Nel periodo gennaio-aprile gli investimenti pubblicitari sulla carta stampata hanno registrato nel complesso un lieve aumento dello 0,7% sfiorando i 168 milioni di euro in valore, come emerge dagli ultimi dati dell’Osservatorio Stampa resi noti da FCP- Federazione Concessionarie Pubblicità.
Dopo la frenata del 2022, il 2023 è dunque partito in recupero e i dati del periodo gennaio-aprile confermano il trend positivo.
Cala la raccolta sui quotidiani
L’interesse degli inserzionisti non è stato però omogeneo e le preferenze sono andate soprattutto a mensili e altre periodicità, a spese di quotidiani e settimanali.
Scendendo infatti nel dettaglio, nel periodo gennaio-aprile i quotidiani registrano una raccolta in calo dell’1,6% rispetto all’analogo periodo di un anno fa. Andando a vedere le singole tipologie, si registra la performance positiva della pubblicità Commerciale (più 1,6%) e di quella Legale (più 8%). Prosegue invece la flessione per le altre tipologie: Commerciale locale (meno 2,1%), Finanziaria (meno 18%), Classified (meno 15,1%).
...e anche sui settimanali
Passando ai periodici, l’andamento degli investimenti pubblicitari vede nel complesso un incremento del 6,8%.
Al dato hanno contribuito, tuttavia, la flessione del 3,9% della raccolta pubblicitaria sui settimanali, più che compensata dall’aumento di quella sui mensili e sulle altre periodicità, in crescita rispettivamente del 16,4% e del 76,7%.
L’economia italiana corre più di quella di Germania e Francia
Un contributo alla buona tenuta degli investimenti pubblicitari sulla carta stampata è certamente arrivato dall'andamento migliore delle attese della nostra economia.
Proprio oggi l'Istat ha comunicato che nel primo trimestre il Pil è aumentato dello 0,6% rispetto al trimestre precedente e dell'1,9% nei confronti del primo trimestre 2022. Il dato finale è migliore rispetto alla stima comunicata dall'Istat lo scorso 28 aprile e porta la crescita acquisita per il 2023 al più 0,9% sempre più vicina alla stime del più 1% indicato nel Def.
Non solo. I dati dell'Istat mostrano che la nostra economia è aumentata in termini congiunturali più di quella Francia (più 0,2%) e della Germania (meno 0,3%) e ha fatto meglio anche rispetto agli Stati Uniti (più 0,3%).