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Da marzo il gruppo RCS chiude 5 mensili

18 Gennaio 2024

Negli anni Urbano Cairo, patron dal 2016 di RCS-Corriere della Sera, secondo maggiore gruppo editoriale del nostro Paese, si è conquistato la reputazione di risanatore e in particolare di tagliatore di costi, non certo di riviste.

Ecco perché ha destato un certo stupore e un certo allarem la notizia che starebbe per rinunciare a una parte del suo core business chiudendo - a partire da marzo -Airone, For Men, In Viaggio, Bell’Europa e Antiquariato. Si tratta di 5 dei 9 mensili attualmente pubblicati dal gruppo, a cui si affiancano Il Corriere della Sera, primo quotidiano italiano in edicola, La Gazzetta della Sport, la testata sportiva a maggior diffusione, e vari settimanali tra cui DIPIU’ e Diva e Donna oltre al fatto che Rcs si conferma il primo editore online in Italia.

Testate storiche

"L’Azienda - scrive il comitato di redazione in una lettera inviata ai colleghi giornalisti - ci ha assicurato che non ci saranno licenziamenti, ma intende ricollocare tutti gli esuberi. In attesa di aprire nei prossimi giorni il tavolo delle trattative sindacali, alla presenza della Fnsi e Associazione Stampa Lombarda" il cdr "ha inviato a tutti i Direttori un comunicato sindacale con la richiesta di pubblicazione sul primo numero utile ai sensi dell’art. 34 del Contratto nazionale di lavoro".

Le testate che verranno chiuse, prosegue la lettera, "in questi anni hanno contribuito al successo dell’editore Urbano Cairo e, molti hanno superato il ragguardevole traguardo dei 500 numeri. Contestualmente, per la prima volta nella storia della Cairo Editore Spa, viene richiesto un piano di ristrutturazione in presenza di crisi, con cassa integrazione finalizzata a piani di prepensionamento".

Esuberi ricollocati

Il sindacato, si legge ancora nella lettera "ha appreso con rammarico della decisione di sospendere le pubblicazioni per le testate citate, decisione resa nota peraltro con anticipo molto stretto sia a noi che a tutti i nostri lettori e non comprendiamo come mai non sia stato possibile trovare altre soluzioni, che prevedessero un rilancio di queste testate, magari facendo ricorso all’online".

Benvengano comunque le rassicurazioni dell'azienda che "ha espresso la sua volontà di ricollocare tutti gli esuberi. Le Rsu si augurano tuttavia che vengano salvaguardate e valorizzate al meglio le competenze delle singole professionalità e che venga su questo punto aperto un ampio confronto. Esprimiamo, comunque, una forte preoccupazione per il futuro della Cairo Editore, augurandoci che l’azienda metta in campo tutte le risorse possibili per rilanciare le testate rimanenti e assicurare loro un solido avvenire".

La replica del gruppo Cairo

Dal canto suo, l’editore ribatte che “il calo delle vendite, la forte contrazione del mercato pubblicitario del settore e l’incremento dei costi hanno inciso sul risultato delle cinque testate che hanno perduto oltre 15 milioni negli ultimi dieci anni e non hanno avuto complessivamente margini positivi dal 2009. Gli interventi fatti per svilupparle e per ridurre i costi non sono stati sufficienti”.

E prosegue: “Cairo Editore finora non ha mai, unica azienda del settore, fatto ricorso a interventi di riduzione del perimetro delle testate. Purtroppo la situazione non è più sostenibile e a malincuore siamo stati costretti a sospendere le pubblicazioni dei cinque mensili, per focalizzare l’attività sulle altre testate aziendali. Confidiamo che, con il contributo di tutti, questo momento potrà essere superato, con l’auspicio di ricollocare tutto il personale interessato utilizzando i prepensionamenti”.

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