Un appello alla libertà di stampa e alla sua difesa è arrivato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione di un incontro al Quirinale con una delegazione di rappresentanti dell’associazione che raggruppa le agenzie di stampa europee (EANA-European Alliance of News Agencies).
Le trasformazioni devono rispettare i diritti fondamentali
“L’intero sistema informativo vive una fase di forti cambiamenti a causa delle repentine innovazioni tecnologiche che hanno mutato la stessa fruizione delle notizie da parte dei cittadini, rivoluzionando i tempi e gli stessi controlli sulla loro accuratezza” e “la sfida per le nostre società democratiche è quella di evitare che l’accelerazione dei mutamenti comporti una regressione dei diritti fondamentali derivanti da quell’unità di valori, indivisibili e universali, sui quali si fonda l’Unione europea”, ha osservato Mattarella.
Il quale ha ricordato che “è questo lo spirito che ha animato la ‘Dichiarazione europea sui diritti e i principi digitali per il prossimo decennio digitale’, proclamata in sede comunitaria nel 2023, e con cui si riafferma come debbano essere i valori e i diritti fondamentali a guidare le trasformazioni".
L’informazione libera è un diritto dei cittadini
“La libertà e il pluralismo dei media garantiscono il pieno dispiegarsi di alcuni dei diritti irrinunziabili per la democrazia e la misurazione della sua qualità: il diritto alla libertà di espressione e di informazione. L’informazione libera, indipendente, plurale è un diritto dei cittadini; è per tutti un dovere esigerla. È l’antidoto per contrastare fenomeni manipolativi”, ha detto il Capo dello Stato.
Mattarella ha quindi sottolineato che "nuovi protagonisti globali sono intervenuti nella dimensione dell’informazione, sovente con la pretesa di definire standard di accesso e linee guida - anche con l’uso spregiudicato delle piattaforme digitali che gestiscono e dell’Intelligenza Artificiale - a prescindere dalle normative poste a tutela della integrità del settore".
Si tratta di rischi, ha affermato, che "si aggiungono alle mai abbandonate tentazioni di poteri pubblici di fissare a loro volta limiti agli spazi di libertà di informazione, piuttosto che proporsi doverosamente di garantire e sostenere quei medesimi spazi di libertà".
La sostenibilità delle imprese editoriali è essa stessa garanzia di libertà
La sfida, ha detto Mattarella, è dunque quella di “coniugare innovazioni tecnologiche e principi della libertà di stampa con la pubblicazione di notizie verificate, per far luce dove è buio, perseguendo l’interesse generale”.
A tal fine, secondo il Capo dello Stato “la sostenibilità delle imprese editoriali è essa stessa garanzia di libertà per realizzare il bene dell’informazione. Poter operare in un ambiente che consente pari opportunità di mercato e tutela adeguate contribuisce a questo obiettivo".
Per questo motivo, "coloro che scommettono sul bene informazione e coloro che ogni giorno, con responsabilità, lo realizzano, sono attori che svolgono un servizio irrinunziabile alla comunità". Come quello che compiono "ogni anno decine di giornalisti" che "perdono la vita per raccontare ciò che accade, e non soltanto nei teatri di guerra. È il prezzo più alto pagato al dovere verso la verità dei fatti".
Oggi gli scontri bellici usano armi ibride come le fake news
Non poteva mancare un richiamo alla pericolosità delle fake news. “Oggi - ha precisato il Capo dello Stato - gli scontri bellici in atto, a partire dall’aggressione della Federazione Russa alla indipendenza dell’Ucraina, si avvalgono di armi ibride giocate sul terreno delle fake news dirette alle pubbliche opinioni dei Paesi democratici nel tentativo di manipolarle. È un sovrappiù di responsabilità per le agenzie di stampa il compito di restituire verità contro le azioni di propaganda che cercano di adulterare i fatti, intossicando così le coscienze".
“Senza conoscenza onestamente genuina - ha concluso Mattarella - non vi è possibilità di formarsi una opinione libera e consapevole. Riconoscersi, pertanto, nella vitale funzione democratica dell’informazione è una precondizione per fare in modo che le istituzioni, gli editori, i giornalisti e i cittadini possano concorrere, ognuno per la parte propria, alla sua tutela”.
Nell’audizione odierna sulle prospettive future dell’editoria, che si è svolta presso la Commissione Cultura della Camera, gli editori hanno fatto il punto sulla situazione di crisi del settore e, in attesa del varo di una legge di riforma, hanno chiesto che nella prossima Finanziaria siano inserite risorse specifiche di sostegno.
“Il cantiere per la riforma dell’editoria è aperto, ma – in attesa di una legge che tuteli il diritto dei cittadini a ricevere un’informazione di qualità e le imprese a produrla – chiediamo al Governo e al Parlamento di garantire già nella prossima legge di Bilancio risorse e strumenti che consentano al settore di contrastare l’aggravarsi della crisi”, ha detto il numero della Fieg, Andrea Riffeser Monti.
Nel corso dell’audizione il Presidente degli editori ha sottolineato “la necessità di una nuova legge per l’editoria alla luce delle importanti mutazioni tecnologiche che hanno investito il settore, con conseguenze significative sulle modalità di diffusione e di fruizione delle notizie”.
“Negli ultimi anni - ha precisato - abbiamo assistito all’esplosione del fenomeno dei social e al venir meno di ogni intermediazione giornalistica, con conseguenze a volte preoccupanti che spingono i governi, i parlamenti e i cittadini ad interrogarsi su ruolo e funzione degli strumenti dell’informazione”.
Come ha affermato Riffeser, “la nuova legge dovrà fornire gli strumenti per accompagnare e sostenere le imprese editrici e il settore nel passaggio al digitale, garantendo la sostenibilità economica dell’informazione di qualità e il necessario sostegno del pluralismo informativo, promuovendo il ricambio generazionale, favorendo la capillarità e la sostenibilità economica della rete di distribuzione e vendita della stampa, tutelando in maniera più efficace i produttori di contenuti, predisponendo un sistema di finanziamento delle campagne istituzionali e di comunicazione con l’utilizzo dei quotidiani e dei periodici su carta e su digitale”.
Le richieste degli editori riguardano dunque anche un sostegno specifico per la carta stampata e per le edicole che sono il principale veicolo di distribuzione di quotidiani e e riviste cartacee e che quest'anno rischiano di archiviare il 2024 senza bonus e contributi che negli ultimi anni si sono rivelati fondamentali per la resilienza della rete di vendita.
Un paio di settimane fa gli editori avevano rivolto, attraverso una nota, un appello simile al Governo, sostenendo la necessità di introdurre nella prossima Legge di Bilancio un aiuto al settore precisando che tale aiuto debba essere esteso anche alle rivendite per assicurare necessaria capillarità della rete di vendita.
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Calano gli individui in Italia che leggono o sfogliano un titolo stampa. Secondo gli ultimi dati di scenario sistema Audipress edizione 2024/II, sono 31 milioni i lettori complessivi che negli ultimi 30 giorni hanno letto o sfogliato un titolo stampa su carta e/o replica digitale, pari al 59,2% della popolazione.
Nell’edizione precedente (Audicom – sistema Audipress 2024/I), i lettori erano 31,6 milioni, pari al 60,5% della popolazione over 14. I nuovi dati evidenziano quindi una contrazione dell’1,6%, a parità di testate considerate, ben più accentuata rispetto alle flessioni dello 0,2% e dello 0,7% delle precedenti edizioni. Resta comunque invariato il dato in base al quale 6 adulti su 10 leggono almeno un titolo stampa su carta o digitale.
Lettorato di qualità e di valore
Tuttavia, scrive Audicom, “gli indicatori complessivi sulla lettura dei quotidiani e dei periodici in Italia confermano il livello ben bilanciato che il settore riesce a sostenere e delineano il profilo di un lettorato di qualità e di valore, che mantiene un contatto privilegiato e continuo con il mezzo”.
In particolare, per quanto riguarda la provenienza delle copie, prevale l’acquisto diretto (incluso l'abbonamento) che raggiunge il 60,1% dei lettori totali di Quotidiani, il 77,7% dei lettori di Settimanali e il 72,6% dei lettori di Mensili.
Passando alle abitudini di lettura, si registra una frequenza Medio-Alta di lettura pari al 94,4% per i Quotidiani (da 1 a 3 giorni la settimana e da 4 a 7 giorni la settimana), all’82,5% per i Settimanali (da 4 a 8 numeri in 3 mesi e da 9 a 12 numeri in 3 mesi) e del 74,5% per i Mensili (da 4 a 8 numeri in 12 mesi e da 9 a 12 numeri in 12 mesi).
Scendono anche i lettori della copia digitale
La flessione di lettori interessa anche la copia digitale. In base all’ultima rilevazione Audipress sono 7,2 milioni i lettori del formato digitale, pari al 13,7% della popolazione adulta. Nella precedente rilevazione i lettori di tale formato erano 7,4 milioni, pari al 14,1% della popolazione adulta.
Nelle scelte di lettura il formato digitale ha vissuto anni di forte crescita, mentre dal 2022 pare essersi stabilizzato. Nel 2019 la copia digitale era scelta dall’1,5% della popolazione, una percentuale che l’anno successivo era già salita al 3,2%, per poi passare al 5,5% fino a toccare il 7% nel 2022, valore attorno al quale è rimasta per tutto il 2023 e il 2024.
Pare dunque che, nonostante gli sforzi degli editori per far decollare questo mezzo di lettura, anche attraverso il ricorso a politiche di prezzo molto aggressive, la copia digitale sia arrivata ad un punto d'arrivo, incapace di mantenere i ritmi di crescita del passato e confermandosi sostanzialmente un metodo di lettura di nicchia.
Nel dettaglio, la quota maggiore di lettori che sceglie la copia digitale è quella di individui da 45 anni e oltre (3,4 milioni), seguita dalla componente compresa tra 25 e 44 anni (2,5 milioni) e da quella di lettori tra 14 e 24 anni (1,3 milioni).
Trend in flessione per i quotidiani
Per quanto riguarda i Quotidiani, sono 11,2 milioni i lettori su carta e/o digitale replica di almeno una testata in un giorno medio, pari al 21,4% della popolazione oltre i 14 anni, un valore in flessione rispetto agli 11,4 milioni rilevati nella precedente edizione.
Circa la composizione del lettorato, il 61,5% dei lettori sono uomini e il 38,5% donne mentre quasi la metà dei lettori (49%) è rappresentata da individui di età superiore ai 55 anni. I lettori di fascia 35-54 anni rappresentano il 31,9% e quelli della fascia 14-34 anni il 19,1%.
Quanto alle abitudini di acquisto, prevale una particolare preferenza per l’acquisto diretto (49,1%) e una frequenza di lettura Alta (58,4% delle letture) che va da 4 a 7 giorni la settimana.
Consumo in lieve crescita per i settimanali
Per i Settimanali si registra un trend in lieve aumento, con un’audience di 8,5 milioni di lettori di almeno una testata su carta e/o digitale replica negli ultimi 7 giorni, pari al 16,2% della popolazione, contro gli 8,4 milioni della precedente rilevazione. Cresce la copia digitale replica che registra un incremento del 2,5% rispetto all’edizione sistema Audipress 2024/I.
Anche in questo caso si osserva un comportamento di consumo maturo e costante, confermato da una frequenza di lettura Alta nel 49,4% sul totale delle letture dei settimanali (tra 9 e 12 numeri in tre mesi) e dalla prevalenza dell’acquisto personale (69,5% dei casi).
L’audience dei settimanali resta principalmente femminile – il 67,1% del totale dei lettori di questo formato, pari a 5,7 milioni – e un lettorato di 55 anni nel 50,5% dei casi (4,3 milioni), con diploma di licenza media e superiore nel 73,7% dei casi (6,2 milioni).
Meno lettori per i Mensili
Cala l’audience dei mensili, che negli si assesta a 7,6 milioni di lettori di almeno una testata negli ultimi 30 giorni, pari al 14,5% della popolazione adulta, rispetto agli 8 milioni della precedente rilevazione.
Dai dati sui comportamenti di lettura si osserva che il 43,4% delle letture complessive è caratterizzato da una frequenza Media (da 4 a 8 numeri in 12 mesi) e nel 56,4% dei casi la copia letta è acquistata personalmente o da un familiare.
La composizione del lettorato dei Mensili si mantiene stabile rispetto alle edizioni precedenti, con valori simili per i differenti segmenti coinvolti: donne nel 55,4% dei casi (4,2 milioni) e uomini nel 44,6% (3,4 milioni); quote maggiori per i 35-54enni (il 35,5% dei lettori di questo formato) e i 55 anni e oltre (il 34,7%).
Il 2024 resta - al momento - un anno senza bonus e senza crediti d’imposta per le edicole. Se così fosse, si verrebbe ad interrompere la lunga serie di aiuti alla rete di vendita della carta stampata che si protrae dal 2019 e che si è rivelata fondamentale nella salvaguardia della categoria.
I crediti d’imposta e i bonus indirizzati alle edicole hanno contribuito in maniera determinante a contenere il numero di chiusure e a preservare la capillarità della rete di vendita, aiutando a garantire alla popolazione un maggiore e migliore accesso all’informazione pluralista e di qualità.
La speranza di vedere introdotta, anche per l’anno in corso, qualche forma di incentivo per le edicole è legata all’introduzione di misure ad hoc nella prossima Legge di Bilancio, sulla quale le forze politiche hanno già avviato il confronto.
Non solo le Associazioni di categoria ma anche la Fieg chiede al Governo di introdurre incentivi alle edicole nella prossima Manovra. In una nota il Consiglio Generale della Federazione Italiana Editori Giornali - che si è riunito il 18 settembre scorso - ha invitato il Presidente della Fieg, Andrea Riffeser Monti, ad un confronto con il Sottosegretario all’Editoria Alberto Barachini ed con i ministri competenti per l’introduzione nella Legge di Bilancio di “misure in favore della filiera di distribuzione e vendita della stampa per assicurarne la necessaria capillarità (aiuti alle edicole per l’offerta di servizi aggiuntivi e per l’utilizzo di sistemi di pagamento automatici, c.d. “cashless”, e ai punti vendita dei piccoli comuni e delle aree periferiche)”.
Gli editori chiedono anche di inserire in Manovra “la reintroduzione e il potenziamento degli interventi di sostegno alle imprese editrici di quotidiani e periodici e alle agenzie di stampa (contributo per copia cartacea venduta e per utente unico dei siti di informazione, contributi agli investimenti in tecnologie innovative, credito di imposta sull’acquisto della carta utilizzata per la stampa di giornali); il rifinanziamento degli strumenti per favorire le assunzioni, il ricambio generazionale e la risoluzione delle crisi occupazionali del settore e il ripristino degli obblighi di pubblicazione sui quotidiani dei bandi degli appalti.
Nel confermare il giudizio positivo sulla decisione del Governo di avviare in Parlamento il confronto per una nuova legge sul sistema dell’informazione che tenga conto anche delle trasformazioni intervenute, il Consiglio ha ribadito che “l’aggravarsi dello stato di crisi dell’informazione quotidiana e periodica esige misure urgenti per consentire alle imprese di superare le attuali difficoltà e ai cittadini di accedere ad una informazione di qualità e quantità”.
La maggioranza di centrodestra è favorevole ad avviare un dialogo sul mondo dell’informazione per arrivare ad una nuova legge da approvare in Parlamento.
In una dichiarazione congiunta la Premier Giorgia Meloni (Fratelli d'Italia) insieme a Matteo Salvini (Lega), Antonio Tajani (Forza Italia) e Maurizio Lupi (Noi Moderati) sottolineano che “L’evoluzione del mondo dell’informazione impone una impegnativa sfida a tutte le istituzioni politiche. L’irrompere dei giganti del web, la crescita di potenti piattaforme spesso connesse ai colossi della rete, il saccheggio digitale che investe il mondo dell’editoria e dell’audiovisivo, il dilagare delle cosiddette fake news e molto altro ancora richiedono un nuovo assetto normativo. In molti casi con regole di respiro internazionale. Come è avvenuto con le direttive del diritto d’autore emanate dall’Unione Europea e recepite dall’Italia. Analogo percorso dovrà essere affrontato per il Media Freedom Act, approvato dal Parlamento europeo, che entro il 2025 andrà recepito. In Italia poi la Corte Costituzionale ha indicato nel tempo, con varie sentenze e ordinanze, il ruolo del servizio pubblico televisivo e la fondamentale funzione del Parlamento.
Riteniamo quindi opportuno avviare in Parlamento il confronto per definire una nuova legge di sistema, che tenga conto di tutte le trasformazioni tecnologiche intervenute, per arginare e regolare il dominio di giganti del web e piattaforme, per fermare il saccheggio digitale e tutelare il diritto d’autore nel mondo dell’editoria e dell’audiovisivo, a garanzia di ogni espressione della cultura, del sapere e dell’informazione. Il tutto alla luce delle regole europee in vigore e in via di futura attuazione e della giurisprudenza costituzionale.
Il Parlamento è ovviamente la sede del confronto e delle decisioni. Pronti al dibattito in ogni altra sede, a partire da iniziative promosse da organi istituzionali.
In attesa di regole che tengano conto, per il sistema nel suo complesso e per il servizio pubblico, delle previsioni che dovranno entrare in vigore entro il 2025, riteniamo che debbano essere applicate le norme vigenti senza indugi, a tutela delle prerogative del Parlamento, del pluralismo e della funzionalità del servizio pubblico”.
Fieg aupsica conclusione dei lavori in tempi rapidi
Soddisfazione viene espressa da parte di Fieg e Fnsi, che confermano la massima disponibilità a collaborare con le Istituzioni ad una nuova legge sull'informazione ed entrambe le associazioni sollecitano una conclusione in tempi rapidi dei lavori.
In particolare, il Presidente della Federazione Italiana Editori di Giornali, Andrea Riffeser Monti, si complimenta per “la decisione della maggioranza di Governo - ripetutamente sollecitata dagli editori di giornali - di avviare in Parlamento il confronto per definire una nuova legge sul sistema dell’informazione che tenga conto delle profonde trasformazioni e degli stravolgimenti intervenuti nel settore” e auspica “che i lavori si concludano in tempi rapidi”.
Gli editori sottolineano inoltre che “l’aggravarsi dello stato di crisi dell’informazione quotidiana e periodica e il venir meno del Fondo Straordinario per l’editoria, minacciano la centralità e l’importanza delle redazioni dei giornali, sempre presenti sul territorio, fonte primaria di notizie per tutto il settore, e la possibilità di produrre, con foliazioni adeguate e lo spazio necessario, informazione di qualità per i cittadini lettori, sia sulla carta stampata, sia online”.
Fnsi chiede un tavolo permanente sull’informazione
Nel «prendere atto dell’apertura del governo ad un confronto sull’informazione, sul pluralismo e sul servizio pubblico”, la Federazione Nazionale della Stampa Italiana sottolinea che “i tempi devono essere necessariamente rapidi e certi”.
In una nota il sindacato unitario dei giornalisti rivendica di “aver più volte sottolineato come la legislazione italiana sulla stampa e sull'informazione non sia più in linea con i tempi, con le sentenze della Corte costituzionale (ricordiamo ad esempio quelle sulla diffamazione a mezzo stampa) e tanto più con l'articolo 21 e l'articolo 36 della Costituzione”.
Tenuto conto che secondo la Fnsi “servono norme per favorire soprattutto il rilancio economico del settore, anche a tutela della libertà di stampa e del pluralismo dell'informazione” e che “servono norme che garantiscano l'informazione italiana dalla pirateria digitale degli Over the top e contro il dilagare delle fake news”, la Fnsi “chiede al sottosegretario Alberto Barachini un tavolo permanente che si occupi di informazione in tutti i suoi risvolti”.
Riportiamo il calendario fiscale realizzato dagli esperti di Confcommercio con evidenziati i prossimi appuntamenti con il fisco. Uno strumento utile per ricordare a imprese, ditte individuali e partite IVA le principali scadenze fiscali e rimanere sempre aggiornati su quando pagare imposte e tasse, versare i contributi dovuti, inviare i dati richiesti dall'Agenzia delle Entrate.
Ricordiamo ai nostri Associati che i nostri esperti sono a disposizione per ogni chiarimento di natura fiscale e/o amministrativo attraverso l’area riservata del sito www.snagnazionale.it.
MARTEDÌ 1 OTTOBRE
Ritenute di imposta e di acconto - Ravvedimento sprint relativo al versamento delle ritenute e dell’IVA mensile/trimestrale.
LUNEDÌ 14 OTTOBRE
Ritenute di imposta e di acconto - Ravvedimento entro 90 giorni delle ritenute e dell’IVA mensile.
MARTEDÌ 15 OTTOBRE
Esterometro - Comunicazione delle operazioni transfrontaliere - Trasmissione dati operazioni transfrontaliere passive.
VENERDÌ 25 OTTOBRE
Operazioni intracomunitarie - Presentazione dei Modelli Intrastat - Presentazione degli elenchi riepilogativi cessioni intracomunitarie per operatori con obbligo mensile/trimestrale e dati statistici acquisti e cessioni.
Si aggrava la situazione dell’editoria quotidiana. Lo sanno bene gli editori, che da qualche tempo non perdono occasione per sollecitare il Governo, chiedendo l'approvazione di interventi urgenti per un settore, quello dell'informazione, fondamentale per il funzionamento della democrazia.
La settimana scorsa la Federazione Nazionale della Stampa Italiana ha chiesto di incontrare le forze politiche e i Gruppi parlamentari per illustrare la situazione e arrivare ad una nuova legge di sistema in grado di rilanciare l'industria dell'informazione cartacea e digitale.
Numeri alla mano, nei primi sei mesi dell’anno le vendite di quotidiani in edicola sono scese per la prima volta sotto la soglia psicologica di un milione di copie, come emerge dall’analisi contenuta nell’ultimo numero della newsletter #Mediastorm.
In particolare, dalla rielaborazione dei dati raccolti da ADS-Accertamenti Diffusione Stampa emerge che tra gennaio e giungo le vendite di quotidiani cartacei in edicola si sono assestate a 942.000 copie medie al giorno, con un calo del 10% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, quando erano poco più di un 1 milione (1.052.011 per l’esattezza). La flessione raggiunge il 27% nel raffronto con gli 1,3 milioni di copie dei primi sei mesi del 2021, con una perdita di 354 mila copie.
Il quotidiano cartaceo resta ancora centrale, e con esso le edicole
Il calo preoccupa ma l’edicola resta comunque il canale di vendita principale per gli editori. Il 69% del volume totale del venduto passa dalle rivendite anche se nel 2024, per la prima volta, questa percentuale è scesa sotto il 70%: era al 71% nel 2023, al 73% nel 2022 e al 75% nel 2021.
Da notare, inoltre, che l’edicola si conferma come il canale più redditizio per gli editori, quello dove le copie vengono vendute a prezzo pieno, se si fa eccezione per temporanee iniziative in abbinamento.
Nonostante la contrazione di vendite in edicola, quello che emerge è che a tutt’oggi il quotidiano di carta prevale nettamente sulla copia digitale e - considerando anche gli abbonamenti cartacei - esso rappresenta per gli editori ancora il 75% del volume totale del venduto.
Quale futuro per la rete di vendita
Difficile immaginare cosa accadrà in futuro. Gli ultimi tre anni, precisa l’analisi di #Mediastorm, hanno registrato una flessione media delle vendite di quotidiani in edicola del 10% annuo. Se venisse mantenuto lo stesso ritmo, a fine decennio le copie in edicola sarebbero 500.000 nel giorno medio, la metà di quelle attuali: un valore talmente basso da mettere in discussione l’attuale modello di business dell’editoria e la funzione stessa della rete di vendita della carta stampata, sulla quale già oggi pesano “inefficienze storiche che il sistema non ha mai potuto (voluto) risolvere, nemmeno parzialmente”.
Per non implodere la rete di vendita non ha altra scelta che percorrere la via della diversificazione dell’attività e delle fonti di reddito, diventando un centro di servizi e ampliando la merceologia esposta seguendo la domanda di mercato. Ed è anche fondamentale che percorra la via dell’innovazione tecnologica e della digitalizzazione.
Il cartaceo soffre ma il digitale non decolla
Se recuperare lettori sul cartaceo appare un’impresa tanto vitale quanto complessa, avvicinare lettori al digitale non sembra essere un compito tanto più semplice.
Le copie digitali vendute a prezzo pieno sono diminuite in quattro anni del 16%: erano 209 mila nei primi sei mesi del 2021, mentre nell’analogo periodo 2024 sono 176 mila, con una perdita di 33 mila copie nel giorno medio. Sono invece aumentate quelle vendute a prezzo ridotto, ad un valore compreso tra il 10% e il 30% del prezzo pieno. In questo caso si è passati dalle 117 mila del primo semestre 2021 alle quasi 160 mila del primo semestre 2024, con un aumento di 43 mila copie nel giorno medio.
Ne consegue che il “successo” delle copie digitali è trascinato dai forti sconti proposti dagli editori e proprio grazie ad esse la percentuale di mercato di questo formato è riuscita a crescere negli ultimi anni passando dal 19% del 2021 al 25% del 2024.
Mediastorm fa notare inoltre che le copie digitali fortemente scontate hanno almeno un pregio: fornire dati personali preziosi agli editori, incluso il numero della carta di credito. Hanno però anche due importanti controindicazioni: la prima sono “i margini di guadagno pressoché nulli” e la seconda è “la riduzione del valore economico percepito dal lettore del “prodotto” giornalistico offerto”.
I modelli opposti di Corriere della Sera e Fatto Quotidiano
In un cammino alla ricerca di nuovi modelli di sviluppo in grado di garantire la sostenibilità economica e trovare un nuovo equilibrio tra carta e digitale, ogni testata ha percorso vie differenti. Il Corriere della Sera è un esempio di quotidiano che è riuscito ad affermare la copia digitale a prezzo intero. Dal 2021 al 2024 queste ultime hanno registrato un incremento del 42% a fronte di un calo del 2% di quelle scontate. Di conseguenza, nello stesso arco temporale il peso del digitale è salito dal 31% al 42% mentre quello del canale edicola si è assottigliato dal 68% al 58% a fronte di una quota irrisoria e stabile dedicata al canale abbonamenti.
Completamente opposto il modello adottato da Il Fatto Quotidiano. Nei primi sei mesi dell’anno quasi la metà delle 51.300 copie vendute sono rappresentate da copie digitali proposte con forti sconti promozionali mentre il canale edicola copre circa 20.000 copie, in calo del 27% rispetto al 2021.
Altro modello è quello scelto da Il Sole 24 Ore che - in considerazione delle esigente del suo target di lettori - ha un punto di forza negli abbonamenti. Quelli cartacei pesano per l’8% sulle vendite totali, le vendite in edicola per il 24% mentre il restante 68% è affidato alle copie digitali.
Su questo punto, però, bisogna notare che - come mette in evidenza Agcom - le copie digitali registrano una concentrazione di mercato superiore a quelle cartacee: nel 2024 le prime cinque testate del segmento digitale - Corriere della Sera, La Repubblica, Il Sole 24Ore, Il Fatto quotidiano e La Stampa - rappresentano infatti il 60,2% delle copie complessivamente vendute. Il corrispondente valore per la versione cartacea - in questo caso i primi cinque quotidiani sono il Corriere della Sera, La Repubblica, La Gazzetta dello Sport, La Stampa e Avvenire - è invece pari al 33,8%.
“L’aggravarsi della crisi dell’editoria rende indispensabili interventi urgenti. A tal fine la Federazione Italiana Editori Giornali chiederà di incontrare le forze politiche e i Gruppi parlamentari per illustrare la situazione dell’editoria quotidiana e periodica”: è quanto si legge in una nota rilasciata oggi dalla Federazione degli editori. La quale ricorda alle istituzioni che “il valore dell’informazione per il funzionamento della democrazia esige attenzione e sostegno da parte del Governo, del Parlamento e dei partiti politici”.
Da tempo la Fieg non perde occasione per sollecitare interventi di sostegno al settore. Durante l’ultima assemblea generale, che si è svolta lo scorso 25 giugno, gli editori avevano invitato il Governo "a superare la logica degli interventi frammentati ed emanare al più presto una legge per l’editoria".
Tra i punti principali che aveva indicato quello di una promozione di "un'informazione di qualità" e di un sostegno alle imprese editrici "con contributi, almeno per cinque anni, in rapporto ai lettori e agli utenti unici" oltre che attreverso "il credito sull’acquisto della carta per il triennio 2024-2026".
Per la Fieg, la nuova legge dovrebbe inoltre finanziare "i necessari strumenti di risoluzione delle crisi occupazionali", finanziare "campagne istituzionali per assicurare la trasparenza delle amministrazioni pubbliche" e prevedere "interventi efficaci nella distribuzione e vendita della stampa".
In quest'ultimo caso, che è quello che riguarda la rete di vendita della carta stampata, gli editori avevano indicato di voler chiedere al Governo: "agevolazioni fiscali per chi attiva nuovi punti vendita, contributi alle edicole per l’installazione e la gestione di distributori automatici di pubblicazioni editoriali nonché per la consegna a domicilio e l’attività di fornitura delle pubblicazioni ad altri esercizi commerciali, incentivi ai punti vendita dei piccoli comuni e delle aree periferiche, contributi alla rete di distribuzione per la consegna in zone decentrate".
L’andamento negativo degli investimenti pubblicitari sulla carta stampata che ha caratterizzato il 2023 si è accentuato nella prima metà del 2024. In base ai dati comunicati dall’Osservatorio Stampa FCP (Federazione Concessionarie Pubblicità), da gennaio a giugno la raccolta pubblicitaria complessiva sulla carta stampata (quotidiani e periodici) ha registrato un calo del 5,9% rispetto all’anno precedente, con un fatturato sceso a 252,5 milioni, contro i 268 milioni del giugno 2023.
Il calo maggiore riguarda i quotidiani: -7,3%
Come accade ultimamente, la maglia nera spetta ai quotidiani. Nei primi se mesi dell’anno registrano una contrazione degli investimenti pubblicitari del 7,3% con un fatturato che si assesta sui 180 milioni, contro i 194 milioni dell’analogo periodo 2023.
A fare da zavorra è il comparto della pubblicità Legale, che evidenzia una contrazione del 43,8% rispetto all’anno precedente subendo la decisione del Governo di rimuovere l’obbligo di pubblicazioni sui quotidiani degli annunci legali: un provvedimento poco gradito agli editori, che ne chiedono la rimozione.
Flessioni ben più marginali hanno interessato anche la pubblicità Commerciale Nazionale (-0,4% su base annua a 87 milioni), Commerciale Locale (-1,7% a 56 milioni), Finanziaria (-1,6% a 6,5 milioni) e Classified (-8,4% a 15,7 milioni).
Grazie ai mensili, i periodici limitano la flessione: -2,2%
Passando ai periodici, il quadro si tinge di tinte meno scure. Nel complesso gli investimenti pubblicitari segnano nei primi sei mesi dell’anno una contrazione del 2,2% a 72,6 milioni, contro i 74,3% dell’analogo periodo 2023.
In particolare, la pubblicità Tabellare arretra del 4,4% a 63,9 milioni (da 66,8 milioni di un anno prima) mentre quella Speciale cresce del 17,1% portandosi a 8,7 milioni (da 7,5 milioni).
Nel dettaglio, nei primi sei mesi la raccolta sui mensili registra una crescita del 4,2% a 34,9 milioni (da 33,5 milioni di un anno fa). Diversamente, gli investimenti pubblicitari sui settimanali segnano una contrazione del 5,8% a 35 milioni (da 37,5 milioni). Calo, infine, del 27% per le “altre periodicità” con un fatturato pubblicitario che scende da 3,2 a 2,3 milioni.
Pubblicità sulla stampa in controtendenza in un mercato dinamico
Facile immaginare che il 2024 sarà un altro anno di raccolta pubblicitaria in flessione per la carta stampata, dopo il calo del 2,7% dell’anno scorso, che segue la flessione del 5,8% del 2022. La stampa si conferma l’unico mezzo con un fatturato da investimenti pubblicitari negativo, a conferma della crisi che sta attraversando il settore dell’editoria cartacea.
Secondo le previsioni del Media Hub di Una-Aziende della Comunicazione Unite, nel primo semestre dell’anno il fatturato pubblicitario è salito nel suo complesso del 6,1%, con punte di oltre il più 9% per la televisione, e dovrebbe chiudere il 2024 con un incremento del 5% dimostrandosi un mercato solido e anticiclico nonostante il clima di incertezza caratterizzato da eventi geo-politici dirompenti, grazie al sostegno di eventi sportivi e al ritorno di importanti spender nel settore dell’automotive, del largo consumo, dei media e dell’editoria.
Come sottolinea Una, la pubblicità online e quella in tv dominano il mercato e nel loro insieme tv e digitale valgono oltre 8,5 miliardi di euro pari all’82% dell’intero mercato pubblicitario.
Riportiamo il calendario fiscale realizzato dagli esperti di Confcommercio con evidenziati i prossimi appuntamenti con il fisco. Uno strumento utile per ricordare a imprese, ditte individuali e partite IVA le principali scadenze fiscali e rimanere sempre aggiornati su quando pagare imposte e tasse, versare i contributi dovuti, inviare i dati richiesti dall'Agenzia delle Entrate.
Ricordiamo ai nostri Associati che i nostri esperti sono a disposizione per ogni chiarimento di natura fiscale e/o amministrativo attraverso l’area riservata del sito www.snagnazionale.it.
LUNEDÌ 2 SETTEMBRE
Acconti Irpef, Ires, Irap - Versamento saldo e acconto imposte risultanti dalla dichiarazione Redditi 2024 e IRAP 2024 società con esercizio a cavallo.
MERCOLEDÌ 4 SETTEMBRE
Ritenute di imposta e di acconto - Ravvedimento sprint relativo al versamento delle ritenute e dell’IVA mensile/trimestrale.
LUNEDÌ 16 SETTEMBRE
Liquidazioni periodiche IVA - Liquidazione periodica IVA per soggetti con obbligo mensile.
Acconti Irpef, Ires, Irap - Versamento rateale delle imposte dovute risultanti dal Modello Redditi 2024 ed IRAP 2024 che rateizzano
IRAP - Rateizzazione versamento imposte da Redditi 2024 ed IRAP 2024.
Liquidazioni periodiche IVA - Rateizzazione versamento IVA annuale.
Ritenute di imposta e di acconto - Ravvedimento entro 90 giorni delle ritenute e dell’IVA mensile.
IMU - Ravvedimento entro 90 giorni versamento acconto IMU 2024
Ritenute di imposta e di acconto - Versamento delle ritenute sui redditi di lavoro autonomo, di dipendente e su provvigioni.
Esterometro - Comunicazione delle operazioni transfrontaliere.
Trasmissione dati operazioni transfrontaliere passive - Trasmissione fattura elettronica operazioni transfrontaliere passive ricevute nel mese precedente.
GIOVEDÌ 19 SETTEMBRE
Ritenute di imposta e di acconto - Ravvedimento relativo al versamento delle ritenute e dell’IVA mensile/trimestrale.
LUNEDÌ 30 SETTEMBRE
Modello 730 precompilato - Termine ultimo di presentazione sia nel caso di presentazione al sostituto d’imposta che nel caso di presentazione diretta all’Agenzia delle Entrate oppure al CAF o al professionista.
Liquidazioni periodiche IVA - Comunicazione dei dati delle liquidazioni periodiche IVA.
Spese sanitarie - Comunicazione semestrale dati tessera sanitaria.
Regimi opzionali di tassazione - Trasparenza fiscale - Opzione per la tassazione per trasparenza.
Operazioni intracomunitarie - Modelli Intrastat e Intra 12 e 13 - Presentazione degli elenchi INTRA 12 e versamento.
Dichiarazione Modello Redditi PF - Presentazione del Mod. Redditi 2024 Persone fisiche entro 90 giorni dalla scadenza.
IMU - Presentazione della dichiarazione IMU entro 90 giorni dalla scadenza
Ravvedimento speciale - Versamento settima rata ravvedimento speciale.
Ravvedimento speciale - Versamento terza rata ravvedimento speciale periodi d’imposta in corso al 31 dicembre 2022.