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Grazie all’AI bastano 100 dollari per creare un sito di fake news

22 Aprile 2024

Jack Brewster, giornalista di NewsGuard, l’organizzazione internazionale specializzata nel valutare l’affidabilità dei siti di informazione, ha fatto un esperimento: utilizzando l’intelligenza artificiale e con un investimento di soli 105 dollari ha creato un sito in grado di sfornare autonomamente notizie locali false e “di parte”. Il sito in questione si chiama Buckeye State Press e si presenta come un tipico giornale dell’Ohio di news politiche. I dettagli di questo esperimento sono stati raccontati in un articolo pubblicato su The Wall Street Journal.

802 siti di new inaffidabili generati dall'IA

La scoperta non può che generare allarme e preoccupazione in un anno che vede oltre la metà della popolazione mondiale impegnata in elezioni politiche e in particolare sono chiamate al voto l’Europa e gli Stati Uniti.

Anche perché, grazie al suo osservatorio in vista delle elezioni, NewsGuard ha già individuato circa 802 siti di notizie inaffidabili totalmente generati dall’IA - denominati “UAIN”, dall’inglese “Unreliable AI-generated News” - diffusi in 16 lingue: arabo, cinese, ceco, coreano, francese, indonesiano, inglese, italiano, olandese, portoghese, russo, spagnolo, tagalog, tedesco, thailandese e turco.

Articoli con affermazioni false e notizie inventate

Questi siti, spiega NewsGuard, hanno solitamente nomi generici – come iBusiness Day, Ireland Top News e Daily Time Update – che agli occhi di un lettore comune potrebbero sembrare quelli di siti di notizie legittimi. Eppure, tali fonti, anziché offrire contenuti giornalistici creati e curati in modo tradizionale, operano con poca o nessuna supervisione umana, e pubblicano articoli scritti in gran parte o interamente dabot, ossiaprogrammi progettati appositamente per imitare o sostituire le azioni di un essere umano eseguendo attività automatizzate e ripetitive.

Questi siti hanno sfornato decine e in alcuni casi centinaia di articoli su vari argomenti, tra cui politica, tecnologia, intrattenimento e viaggi. Gli articoli talvolta contengono affermazioni false, come ad esempio bufale sulla morte di personaggi famosi ed eventi inventati o datati, presentati però come se fossero appena accaduti.

La pubblicità programmatica è la maggiore fonte di guadagno

In molti casi, il modello di guadagno per questi siti è la pubblicità programmatica, in base alla quale l’industria della tecnologia pubblicitaria fornisce annunci pubblicitari senza tenere conto della natura o della qualità del sito.

Di conseguenza, marchi rinomati stanno involontariamente sostenendo questi siti. Finché - conclude NewsGuard - i brand non prenderanno provvedimenti per escludere le fonti non affidabili dalla lista di quelle autorizzate a pubblicare i loro annunci, le loro pubblicità continueranno a comparire su questo tipo di siti, creando un incentivo economico per il loro sviluppo su ampia scala.

I rischi dell'IA al centro del G7 presieduto dall'Italia

L’uso improprio dell’Intelligenza Artificiale, nei media come in altri settori, fa ormai parte dell’agenza politica di ogni governo insieme alla lotta disinformazione. La Premier Giorgia Meloni sta mostrando una particolare attenzione agli aspetti legati all’IA, che ha voluto inserire tra gli argomenti da affrontare durante il semestre di presidenza italiana del G7.

Anche il Sottosegretario all’editoria Alberto Barachini si è soffesulle problematiche dell’IA. Ne ha di recente parlato anche nel suo intervento alla XXIII Infopoverty World Conference dell’Onu: “siamo all’alba di una nuova era in cui l’intelligenza artificiale generativa ha aperto prospettive prima impensate in ambito pubblico e privato. Ed è solo l'inizio. Usata saggiamente, l’intelligenza artificiale può portare enormi vantaggi. Ma richiede governance e buone politiche”.

L’allarme del Sottosegretario Barachini sui pericoli Deep Fake

“L’intelligenza artificiale - ha dichiarato Barachini - può essere utilizzata anche per creare e diffondere disinformazione. Potrebbe persino minare la democrazia attraverso la manipolazione dell’informazione consentita da alcuni strumenti di AI che possono compromettere la fiducia nelle elezioni, fondamentale per il mantenimento di democrazie reali e sane. Naturalmente l’intelligenza artificiale, se impiegata correttamente, può anche essere uno strumento per combattere la disinformazione. Ciò dimostra la complessità della questione”.

Barachini ha quindi ricordato che “la Commissione AI per l’informazione ha analizzato il pericolo del Deep Fake, tecnologia con cui la realtà può essere modificata e mistificata e, di conseguenza, la formazione dell'opinione e della coscienza collettiva può essere influenzata e forse addirittura modellata. L’equilibrio che lega il rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni è fragile e se viene incrinato potrebbe portare ad una crisi della vita politica e della partecipazione che rende possibile la democrazia. La lotta alla disinformazione – ha aggiunto - è la lotta per difendere questo fragile equilibrio e per questo il governo italiano sta lavorando anche a nuove misure giudiziarie in relazione al Deep Fake”.

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