La Federazione Nazionale della Stampa Italiana alza il tiro. Il sindacato unitario dei giornalisti ha inviato una lettera-appello alle principali testate per richiamare l’attenzione del Governo sulle problematiche del settore. Con un unico obiettivo: “non lasciar morire l’informazione italiana”.
“Il diritto dei cittadini a essere informati è sotto attacco. I giornalisti - si legge nell’annuncio - sono nel mirino di organizzazioni criminali e neofasciste. Vengono quotidianamente intimiditi, minacciati, picchiati per via del loro lavoro”.
Il riferimento ai recenti attacchi, anche fisici, dei giornalisti durante le manifestazioni no vax non è l’unico assillo della FNSI, che già nei giorni scorsi era scesa in piazza in difesa dei diritti di chi fa informazione.
A preoccupare sono anche le condizioni economiche dei colleghi e i comportamenti degli Editori, spesso costretti a ricorrre alla cassa integrazione o addirittura a chiudere e/o vendere testate. “Una crisi senza precedenti mette in ginocchio il settore dell’editoria. L’occupazione è sempre più precaria. Migliaia di giornalisti sono costretti a lavorare senza diritti, senza tutele e con retribuzioni indegne di un Paese civile”, si legge nell’appello.
Da qui l’esortazione a intervenire per tutelare il settore: “Governo e Parlamento dimenticano l’articolo 21 della Costituzione. Non vogliono fermare le querele bavaglio. Non vogliono norme per l’equo compenso e per contrastare il precariato”, si legge ancora nell'annuncio.
Senza dimenticare la crisi dell'INPGI, la cassa previdenziale dei giornalisti, che attraversa una difficile situazioni finanziaria al punto da rischiare il commissariamento.«Lasciar affondare l'Istituto di previdenza dei giornalisti italiani significa dare il via allo smantellamento progressivo dell'autonomia e del pluralismo dell'informazione, pilastro di ogni democrazia. Governo e Parlamento – l'appello della FNSI – non lascino morire l'informazione italiana».
Parole pesanti che meritano una risposta da parte della Politica. Di una legge di sistema destinata a rilanciare l'intero settore dell'informazione si parla da molto tempo e anche il Sottosegretario per l'Editoria Giuseppe Moles ha di recente affermato che i tempi sono maturi per la sua realizzazione. Il pericolo è di mettere sempre più a rischio la pluralità dell'informazione e il diritto dei cittadini ad essere informati.
Risale a queste utime ore l'indiscrezione di stampa secondo cui Mondadori starebbe trattando la cessione di Donna Moderna e Casa Facile alla società Stile Italia Edizioni controllata da Maurizio Belpietro, direttore e fondatore del quotidiano La Verità, che in passato aveva già acquistato da Mondadori Panorama, Confidenze, Cucina Moderna, Sale&Pepe, Starbene e Tu Style. Allo studio pare esserci anche la cessione (ad un gruppo internazionale) del mensile Interni e forse perfino di una testata storica comeGrazia. Dismissioni che alla Mondadori potrebbero mettere a rischio ben 117 posti di lavoro.