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L'Editoria muove verso una nuova realtà

29 Novembre 2021

Un Parlamento trasversalmente unito nel sostenere il settore editoriale, dove i distinguo tra destra e sinistra si annullano e prevale il bene di un settore, quello dell’informazione, per il quale “più che di crisi si deve parlare di completa transizione dal tradizionale al digitale”. Con tutti i rischi che ciò comporta.

L’occasione per fare il punto sugli scenari del settore è arrivata dalla presentazione al Senato del libro dell’onorevole Federico Mollicone, L'Italia in scena, a cui hanno partecipato il Sottosegretario per l’Editoria Giuseppe Moles, il Presidente della FIEG Andrea Riffeser Monti e il presidente del Copasir Adolfo Urso, animatore della Fondazione "Fare Futuro” che ha organizzato l’evento.

Un libro che, come lo ha definito il suo autore, vuole essere “un resoconto parlamentate di metà legislatura, della legislatura più pazza del mondo. Per questo mi è sembrato corretto dare il senso di quello che accadeva dentro il Palazzo mentre fuori tutto cambiava”. Nel libro si parla di cultura ed Editoria (ma non solo), delle battaglie per difendere il settore dell’informazione e dell’approccio – diverso – con cui i vari esecutivi che si sono succeduti in questa legislatura hanno cercato di governare la trasformazione digitale della filiera editoriale.

Il sorpasso del digitale sul cartaceo

Lo scenario verso cui il settore si sta dirigendo però è uno solo. “Secondo gli analisti, entro il 2040 in Italia l’informazione giornalistica viaggerà esclusivamente online. Molto banalmente più che di crisi si deve parlare di completa transizione dal tradizionale al digitale. Ciò ovviamente ha dei rischi enormi. Su questo ci siamo confrontati, abbiamo sostenuto editori nazionali, le redazioni, i giornali”, ha assicurato Mollicone. Ricordando che per capire cosa sta accedendo in Italia e in Europa bisogna guardare a cosa è accaduto negli Stati Uniti, dove “nel 2020, in piena pandemia, i tre maggiori giornali hanno registrato un aumento del 20% di abbonamenti digitali a fronte di un ulteriore decremento dei lavoratori del settore impiegati, scesi di altre 4.000 unità. Dal 2008 negli Stati Uniti la platea di giornalisti si è dimezzata da 78.000 a 35.000”.

Se questo è lo scenario verso cui sta andando l’editoria italiana, serve formazione per il nuovo che arriva ma anche scivoli per i pensionamenti affinché le redazioni possano mutare pelle. E servono anche finanziamenti. Su questo fronte, ha ricordato Mollicone, l’Italia è fanalino di coda in termini di incidenza della spesa per l’editoria sul Pil, laddove in Europa la nazione più generosa è la Francia.

Qualcosa tuttavia sta cambiando anche in Italia dove il Fondo straordinario per l’Editoria è stato inserito nella Legge di Bilancio in discussione e segue altri interventi importanti come i fondi per il settore stanziati nel Dl sostegni bis, il bonus edicole raddoppiato, il rifinanziamento degli abbonamenti ai giornali nelle scuole, il recepimento della Direttiva Ue sul Copyright e un ulteriore credito d’imposta per l’acquisto della carta.

Lotta alle fake news e legge delle 3S

Gli Editori non possono che essere soddisfatti di queste iniziative, ma restano le preoccupazioni: “C’è uno studio del New York Times, secondo cui quando non ci sarà più la carta e non ci saranno più le rotative, la profittabilità delle aziende editrici sarà dieci volte quella che era prima. Però dobbiamo passare questa tempesta, siamo in mare aperto. Il Governo deve aiutare le aziende altri 4-5 anni”, ha detto il numero uno della FIEG ringraziando il Sottosegretario Moles e il Parlamento per le iniziative approvate.

Secondo Riffeser, però, gli editori non hanno “bisogno solo di soldi ma anche di ristabilire un rapporto con i lettori”. Per questo ha chiesto al Governo di appoggiare una campagna che porti “ai giovani un iPad a prezzi convenienti e agli anziani un giornale a prezzo scontatissimo”. E ha chiesto anche maggiore tutele per gestire il problema delle fake news. “Faccio un appello a tutte le forze politiche. Questo è il vero tema del futuro. Studi dicono che le fake news hanno superato le notizie vere. Disturbano enormemente la libertà di espressione. Nei social non devono esserci più i profili fake”, ha affermato il capo della FIEG, lanciando la proposta di “una legge delle tre S: chi siamo, chi siete, chi sei”.

Verso la nascita di una Consulta editoria

Premesso che “l’informazione e l’editoria sono un interesse nazionale e in quanto tale vanno difesi, tutelati e sostenuti”, Moles ha rassicurato sugli impegni futuri del Governo insistendo sulla necessità di una soluzione di filiera che non escluda nessuno soggetto.

Il Fondo Straordinario per l’Editoria stanziato nella Legge di Bilancio “è una grande occasione per transitare insieme tutti gli attori e gli stakeholders in quella che è la nuova realtà dell’informazione” e che comprende i nuovi concetti di sovranità digitale, gli interventi pubblici, la trasizione digitale con il PNRR. "Questo dimostra che si può fare parte di forze politiche differenti ma quando si ha a cuore un tema, tutti lavorano insieme per un bene comune”, ha dichiarato Moles.

In merito all’intervento pubblico a sostegno al settore editoriale, Moles ha annunciato che a breve sarà pubblicato sul sito del Dipartimento per l'Editoria uno studio sui finanziamenti all’Editoria nel resto d’Europa e subito dopo verrà costituita “la Consulta dell’editoria in cui verranno invitati tutti, nessuno escluso, gli attori del sistema editoriale. All’interno di questa Consulta dell'editoria faremo nascere una serie di tavoli tecnici su tutti gli argomenti di interesse per il sistema editoriale italiano, dalla digitalizzazione alle fake news, dalla disinformazione al diritto oblio e così via”, ha precisato il Sottosegretario annunciando di aver convocato per giovedì 2 dicembre la prima riunione del nuovo tavolo sull’equo compenso.

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