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Le scadenze fiscali del mese di febbraio

30 Gennaio 2025

Riportiamo il calendario fiscale realizzato dagli esperti di Confcommercio con evidenziati i prossimi appuntamenti con il fisco. Uno strumento utile per ricordare a imprese, ditte individuali e partite IVA le principali scadenze fiscali e rimanere sempre aggiornati su quando pagare imposte e tasse, versare i contributi dovuti, inviare i dati richiesti dall’Agenzia delle Entrate.

Ricordiamo ai nostri Associati che i nostri esperti sono a disposizione per ogni chiarimento di natura fiscale e/o amministrativo attraverso l’area riservata del sito www.snagnazionale.it.

LUNEDÌ 17 FEBBRAIO

Acconto imposta sostitutiva sulla rivalutazione del TFR - Versamento imposta

Liquidazioni periodiche Iva - Liquidazione periodica IVA per soggetti con obbligo mensile e trimestrale per i contribuenti rientranti in settori particolari

Acconti Irpef, Ires, Irap - Rateizzazione versamento II acconto imposte da Redditi 2024 per persone fisiche titolari di partita IVA

Ritenute di imposta e di acconto - Ravvedimento entro 90 giorni delle ritenute e dell’IVA mensile/trimestrale

Ritenute di imposta e di acconto › Tipologie di ritenute - Ritenute sui redditi di lavoro autonomo, di dipendente e su provvigioni

Esterometro - Trasmissione dati operazioni transfrontaliere passive

Redditi diversi di natura finanziaria - Versamento dell’imposta sostitutiva su plusvalenze per cessioni a titolo oneroso di partecipazioni (risparmio amministrato) e sui risultati della gestione patrimoniale

Tobin tax - Versamento imposta sulle transazioni finanziarie

GIOVEDÌ 20 FEBBRAIO

Credito d’imposta su commissioni per pagamenti elettronici - Comunicazione tax crediti pagamenti elettronici

MARTEDÌ 25 FEBBRAIO

Modelli Intrastat - Presentazione degli elenchi riepilogativi cessioni intracomunitarie per operatori con obbligo mensile e dati statistici acquisti e cessioni

VENERDÌ 28 FEBBRAIO

Liquidazioni periodiche Iva - Comunicazione dei dati delle liquidazioni periodiche IVA

Imposta di bollo - Dichiarazione annuale imposta di bollo assolta in modo virtuale

Operazioni intracomunitarie › Modelli Intrastat e Intra 12 e 13 - Presentazione degli elenchi INTRA 12 e versamento

Dichiarazioni fiscali integrative - Presentazione del Mod. Redditi 2024 ed IRAP 2024 entro 120 giorni per modifica richiesta rimborso

OSS One Stop Shop e IOSS Import One Stop Shop - Presentazione dichiarazione IVA e versamento mensile IVA per i soggetti che hanno aderito al regime IOSS

Misuratori fiscali e registratori telematici - Trasmissione telematica delle forniture di documenti fiscali

Acconti Irpef, Ires, Irap - Versamento del secondo acconto ai fini IRES e IRAP soggetti a cavallo

Modello Redditi ENC – Modello Redditi PF – IRAP - Versamento saldo e primo acconto imposte risultanti dalla dichiarazione Redditi 2024 e IRAP 2024 società con esercizio a cavallo

Imposta di bollo - Versamento trimestrale imposta di bollo fatture elettroniche

Giornali sempre più marginali nell'informazione degli italiani. Ecco la fotografia del Censis

06 Dicembre 2024

Meno lettori di giornali, sia cartacei che digitali, mentre si consolida l’utilizzo dei siti web. Non solo. L’83,7% degli italiani utilizza lo smartphone per informarsi ma al tempo stesso sono in aumento i lettori di libri. La fotografia dei consumi mediatici degli italiani che emerge dal 58esimo Rapporto del Censis sulla situazione del Paese altro non fa che decretare le difficoltà della carta stampata in favore del web.

I quotidiani sono letti dal 22% della popolazione

Per i media a stampa - si legge nella nota del Censis - viene ulteriormente accentuata la crisi ormai storica, a cominciare dai quotidiani cartacei venduti in edicola. Se nel 2007 erano letti dal 67,0% degli italiani, nel 2023 tale percentuale si riduce al 22% con una flessione del 3,4% rispetto all’anno precedente e del 45% negli ultimi quindici anni. Sono in flessione anche i lettori dei settimanali (-1,7%) e dei mensili (-2,8%).

Se la carta piange, l’online non sorride. Il Censis rileva che anche gli utenti dei quotidiani online diminuiscono: sono il 30,5% degli italiani, in flessione del 2,5% in un anno. Sono invece stabili quanti utilizzano i siti web d’informazione generici, ossia il 58,1% come già nel 2022, cresciuti del 21,6% dal 2011.

Si consolida l’utilizzo di internet

Più in generale, il Censis osserva che “il breve e intenso periodo tra il 2019 (l’anno prima della pandemia) e il 2023 ha segnato l’affermazione definitiva del paradigma biomediatico in tutti gli strati della società: ormai anche i tre quarti delle persone anziane e i quattro quinti dei soggetti meno istruiti hanno familiarità con strumenti connessi in rete”.

Dal rapporto del Censis emerge che nell’ultimo anno si è registrato “un consolidamento dell’impiego di internet da parte degli italiani (l’89,1% di utenza, con una differenza positiva di 1,1 punti percentuali in un anno), mostrando una forte sovrapposizione con quanti utilizzano gli smartphone (l’88,2%) e i social network (82,0%)”.

Lo smartphone come strumento di informazione

L’83,7% degli italiani si informa utilizzando lo smartphone anche se poi solo il 25,4% legge sullo smartphone interi articoli mentre il 13,2% si limita ai titoli. E ancora: il 12,3% legge anche i commenti dei lettori e dei follower, il 12,1% guarda prevalentemente i video (è il pubblico più giovane: il 16,7% nella fascia tra i 14 e i 29 anni), l’8,1% guarda solo le immagini (il 9,7% tra i giovani), il 5,2% commenta articoli e scrive post, il 4,6% li condivide, il 3,7% usa lo smartphone per informarsi ascoltando i podcast

“Si possono quindi suddividere gli utenti tra lettori e visualizzatori. I visualizzatori - spiega il Censis - sono ancora una minoranza, ma destinata a moltiplicarsi, sia perché incoraggiata dalle piattaforme che si fondano su questa modalità di comunicazione (Instagram, Telegram, TikTok), sia per la disabitudine a leggere testi lunghi”.

Piattaforme online, vince WhatsApp

Quanto ai social media, il Censis evidenzia che tra i giovani (14-29 anni) si registra un consolidamento nelle abitudini di impiego delle piattaforme online. Il 93,0% utilizza WhatsApp, il 79,3% YouTube, il 72,9% Instagram, il 56,5% TikTok. In lieve flessione, oltre a Facebook (passato dal 51,4% di utenti in questa fascia d’età nel 2022 al 50,3%), anche Spotify (dal 51,8% al 49,6%) e X/Twitter (dal 20,1% al 17,2%).

Diminuiscono, invece, gli utenti di Telegram che scendono dal 37,2% del 2022 al 26,3%, quelli di Snapchat dal 23,3% all’11,4%, mentre LinkedIn si attesta al 9,6%.

Si arresta l’emorragia dei lettori di libri, stabili gli e-book

In Italia i lettori di libri, anche saltuari (almeno un libro l’anno), nel 2023 rappresentano complessivamente il 48,3% della popolazione. Erano il 42,7% l’anno prima, il 43,7% nel 2019, ma il 59,4% nel 2007.Più della metà della popolazione italiana non legge affatto, dunque, sia libri a stampa che in formato e-book. Se poi si considera chi ha letto almeno tre libri a stampa nell’arco dei dodici mesi, ci si arresta a un quarto degli italiani (il 25,1%), con un piccolo miglioramento rispetto al 2019, quando la percentuale si fermava al 21,3%.

Il Censis rileva inoltre che gli italiani che leggono volumi cartacei sono il 45,8% del totale ( 3,1% rispetto allo scorso anno, ma -13,6% rispetto al 2007) e il 5,3% utilizza gli audiolibri. La ripresa invece non riguarda i lettori di e-book, che rimangono stabili al 12,7% degli italiani (-0,6% in un anno).

Tv e radio restano in cima alle preferenze degli italiani

Complessivamente, la fruizione della televisione rimane pressoché stabile, passando dal 95,1% di utenza nel 2022 al 95,9% nel 2023, con la tv tradizionale (il digitale terrestre) che registra un 0,9% di telespettatori rispetto all’anno precedente, una crescita dell’utenza della tv satellitare ( 2,1%), un forte rialzo della tv via internet (web tv e smart tv salgono al 56,1% di utenza, con un 3,3% in un anno) e il boom della mobile tv, che è passata dall’1% di spettatori nel 2007 al 33,6% di oggi.

I radioascoltatori sono il 78,9% degli italiani, con una lieve flessione da un anno all’altro (-1,1%). In particolare, mentre la radio ascoltata in casa attraverso l’apparecchio tradizionale subisce un calo, passando al 45,6% di utenza (-2,4% rispetto al 2022), l’autoradio si attesta al 69,1%, ritornando ai livelli antecedenti alla pandemia. E i fruitori di podcast online sono il 10,1% degli italiani.

Niente aiuti in Manovra per l’editoria, l’allarme della Fieg

04 Dicembre 2024

Nella legge di Bilancio 2025 non c’è traccia di aiuti per l’editoria. Sono stati stanziati soldi per il sostegno del cinema e degli spettacoli dal vivo, per i teatri, la danza e i circhi ma nulla per l’informazione, nonostante l’importanza che essa ricopre per la tenuta democratica del Paese e in un’epoca contrassegnata dal dilagare di fake news e deep fake.

Le speranze legate all’approvazione di due emendamenti

Non è ancora tutto perduto. Al momento le speranze del settore sono riposte nell’approvazione di due emendamenti depositati nei giorni scorsi, uno presentato da Forza Italia che prevede aiuti per un valore di 136,6 milioni e uno presentato dal Pd che include sostegni per un ammontare pari a 145,6 milioni.

Si tratta di briciole se paragonate allo stanziamento di poco più di 1 miliardo a sostegno del cinema e degli spettacoli dal vivo (enti lirici, musica, teatro, danza e circhi), ribattono gli editori della Fieg. Ancora più delusi per il fatto che, ammesso che gli emendamenti vengano approvati, i pochi fondi in arrivo dovranno essere ripartiti tra tutta la filiera.

Solo spiccioli. 140 milioni per tutta la filiera

Dando per certo il via libera agli emendamenti, i fondi in arrivo andranno ripartiti tra carta stampata, digitale, radio e tv e dovranno bastare per “garantire un'offerta di informazione di qualità, cartacea e online, con un contributo rapportato alle copie vendute e agli utenti dei siti di informazione professionale”.

Pochi spiccioli, quindi, con i quali gli editori dovranno “incentivare gli investimenti orientati all'innovazione tecnologica e alla transizione digitale” oltre a sostenere finanziariamente “la rete di vendita e di distribuzione della stampa”, specie “nei piccoli comuni e nelle aree sprovviste di edicole”.

All’informazione solo un settimo di quanto viene dato al cinema

I 140 milioni che potrebbero arrivare all'editoria rappresentano un settimo di quanto si dà al cinema, alla lirica, alla danza e ai circhi, che supera nel complesso un miliardo di euro, ed è poco più di un millesimo dei 123 miliardi spesi per il Superbonus, osservano ancora gli editori.

Eppure, sottolinea la Fieg in una nota affidata all’Adnkronos, "il sostegno all’editoria giornalistica è un sostegno al pluralismo, valore fondante del funzionamento della democrazia" e "la stampa con la sua offerta di informazione autorevole, attendibile e verificata è presidio essenziale alla libertà e pilastro della vita democratica. Per garantire tale ruolo - concludono gli editori - le imprese che operano nell’informazione cartacea e nella Rete devono avere risorse adeguate”. Che, al momento, non appaiono tali.

Eppure dal Governo erano arrivate rassicurazioni

In occasione del convegno Editoria e media nell’era digitale. Riflessioni sul futuro a 20 anni dalla Legge Gasparri che si è svolto il 28 novembre scorso in Senato, il Sottosegretario all’Informazione e all’Editoria, Alberto Barachini, ha ribadito il sostegno del Governo al settore dell'editoria attraverso l'arrivo di nuovi fondi e di nuovi interventi di tutela, volti anche a preservare il sistema editoriale nazionale dalla concorrenza degli over the top, ossia dei colossi del web.

Mentre gli Editori attendono risposte anche sulla web tax

A tradire il settore dell’editoria anche la decisione del Governo di estendere la web tax, pensata in origine per contrastare il predominio dei big del web, a tutte le imprese attive nei servizi digitali l’imposta del 3%.

Una norma fortemente contrastata dalla Fieg che ha auspicato "un intervento correttivo del Parlamento che eviti la beffa di una nuova tassazione sulle imprese italiane del settore, le stesse imprese che si intendeva tutelare e salvaguardare”.

Pubblicità sulla carta stampata: -6,3% nei primi dieci mesi dell’anno

03 Dicembre 2024

A pochi mesi dalla fine dell’anno, l’andamento degli investimenti pubblicitari sulla carta stampata si conferma negativo. Sulla base degli ultimi dati rilasciati dall’Osservatorio Stampa FCP (Federazione Concessionarie Pubblicità), nel periodo gennaio-ottobre il fatturato della raccolta pubblicitaria complessiva sulla carta stampata (quotidiani e periodici) ha registrato un calo del 6,3% rispetto all’anno precedente, con un fatturato sceso a 409 milioni, contro i 436 milioni dell’analogo periodo 2023.

Soffrono i quotidiani: -7,7%

Come accade ultimamente, la maglia nera spetta ai quotidiani. Nei primi dieci mesi dell’anno la raccolta ha registrato una contrazione del 7,7%, con un fatturato che si è assestato attorno ai 288,5 milioni, contro i 312,6 milioni dell’analogo periodo 2023.

A fare da zavorra è ancora una volta il comparto della pubblicità Legale, che ha evidenziato una flessione del 45,2% rispetto all’anno precedente passando, in termini di fatturato, da 38,1 a 20,9 milioni. Il settore subisce la decisione del Governo di rimuovere l’obbligo di pubblicazioni degli annunci legali sui quotidiani: un provvedimento che non piace agli editori, i quali da tempo chiedono all’esecutivo di reintrodurre tale obbligo.

In generale, tuttavia, sono in flessione anche tutte le altre tipologie di raccolta. In particolare, nei primi dieci mesi la pubblicità Commerciale Nazionale è arretrata dell’1,2% su base annua a 142,7 milioni (da 144,5 milioni dell’anno precedente), quella Commerciale Locale del 3,7% a 90,1 milioni (da 93,5 milioni), quella Finanziaria dell’1,3% a 8,5 milioni (da 8,6 milioni) e quella Classified del 5,4% a 26,1 milioni (da 27,6 milioni).

Tra i periodici, la raccolta cresce solo sui mensili

Passando ai periodici, la raccolta pubblicitaria ha registrato una contrazione più contenuta, pari nel complesso al 2,7%, con un fatturato che si è assestato a 120,4 milioni, contro i 123,8 milioni dell’analogo periodo 2023.

A tenere a galla la raccolta sui periodici è stata la pubblicità Speciale, che nei primi dieci mesi dell’anno è apparsa in progresso del 16,9% a 14,6 milioni (da 12,5 di un anno prima), mentre quella Tabellare ha ceduto il 4,9% a 105,8 milioni (da 111,3 milioni di un anno prima.

Passando alla frequenza di diffusione, i mensili sono gli unici a registrare una raccolta positiva, grazie ad una crescita del 3,9% a 56,9 milioni (da 54,8 milioni di un anno fa). Diversamente, gli investimenti pubblicitari sui settimanali hanno segnato una contrazione del 7,3% a 59,5 milioni (da 64,2 milioni). Calo, infine, del 17,7% per le “altre periodicità” con un fatturato pubblicitario che è sceso da 4,8 a 3,9 milioni.

Verso un altro anno in contrazione per la carta stampata

Dopo il calo del 5,8% del 2022 e dopo la flessione del 2,7% del 2023, è praticamente certa un’ulteriore contrazione del fatturato pubblicitario sulla carta stampata anche nel 2024, in controtedenza rispetto ad un settore, quella della pubblicità, che le previsioni indicano in crescita nel 2024.

In base agli ultimi dati presentati lo scorso ottobre dall’Osservatorio Internet Media del Politecnico di Milano, nel 2024 il mercato pubblicitario italiano raggiungerà un valore complessivo di 11,2 miliardi di euro, in crescita del 9% rispetto ai 10,2 miliardi del 2023.

...mentre il digitale conquista per la prima volta metà del mercato

Dalle previsioni dell'Osservatorio del Politecnico emerge che la fetta principale di questo incremento arriva dal digitale, che con una quota del 49% e investimenti complessivi per 5,5 miliardi, registra una crescita del 12% rispetto all’anno precedente conquistando per la prima volta la metà del settore.

Come emerge dal grafico qui sotto, il digitale consolida quest'anno il sorpasso sulla tv, che si ferma al 35%, stesso valore del 2023, rappresentando la seconda fetta più importante per gli investimenti pubblicitari, nonostante la perdita del 9% rispetto alla quota del 44% detenuta nel 2018.

Stabile con una quota del 7% la pubblicità Out Of Home e al 4% la quota della radio Scende invece al 5% quella della stampa, che nel 2018 rappresentava l'11%.

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Pubblicità: nel 2023 raccolta positiva per i periodici, negativa per i quotidiani

Partite IVA, prorogato al 16 gennaio 2025 il versamento della seconda rata Irpef

29 Novembre 2024

Con apposito comunicato (n.136 del 27 novembre 2024), il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha ufficializzato il rinvio dei termini di versamento del secondo acconto delle imposte sui redditi 2024.

Pertanto, i titolari di partita IVA che nell’anno d’imposta 2023 hanno dichiarato ricavi o compensi di ammontare non superiore a 170.000 euro, avranno tempo fino al 16 gennaio 2025 per versare il secondo acconto delle imposte sui redditi, in scadenza originariamente il prossimo 2 dicembre

Si precisa che la proroga non riguarda il versamento dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi assicurativi dovuti all’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL).

Si precisa inoltre che i contribuenti potranno effettuare il versamento del secondo acconto in unica soluzione oppure in cinque rate mensili di pari importo, da gennaio a maggio 2025.

Il Governo rassicura: più fondi e più tutele per l’editoria

29 Novembre 2024

In occasione del convegno Editoria e media nell’era digitale. Riflessioni sul futuro a 20 anni dalla Legge Gasparri che si è svolto il 28 novembre scorso in Senato, il Sottosegretario all’Informazione e all’Editoria, Alberto Barachini, ha ribadito il sostegno del Governo al settore dell'editoria attraverso l'arrivo di nuovi fondi e di nuovi interventi di tutela, volti anche a preservare il sistema editoriale nazionale dalla concorrenza degli over the top, ossia dei colossi del web.

“Stiamo lavorando per incrementare i fondi all’editoria. Stiamo cercando di rivedere i criteri di assegnazione dei fondi e ovviamente di aumentare i fondi dove è necessario”, ha detto il Sottosegretario sottolineando il “momento di svolta” che sta vivendo il settore e l'importanza di difendere “l’integrità dell’informazione” come pure “i livelli occupazionali del giornalismo che sono strategici per il Paese”.

Nuovi criteri per l’assegnazione dei fondi

A fronte di un nuovo panorama dell'informazione, secondo Barachini «il sistema editoriale si difende se riusciamo a fare in modo che a livello fiscale e di responsabilità editoriale tutti giochino la stessa partita. Partendo da qui - ha aggiunto - è chiaro che occorre ripensare il sistema in ottica diversa: non si deve più regolare il settore in relazione alla raccolta di copie, ma di raccolta di risorse pubblicitarie».

Secondo Barachini, infatti, «l'equilibrio delle risorse pubblicitarie è fondamentale. Se il tema è superare l'asimmetria tra i diversi soggetti, non possiamo non rivedere le norme sulla web tax” e per farlo, secondo il Sottosegretario, si deve “escludere dal pagamento gli editori e il mondo dell'informazione».

Potrebbe dunque essere accolto l’appello della Fieg, che aveva chiesto al Governo un ripensamento sulla decisione di estendere la web tax - introdotta nel 2019 per colpire i ricavi generati in Italia dai colossi del web come Google e Facebook - a tutte le imprese attive nei servizi digitali.

Quotidiani locali fragili, bisogna fare squadra

Barachini è inoltre tornato a parlare della necessità di sostenere i quotidiani locali “che vivono una crisi di vendita importante”. Per questo motivo, ha detto il Sottosegretario, “occorre ripensare il sostegno all’editoria, i grandi devono aiutare chi oggi fa più fatica. Dobbiamo difendere le realtà nazionali" e per farlo "serve il coinvolgimento di Agcom, dell’Antitrust, del Parlamento".

Qualche giorno prima, nel suo intervento al convegno organizzato dall’agenzia Adn Kronos sulla Trasformazione digitale dentro l’Ai, Barachini aveva già puntato il dito sulla fragilità dei quotidiani locali sottolineando la necessità del sistema di fare squadra. Nella stessa occasione il Sottosegretarioaveva sottolineato che “il sistema integrato della comunicazione si regge se si sostiene tutto assieme e, se si vuole sostenere, i grandi partecipano al dibattito, prendono una gran parte del sostentamento ma ne lasciano una parte ai piccoli”, ribadendo che “il sistema si difende tutto assieme, altrimenti perdiamo la creatività che arriva dai giornali locali in un sistema che si regge anche grazie a loro”.

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E' crisi anche per il mercato del libro

22 Novembre 2024

Non sono solo i giornali cartacei a soffrire un calo di vendite. Anche il mercato dei libri è in una fase di contrazione ed è alla ricerca di nuovi lettori, oltre che di un sostegno da parte del Governo.

Vendite calate dell’1,6% nei primi otto mesi

Secondo gli ultimi dati resi noti dall’Aie, Associazione Italiana Editori, nei primi otto mesi dell’anno il mercato di varia, ovvero romanzi e saggi venduti nelle librerie fisiche e online e nella grande distribuzione, ha segnato una flessione dell’1,6% a copie e dello 0,1% a valore rispetto all’analogo periodo 2023.

Nel dettaglio, da gennaio ad agosto sono state vendute 63,2 milioni di copie, per un controvalore pari a 915,2 milioni di euro. Rispetto al 2023, si sono dunque perse 998 mila copie e si sono persi a valore 0,7 milioni di euro.

Rimane tuttavia positivo il confronto con il 2019, che evidenzia una crescita del 16,6% a copie e del 24,6% a valore.

Futuro incerto

I dati confermano che la crescita del libro registrata negli anni del Covid si è fermata.

“Abbiamo purtroppo aspettative negative per il 2025 perché il 2024 aveva ancora una serie di provvedimenti che funzionavano come la vecchia 18App che era attiva fino ad aprile di quest'anno. Nel 2025 non ci saranno più i residui della 18App e stiamo vedendo che le nuove carte del Merito e della Cultura non funzionano assolutamente", ha detto all'ANSA il Presidente dell’Aie, Innocenzo Cipolletta.

Cosa chiedono gli editori

A preoccupare ulteriormente l’Aie è anche il fatto che la legge di bilancio 2025 non contiene alcun provvedimento in favore del mercato del libro. “Quest’anno sono arrivati a scadenza alcuni provvedimenti importanti come i 30 milioni per le biblioteche, è stata cambiata la ’18 App’ e la nuova versione funziona non correttamente”, ha dichiarato Cipolletta sostenendo l’importanza che “queste misure possano essere rifinanziate e aumentate nel 2025”.

Nel frattempo la filiera del libro si è riunita e ha inviato una lettera al Governo per chiedere un incontro al ministro della Cultura Alessandro Giuli, convinto sostenitore della lettura. In occasione della campagna #ioleggoperché per la diffusione dei libri nelle scuole, Giuli aveva dichiarato che “la lettura è il miglior antidoto contro la violenza, l’indifferenza, l’isolamento sociale e lo sradicamento. Ogni libro donato è come un albero che si pianta nel giardino della grande comunità culturale italiana”.

Le scadenze fiscali del mese di dicembre

22 Novembre 2024

Riportiamo il calendario fiscale realizzato dagli esperti di Confcommercio con evidenziati i prossimi appuntamenti con il fisco. Uno strumento utile per ricordare a imprese, ditte individuali e partite IVA le principali scadenze fiscali e rimanere sempre aggiornati su quando pagare imposte e tasse, versare i contributi dovuti, inviare i dati richiesti dall’Agenzia delle Entrate.

Ricordiamo ai nostri Associati che i nostri esperti sono a disposizione per ogni chiarimento di natura fiscale e/o amministrativo attraverso l’area riservata del sito www.snagnazionale.it.


LUNEDÌ 2 DICEMBRE

Liquidazioni periodiche Iva – Comunicazione dei dati delle liquidazioni periodiche IVA

Contribuenti minimi - Contribuenti forfetari - Flat tax - Dichiarazione integrativa redditi 2022 per quadro rs contribuenti forfettari

Operazioni intracomunitarie - Modelli Intrastat e Intra 12 e 13 - Presentazione degli elenchi INTRA 12 e versamento

Modello Redditi SC
Dichiarazione IRAP

Presentazione della dichiarazione Redditi e IRAP 2024 da parte delle società con periodo d’imposta non coincidente con l’anno solare

OSS/IOSS - Presentazione dichiarazione IVA e versamento mensile IVA per i soggetti che hanno aderito al regime IOSS

Imposta di registro - Registrazione contratti di locazione e versamento dell’imposta di registro

Modello 730 - Termine ultimo per la presentazione in via telematica delle schede per la scelta dell’8, del 5 e del 2 per mille

Terreni - Rivalutazione dei terreni - Versamento imposta sostitutiva per rideterminazione valore di acquisto dei terreni edificabili e con destinazione agricola posseduti al 1° gennaio 2024

Partecipazioni - Rideterminazione del valore di acquisto di partecipazioni - Versamento imposta sostitutiva per rideterminazione valore di acquisto di partecipazioni e termine ultimo per la redazione ed il giuramento della perizia di stima posseduti alla data del 1° gennaio 2024

Modello Redditi - Versamento saldo e primo acconto imposte risultanti dalla dichiarazione Redditi 2024 e IRAP 2024 società con esercizio a cavallo

Acconti Irpef, Ires, Irap
IRAP

Versamento secondo acconto IRES ed IRAP relativi a Redditi 2024 SC e ENC ed IRAP 2024

Acconti contribuenti minimi e forfetari
Acconti Irpef, Ires, Irap
Acconto cedolare secca
Imposta patrimoniale sugli immobili esteri - Ivie
Cedolare secca
Imposta sul valore delle attività di natura finanziaria detenute all’estero - IVAFE
IRAP

Versamento secondo acconto IRPEF ed IRAP relativi a Redditi 2024 PF e SP 2024

Fattura elettronica - Imposta di bollo - Versamento trimestrale imposta di bollo fatture elettroniche

MARTEDÌ 3 DICEMBRE

Ritenute di imposta e di acconto - Ravvedimento sprint relativo al versamento delle ritenute e dell’IVA mensile/trimestrale


LUNEDÌ 16 DICEMBRE

Esterometro - Trasmissione dati operazioni transfrontaliere passive

Redditi diversi di natura finanziaria - Versamento acconto dell’imposta sostitutiva su plusvalenze per cessioni a titolo oneroso di partecipazioni (risparmio amministrato) e sui risultati della gestione patrimoniale

Tobin tax - Versamento imposta sulle transazioni finanziarie

IMU - Versamento saldo per il 2024 dell’imposta municipale propria


MARTEDÌ 17 DICEMBRE

Acconti contribuenti minimi e forfetari
Acconti Irpef, Ires, Irap
Acconto cedolare secca
Imposta patrimoniale sugli immobili esteri - Ivie
Cedolare secca
Imposta sul valore delle attività di natura finanziaria detenute all’estero - IVAFE
IRAP

Ravvedimento sprint dal termine di versamento degli acconti delle imposte risultanti dalla dichiarazione Redditi 2024 ed IRAP 2024

MERCOLEDÌ 18 DICEMBRE

Ritenute di imposta e di acconto - Ravvedimento relativo al versamento delle ritenute e dell’IVA mensile/trimestrale

VENERDÌ 20 DICEMBRE

Ravvedimento operoso speciale - Versamento ottava e ultima rata ravvedimento speciale

Ravvedimento operoso speciale - Versamento quarta ed ultima rata ravvedimento speciale periodi d’imposta in corso al 31 dicembre 2022

MARTEDÌ 31 DICEMBRE

Regime del gruppo Iva - Invio telematico dichiarazione costituzione Gruppo IVA

Redditi diversi di natura finanziaria - Opzione o revoca del risparmio amministrato e gestito

Operazioni intracomunitarie - Modelli Intrastat e Intra 12 e 13 - Presentazione degli elenchi INTRA 12 e versamento

OSS/IOSS - Presentazione dichiarazione IVA e versamento mensile IVA per i soggetti che hanno aderito al regime IOSS

Ritenute di imposta e di acconto - Ravvedimento sprint relativo al versamento delle ritenute e dell’IVA mensile

IMU - Ravvedimento sprint tardivo versamento saldo IMU

Acconti Irpef, Ires, Irap - Versamento del secondo acconto ai fini IRES e IRAP soggetti a cavallo

Modello Redditi ENC
Modello Redditi PF
IRAP

Versamento saldo e primo acconto imposte risultanti dalla dichiarazione Redditi 2024 e IRAP 2024 società con esercizio a cavallo

Disinformazione scientifica: un giovane su tre non la sa riconoscere

21 Novembre 2024

Un giovane su tre non sa riconoscere notizie false a carattere scientifico da quelle vere. È il risultato poco rassicurante di un nuovo studio dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano sulla diffusione della disinformazione scientifica tra i giovani.

La premessa è che la diffusione di informazioni scientifiche errate mina la fiducia nella scienza, pilastro fondamentale per il funzionamento efficace del mondo in cui viviamo.

Nel mondo interconnesso in cui siamo immersi, la condivisione di contenuti scientificamente falsi o inaccurati può avere ripercussioni su un numero enorme di persone e compromettere gli sforzi intrapresi dalla scienza nella risoluzione di problemi globali come ad esempio l’emergenza climatica o quella sanitaria, come abbiamo visto durante la pandemia.

Lo studio

Condotto da gennaio a maggio del 2023, con il coinvolgimento di 19 Scuole Secondarie Superiori di Lombardia, Piemonte e Emilia-Romagna e 2.214 studenti e studentesse tra i 14 e i 19 anni, il nuovo Report Disinformazione a Scuola è stato elaborato da un team di ricercatori dell’Università Vita-Salute San Raffaele sotto il coordinamento del professor Carlo Martini, associato in Logica e filosofia della scienza presso la Facoltà di Filosofia dell’ateneo, e con il supporto del progetto del Consiglio Europeo della Ricerca PERITIA (Policy, Expertise and Trust).

Difficoltà a riconoscere notizie scientificamente false

Il team di ricerca ha condotto lo studio simulando un ambiente digitale simile a quello frequentato dai giovani, in cui notizie scientificamente affidabili sono state affiancate a notizie false.

Lo studio ha mostrato che in questo caso, uno studente su tre fatica a riconoscere di essere di fronte ad un’informazione inaffidabile e quando si trova di fronte a un'informazione attendibile ritiene che si tratti di fake news.

Sei ore al giorno al cellulare

Dallo studio è emerso anche che i giovani passano ogni giorno in media quasi 6 ore davanti allo schermo del proprio smartphone, senza differenze significative di genere.

Tuttavia non hanno un’elevata propensione a condividere i contenuti: il 43% dei giovani dichiara di non condividere alcun contenuto - contro il 34% della media nazionale - e il 38% condivide meno di 10 contenuti a settimana. In questo caso, è emerso che le studentesse condividono meno contenuti dei compagni maschi.

Lo studio evidenzia inoltre che i social network preferiti dai giovani sono Instagram e Whatsapp (con tassi di preferenza sopra l’80%) oltre a TikTok. In fondo alla classifica delle preferenze ci sono X e Facebook.

Nasce l’Osservatorio permanente sulla Disinformazione Digitale

Alla luce dei dati raccolti, i ricercatori hanno dato il via ad una seconda fase del progetto di ricerca, con la nascita di un Osservatorio permanente sulla Disinformazione Digitale, che entrerà in funzione dal mese di gennaio del 2025 e che prevede percorsi di formazione per gli studenti e le studentesse delle scuole superiori.

“Sollevare il problema della capacità critica digitale nelle persone adolescenti, che sono il nostro futuro, e fornire loro degli strumenti efficaci per metterli in grado di valutare in modo accurato le notizie, significa salvaguardare quella relazione di fiducia che è alla base dell’ormai inscindibile connubio tra scienza e società”, afferma il coordinatore dello studio.

Riconoscere le fake news in 7 mosse

Il Dipartimento dell'Informazione e dell'Editoria è molto sensibile alle problemnatiche connesse alla diffusione di fake news e deep fake.Sul suo profilo instagram ha di recente condiviso un vademecum per riconoscere in 7 mosse una notizia falsa. Il metodo consiste nel porsi le seguente domande:

1. Chi ha scritto l’articolo e chi lo ha pubblicato?
2. La fonte è citata?
3. La notizia è riportata da altre testate conosciute?
4. L’articolo è scritto in modo approfondito?
5. L’indirizzo del sito imita testate note? Il profilo social è ufficiale?
6. Se non è citata la fonte, di chi è la responsabilità della notizia?
7. La notizia avvantaggia qualcuno in particolare?

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Concordato preventivo: riapertura termini. Si può presentare la domanda fino al 12 dicembre

12 Novembre 2024

Il governo ha deciso di aprire una nuova finestra temporale per l’adesione al Concordato preventivo biennale dando la possibilità alle partite Iva di aderire fino al 12 dicembre. Il Consiglio dei Ministri, che si è riunito in mattinata, ha infatti approvato il decreto di legge che prevede la riapertura dei termini di adesione.

Si precisa che possono utilizzare la nuova finestra solo le partite Iva che hanno già presentato la dichiarazione dei redditi entro la scadenza del 31 ottobre ma che non hanno ancora scelto di aderire alla prima tranche del concordato. Il Governo ha dunque voluto dare un’ulteriore possibilità ai soggetti interessati, con l’auspicio di poter incrementare il gettito.

Dalle adesioni pervenute entro il 31 ottobre sono infatti stati raccolti all’incirca 1,3 miliardi di euro, cifra inferiore a quella prevista dall'esecutivo.

Con la riapertura dei termini per l’adesione a questo nuovo strumento fiscale, il Governo spera dunque di poter raccogliere ulteriori risorse da utilizzare, nell’ambito della manovra di Bilancio, per alleggerire il carico fiscale al ceto medio attraverso l’ulteriore allentamento del secondo scaglione Irpef dal 35 al 33%.

Nei prossimi giorni saranno rese note dell'Agenzia delle Entrare le cifre esatte del gettito finora raccolto. I commercialisti stimano che solo una percentuale tra il 10% e il 20% dei contribuenti aventi diritto abbia scelto di aderire al concordato. Resta dunque da vedere se sarà possibile raggiungere l’incasso inizialmente ipotizzato dal Governo di 2 miliardi di euro.


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