciò significa che in sette anni ne sono scomparse quasi 200, circa un terzo.

Alla chiusura delle edicole nel capoluogo toscano è stato dedicato un interessante articolo comparso oggi su corrierefiorentino.it (clicca qui per leggerlo): Firenze, la strage delle edicole: 200 chiusure negli ultimi 7 anni: “Una lenta strage che racconta il cambiamento culturale del nostro Paese e la tendenza a leggere sempre meno i giornali di carta”.

“Tanti spazi rimasti vuoti, muri al posto delle edicole, chioschi chiusi e mai più riaperti, oppure edicole sostituite da altri negozi. E poi le edicole del centro storico, che vendono sempre meno giornali e sempre più souvenir. E chi resta aperto fa sempre più fatica ad andare avanti”, si legge nell’articolo.

«Una volta, un edicolante riusciva a far campare una famiglia intera, oggi fatica a mantenere se stesso», commenta Cesare Magnani, vicepresidente nazionale SNAG, che poi aggiunge: “Se la gente legge sempre di meno non credo sia soltanto una questione fisiologica, ma anche di qualità del prodotto”. E per superare le difficoltà viene richiesto un ampliamento della merceologia da mettere in vendita, allargata anche a “prodotti tipici gastronomici e non solo”, legati al territorio.

Nell'articolo si sottolinea che “per aiutare le edicole, il Comune di Firenze ha messo da tempo in campo azioni specifiche, innanzitutto con alleggerimenti fiscali, ma anche con iniziative mirate a portare più persone possibili dentro le edicole. È stata infatti concessa – spiegano da Palazzo Vecchio – la possibilità alle edicole di diventare Punti decentrati anagrafe, e quindi poter fare anche i certificati comunali. Concessa anche la possibilità di vendere biglietti per il Maggio musicale fiorentino. In appoggio alle edicole anche altre iniziative, come quella di potervi ritirare le vetrofanie della sosta nei mesi del 2021 più difficili per il Covid”.

Insomma, le edicole scompaiono proprio quando la Pubblica Amministrazione e i cittadini si rendono conto della loro utilità. Come precisa l’assessore alle attività produttive del Comune di Firenze, Federico Gianassi, "sono un presidio prezioso, economico e lavorativo, ma anche sociale e culturale per la promozione e la diffusione dei giornali. Sono luoghi che promuovono informazione e cura del territorio e in cui si possono trovare sempre più servizi per il cittadino. Per questo con il sindaco Nardella abbiamo messo in campo azioni per aiutare queste attività e continueremo su questa strada".

Fondi 2020 all'editoria, chi sono i destinatari

17 Gennaio 2022

Il Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio ha pubblicato sul proprio sito gli elenchi dei giornali e dei periodici beneficiari dei contributi diretti in riferimento all’anno 2020. Dai dati appare in leggero incremento il numero dei percettori, che nel 2020 sono stati 108, contro i 96 del 2019.

Tra le imprese editrici di quotidiani e periodici editi e diffusi in Italia, spetta al settimanale Famiglia Cristiana l’importo maggiore dei contributi, pari a 6 milioni. Seguono il quotidiano Libero e Avvenire con circa 5.4 milioni euro. Poco più di 4 milioni vanno a Italia Oggi, mentre Il Manifesto si attesta a 3,1 milioni e Il Foglio a 1,8 milioni.

Tante le testate locali che hanno ottenuto il contributo. In particolare, circa 2,2 milioni sono andati al Corriere di Romagna e Cronaca qui. Al Quotidiano del Sud sono stati assegnati poco meno di 3,7 milioni mentre 1,4 milioni sono stati riconosciuti a Il Cittadino e 1,2 milioni al Quotidiano di Sicilia. Le cifre man mano scendono fino ai 42.615,50 euro di contributi per Parola di vita e ai 37.754,81 euro per la Gazzetta di Foligno.

Una parte di contributi è stata destinata alle imprese editrici di quotidiani e periodici espressione di minoranze linguistiche. In questo caso sono nel complesso nove le testate che hanno ricevuto contributi, una in più dell’anno precedente: 5 in lingua tedesca e 4 in lingua slovena. Il contributo maggiore spetta anche nel 2020 a Dolomiten con 6.176.996,03 euro.

Sono invece 5 le testate destinatarie di contributi elargiti alle imprese editrici di quotidiani italiani diffusi all’estero. Come in passato si tratta di La Gente d’Italia - Cronache degli italiani nel mondo (USA e Uruguay) che ha ricevuto la cifra più alta di 953.981,97 euro. Le altre testate sono America Oggi (Stai Uniti), Corriere Canadese (Canada) oltre ai due quotidiani croati La Voce del Popolo (Croazia) e La Voce d’Italia (Croazia).

Sono prevalentemente locali o di ispirazione religiosa le 15testate destinatarie di contributi a periodici editi in Italia e diffusi prevalentemente all’estero. Tra queste si segnalano Il Messaggero di Sant’Antonio (95.760,00 euro) e Bellunesi nel mondo (44.809,31).

Sono 27, due in più dell’anno precedente, le testate beneficiarie dei contributi inerente l’editoria speciale periodica per non vedenti e ipovedenti. L’importo più consistente va alla Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti – Onlus Presidenza nazionale e alla Unione Nazionale Italiana Volontari pro ciechi u.n.i.vo.c. – onlus di Reggio Emilia con 100.000,00 euro cadauno, seguite da l’Associazione disabili visivi Onlus con 97.957,90 euro. Tutte e tre le associazioni hanno in pubblicazione diversi periodici. Al periodico Fenicotteri, edito dalla Associazione Biblioteca multimediale della Sardegna - Onlus, spetta invece il contributo più basso in assoluto tra tutti i vari elenchi di testate, pari a poco più di 4.000 euro.

Con riferimento, infine, ai contributi a periodici editi dalle associazioni dei consumatori e degli utenti, le testate sono le stesse 9 dell’anno precedente. Federconsumatori, Centro Tutela Consumatori Utenti, e Unione Nazionale Consumatori vedono uno stanziamento di 51.645,64 euro ciascuno. Consumers’ News del Movimento Consumatori incassa invece il contributo più basso, pari a 8.550 euro.

Cresce la pubblicità su quotidiani e periodici

14 Gennaio 2022

Novembre è stato un mese positivo per gli investimenti pubblicitari, cresciuti in generale del 2,7% rispetto al mese precedente, come emerge dai dati diffusi da Nielsen.

Si rafforza, dunque, il trend positivo visto nel 2021. Con riferimento al periodo gennaio-novembre, nel complesso il mercato pubblicitario ha messo a segno un progresso del 15,2% rispetto al precedente periodo, recuperando il forte calo del 2020, anno segnato dalla pandemia.

Da segnalare che a novembre sono aumentati gli investimenti sia sui quotidiani che sui periodici, con incrementi dell’1,3% e del 2,3% rispetto al mese precedente. Positivo anche il bilancio dei primi 11 mesi 2021 con la pubblicità salita del 4,7% sui quotidiani e del 3,3% sui periodici.

Quanto agli altri mezzi, si registra un calo del 3,2% a novembre per la pubblicità sulla tv ( 17,6% negli undici mesi), mentre con un 11% tornano positivi gli investimenti sulla radio ( 9,8% negli undici mesi) e si confermano in forte aumento quelli sul web che da inizio anno salgono del 16,4%.

2021 anno di ripresa per gli investimenti pubblicitari

Il 2021 si conferma dunque un anno positivo per il mercato pubblicitario italiano, un trend a cui ha contribuito anche il bonus pubblictà sugli investimenti promosso dal Governo a sostegno del settore editoriale.

“Ci si avvicina alla fine dell'anno con una ripresa consolidata e solida in autunno. La crescita nei tre mesi è stata del 4,7%, tornando lentamente a una linea positiva di lungo periodo”, ha dichiarato Alberto Dal Sasso AIS Managing Director di Nielsen, sottolineando che “anche in confronto al 2019, infatti, siamo a un 0,9% che - ad un mese dalla chiusura dell’anno - dovrebbe confermare il trend sin qui individuato".

Previsioni incerte per il 2022

La quarta ondata di Covid che l’Italia sta vivendo in questo periodo, unita al rallentamento della crescita economica atteso per il 2022 e all’impennata dei costi energetici e delle materie prime che stanno facendo lievitare i costi per le aziende, lasciano prevedere una frenata per gli investimenti pubblicitari per l’anno in corso.

A lanciare l’allarme è stato Lorenzo Sassoli de Bianchi, presidente UPA, Utenti Pubblicità Associati, sottolineando che “l’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime peserà sui bilanci di tanti inserzionisti” e che quando le imprese devono “tagliare, la prima voce su cui intervenire è spesso quella della comunicazione pubblicitaria”.

A inizio dicembre il Centro Studi UNA (Aziende della Comunicazione Unite) e la società Media Hub avevano già previsto per il mercato pubblicitario una crescita del 5,2% nel 2022 a 9,216 miliardi di euro, un incremento più che dimezzato rispetto al 11,8% indicato per il 2021 (8,759 miliardi).

Giornali, aumenti di prezzo in agguato

13 Gennaio 2022

In Francia si sono già mossi. I principali giornali d’Oltralpe hanno già aumentano, in media di 20 centesimi, il loro prezzo di copertina. Le Figaro, Le Monde e Le Echos hanno portando il prezzo da 3,00 a 3,20 euro e anche altre testate francesi hanno annunciato che seguiranno lo stesso esempio.

Una scelta quasi obbligata e scontata di fronte ai continui aumenti del costo delle materie prime e dell’energia che stanno mettendo in ginocchio l’industria cartaria.

In Italia per ora ha fatto da apripista il gruppo Gedi che, un po’ in sordina, ha deciso di aumentare a 3,00 euro il prezzo di Repubblica nel fine settimana, quando il quotidiano esce con un’offerta editoriale arricchita (al sabato abbinato al settimanale femmine D e alla domenica a l’Espresso e Robinson).

Ora si apprende che anche Panini Comics ha deciso di rivedere verso l’altro i prezzi dei suoi prodotti giustificando la decisione direttamente ai suoi lettori.

Cari lettori e lettrici,
la situazione di grande difficoltà di questi ultimi due anni ha determinato, come ormai ben saprete, una serie di problemi legati all’approvvigionamento di materie prime, nonché sensibili rincari sulla carta e più in generale sui costi di produzione, ormai non più sostenibili, dei nostri libri e fumetti. Queste circostanze porteranno all’aumento di prezzo di alcune nostre pubblicazioni, a partire dai prossimi mesi.
Nell’affrontare questa pesante ondata di rincari delle materie prime, sarà tuttavia nostra premura limitare il più possibile l’entità di questi aumenti.

Ciao Vincenzo!

12 Gennaio 2022

È deceduto, domenica 9 gennaio, Vincenzo Palmeri, tra i fondatori dello SNAG Nazionale. Il nostro affetto e le nostre più sentite condoglianze vanno alla famiglia e anche ai tanti amici e colleghi che in queste ore ne piangono la scomparsa.

Per molti anni ha gestito l’edicola in via Orbassano a Torino, seguendo con passione e dedizione le problematiche della rete di vendita del Nord Ovest, diventando un punto di riferimento importante per gli Associati SNAG di quest’area.

Sempre presente e attivo nel nostro sindacato, Vincenzo si era ritagliato uno spazio importante nella nostra associazione diventando componente della Giunta Nazionale e del Consiglio Nazionale dello SNAG.


Ciao Vincenzo, grazie per il tuo impegno e la tua amicizia. Ci mancherai e sarai insostituibile!

Crescono le copie digitali, ma la carta resiste

12 Gennaio 2022

Le vendite in edicola diminuiscono, come testimoniano anche gli ultimi dati ADS, ma gli abbonamenti digitali aumentano: e così, alla fine del 2021, Il Corriere della Sera, il maggiore quotidiano nazionale del nostro Paese, può tracciare un bilancio positivo e festeggiare il traguardo di oltre 550.000 lettori al giorno.

Complice la pandemia – oltre che l’aggressiva politica di sconti adottata dall’Editore – già nel 2020 le sottoscrizioni del Corsera in formato digitale erano quasi raddoppiate, passando da 170.000 a 308.000, si legge in un articolo su corriere.it. Nel corso del 2021, il trend di crescita è proseguito, anche se in maniera più debole, con un ulteriore incremento ( 23%) fino a raggiungere quota 380.000 abbonamenti digitali.

A questi, vanno a sommarsi le circa 173.000 copie cartacee acquistate in edicola in media nel 2021 (secondo i dati ADS), per un ammontare complessivo di 553.000 lettori al giorno per lo storico quotidiano di via Solferino.

La crescita dei ricavi non segue quella dei lettori

Commenta l’articolo: “Un traguardo del quale ringraziare la comunità – attenta, partecipe, giustamente esigente – dei lettori più affezionati. E un punto di partenza, specie se si osserva la platea, più vasta, di coloro che hanno fruito dei contenuti della nostra testata, quest’anno. Una platea da primato: 29 milioni di utenti unici medi al mese sul sito, con un picco a maggio di 32,7 milioni – senza contare coloro che hanno letto e condiviso contenuti sui nostri social (1,2 milioni i follower solo su Instagram, 34% in un anno) o via newsletter, o ascoltato i nostri podcast sulle piattaforme audio”.

Un traguardo senza dubbio importante in termini di lettori anche se sarebbe altrettanto importante capire, a livello di fatturato, l’impatto di questo progressivo spostamento dalla carta stampata al digitale, specie considerando che la maggior parte dei ricavi degli editori continua ad arrivare dalle vendite cartacee in edicola. Gli abbonamenti digitali hanno infatti un costo inferiore e spesso vengono offerti a prezzi stracciati, per periodi più o meno lunghi, per incentivare la sottoscrizione.

Le Monde e l'escalation del digitale

D’altronde, però, la corsa verso il digitale pare inarrestabile, come emerge in maniera sempre più evidente guardando a quanto avviene fuori dai confini nazionali. Le Monde, il quotidiano più diffuso d’Oltralpe, ha festeggiato a fine 2021 l’anniversario dei 77 anni dalla sua fondazione superando per la prima volta il record dei 500.000 abbonati.

Un record trainato soprattutto dal boom dell'online. Degli oltre 500.000 abbonamenti, 414.000 sono digitali e appena 87.000 cartacei, a cui si aggiungono le circa 30.000 copie al giorno vendute in edicola (di cui 4.000 vendute fuori dalla Francia).

Ripercorrendo in un lungo articolo l’evoluzione delle vendite lungo i suoi tre quarti di secolo di vita, il quotidiano francese ricorda che il record di copie cartacee vendute risale al 1981, ben 343.000, un dato che non sarà mai più raggiunto. Nel 1993 per la prima volta gli abbonamenti cartacei superano quota 100.000 raggiungendo il picco di 137.000 sottoscrizioni nel 2006: un incremento decisamente lento.

La carta resiste

L’arrivo del digitale scompagina gli equilibri. Nel 2010 il gruppo decide di introdurre gli abbonamenti digitali a pagamento. È l’inizio della svolta (vedi grafico a fianco).

Dopo una partenza in sordina, nel 2014 le sottoscrizioni all'edizione online iniziano a decollare. Nel 2016 superano, per la prima volta, quota 100.000 (e sorpassano anche gli abbonamenti cartacei, che però mantengono nel tempo un loro zoccolo duro di lettori). A marzo 2019 sfondano quota 200.000. Un anno dopo, ad aprile 2020, sono già sopra quota 300.000. A settembre 2021 varcano anche il livello di 400.000.

Una escalation rapidissima che porta, nel giro di pochi anni, gli abbonamenti digitali ad essere quattro volte quelli cartacei. Una escalation che non è ancora destinata ad esaurirsi visto cheLe Monde conferma l'obiettivo di 1 milione di abbonamenti entro fine 2025, ossia nei prossimi 4 anni. 

Non altrettanto può dirsi dei ricavi. Scrive Le Monde a conclusione del suo lungo articolo: “I ricavi della distribuzione rappresentavano nel 2020 il 68% del fatturato della Société éditrice du Monde (contro il 22% della pubblicità): il 25% proveniva dagli abbonamenti digitali, il 23% dalle vendite individuali e il 20% dagli abbonamenti “cartacei”. Mentre la quota del digitale dovrebbe aumentare considerevolmente nel 2021, la carta resiste e non è ancora pronta per cedere il passo all'all-digital”.

Novembre in caduta per i quotidiani in edicola

11 Gennaio 2022

Gli ultimi dati rilasciati da ADS (Accertamenti Diffusione Stampa) testimoniano l’ulteriore frenata nelle vendite cartacee di quotidiani in edicola, con La Repubblica che scivola sotto le 100.000 copie.

L’ammiraglia del gruppo GEDI, il più importante editore italiano, ha totalizzato a novembre vendite in edicola pari a 97.520 copie, contro le 103.531 di ottobre e le 114.333 di inizio anno (gennaio 2021). Restando sempre nel gruppo GEDI, vendite in flessione anche per La Stampa con 66.302 copie, a fronte delle 68.262 di ottobre e delle 75.628 di gennaio. Situazione analoga per Il Secolo XIXche archivia novembre con 22.784 copie vendite in edicola, meno delle 23.500 di ottobre e, soprattutto, delle 27.392 di gennaio.

La frenata delle vendite coinvolge anche il quotidiano più letto d’Italia, Il Corriere della Sera, che a novembre si ferma a 147.579 copie vendute in edicola, contro le 151.290 di ottobre e le 165.990 di gennaio. Il Messaggero si difende ma scende a 50.334 copie a novembre, dalle 52.400 circa del mese precedente e di gennaio. Solo una leggera limatura per Avvenire, il quotidiano di ispirazione cattolica, con 5.173 copie a novembre, all’incirca in linea con le 5.264 di ottobre e le 5.575 di gennaio.

In lieve correzione le testate del gruppo Riffeser. A novembre QN-Il Resto del Carlino si assesta a 63.522 copie, 1.000 in meno rispetto a ottobre (ma contro le 72.112 di gennaio). Variazione minima rispetto al mese precedente per QN-La Nazione con 43.086 copie (43.715 ad ottobre), in calo però rispetto alle 49.053 di gennaio. Idem per QN-Il Giorno con 19.709 copie in edicola, poco meno delle 20.062 di ottobre e delle quasi 22.000 di gennaio.

Con l’unica eccezione de La Verità, che vede le vendite in edicola salire di una manciata di copie (da 27.372 di ottobre a 27.699 di novembre), le altre testate politicamente schierate evidenziano una contrazione. In particolare, Il Fatto Quotidiano si assesta a 23.190 copie, poco meno delle 23.949 del mese precedente ma ben sotto le quasi 30.000 di inizio anno. Il Giornale perde quasi 1.000 copie rispetto a ottobre e si ferma a quota 31.886, in drastico calo rispetto alle quasi 44.500 dello scorso gennaio. Libero scende poco sotto le 19.000 copie da 19.842 di ottobre e a fronte delle 22.748 copie mensili con cui aveva inaugurato il 2021. Zoccolo duro di lettori, invece, per Il Manifesto che a novembre si assesta a 6.458 copie, poco sotto le 7.023 di ottobre e le 7.608 di gennaio.

Lieve flessione anche per le due testate economiche. Il Sole 24 Ore scende a novembre a 30.334 copie da 30.848 di ottobre (erano 34.547 a gennaio) mentre Italia Oggi scende a 7.181 copie da 8.255 di ottobre (erano 7.783 a gennaio).

Novembre non è stato un mese positivo nemmeno per i quotidiani sportivi. La Gazzetta dello Sport si è attestata a 78.296 copie vendite in edicole dalle 82.113 di ottobre, in ripresa comunque rispetto alle 65.093 di gennaio. Il Corriere dello Sport scende a 37.711 copie dalle 39.203 di ottobre e Tuttosport a 21.532 copie da 22.231 di ottobre.

Una manciata di copie in meno rispetto al mese precedente anche per le testate locali, con l’unica eccezione dell’Eco di Bergamo e dalla Gazzetta di Modena.


Risultati 231 - 240 su 523
Pagine:      Precedente   19  20  21  22  23  [24]   25  26  27  28  29  Successiva     »|
SNAG - Sindacato Nazionale Autonomo Giornalai
Codice Fiscale 80108230154
Via San Vito, 24 - 20123 Milano
0286984413
0280298390
@ segreteria@snagnazionale.it

Seguici su: