Ultime notizie

Home / news

L'Editoria muove verso una nuova realtà

29 Novembre 2021

Un Parlamento trasversalmente unito nel sostenere il settore editoriale, dove i distinguo tra destra e sinistra si annullano e prevale il bene di un settore, quello dell’informazione, per il quale “più che di crisi si deve parlare di completa transizione dal tradizionale al digitale”. Con tutti i rischi che ciò comporta.

L’occasione per fare il punto sugli scenari del settore è arrivata dalla presentazione al Senato del libro dell’onorevole Federico Mollicone, L'Italia in scena, a cui hanno partecipato il Sottosegretario per l’Editoria Giuseppe Moles, il Presidente della FIEG Andrea Riffeser Monti e il presidente del Copasir Adolfo Urso, animatore della Fondazione "Fare Futuro” che ha organizzato l’evento.

Un libro che, come lo ha definito il suo autore, vuole essere “un resoconto parlamentate di metà legislatura, della legislatura più pazza del mondo. Per questo mi è sembrato corretto dare il senso di quello che accadeva dentro il Palazzo mentre fuori tutto cambiava”. Nel libro si parla di cultura ed Editoria (ma non solo), delle battaglie per difendere il settore dell’informazione e dell’approccio – diverso – con cui i vari esecutivi che si sono succeduti in questa legislatura hanno cercato di governare la trasformazione digitale della filiera editoriale.

Il sorpasso del digitale sul cartaceo

Lo scenario verso cui il settore si sta dirigendo però è uno solo. “Secondo gli analisti, entro il 2040 in Italia l’informazione giornalistica viaggerà esclusivamente online. Molto banalmente più che di crisi si deve parlare di completa transizione dal tradizionale al digitale. Ciò ovviamente ha dei rischi enormi. Su questo ci siamo confrontati, abbiamo sostenuto editori nazionali, le redazioni, i giornali”, ha assicurato Mollicone. Ricordando che per capire cosa sta accedendo in Italia e in Europa bisogna guardare a cosa è accaduto negli Stati Uniti, dove “nel 2020, in piena pandemia, i tre maggiori giornali hanno registrato un aumento del 20% di abbonamenti digitali a fronte di un ulteriore decremento dei lavoratori del settore impiegati, scesi di altre 4.000 unità. Dal 2008 negli Stati Uniti la platea di giornalisti si è dimezzata da 78.000 a 35.000”.

Se questo è lo scenario verso cui sta andando l’editoria italiana, serve formazione per il nuovo che arriva ma anche scivoli per i pensionamenti affinché le redazioni possano mutare pelle. E servono anche finanziamenti. Su questo fronte, ha ricordato Mollicone, l’Italia è fanalino di coda in termini di incidenza della spesa per l’editoria sul Pil, laddove in Europa la nazione più generosa è la Francia.

Qualcosa tuttavia sta cambiando anche in Italia dove il Fondo straordinario per l’Editoria è stato inserito nella Legge di Bilancio in discussione e segue altri interventi importanti come i fondi per il settore stanziati nel Dl sostegni bis, il bonus edicole raddoppiato, il rifinanziamento degli abbonamenti ai giornali nelle scuole, il recepimento della Direttiva Ue sul Copyright e un ulteriore credito d’imposta per l’acquisto della carta.

Lotta alle fake news e legge delle 3S

Gli Editori non possono che essere soddisfatti di queste iniziative, ma restano le preoccupazioni: “C’è uno studio del New York Times, secondo cui quando non ci sarà più la carta e non ci saranno più le rotative, la profittabilità delle aziende editrici sarà dieci volte quella che era prima. Però dobbiamo passare questa tempesta, siamo in mare aperto. Il Governo deve aiutare le aziende altri 4-5 anni”, ha detto il numero uno della FIEG ringraziando il Sottosegretario Moles e il Parlamento per le iniziative approvate.

Secondo Riffeser, però, gli editori non hanno “bisogno solo di soldi ma anche di ristabilire un rapporto con i lettori”. Per questo ha chiesto al Governo di appoggiare una campagna che porti “ai giovani un iPad a prezzi convenienti e agli anziani un giornale a prezzo scontatissimo”. E ha chiesto anche maggiore tutele per gestire il problema delle fake news. “Faccio un appello a tutte le forze politiche. Questo è il vero tema del futuro. Studi dicono che le fake news hanno superato le notizie vere. Disturbano enormemente la libertà di espressione. Nei social non devono esserci più i profili fake”, ha affermato il capo della FIEG, lanciando la proposta di “una legge delle tre S: chi siamo, chi siete, chi sei”.

Verso la nascita di una Consulta editoria

Premesso che “l’informazione e l’editoria sono un interesse nazionale e in quanto tale vanno difesi, tutelati e sostenuti”, Moles ha rassicurato sugli impegni futuri del Governo insistendo sulla necessità di una soluzione di filiera che non escluda nessuno soggetto.

Il Fondo Straordinario per l’Editoria stanziato nella Legge di Bilancio “è una grande occasione per transitare insieme tutti gli attori e gli stakeholders in quella che è la nuova realtà dell’informazione” e che comprende i nuovi concetti di sovranità digitale, gli interventi pubblici, la trasizione digitale con il PNRR. "Questo dimostra che si può fare parte di forze politiche differenti ma quando si ha a cuore un tema, tutti lavorano insieme per un bene comune”, ha dichiarato Moles.

In merito all’intervento pubblico a sostegno al settore editoriale, Moles ha annunciato che a breve sarà pubblicato sul sito del Dipartimento per l'Editoria uno studio sui finanziamenti all’Editoria nel resto d’Europa e subito dopo verrà costituita “la Consulta dell’editoria in cui verranno invitati tutti, nessuno escluso, gli attori del sistema editoriale. All’interno di questa Consulta dell'editoria faremo nascere una serie di tavoli tecnici su tutti gli argomenti di interesse per il sistema editoriale italiano, dalla digitalizzazione alle fake news, dalla disinformazione al diritto oblio e così via”, ha precisato il Sottosegretario annunciando di aver convocato per giovedì 2 dicembre la prima riunione del nuovo tavolo sull’equo compenso.

Quanto vale il mercato delle fake news?

29 Novembre 2021

Una bambina di Sesto al Reghena, in provincia di Pordenone, è deceduta dopo aver ricevuto una dose del vaccino anti Covid. Una notizia clamorosa che ha fatto in poco tempo il giro del web ed è stata cavalcata dai no vax. Ma non era una notizia vera. Era completamente priva di fondamento. Averla diffusa è stato un gesto ignobile, ha affermato il sindaco del piccolo borgo friulano, e sono già scattate le indagini del caso.

Ecco una fake news creata ad arte per distorcere la realtà. Per frenare il processo di vaccinazioni proprio mentre le autorità invitano gli italiani a sottoporsi alla terza dose del vaccino. Notizie false come questa, insieme a quella secondo cui il vaccino modifica il codice genetico o è velenoso, si propagano in modo veloce in rete. Ma a quale scopo?

Guadagnare followers e attirare pubblicità

Da una recente ricerca condotta da NewsGuard (un’organizzazione che verifica attraverso un pool di giornalisti i siti che pubblicano fake news) e Comscore (un’azienda che misura il traffico internet per migliaia di siti) è emerso che chi pubblica disinformazione incassa miliardi ogni anno dalla pubblicità programmatica, un tipo di investimento pubblicitario online in forte crescita che, attraverso l’acquisizione di dati forniti da cookie e pixel, individua l’utente target e assegna, in modalità automatizzata, spazi pubblicitari.

Insomma, le bufale attirano audience e followers. E di conseguenza fanno da richiamo per gli investimenti pubblicitari. Ecco perchè creare fake news è così redditizio. Ed ecco perchè capita che siano proprio i top brand, a loro insaputa, a fare pubblicità sui siti di fake news, finanziando di fatto la disinformazione online.

Le fake news valgono 2,6 miliardi di dollari

Attraverso la combinazione dei dati di spesa pubblicitaria di Comscore con quelli raccolti da NewsGuard relativi a migliaia di siti che pubblicano ripetutamente notizie false, le due società hanno stimato che circa l’1,7% della spesa per la pubblicità programmatica nei 7.500 siti facenti parte del campione da loro analizzato è andata a siti che pubblicano disinformazione.

Considerando che la spesa mondiale della pubblicità programmatica ha raggiunto i 155 miliardi di dollari, si stima che la spesa pubblicitaria mondiale annua su siti di disinformazione sia pari a 2,6 miliardi di dollari. Soldi che vengono sottratti ai siti di informazione che pubblicano notizie di qualità e che per farlo devono sostenere forti costi in un mercato editoriale sempre più in crisi.

L’obiettivo, dunque, deve essere quello di rendere il mercato delle fake news meno redditizio. Come? Sottraendo i soldi che arrivano dalla pubblicità programmatica. Cosa non semplice fino a quando gli investimenti saranno affidati ad algoritmi che non si possono controllare.

Intelligenza artificiale e intelligenza umana

Il ricorso all’intelligenza artificiale, che oggi blocca le inserzioni su siti pornografici o che incitano all’odio e alla violenza, non riesce a distinguere l’informazione vera dai siti di disinformazione, “che spesso si presenta esattamente come vera e propria notizia”.

Un modo efficace di procedere potrebbe essere quello di “usare l’intelligenza umana, ovvero giornalisti invece di algoritmi" per riconoscere ed evitare siti di disinformazione. NewsGuard, ad esempio, sta usando questa strategia con alcuni top brand a cui sta fornendo una lista di siti inaffidabili su cui non fare pubblicità.

Non solo. Un approccio ancora più produttivo è quello di utilizzare una lista "di siti d’informazione di qualità". "Queste liste di inclusione comprendono redazioni che fanno giornalismo locale di qualità, così come redazioni che si rivolgono alle minoranze (di colore, ispaniche, asiatiche, LGBTQ , per fare qualche esempio). Un recente case study evidenzia come questo approccio – ovvero costruire una lista di inclusione di siti affidabili – porti a CPM inferiori, copertura più ampia, e una percentuale di click superiore del 143%. Semplicemente grazie all’estensione della pubblicità su siti di notizie affidabili", commenta NewsGuard.

Giro di valzer tra testate

28 Novembre 2021

Le voci circolavano da tempo e ora sono arrivate, puntuali, le conferme. L’ultima settimana ha visto la cessione di diverse testate che sono passate di mano tra la preoccupazione di giornalisti e poligrafici che temono, in occasione di ogni trasfermento di proprietà, il rischio di tagli al personale.

Gedi cede La Nuova Sardegna al Gruppo Sae

L’ultima notizia in merito riguarda la cessione de La Nuova Sardegna da parte del gruppo Gedi. A rilevare il quotidiano diretto da Antonio Di Rosa è stato il gruppo Sae. Per ora è stato firmato il contratto preliminare di acquisto mentre la cessione vera e propria sarà perfezionata nei prossimi mesi.

Con questa operazione i due editori chiudono un cerchio. Circa un anno fa, a ottobre 2020, il Gruppo Sae aveva rilevato da GEDI Il Tirreno, La Gazzetta di Modena, La Gazzetta di Reggio e La Nuova Ferrara. Con questa nuova operazione il Gruppo Sae, precisa una nota, prosegue “nella sua strategia editoriale di investimento su autorevoli e storiche testate locali, nella ferma convinzione che l'editoria quotidiana di prossimità, cartacea e digitale, e il patrimonio professionale e umano che essa porta con sé, siano il fondamentale presupposto di un ritorno al futuro per l'intero sistema dell'informazione del nostro Paese".

Mondadori dice addio a Donna Moderna e CasaFacile

Mondadori procede invece con convinzione nella strategia di progressivo disinvestimento dai periodici, suo storico settore di attività, concentrandosi su un comparto in espansione come quello dei libri.

La casa editrice presieduta da Marina Berlusconi ha infatti annunciato la vendita di due testate di punta come il settimanale Donna Moderna e il mensile CasaFacile a Stile Italia Edizioni, il gruppo editoriale che fa capo a Maurizio Belpietro, che nel 2018 aveva già rilevato, sempre da Mondadori, Panorama. L’anno successivo aveva rilevato, ancora una volta dal gruppo di Segrate, un altro gruppo di periodici: Confidenze, Cucina Moderna, Sale & Pepe, Starbene e TuStyle.

Preoccupazione da parte del cdr di Donna Moderna

Grande preoccupazione è stata espressa dal Cdr di Donna Moderna: “In attesa di verificare puntigliosamente le condizioni di questa cessione, il Cdr – si legge in una nota – esprime profonda amarezza per un’operazione che non solo appare come una sconfitta per tutti, ma autorizza e consolida i timori sulle intenzioni della proprietà di attuare nel futuro una totale dismissione di Mondadori Media, uscendo dal business dell’editoria periodica”.

A seguito delle due nuove cessione “Saranno una quarantina i colleghi che lasceranno Palazzo Mondadori, circa un terzo del totale. Con Mondadori Media che passerà dai 117 giornalisti di oggi ai 79 del dopo vendita” prosegue il Cdr.

Nasce L'Edicola del Sud, nuovo giornale di Puglia e Basilicata

26 Novembre 2021

È in edicola dal 24 novembre L’Edicola del Sud, nuovo quotidiano locale in distribuzione in Puglia e Basilicata, edito dalla Ledi di Bari, società del Gruppo Ladisa, la stessa che aveva precedentemente editato in affitto negli ultimi sei mesi La Gazzetta del Mezzogiorno, lo storico quotidiano del Sud che quest’estate ha cessato le pubblicazioni e non è ancora riuscito a ritornare in edicola.

“Questo progetto prende vita come servizio rivolto alla comunità alla quale ci onoriamo di appartenere” si legge nell’editoriale a firma di Annamaria Ferretti, chiamata a dirigere il quotidiano. Che sarà schierato, scrive ancora, “dalla parte della comunità operante ed in difesa delle piccole e medie imprese. Anche degli edicolanti che sentiamo essere un riferimento”.

Per L'Edicola del Sud è stata scelta “una comunicazione semplice e popolare, capace di perseguire l’obiettivo di informarvi correttamente ed in tempo reale, proteggendovi dalle fake news”, ha inoltre precisato Annamaria Ferretti rivolgendosi ai propri lettori.

Il quotidiano si compone di 32 pagine a colori con un focus dedicato alle province pugliesi e in particolare a quelle di Bari e Barletta-Andria-Trani, oltre a un inserto nazionale di 8 pagine denominato L’Italia.

Dopo la recente chiusura de Il Corriere di Como , fa molto piacere apprendere della nascita di una nuova iniziativa editoriale in grado di aumentare e diversificare le fonti di informazione e creare nuovi posti di lavoro.

Il Corriere di Como non è più in edicola

17 Novembre 2021

La chiusura di un quotidiano porta sempre con sé un sentimento di delusione e tristezza. Il pluralismo informativo perde una voce e i lettori perdono una fonte di informazione. È una sconfitta per tutto il sistema editoriale. Ecco perché martedì 16 novembre è stato un giorno triste per l’Editoria, è stato il giorno in cui Il Corriere di Como – edito dalla società Editoriale Srl, controllata dalla Cooperativa Editoriale Lariana – ha mandato in edicola il suo ultimo numero congedandosi dai lettori.

La prima uscita risale al 19 ottobre 1997, quasi un quarto di secolo fa. Undici persone tra giornalisti e poligrafici, più i collaboratori, restano senza un lavoro e una città resta senza un giornale che fin dalla sua nascita è stato punto di riferimento e un attento osservatore di quanto stava avvenendo sul territorio, cogliendone gli aspetti più significativi.

“Purtroppo si è giunti all’attuale realtà dopo anni di sacrifici da parte dei lavoratori che hanno accettato, per il bene del giornale, riduzioni di stipendio, taglio dell’anzianità e pagamenti effettuati con estremo ritardo. Da giorni stiamo lavorando al freddo visto che non è stato pagato il fornitore”, hanno scritto in una nota i dipendenti.

Che hanno provato, ma senza successo, ad opporsi alla chiusura: “Abbiamo chiesto a più riprese al liquidatore di conoscere nel dettaglio chi facesse parte di Cooperativa Editoriale Lariana, chi negli anni passati ha investito cifre nel giornale e se qualcuno avesse pensato a progetti di rilancio. Nessuna risposta chiara ci è mai stata fornita”.

In una nota affidata all’Ansa, l’editore ha parlato di “impegno insostenibile” a causa della pandemia e del “tracollo dei ricavi pubblicitari che ne è conseguito” precisando che ad oggi “non è emerso nessun percorso capace di raggiungere tali obiettivi” di salvaguardia e continuità della testata.

Per l’Editoria in generale, e per la categoria degli edicolanti in particolare, la chiusura de Il Corriere di Como, che segue di qualche mese quella deLa Gazzetta del Mezzogiorno (che non è ancora riuscita a tornare in edicola), è l’ennesimo segnale della profonda crisi che sta vivendo il settore della carta stampata, specie quello della stampa locale, incalzato dall’avanzata del digitale da una parte e, dall’altra, dal procrastinarsi di un’adeguata riforma di rilancio.

I finanziamenti pubblici da soli sono spesso insufficienti per tenere in vita un giornale di provincia, che il più delle volte non può contare sul paracadute di un grande editore. Vendite e pubblicità, entrambe colpite ulteriormente dal diffondersi della pandemia, da sole non bastano a garantire la sostenibilità.

Lo scenario resta sempre più preoccupante, come annunciato qualche mese fa da FILE, l’associazione che raggruppa i piccoli editori. Di fronte al protrarsi dello stato di crisi della stampa locale, e della mancanza di attenzione da parte delle forze politiche e di Governo, File ha lanciato un appello per salvare quelle centinaia di testate che oggi rischiano di fare la stessa "fine ingloriosa" de Il Corriere di Como.

SNAG sollecita la Regione Sicilia a tutelare le edicole

17 Novembre 2021

Le edicole nella crisi pandemica, con grande sacrificio e in condizioni difficili, sono rimaste aperte svolgendo un ruolo essenziale di servizio pubblico, garantendo ai cittadini un’informazione corretta e responsabile.

Di fronte all’ulteriore aggravarsi della crisi economica che ha colpito il settore delle edicole, SNAG sollecita la Regione Sicilia a mettere a disposizione i fondi per il bando già approvato in favore delle rivendite.

“È più di un anno – ha commentato in una nota il Vicepresidente Nazionale SNAG-Confcommercio, Renato Russo – che si attende lo stanziamento dei fondi per le edicole siciliane, così come previsto dalla Legge di Bilancio 2020 della Regione Sicilia. Un ristoro importantissimo in quanto sono a rischio chiusura numerose edicole che costituiscono oggi l’unico baluardo dell’informazione vera e affidabile”.

“Apprendiamo con piacere – aggiunge Russo – che il Governo Musumeci ha approvato la delibera che trasferisce all’IRFIS 200 milioni di euro destinati alle imprese danneggiate prima del lockdown dovuto al Covid-19. Chiediamo, pertanto, che le edicole siciliane non siano dimenticate e che venga pubblicato un bando in tempi brevi per permettere alle stesse, così come è già accaduto per le Case Editrici, di poter godere dello stanziamento dei contributi previsti dalla Finanziaria”.

Importante convenzione SNAG Milano-Confcommercio Milano-M-DIS

16 Novembre 2021

Un’importante convenzione è stata sottoscritta tra SNAG Milano, CONFCOMMERCIO Milano Monza Lodi e Brianza, M-DIS (distruttore Nazionale 100% RCS) titolare della piattaforma PRIMA EDICOLA e CAPAC – Politecnico del Commercio e del Turismo.

La convenzione – di cui troverete tutti i dettagli nel comunicato qui sotto e nelle Convenzioni nell’Area Riservata del nostro sito – ha una grande valenza nel porre le basi per una più forte collaborazione tra filiera editoriale e mondo dell’impresa ed agisce su più livelli.

A Milano i libri della biblioteca si ritirano in edicola

16 Novembre 2021

Considerando il gradimento da parte dei milanesi, è stata offerta alle edicole la possibilità di rinnovare il servizio anche per il 2022, con ulteriori possibilità di miglioramento, tanto più che in questi mesi sono state gestite diverse migliaia di libri con successo e senza criticità.

Il servizio prevede la possibilità da parte delle edicole di una gestione in partenship dei libri presi in prestito dai milanesi presso le biblioteche di Milano, andando così a supportare le 24 biblioteche dislocate sul territorio.

L’iniziativa si è rilevata una grande comodità per i clienti ed ha generato per i punti vendita una piccola ma interessante possibilità di integrare le entrate.

Le edicole attualmente coinvolte sono 30 e vengono individuate sulla base delle esigenze di copertura del “Settore Biblioteche del Comune di Milano”.

Soddisfatto il Presidente di SNAG Provinciale di Milano, Alessandro Rosa: “Assieme ai Servizi Anagrafici, la possibilità di offrire anche gli SPID e firme digitali, l’area Eventi, i servizi di pagamento, oltre all’attività quotidiana di consulenza e di gestione del lavoro dell’edicolante, dimostra come SNAG stia diventando sempre di più un “acceleratore d’impresa”, ideato per assistere l’imprenditore a innovare e crescere attraverso un affiancamento su misura. Migliorare la competitività degli associati e la proposta che possono offrire ai propri clienti con strumenti che accompagnano i più moderni settori – conclude Rosa – è la soluzione ad ogni crisi”.

l'Adige festeggia 70 anni

16 Novembre 2021

A fondare il quotidiano l’ADIGE fu Flaminio Piccoli, in seguito parlamentare e segretario della Dc. Il 15 novembre scorso si è svolta una cerimonia che è stata l’occasione per celebrare due anniversari: i 70 anni dalla nascita del quotidiano (che nel 2018 è stato rilevato dal gruppo Athesia che fa capo alla famiglia Ebner) e i 20 anni dalla scomparsa del suo fondatore (celebrati con un anno di ritardo a causa della pandemia).

"La storia del quotidiano l'Adige è la storia di centinaia di migliaia di trentini e la storia di questo territorio", ha detto l'editore Michl Ebner nel corso dell’evento che si è svolto presso la sede dello storico quotidiano di Trento.

Ebner ha quindi ricordato la figura di Flaminio Piccoli, svelando un bassorilievo in bronzo dell’ex segretario della Dc collocato proprio davanti all’ingresso del giornale, affianco a quello, già presente, di Alcide De Gasperi, altro illustre politico trentino. Alla cerimonia erano presenti anche i familiari di Piccoli, in particolare la figlia Flavia e il nipote Paolo.

Durante l’evento, l'attuale direttore, Alberto Faustini, figlio dello storico direttore Gianni, ha evidenziato l'importanza di dare a un giornale il nome di un fiume, “che dà l'acqua alla comunità e collega nord e sud”, mentre il vicepresidente della Provincia autonoma di Trento, Mario Tonina, ha voluto sottolineare “l’importanza, fondamentale per la democrazia, del diritto all’informazione, un diritto nel quale Piccoli credeva così profondamente da avere dedicato al giornalismo una parte della sua vita e del suo impegno civile”.

“Ricordare Flaminio Piccoli in questa occasione e in tempi di pandemia – ha aggiunto Tonina – consente di ripercorrere una storia di riscatto e di fiducia nel futuro, un esempio di come attraverso la volontà, il lavoro e la dedizione si possono superare periodi di grande difficoltà. Significa anche ricordare una figura che ha saputo muoversi in molti ambiti diversi, forte di quella capacità di visione che era propria anche di un altro grande politico italiano, come lui di origini trentine, Alcide De Gasperi”.

#Ioleggoperché: doniamo un libro alle scuole

11 Novembre 2021

Dal 20 al 28 novembre siamo tutti chiamati ad acquistare un libro in libreria e donarlo alle biblioteche scolastiche. Torna infatti la sesta edizione di #Ioleggoperché, la grande iniziativa che, attraverso il potenziamento delle biblioteche scolastiche, tende a formare nuovi lettori e far crescere la passione per i libri nelle giovani generazioni.

L’iniziativa non si è fermata nemmeno nel 2020, l’anno segnato dalla pandemia in cui la didattica scolastica era fatta più a distanza che in presenza. Anzi, l’anno scorso è stato un anno di massima partecipazione da parte degli istituti scolastici così come di librerie e pubblico.

“#ioleggoperché in soli cinque anni ha portato oltre 1,4 milioni di libri nuovi nelle scuole, un risultato straordinario non solo sul piano della promozione della lettura ma anche passo importante nel dare risposta al tema impellente del diritto allo studio, così da avvicinare sempre più i giovani ai libri e quindi alla conoscenza”, ha commentato Ricardo Franco Levi, il presidente dell’AIE, l’Associazione Italiana Editori che realizza ogni anno il progetto.

L’iniziativa è riuscita a catalizzare attorno a sé l’attenzione di istituzioni e media e anche quest’anno viene realizzata con il sostegno del Ministero per la Cultura - il Centro per il libro e la lettura e in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, oltre che con l’Associazione Librai Italiani (ALI), il Sindacato Italiano Librai e Cartolibrai (SIL) e l’Associazione Italiana Biblioteche (AIB), e vede anche il supporto di SIAE - Società Italiana degli Autori ed Editori, con il contributo di Pirelli, il sostegno di Mediafriends e Rai per il Sociale.

Tutti insieme per arricchire il patrimonio di libri delle scuole italiane e per formare i lettori di domani. Sarebbe utile che un’iniziativa simile venisse intrapresa per avvicinare i giovani anche alla lettura dei giornali. Le iniziative che coinvolgono le scuole come "il giornale in classe" sono un utile strumento ma si potrebbe fare di più. 

“La riscoperta della lettura avvenuta nell’ultimo anno – dichiara il Ministro della cultura Dario Franceschini - ha messo in luce quanto sia forte e radicata un’abitudine erroneamente considerata in declino in un mondo sempre più digitale. Per questo motivo è lodevole insistere nel promuovere ancora di più la lettura tra i giovani, che grazie a #ioleggoperché hanno maggiori possibilità di scoprire questo piacere”.

“Un libro è una chiave per conoscere ed esplorare nuovi mondi – ha sottolineato il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi -. Non solo, il libro ha anche un altro grande potere: quello di far sognare. E allora ragazze e ragazzi, leggete, leggete ovunque, il libro è come uno smartphone, a suo modo: vi porta in tanti mondi diversi, ti fa conoscere cose che non sai. E ha un vantaggio: non si scarica mai!”.

“I libri sono un bene prezioso, anche io stesso aderisco e donerò volumi alle biblioteche”, ha dichiarato il Sottosegretario con delega per l’Editoria Giuseppe Moles che con il Dipartimento dell’Informazione e dell’Editoria ha deciso di sostenere l’iniziativa “che è il risultato di una bellissima sinergia. Di una collaborazione virtuosa tra la scuola, le istituzioni, le associazioni, i media pubblici e privati, gli editori e le aziende”.


Risultati 251 - 260 su 519
Pagine:      Precedente   21  22  23  24  25  [26]   27  28  29  30  31  Successiva     »|
SNAG - Sindacato Nazionale Autonomo Giornalai
Codice Fiscale 80108230154
Via San Vito, 24 - 20123 Milano
0286984413
0280298390
@ segreteria@snagnazionale.it

Seguici su: